di Piero Cammerinesi

Questo articolo costituisce il seguito dei due precedenti interventi, che si consiglia vivamente di leggere con attenzione prima di affrontare la lettura del presente.

 

Dietro i Panama Papers la più colossale truffa del pianeta
e
I retroscena dell’inganno globale

Li avete letti?
Bene, a questo punto mettetevi comodi, spegnete il cellulare e prendetevi un po’ di tempo perché, vi avverto, l’articolo è abbastanza lunghetto…ma piuttosto interessante, credo.

Bisogna dire che quei due articoli sono rimasti indigesti a parecchie persone, tanto da non essere stati pubblicati – come avviene di consueto – su altri magazine on line.
Le principali obiezione sono state:

“…famiglie regnanti che utilizzano i propri asset per il bene dei popoli? Ma per favore…i regnanti hanno sempre pensato sempre e solo a se stessi”.

E anche:

“…di questi argomenti non si trova nulla in giro, neppure sul web, quindi se ne deduce che siano bizzarre fantasticherie, un po’ come la terra piatta e i rettiliani che si travestono da umani”.

Sicuramente obiezioni rispettabili che, tuttavia, trascurano una considerazione fondamentale: siamo proprio sicuri che ciò che è ragionevole sia sempre vero e che ciò che appare irragionevole non lo sia mai?
La storia dell’uomo ed in particolare la storia recente del nostro mondo ha ampiamente contraddetto le risposte affermative a queste due domande.

Basti pensare alle recenti vicende legate alle menzogne spudorate dell’Arabia Saudita – Paese alleato imprescindibile dei campioni mondiali di democrazia, gli USA – dopo l’assassinio di Jamal Khashoggi o degli stessi Stati Uniti con le armi di distruzione di massa di Saddam.
E questi sono solo due esempi di menzogne che sono state smascherate ufficialmente. Per quelle ancora in attesa di essere sbugiardate dovremo aspettare ancora qualche tempo.

Ma il tempo in questo, come in altri casi, è galantuomo.
Dunque, per contraddire il buon Hegel, non sempre ciò che è razionale è anche reale (vero), né ciò che è reale (vero) è sempre razionale.
Almeno nel nostro mondo dove la menzogna ha un dominio (quasi) incontrastato sui popoli, dominio gestito da un establishment che ha a disposizione una stampa quasi totalmente asservita ed un potere economico pressoché illimitato, fondato su un sistema finanziario perverso.

IL SISTEMA FINANZIARIO INTERNAZIONALE

A chi segue con attenzione le notizie internazionali non sarà certamente sfuggito il recente manifestarsi sempre più netto di tre tendenze:

1) la richiesta di rimpatrio del proprio oro, conservato presso banche centrali o depositi all’estero, da parte di un numero crescente di Stati;
2) il graduale abbandono del dollaro americano, negli scambi commerciali bilaterali tra un numero crescente di Paesi, tra i quali la Russia, la Cina, l’India, la Turchia, l’Iran ed altri ancora;
3) la graduale vendita, da parte di un numero crescente di Paesi, dei titoli del tesoro americano, presenti nelle proprie riserve valutarie.

Cosa lega questi tre fenomeni?

Molto semplice: lo scemare della fiducia verso l’attuale sistema finanziario internazionale post-Bretton Woods (1944-45), fondato sul dollaro americano come valuta di riserva internazionale che, dal 1971, è divenuto un sistema di fiat money, ossia denaro non basato su alcun valore reale concreto (sia esso oro o altra commodity) bensì sulla pura fiducia di chi accetta tale moneta: moneta fiduciaria.
Già accennammo alla questione in un nostro articolo precedente. Perfino negli stessi Stati Uniti d’America vi è un progetto di legge del Marzo scorso presso il Congresso che propone il ritorno ad un dollaro basato sull’oro.
Sembra pertanto evidente che tale crescente diffidenza, nonché le conseguenti azioni di cui sopra, non sono irrazionali: sono basate sulla conoscenza di una realtà internazionale in divenire, vale a dire sul fatto che il sistema finanziario internazionale, così come oggi lo conosciamo, è destinato a mutare.
Si pensi anche alla recente (2017) entrata dell’India e del Pakistan nella SCO (Shanghai Cooperation Organisation), che include già, tra gli altri Paesi, anche Cina, Russia e Kazakistan.
Eppure non tutti i Governi, incluso il nostro, sembrano avere contezza di questi enormi cambiamenti in atto o, quantomeno, sembrano non possedere la forza e l’indipendenza necessarie per poterli sfruttare a proprio vantaggio nel corso degli eventi internazionali.

Per meglio comprendere gli sviluppi di un sistema giuridico, politico, economico o finanziario che sia, non possiamo non prendere in considerazione il percorso storico di tali sistemi.
Per quanto riguarda il sistema finanziario, dobbiamo partire da una considerazione apparentemente banale: per migliaia di anni la gran parte delle ricchezze è stata accumulata dai governanti delle diverse aree geografiche del mondo che – quantomeno fino alla seconda metà dell’Ottocento ed inizio del Novecento – erano quasi sempre famiglie reali. Famiglie reali molto spesso imparentate tra loro poiché nei secoli, per proteggere la loro ricchezza ed il loro potere, avevano continuato a a far unire in matrimonio i propri eredi. Ad un livello inferiore, è quanto è accaduto anche in molte famiglie aristocratiche, per lo più famiglie blasonate della medesima nazione o area geografica.

