di Piero Cammerinesi
Ci sono almeno tre novità interessanti dal World Economic Forum di Davos apertosi lunedì scorso.
La prima è che per la prima volta da mezzo secolo il Forum è in formato virtuale e non in presenza per le ben note ragioni epidemiche.
La seconda è la partecipazione a sorpresa di Vladimir Putin che non partecipava al WEF dal 2009.
A sorpresa perché sino a ieri il suo nome non era presente nel programma del Forum.
La Russia era a tutti gli effetti un membro del Forum, poi del G8, fino a quando non venne sospesa, nel 2014, per l’annessione della Crimea. In qualche modo il presidente russo ha preso il posto di Conte, al momento in altre faccende affaccendato.
La terza – e più rilevante – è costituita dallo spessore dei concetti espressi da Putin nel suo discorso.
In particolare di un concetto che sembra provenire direttamente da una visione spirituale della storia, vale a dire della “Guerra di tutti contro tutti” che, chi ha dimestichezza con la letteratura esoterica sa bene essere una tappa futura del percorso dell’umanità.
Il Forum di quest’anno, che si propone di mettere le basi per la ripresa economica mondiale dopo la fine della pandemia ha visto la partecipazione dei presidenti di Russia, Cina, Francia e Sudafrica, della cancelliera tedesca, nonché dei primi ministri di Giappone, Grecia, India e Israele oltre al Re di Giordania.
Ma veniamo al discorso del presidente Putin, qui in versione integrale doppiato in italiano.
Nel parlare dello stato attuale della situazione mondiale ha affermato che la crisi ha incrementato le disuguaglianze sociali, il populismo, il radicalismo di destra e di sinistra, provocando processi politici interni sempre più violenti.
La pandemia di coronavirus è diventata una sfida importante per l’umanità e ha accelerato i cambiamenti strutturali, i cui presupposti erano già in atto. Abbiamo tutte le ragioni di credere che le tensioni potrebbero ulteriormente aggravarsi.
Ha proseguito facendo riferimento ad esperti che hanno paragonato lo stato attuale dell’economia mondiale a quelle degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso il che, se corretto, comporta verosimilmente “sfide sistemiche e relative potenziali minacce”. Si tratta evidentemente di qualcosa in grado di influire pesantemente sulle relazioni internazionali, rendendole meno stabili e prevedibili.
Nel XX secolo, il fallimento e l’incapacità di risolvere a livello centrale tali problemi ha portato alla catastrofica Seconda Guerra Mondiale. Certo, oggigiorno un conflitto così esplosivo non è possibile, spero che non sia possibile in linea di principio, perché significherebbe la fine della nostra civiltà. Ma vorrei ribadire che la situazione potrebbe svilupparsi in modo imprevedibile e incontrollabile, se noi ce ne stiamo con le mani in mano senza fare nulla per evitarlo. E c’è la possibilità che potremmo sperimentare un effettivo collasso dello sviluppo globale che potrebbe sfociare in una guerra di tutti contro tutti.
Tale lotta significherebbe non solo la “distruzione dei valori tradizionali” ma anche delle libertà fondamentali.
La nostra responsabilità è pertanto quella di evitare un futuro distopico, ha aggiunto Putin; il mondo rischia il ritorno delle guerre mondiali se non c’è uno sforzo internazionale concertato per evitarlo.
Il rischio di un ritorno alla guerra si è sviluppato nel corso degli ultimi anni a causa di realtà come la disuguaglianza, l’aumentata radicalizzazione politica e le crescenti tensioni internazionali, ha affermato.
Le istituzioni internazionali si stanno indebolendo, i conflitti regionali si moltiplicano, il sistema di sicurezza globale si sta degradando”, ha detto Putin “Dobbiamo garantire lo sviluppo seguendo un percorso diverso, positivo, equilibrato e costruttivo.
Ha anche denunciato azioni unilaterali come sanzioni ed embarghi; come sappiamo molti Paesi hanno applicato sanzioni alla Russia.
L’uso di barriere commerciali, sanzioni illegittime, restrizioni nella sfera finanziaria, tecnologica e dell’informazione – un gioco del genere senza regole sta aumentando drammaticamente i rischi dell’uso unilaterale della forza militare, che è molto pericoloso – ha detto Putin.
Ha poi aggiunto che una delle tendenze alla distopia del nostro mondo è costituita anche dallo strapotere censorio di Big Tech che oggi si trova in competizione con i governi
Dov’è il confine tra un business globale di successo, servizi richiesti e consolidamento dei big data – e tentativi di governare la società in modo aspro e unilaterale, sostituire istituzioni democratiche legittime, limitare il diritto naturale delle persone di decidere da soli come vivere, cosa scegliere? quale posizione esprimere liberamente?
si è chiesto il presidente della Federazione Russa..
L’abbiamo visto da poco negli Stati Uniti. E tutti capiscono di cosa sto parlando
ha aggiunto.
Evidente riferimento alle scelte di aziende come Twitter, Facebook, Google, Apple e Amazon che hanno bloccato gli account sui social media del presidente Trump e dei suoi sostenitori con accuse di incitamento alla violenza e che hanno bloccato la piattaforma Parler e stanno cercando di fare lo stesso con Telegram.
Un discorso molto importante come si vede, sopratutto per la capacità di intuire le possibili conseguenze dell’attuale direzione intrapresa dalla civiltà umana che, se non opportunamente corretta, non potrà che condurre a disastri epocali, anticipando quella che sarà sicuramente una tappa prevista ancorché drammatica dell’evoluzione umana, come ha affermato Rudolf Steiner più di un secolo fa:
…alla fine del secolo XX noi ci troveremo di fronte alla guerra di tutti contro tutti!
Gli uomini potranno fare tutti i bei discorsi che vorranno, potranno aver fatto tutti i possibili progressi scientifici, avranno di fronte a sé questa guerra di tutti contro tutti. Assisteremo allo sviluppo di un’umanità che tanto più si riempirà la bocca di questioni sociali tanto meno avrà un minimo ‘istinto sociale’ (Rudolf Steiner, O.O. 205, 6 agosto 1921).
E ancora, tanto per meglio collegare questo futuro alla matrice tecnologica non informata da istanze morali:
Gli uomini si annienteranno in guerre fratricide. E la cosa più avvilente – rispetto ad altri tipi di distruzione – sarà che avverrà solo per loro responsabilità. […] Solo una manciata di persone sopravviverà e saranno coloro che avranno sviluppato un livello di abnegazione profondo, mentre la restante umanità sarà totalmente dedita a mettere al proprio servizio egoistico – grazie a tecnologie potenti e complesse – le forze della natura, senza aver acquisito il necessario grado di altruismo.
La guerra di tutti contro tutti, che rappresenterà la rovina della nostra epoca, sarà originata proprio da questo sviluppo tecnologico estremo totalmente privo di morale. Forze enormi e poderose verranno liberate da scoperte che trasformeranno il mondo intero in una sorta di apparecchiatura elettrica globale funzionante in modo autonomo (O.O. 265, 25 Dicembre 1904).
Credo sia una occasione importante per il mondo – ed anche un segnale di speranza – che un intervento del genere sia stato portato nel cuore del potere globalista.
Speriamo vi siano orecchi per udire.