USA vs Russia: conflitto per materie prime ma anche ideologico e spirituale – II Parte

111russia Vs Usa War

Accordi di Minsk per la pace nel Donbass non rispettati dall’Ucraina

2015 Minsk: Alexander Lukasenko, Vladimir Putin, Angela Merkel, Francoise Hollande e Petro Poroshenko alla sigla degli accordi, che fanno seguito a quelli del 2014, non rispettati dall’Ucraina.

Pochi giorni addietro l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ammise che…

Gli accordi di Minsk erano al fine di permettere all’Ucraina di rafforzarsi

Putin replicò secco:

Sono deluso, non me lo sarei mai aspettato dalla Merkel. Pensavo che avevamo trovato una soluzione con Minsk 2. Invece l’Europa non intendeva rispettare gli accordi, ma solo a prendere tempo in modo da poter riempire l’Ucraina di armi. La Russia avrebbe dovuto cominciare prima l’operazione speciale”.

In parallelo, Frau Merkel oltre ad aver fatto perdere, agli occhi del Cremlino, credibilità alla politica non solo tedesca ma dell’intera Europa, ha fatto il gioco dell’ala dura che accusa Putin di attendismo, anche spingendolo a valutare l’ipotesi atomica, infatti – ed è la prima volta – ne ha accennato, con richiamo alle modalità statunitensi in Iraq:

“Potremmo adottare la dottrina USA di attacco preventivo”.

Il presidente russo infatti ricevette l’accusa di aver dato il via alle “operazioni speciali” con notevole ritardo, per debellare il pericolo nazista, per tutelare la minoranza russa e russofona ma anche (o soprattutto) per neutralizzare i biolaboratori costruiti con fondi e tecnologia USA, in Ucraina come in altre nazioni ex URSS. 

Popolo ucraino vittima sacrificale della brama USA di indebolire la Russia, con strategie geopolitiche da inquadrare in un contesto globale di rilevanza epocale. 

Nel comizio durante la parata del 9 Maggio, ricorrenza della vittoria sul nazismo, Vladimir Putin espresse preoccupazioni per il momento epocale che stiamo vivendo, con accuse al colonialismo USA a cui vorrebbe contrapporre un sovranismo internazionale, che prevede ogni singola nazione autonoma ed indipendente, libera di interagire con le altre. In parallelo l’articolato, spesso contraddittorio ma fondamentale ruolo delle religioni, che da sempre interagiscono con la politica. 

Ideologia e business, spirito e materia, viaggiano in parallelo: fondamentale godere di sostegno politico per poter fare business,  che consente di gestire l’economia, essenziale per guadagnare danaro, che alimenta ideologie e religioni, fondamentali per alimentare l’apparato politico. Dunque fronteggiamo un circuito chiuso.  

Chiesa ortodossa autocefala, dal DNA sovranista

E’ opinione diffusa, in seno al clero ortodosso, non solo russo, che l’umanità sia di fronte a conflitto spirituale, opinione spesso condivisa a tutte le latitudini del pianeta, a prescindere dalla fede professata. Da considerare che l’ortodossia è autocefala, ogni singola Chiesa di ogni  nazione è autonoma ed indipendente, dunque ortodossia animata da sovranismo congenito. 

In contrasto, il cattolicesimo, lacerato da irreversibili dissidi interni, sull’orlo di uno scisma, a decorrere dalla nomina di papa Bergoglio è perno del globalismo, ideologia presente ovunque nel pianeta, spesso in modo tacito, discreto, occulto, ma comunque attiva nei gangli vitali di politica e società, anche ai vertici. Globalismo che utilizza Media e Cultura come rampa di lancio e propellente. 

Se la Chiesa di Mosca è con Putin, le restanti chiese ortodosse tendono a non esporsi stante il fondato timore di ritorsioni, dirette ed indirette, che possono avvenire sotto i riflettori o nella penombra.

Governi di Romania, Moldavia, Polonia e Bulgaria schierati con la NATO, mentre i popoli hanno sfilato contro le forniture d’armi all’Ucraina, esibendo immagini sacre. Poi la doppiamente martoriata Chiesa ortodossa ucraina, nel 2019 staccatasi da Mosca, a cui Zelensky il 1° Dicembre, per decreto, vietò l’attività, considerandola sotto l’influenza del Patriarca Kirill. 

In ogni caso al cristianesimo ucraino, a maggioranza ortodossa, ma anche alle minoranze di cattolici e protestanti, è ascrivibile l’indubbia e grave colpa di non aver saputo arginare una serie di follie da anni causa di degrado etico e morale, oltre all’endemica corruzione, sperimentazioni e ricerche di laboratorio, anche con feti umani. Ma soprattutto i massacri del Donbass, che Putin si era illuso di fermare tramite gli accordi di Minsk non rispettati dalle milizie neonaziste, sostenute dagli USA, milizie che tenevano sotto scacco persino l’esercito regolare, da cui in seguito furono assorbiti, dopo aver minacciato persino Zelesnky.  

       

 

 

 

 

 

 

 

A sinistra Vladimir Putin con Kirill, al secolo Vladimir Michajlovič Gundjaev, sedicesimo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, vertice della Chiesa ortodossa russa.
A destra il Presidente americano Joe Biden con la moglie Jill durante la visita in Vaticano. 

Globalismo che assurge ad unica religione planetaria? Obiettivo cesaropapismo con microchip nel corpo umano? 