Ora, tutta questa ricchezza accumulata dalle famiglie reali in migliaia di anni, dov’è finita? Allorché certi poteri “illuminati”, di matrice anglo-americana, connessi a determinati gruppi di banchieri internazionali, vennero a conoscenza di queste enormi ricchezze delle famiglie reali cercarono ben presto di approMayeramschel.jpgpriarsene.
Il compito era facilitato dal fatto che la loro posizione di consiglieri di corte – come nel caso, ad esempio, del famoso Mayer Amschel Rothschild, ebreo di corte di Guglielmo I (1743-1821), Principe Elettore d’Assia-Kassel – consentiva loro accesso ad informazioni riservate.
La sete di potere, si sa, è senza limiti. Lo storico russo Andrei Fursov afferma che

Nel 1818, soprattutto i Rothschild, mostrarono a tutti i governi europei di poter destabilizzare in modo significativo la situazione in Europa. A quel tempo il termine “governo mondiale” non esisteva, ma al congresso di Aachen, dove i Rothschild per la prima volta sottomisero i francesi, i prussiani e gli austriaci, ma non i russi, iniziarono a parlare di una struttura internazionale simile ad un governo mondiale. Tuttavia quest’idea dei Rothschild non ebbe successo poiché vi si oppose lo Zar Alessandro I e successivamente, ancor di più, lo Zar Nicola I. È per questo che i Rothschild divennero fortemente ostili nei confronti dei Romanov. Non è un caso che i nostri monarchi cercarono di trovare un accordo con i Rothschild durante il regno di Alessandro II e di Alessandro III. Volevano che i Rothschild smettessero di finanziare i movimenti rivoluzionari in Russia. Ma la risposta dei Rothschild era sempre la stessa – non vi può essere pace tra i Romanov ed i Rothschild.

Un personaggio particolare che fu consigliere di famiglie reali europee, ed al quale abbiamo già accennato, fu il Conte di Saint Germain. Su di lui si narrano numerose storie, anche molto curiose, tra le quali la sua presunta origine “non terrestre”. A questo proposito, va ricordata la famosa lettera di Voltaire al Conte (1761) nella quale il primo scrive, tra le altre cose:

Possano le vostre meravigliose macchine volanti ricondurvi a me.

Cerchiamo di capire meglio, dunque, chi fosse veramente il nostro Conte.

IL CONTE DI SAINT GERMAIN

Personaggio davvero misterioso il Conte di Saint Germain (1696-1784); nato il 28 Maggio del 1696 – durante una eclissi – a Sárospatak o Topoľčianky, probabilmente con il nome di Leopold Georg Rákóczi primogenito del principe Francesco II Rákóczi e della principessa tedesca Amalie Charlotte von Hessen-Rheinfels nel castello di Sárospatak (o Topoľčianky), è stato grande viaggiatore, musicista, massone, alchimista e occultista.
Dato che il padre, Francesco II Rákóczi, è in lotta per l’indipendenza dagli Asburgo, per garantire la sicurezza del figlio primogenito fa stilare, nel 1700, un falso certificato di morte del bambino inviando Leopold Georg a Firenze, da Gian Gastone de’ Medici, l’ultimo Granduca di Toscana della famiglia dei Medici dove viene educato insieme all’Infante Carlo di Spagna.
Prima di frequentare le scuole reali a Siena il giovanetto viene cresimato e prende il nome di San Germano che, per consiglio di Gian de Medici in onore del castello di Saint Germain-en-Laye presso Parigi, viene modificato in Saint-Germain.
A Siena Saint-Germain viene introdotto da un orefice nei segreti dell’alchimia e della sapienza ermetica.
Nel 1715 il giovane Conte lascia Siena ed inizia una serie di viaggi che lo porteranno prima in Centroamerica, dove studierà la cultura dei Maya e degli Aztechi, poi a Lisbona e successivamente in Turchia, Persia e Malta.
Gli anni 1725-1726 lo vedono a Malta, Napoli e Roma, mentre nell’anno successivo si reca per la prima volta in India, dove apprende la fabbricazione di diamanti artificiali e si approfondisce nella scienza alchemica.
Nel 1729 ritorna dal suo padre adottivo che è, dal 1723, Granduca di Toscana.
Nel corso dei suoi viaggi il Conte di Saint Germain utilizza vari nomi nobiliari e questo contribuisce a circondare di un alone di mistero la sua figura; viene iniziato ai massimi gradi della massoneria.
DCount_of_St_Germain.jpgi lui si narra che abbia scoperto l’elisir della vita e trasformato i metalli in argento ed oro, cosa che ne rendeva evidentemente ben accolta la presenza nelle corti europee.
Tuttavia, come si è detto, la sua storia è molto controversa e varie sono le leggende nate intorno alla sua figura, che fu, secondo Rudolf Steiner, quella di un alto Iniziato, addirittura riconducibile alla entità di Christian Rosenkreuz:

Anche nel XVIII secolo Christian Rosenkreuz fu incarnato, come possente personalità, e questa fu il Conte di Saint Germain. Ma di tutto quanto fu detto su lui, molto vi è di inesatto e di falso, poiché molte persone furono chiamate con questo nome, persone che nulla avevano da fare col vero Conte di Saint Germain. Perciò, non tutto quello che fu riferito intorno a questa personalità, trovasi in pieno accordo con quanto sopra è indicato.

L’anno 1731 lo trova a Parigi. Luigi XV gli riserva a vita il castello sulla Loira di Chambord dove il nostro crea un laboratorio alchemico.
Con il nome di Gua de Malva, viaggia tra Parigi e Vienna, dove assiste i suoi amici Diderot e d’Alembert, che nel 1751 pubblicheranno il primo volume della Enciclopedia ultimata nel 1780.

Secondo notizie di fonte teosofica Rudolf Steiner afferma che si trovasse (si trovi?) nelle mani del Conte Saint Germain la copia di un documento segreto conservato nei sotterranei dell’Archivio Vaticano riguardante il mistero della Pentecoste:

Questo arcano si legge in un manoscritto che si trova in possesso del Vaticano, dove è gelosamente custodito. In detto manoscritto non si trova invero nulla della Pentecoste, ma vi si parla di ciò di cui tale festa è simbolo esterno. Detto manoscritto non è stato veduto da nessuno che non fosse iniziato nei più profondi arcani della Chiesa cattolica, o che non potesse leggerlo nella luce astrale. Una copia di esso è posseduta da un personaggio molto mal conosciuto dal mondo, ma che oggi comincia a divenire interessante per lo storico indagatore. Io potrei anche dire che tale personaggio non “possiede”, bensì “ha posseduto” quella copia, ma così dicendo ingenererei un po’ di curiosità, per cui dico “il Conte di Saint Germain possiede una tal copia.

Quando, nel 1737, dopo la morte del Granduca di Toscana gli viene offerta la successione, egli rifiuta.
Artista figurativo e straordinario violinista ha lasciato anche alcune composizioni da lui eseguite a Londra tra il 1745 e il 1760.

Nel 1747 al Conte viene affidata dall’imperatrice Maria Teresa una missione segreta per tenere colloqui di pace con il Duca di Cumberland nel teatro di guerra nelle Fiandre. In segno di gratitudine, l’Imperatrice dona al Conte il suo ritratto, un anello prezioso, la Croce Imperiale e gli conferisce il titolo di Conte di Milano. Il 18 ottobre 1748 la pace viene conclusa ad Aquisgrana.
Negli anni 1759-1760, il Conte torna a Chambord e si dedica alla produzione di diamanti artificiali per Re Luigi XV. A L’Aia opera come negoziatore segreto della pace per conto del Re. Durante la rivolta di palazzo del 1762, Saint Germain è a San Pietroburgo. La zarina Caterina II lo nomina generale e gli conferisce il titolo e il nome di Conte Soltikov.

Il Conte fu un deciso sostenitore del pensiero sociale. Egli cercò, quando possibile, di rinnovare antiche tradizioni religiose e promuovere l’unità dell’Europa come base di un ordine pacifico duraturo, ma ciò non servì a far diminuire il numero dei suoi avversari politici. Fondamentale la prudenza e la segretezza.
Il suo leitmotiv era “Il segreto garantisce il successo”.
Il Conte di Saint Germain mise in guardia con grande energia nei confronti dei pericoli che si sarebbero ben presto manifestati con la Rivoluzione francese, nella quale erano mescolati impulsi spirituali perfettamente corretti di libertà, uguaglianza e fraternità con realtà distorte e irriconoscibili.
Così ne parla Rudolf Steiner:

Prima della Rivoluzione francese apparve presso una dama di compagnia della regina Maria Antonietta, Madame d’Adhémar, una personalità che predisse tutte le fasi importanti della Rivoluzione, al fine di prevenirle. Era il Conte di Saint Germain, lo stesso personaggio che in una incarnazione anteriore aveva fondato l’Ordine della Rosacroce. Egli sostenne allora il punto di vista che l’umanità deve essere condotta in un modo armonioso, dalla cultura laica alla vera cultura del Cristianesimo. Le potenze temporali volevano al contrario impossessarsi della libertà nel tormento, in una maniera materiale. Certo egli prevedeva la Rivoluzione come conseguenza inevitabile, ma in ogni caso, diede un avvertimento. Egli, Christian Rosenkreutz, nella sua incarnazione del XVIII secolo, in quanto custode del segreto piú intimo del Mare di Bronzo e del triangolo d’oro sacro, prevedeva che l’umanità si sarebbe sviluppata lentamente, ma vedeva bene quanto doveva accadere.
(…) Lasciatemi ancora, in poche parole, descrivere la scena: Christian Rosenkreutz fece di nuovo una dichiarazione prima della Rivoluzione francese e disse: “Chi semina vento raccoglie tempesta”.

Egli l’aveva già detto prima che ciò venisse detto e scritto dal profeta Osea. Questo infatti origina da Christian Rosenkreutz.
Questa espressione «Chi semina vento raccoglie tempesta» è la caratteristica della quarta e quinta sotto-razza della nostra razza radicale, e doveva significare: voi renderete gli uomini liberi, lo spirito di vita (Buddhi) stesso incarnato si librerà nella vostra libertà, e gli uomini saranno resi uguali davanti a Dio. Ma lo Spirito (il vento rappresenta lo Spirito) diverrà inizialmente tempesta (guerra di tutti contro tutti).

Negli anni 1779-1780, il conte di Saint Germain è ospite a Gottorf alla corte del Langravio e governatore dello Schleswig-Holstein Carl von Hessen-Kassel. Dal 1780 al 1782 conduce esperimenti insieme a Carl von Hessen nel seminterrato della Torre degli Alchimisti nel parco della residenza estiva di Carl, Louisenlund. Insieme, riescono a produrre un metallo simile all’oro, in seguito chiamato metallo di Carl, per la cui produzione su larga scala il Langravio costruisce alcune fabbriche.
Al Congresso massonico, che si tiene a Wilhelmsbad nel 1782, il Conte di Saint Germain presenta le sue proposte per unire Templari, Rosacroce e Massoni.
Dal 1782 al 1784, Saint Germain dirige la manifattura di Otte’schen a Eckernförde sviluppando nuovi e significativi processi di concia e tintura.

Secondo i registri ecclesiastici, il Conte di Saint Germain muore il 27 febbraio 1784 a Eckernförde. Altre fonti affermano che muore nel castello di Gottorf nello Schleswig presso il Langravio Karl von Hessen-Kassel. Secondo un’altra versione, muore nel 1795.
Rudolf Steiner così si esprime:

NRudolf.jpegei libri che parlano del Conte di Saint Germain, potete leggere che morì nel 1784 alla corte del langravio d’Assia, che è stato poi uno dei massimi massoni tedeschi. Egli gli è stato vicino fino alla sua morte. Tuttavia, la contessa d’Adhemar ha scritto nelle sue memorie che lo incontrò anche dopo il 1784 e per ben sei volte. In realtà, egli era stato nel 1790 presso alcuni Rosacroce a Vienna. In tale occasione disse loro che si era dovuto ritirare a ottantacinque anni in Oriente, e che, dopo altri ottantacinque anni, la sua azione sarebbe stata visibile in Europa. Il 1875 è stato l’anno di fondazione della Società Teosofica. Questi fatti hanno tra loro una ben precisa relazione.

Come si può vedere da questa breve biografia del Conte, si tratta di uno di quei personaggi che hanno scritto la storia del mondo, storia che chi ha familiarità con l’esoterismo sa che marcia sempre su un doppio binario; mondo visibile e mondo invisibile.

 

LA GRANDE TRUFFA

Tornando a noi, il nostro Conte ebbe – sul piano esteriore – un ruolo importante nel consolidare e far crescere nel tempo la ricchezza delle famiglie reali proponendone un utilizzo per il bene comune di tutta l’umanità.
Tale “filosofia finanziaria” del Conte di Saint Germain si conservò nel tempo ed è quella che è tuttora sottostante a quelle enormi ricchezze delle famiglie reali di tutto il mondo il cui nome ufficiale, classificato top secret, è Combined International Collateral Accounts of the Global Debt Facility e di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo.
Le strutture principali attraverso le quali alcuni cosiddetti “illuminati” hanno rubato, manipolato ed usato a proprio profitto una parte di questi asset delle famiglie reali, e tuttora continuano a farlo, sono la FED, la World Bank, l’International Monetary Fund, la BIS, la CIA, il Tesoro americano ed una pletora di banche internazionali, centrali e commerciali, che fanno parte del sistema bancario internazionale moderno.
Quella stessa FED che, come ci ricorda Paul Craig Roberts, è il perno di un grande “schema Ponzi” perpetuato dalle élite finanziarie americane ed internazionali:

È l’egemonia di Washington sul Giappone, sull’Europa e sul Regno Unito che protegge questo schema Ponzi americano. Nel momento in cui una di quelle banche centrali [N.d.A.: europea, giapponese o inglese] cesserà di supportare il dollaro, le altre la seguiranno, e lo schema Ponzi verrà alla luce. Se i prezzi del debito e delle azioni americane fossero ridotte al loro valore reale, gli Stati Uniti non avrebbero più alcun posto tra le grandi potenze mondiali.

Abbiamo già accennato negli articoli precedenti ad alcune frodi internazionali, perpetrate a danno dei Collateral Accounts. Si tratta solo di alcune delle numerosissime avvenute, in particolare dal secondo dopoguerra in poi.
Quando, nel 1945, in accordi segreti paralleli a quelli di Bretton Woods, venne creata la Trilateral Trillenium Tripartite Gold Commission (TTTGC), dai vincitori della seconda guerra mondiale (USA, UK e Francia), il Master Holder e M1 di queste enormi ricchezze internazionali delle famiglie reali era Ferdinand Marcos, discendente della dinastia Qing cinese, al pari di Mao Tse Tung. Le prerogative legali di Marcos, e quindi delle famiglie reali, proprietarie di questi enormi asset, non vennero minimamente considerate dalle potenze alleate (USA, UK e Francia) le quali, pur essendo state nominate gestori di tali ricchezze, con la creazione della TTTGC, si comportarono e si comportano tuttora come ne fossero i proprietari, escludendo i reali proprietari (le famiglie reali) da ogni possibile controllo e verifica della reale gestione degli asset. Questo atteggiamento di totale abuso di proprietà altrui è tuttora in essere: come pensiamo che siano stati creati molti conglomerati internazionali, oggi conosciuti in tutto il mondo e appartenenti allo S&P 500? Parliamo di Apple, Microsoft, Exxon Mobil, General Electric, Coca-Cola, American Airlines, Delta, United Continental, JPMorgan Chase, Wells Fargo, Bank of America e Citigroup, per citarne solo alcuni.
Ebbene, la risposta è sempre la stessa: frodi di asset dei Collateral Accounts.

Dobbiamo comprendere che parliamo di ricchezze che nel loro complesso, tra conti correnti, asset, ecc. sono nell’ordine delle centinaia, forse migliaia di quintilioni di dollari, al cui confronto anche le ricchezze dei grandi “paperoni” dell’economia e della finanza mondiale, di cui si legge sui giornali, o perfino dei grandi banchieri, sono solo spiccioli.

Queste ricchezze sono state chiamate anche, falsamente ed in malafede, ricchezza di Marcos o tesoro di Yamashita. Si è voluto, in altri termini, far credere che si trattasse di ricchezze di singoli individui corrotti, per poter più facilmente giustificarne l’abuso. In realtà si tratta di un sistema di ricchezze vasto e complesso che fa riferimento alle fortune accumulate nei secoli dalle famiglie reali del mondo e da eredità di enorme portata come quella che riuscì ad accumulare il Conte di Saint Germain. È un sistema legale alla cui base vi sono trattati internazionali segreti e conosciuti solo da un ristretto numero di persone in tutto il mondo.
Questi fatti, come si è detto, sono noti solo ai massimi vertici internazionali, e gli Alleati hanno sempre fatto di tutto affinché la gente, ma anche molti Governi, venissero tenuti all’oscuro di tale reale situazione, così enorme e sconosciuta da sembrare assurda e ridicola a chi non ha la minima conoscenza del funzionamento e dei meccanismi che agiscono dietro le quinte dei vertici mondiali.
Purtroppo sono parecchie le questioni di cui noi comuni mortali siamo stati tenuti all’oscuro per lungo tempo. A tal proposito si veda il report dell’FBI del 1989, classificato top secret ma emerso da alcuni anni, che riguardava una richiesta formale del senatore Edward Kennedy in merito ad operazioni illecite dei vertici della CIA e di ambienti connessi, e tra essi l’ex direttore della CIA e successivamente Presidente degli Stati Uniti d’America, George H. W. Bush.
Alleghiamo anche una copia di un certificato che rappresenterebbe 48.000 tonnellate di oro depositate in Vaticano e parte dei Collateral Accounts. Il Certificato è del 1954 e si vedono le firme di Pio XII e del Sultano di Sulu e Sabah. Una nostra fonte sostiene che è molto probabile che sia reale, ma non può chiaramente confermarlo non potendo verificare l’autenticità del documento (i certificati di questo tipo sono sempre costruiti con una specifica modalità, con una specifica carta, ed una serie di stratagemmi che dovrebbero renderne difficile una perfetta copiatura) né accedere agli archivi segreti dove sono custodite le informazioni sulla distribuzione degli asset dei Collateral Accounts nel mondo.

Tra le varie frodi o tentate frodi ai danni dei Collateral Accounts, che spesso coinvolgono la FED, la CIA ed altre strutture americane o di alleati americani, oltre a quelle accennate in passato, ne ricorderemo qui alcune altre:

  • le decine di miliardi di dollari derubati dal Principe Bandar Al Saud (membro della famiglia reale dell’Arabia Saudita, una delle famiglie reali “corrotte”), probabilmente nel periodo in cui fu a capo dell’intelligence saudita (2012-2014), attraverso l’illecito uso dei codici d’accesso ai cosiddetti “grey screen” della FED, in combutta con quest’ultima; il firmatario di un conto di uno dei numerosissimi Trust dei Collateral Accounts venne sostituito con un falso firmatario, ex funzionario dell’NSA (o CIA), il quale diede i codici d’accesso del conto al Principe Bandar, noto amico della famiglia Bush. Il Principe, attraverso gli screen della FED, riuscì a “scaricare” oltre 30 miliardi di dollari, una parte dei quali fu poi usata per fomentare rivolte in Siria. Questi personaggi riescono solitamente ad evitare la legge nascondendosi dietro l’immunità diplomatica, né queste questioni vengono riportare sui mainstream media perché si tratta di questioni classificate sconosciute anche alla grande maggioranza dei vertici politici, militari e dell’intelligence.
  • le operazioni simili tentate dal greco Artemis Sorras, o il tentativo da parte di quest’ultimo di finanziare governi (vari Governi dell’Est Europa sono stati da lui contattati in questi ultimi anni) attraverso l’uso di vecchi bond della Banque d’Orient, di proprietà dei Collateral Accounts e sui quali Sorras, come il Principe Bandar e tutti gli altri di cui parleremo, non hanno alcun diritto di proprietà o alcun altro titolo; si troverà in Rete la storia di Sorras, che già dal 2011 venne alla ribalta delle cronache. Attraverso la sua presunta organizzazione END (End National Debt) sosteneva di poter finanziare il governo greco con 600 miliardi di dollari attraverso l’uso di vecchi bond (senza alcun valore commerciale reale) della Banque d’Orient, illegittimamente in suo possesso in quanto di proprietà dei Collateral Accounts. Egli sosteneva anche che vi fossero almeno 115 trilioni di dollari depositati in 10 Trust presso banche greche. Sorras è stato arrestato in Grecia nel giugno scorso.
  • la disgraziata operazione denominata protocolli Reagan/Mitterand degli anni ottanta (e che includeva anche la Thatcher), altra frode nei confronti di asset dei Collateral Accounts da parte dei tre Governi di USA, UK e Francia (gestori degli asset dei Collateral Accounts dal 1945 al 1995), ed i connessi “fondi Wanta”, dal nome di Leo Wanta, una delle persone assoldate da Reagan per compiere truffe ai danni dei Collateral Accounts. Una ingente parte di questi fondi (oltre 600 trilioni di dollari), ottenuti attraverso operazioni illegali di trading presso la FED, venne poi usata per finanziare la caduta del comunismo sovietico, mediante corruzioni sia in Russia che nei Paesi dell’Est Europa; in Rete si trovano ancora vari personaggi (solitamente americani) che, in buona o mala fede, sostengono che questi fondi Wanta sono di proprietà degli Stati Uniti d’America. Tali fondi, in realtà, come detto, derivano da frodi su asset dei Collateral Accounts. Questa operazione denominata protocollo Reagan/Mitterand non fu altro che un tentativo di replicare, in modo illegale, ciò che legalmente cercò di fare Ferdinand Marcos (al tempo Master Holder dei Collateral Accounts) nel 1980 attraverso il Global Settlements Treaty (chiamato anche Global Agreement), che prevedeva l’utilizzo di asset dei Collateral Accounts per finanziare l’economia globale, a beneficio di tutti i Paesi. Qui una copia del Global Agreement promosso da Ferdinand Marcos nel 1980, sottoscritto al tempo da tutti i Paesi del mondo, e che se fosse stato rispettato avrebbe generato benessere economico a livello globale.
  • Yohannes Riyadi ed i suoi presunti accordi su asset di cui non ha alcuna proprietà, ma anch’essi appartenenti ai Collateral Accounts. Questo Yohannes Riyadi è molto probabilmente un falso creato ad hoc dalla CIA (false identità sono quasi all’ordine del giorno in quegli ambienti deviati), perché il reale Yohannes Riyadi era custode di alcuni asset dei Collateral Accounts, al tempo di Marcos, ed oggi sarebbe molto vecchio e difficilmente avrebbe tradito Marcos. Lord James of Blackheath, del quale già abbiamo accennato, rivelò di essere venuto a conoscenza di un trasferimento di 15 trilioni di dollari dalla Federal Reserve alla J.P. Morgan e da questa all’HSBC London ed alla Royal Bank of Scotland, che provenivano proprio da conti illegali di Yohannes Riyadi contenenti vari Gold Bullion Certificates per un ammontare di 750.000 tonnellate di oro (non ufficialmente registrato) appartenenti ai Collateral Accounts;
  • le nefaste operazioni della Five Star Trust e di Marion Horn, e più di recente di una certa Mirtha Liliana Walker che si ritengono illegalmente proprietari di conti assegnati ad Anthony Santiago Martin, un nome fittizio usato da Marcos per l’assegnazione di un ingente numero di conti che Marcos gestiva a quel tempo. Di Anthony Santiago Martin ne girano in realtà almeno tre o quattro, tutti falsi e con documenti falsi, usati da certi ambiti di intelligence e finanziari americani per cercare di derubare asset dei Collateral Accounts; qui si possono vedere una serie di conti dei Collateral Accounts dei quali la Five Star Trust e Marion Horn sostengono di essere proprietari attraverso la ASBLP, trasferita a loro da un falso Anthony Santiago Martin. La ASBLP era un gruppo di società (con una banca connessa) create da Marcos per gestire una serie di conti dei Collateral Accounts.
  • i tentativi di truffa della Tu-E Capital Berhad e della connessa Gidifa, in Malesia, assieme a Ernest Rauthchild alias Ernest Walker-Bey (americano), Datu Zahari, Ricky Nathaniel ed altri;
  • i tentativi di frode di Angel Marcos alias Edilberto Marcos Marcos alias Edilberto Del Carmen, poi arrestato nel dicembre 2017; anch’egli connesso alla succitata Tu-E Capital Berhad/Gidifa, aveva tentato di finanziare il Governo del Chad con 10 miliardi di dollari, usando la società Gidifa sopra menzionata. Il Governo del Chad emise nel 2017 un mandato di cattura internazionale a suo carico.
  • i 3 trilioni di dollari stampati in Tailandia dalla Centennial Energy Co. Ltd, usando illegalmente asset dei Collateral Accounts, una parte dei quali dollari è poi circolata perfino in alcune isole caraibiche, che hanno allertato le autorità in merito a questi “falsi dollari”. I due direttori e due altri membri della Centennial Energy Co. sono stati arrestati lo scorso febbraio in Angola, dove avevano proposto un finanziamento di 50 miliardi di dollari al Governo, per progetti di sviluppo locali.
  • in Italia, ricordiamo il caso Phoney Money del 1995, nel quale si cercarono di utilizzare vecchi titoli della Repubblica di Weimar (German Gold Bonds); l’operazione Artù del 2009 a Reggio Calabria, con il relativo sequestro di un certificato di deposito (in oro) di 870 milioni di dollari intestato a Sukarno ed emesso dal Credit Suisse; il sequestro a Malpensa, nel 2009, di titoli del tesoro americano per 180 miliardi di dollari; il sequestro a Viterbo, nel 2012, di un miliardo e mezzo di dollari in bond statunitensi e di mille tonnellate d’oro in certificati di deposito; il tentativo di truffa allo Ior nel 2013, con il sequestro di vecchi titoli per un valore di 900 milioni di dollari; nel 2014, un altro tentativo di piazzare quasi 3 trilioni di dollari di bond in Vaticano; infine, ricordiamo il caso più famoso, il sequestro a Chiasso di 134 miliardi di titoli del tesoro americano, nel giugno 2009, più alcuni Kennedy Bonds, con la condanna dei due giapponesi Yamaguchi e Watanabe (compari del Neil Keenan già da noi citato in passato) a tre anni e mezzo di prigione (mai scontata, perché scappati dall’Italia).
  • vi è anche un caso abbastanza recente. Centinaia di miliardi di denaro sospetto, movimentato presso la Deutsche Bank, la Danske Bank ed altre banche primarie tra il 2007 ed il 2015. Una nostra fonte ci ha confermato che, sebbene le indagini siano ancora in corso, si tratterebbe di fondi sottratti a conti dei Collateral Accounts.

A dispetto delle cifre esorbitanti, queste sono solo una piccola parte delle numerosissime frodi, o tentativi di frode, avvenute in passato o che continuano ad avvenire. Su molte di esse è possibile trovare alcune informazioni in rete, ma è consigliabile fare attenzione ed usare discernimento perché molto spesso le informazioni che si trovano in rete sono diffuse, direttamente o indirettamente, dagli stessi truffatori o da persone in buona fede ma ad essi associate. È anche da tenere presente il fatto che questo genere di certificati, bond, asset, ecc. in genere ufficialmente vengono considerati falsi, perché si tratta di questioni classificate ma anche perché, spesso, il Tesoro americano o la CIA, ai quali viene solitamente chiesto un parere in merito, negano che siano genuini. Talvolta possono effettivamente essere copie false, ma più spesso sono reali e rubati per tentare frodi ed al contempo indebolire (e ridicolizzare) l’unica struttura al mondo in grado di sostenere un sistema finanziario ed economico sano, che possa portare prosperità al mondo intero.

IL CASO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Perfino il casus belli della Prima Guerra Mondiale è in parte connesso a queste ricchezze delle famiglie reali. L’arciduca Francesco Ferdinando, come erede dell’Impero Austro-ungarico, puntava ad uno stato federale più ampio, che includesse alcune aree dei Balcani. Era in particolare interessato alla Serbia per il fatto che la famiglia reale serba disponeva di una grande ricchezza. Anche l’Impero Austro-ungarico disponeva di enormi ricchezze, ma l’Imperatore Francesco Giuseppe aveva già assegnato le ricchezze imperiali a quella “struttura centralizzata” comprendente le ricchezze di tutte le famiglie reali, promossa dallo Zar Nicola II di Russia intorno al 1875 e completata nel 1896.

Vennero create due strutture fondanti, alla sommità di tali enormi ricchezze, che vennero chiamate Foundation Divine e Heritage International Trust. Lo scopo era di proteggere le ricchezze in comune ed utilizzarle per il bene collettivo, senza tuttavia disperderle o far diminuire il capitale.
L’arciduca Francesco Ferdinando non era d’accordo con quanto fatto dallo zio Francesco Giuseppe. Fu per questo che Francesco Ferdinando prese di mira le ricchezze della famiglia reale serba, non potendo utilizzare quelle della propria famiglia reale, oramai destinate a scopi comuni e superiori.

L’Impero Austro-ungarico si era inoltre indebitato con i Rothschild, e Francesco Ferdinando pensava di ripagare tali debiti utilizzando le ricchezze della famiglia reale serba. A tal fine, egli supportò la Bosnia (un alleato austriaco) in modo da creare caos in Serbia, al fine di indebolirla a tal punto che avrebbe dovuto chiedere il supporto austriaco. Ciò di cui l’arciduca Francesco Ferdinando era all’oscuro, tuttavia, era che anche gli asset della famiglia reale serba erano già stati riuniti a quelli delle altre famiglie reali, attraverso le strutture sopra accennate, e non erano più nella disponibilità della stessa famiglia reale serba.
Francesco Ferdinando trovò sulla sua strada le mire personali, solo in parte patriottiche, del colonnello Dragutin Dimitrijević, capo dell’intelligence militare serba. Costui, a capo del gruppo “Mano Nera”, aveva – già nel 1903 – assaltato il palazzo reale serbo ed ucciso il Re Alessandro e la Regina Draga, oltre ad aver tentato (e fallito) di assassinare l’Imperatore Francesco Giuseppe. Dimitrijević di certo non aveva alcuna intenzione di lasciare che la Serbia fosse “inglobata” da Francesco Ferdinando nell’Impero. Fu per questo che, alla fine, prese di mira proprio quest’ultimo. Si pensa, ma non vi sono mai state prove concrete, che sia stato proprio Dimitrijević a fornire le armi al gruppo “Giovane Bosnia” al quale apparteneva Gavrilo Princip, autore materiale dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie Sofia, a Sarajevo il 28 giugno 1914.

Un attentato che condusse in poche settimane al disastro della I Guerra Mondiale con il suo bilancio di milioni di morti. Un conflitto che, come scrive Christopher Clark nel suo I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla grande guerra, (Laterza, Roma-Bari, 2013) deflagrò in modo quasi inconsapevole, all’insegna di una sorta di obnubilamento delle coscienze che afferrò i governi europei:

1914, Re, Imperatori, ministri, ambasciatori, generali: chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo, apparentemente vigile ma non in grado di vedere, tormentato dagli incubi ma cieco di fronte alla realtà dell’orrore che stava per portare nel mondo.

Dello stesso avviso Rudolf Steiner:

Non si riceverà mai del torto nell’affermare che i circa quaranta uomini che sono colpevoli dello scoppio della Guerra mondiale, avevano quasi tutti al momento dello scoppio di questa guerra delle coscienze attutite.

Tutti questi avvenimenti condussero, nel 1920, ad un trattato, classificato top secret, conosciuto come London Treaty, con successivi emendamenti nel 1929, che portò alla creazione di una struttura ben organizzata e complessa al fine di proteggere gli asset delle famiglie reali da eventuali altri futuri tentativi di frode, o tentativi di usarli per fini bellici ed egoistici. Struttura certamente ben organizzata e complessa per quel tempo, ma che al giorno d’oggi, con le nuove tecnologie a disposizione, non è altrettanto sicura.
Si deve aggiungere a ciò il fatto che gli Stati Uniti d’America supportarono e finanziarono, nella prima – ma anche nella seconda guerra mondiale – entrambi gli schieramenti.

Business as usual.

Supportarono, infatti, la creazione di uno stato austriaco federale più ampio, così come supportarono lo stato tedesco hitleriano verso la fine degli anni trenta, al fine di limitare se non eliminare la potenza russa, al tempo comunista.

I GIORNI NOSTRI

Ora, tornando ai giorni nostri e pensando all’Unione Europea così come oggi la conosciamo, possiamo dire che vi sia poi una grande differenza rispetto ai progetti cui abbiamo accennato?
La creazione di aree continentali controllabili, in Europa ma anche nei paesi arabi, o nell’area ASEAN in Asia ad esempio, o in Sud America, hanno tutti come finalità la creazione di un unico governo mondiale, attraverso governi “regionali” o “continentali”.
L’unità, se è sintesi di diversi valori, è evidentemente auspicabile, ma se è sincretismo che annulla i valori delle differenze, sopprimendo la libertà degli Stati e degli individui, non può che essere foriera di gravi conseguenze sociali ed economiche.
Sta a noi ribellarci a questi piani distruttivi dei valori e delle libertà umane e spirituali.
Verosimilmente il nascere di movimenti sovranisti, anti-europeisti e anti-globalizzazione che stiamo osservando in varie aree del pianeta costituiscono – pur se spesso manovrati ed infiltrati dai servizi segreti più o meno deviati degli Stati – l’avanguardia di un nuovo modo di percepire i piani e le finalità delle élite dominanti, quelle stesse élite che hanno escogitato e portato a termine la grande truffa che abbiamo raccontato in questo articolo.

E, per dirla con Terry Boardman:

Se avete ancora bisogno di prove a proposito dei piani del Nuovo Ordine Mondiale, se dubitate ancora di coloro che sostengono che esista una cospirazione NWO, dovete solo tirar fuori la testa dall’ambito ristretto delle idee che i mainstream media diffondono e iniziare a indagare seriamente questo argomento. Scoprirete allora che esiste una gran quantità di prove a disposizione, sia su Internet che altrove. Migliaia di uomini e donne hanno lavorato duramente e in molti casi hanno rischiato la loro reputazione quando non la vita per portare alla luce tali prove.

 

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