Il globalismo, totalitarismo dal volto umano, si presenta sorridente e soave, suadente e persuasivo, veleno che a prima vista sembra miele, quasi assurge a diventare neo religione dell’intera umanità, assorbendo ed amalgamando restanti religioni e culture, alcune accondiscendenti, altre che pongono ferma resistenza. 

Virus del covid, smania vaccinale e tentativo USA di ridimensionare la Russia tramite la NATO,  dopo aver messo le mani sulla politica europea, rientrano nella medesima strategia globale, imperniata sulle menzogne di Media e Social, da considerare in un contesto di PSY-OP (operazione psicologica) che risulta abbia ai vertici il Generale di brigata Joel Harding, che gestisce la comunicazione in modo da influenzare, a favore degli Stati Uniti, l’opinione pubblica mondiale.

Obiettivo: spezzare i rapporti tra Europa e Russia.

A conferma, il corale attacco ai “no vax” con omissioni e menzogne su Covid, vaccini e conseguenze dell’inoculazione, si è trasformato in canea contro Putin e Russia, con elogi a Zelensky e sua campagna militare, sempre calpestando i fatti, sempre dileggiando la verità, a costo di cadere nel ridicolo. A proposito, non è una barzelletta: Il Financial Times incorona Zelensky uomo dell’anno: “Un Churchill dell’era social” – la Repubblica

Controllo di Media e Social per manipolare il pensiero delle masse. 

Media e Social, incudine e martello della strategia finalizzata ad incanalare il pensiero delle masse così da indirizzarle in cabina elettorale: infatti alle élite è chiaro che i Media hanno ruolo fondamentale per l’esito delle urne, dunque fondamentali per le loro strategie. Fondamentale che il potere politico permanga nelle mani di persone e schieramenti fedeli al programma, all’Agenda 2030, che si prefigge il New World Order. 

Uomo? Donna? Uoma? Donno? Comunque cucina bagherozzi su fuoco a legna, barba e rossetto, tacchi a spillo e gonna arcobaleno. Green pass incorporato nel braccio e cervello connesso in wireless. Ormai non è più battuta ma prospettiva, enunciata da Elon Musk. Agenda 2030, Nuovo Ordine Mondiale, promosso dal WEF di Davos. 

Propaganda LGBT permessa in Ucraina ed USA ma in Russia sanzioni e galera

Di recente la Duma ha inasprito le sanzioni, mentre Putin ha demandato alle istituzioni di unificare la definizione di “valori ed educazione spirituale e morale” oltre a chiedere fondi governativi per film per bambini, affinché agli studenti siano proposto film basati sui “valori tradizionali 

https://www.forbes.ru/society/479913-putin-porucil-unificirovat-opredelenie-duhovno-nravstvennyh-cennostej

Comunque  gay e lesbiche in Russia possono contare su locali pubblici in cui ritrovarsi, possono vivere serenamente la propria condizione umana, ma con discrezione, in privato. Clero ortodosso in totale sintonia con lo Zar, mentre in ambito cattolico affiorano reiterate contraddizioni, con il Vaticano che apre a suore lesbiche e preti gay, purché (sigh!) non praticanti. Chiosa Padre James Martin, gesuita americano responsabile pastorale per comunità LGBT: 

Padre James Martin: “Francesco è il Papa più amico della comunità Lgbtq” – la Repubblica. 

Un imparruccato Zelensky che nel 1999 manifesta a Washington. Provocatoriamente in prossimità di una chiesa, con il cartello che lamenta: “non ho potuto indossare i miei abbinati tacchi a spillo per colpa vostra, merda fascista”. Chiunque esige rispetto di regole e sensibilità altrui è fascista.

Da oltreoceano si attendono rivelazioni sul contenuto del computer improvvidamente portato a riparare da Hunter Biden, legato all’Ucraina a doppio filo, gestione gas e biolaboratori, ma anche tacciato di pedofilia, con inequivocabili foto rinvenute.

Papa Ratzinger criticava la globalizzazione, Bergoglio perno del globalismo.

Papa Benedetto XVI, con sobrietà teutonica, senza enfasi ma con determinazione, in diverse occasioni palesò contrarietà alla globalizzazione sregolata, un far west sociale di matrice liberista, moderna legge della giungla imperniata sullo scriteriato sfruttamento dell’Uomo e delle risorse naturali. Infatti vi pose l’accento in diverse omelie.

Non bastasse, criticò un dogma del globalismo: lo spostamento di masse umane, lo sradicare i popoli dalla loro terra d’origine, dalla loro cultura, che rende gli uomini apolidi, acefali, disorientati e manovrabili, così ne può conseguire  manovalanza non specializzata che abbassa i costo di produzione.

Altresì fu il primo pontefice a chiedere scusa alle vittime di abusi sessuali commessi da ecclesiastici. Assunse decisioni coraggiose, senza precedenti, che gli crearono nemici interni, ai vertici. Sta di fatto che nel Febbraio 2013, fulmine a ciel sereno, comunicò la rinuncia al Ministero di Vescovo di Roma. Ufficialmente per motivi di salute, ma la vera verità solo in seguito iniziò ad affiorare, infatti è sempre più chiaro che venne indotto a rinunciare al Papato.

Al suo posto un gesuita argentino, Jorge Mario Bergoglio, i suoi detrattori sostengono non sia  particolarmente amato nella terra natia, dove non si è ancora recato da quando la fumata bianca lo portò sul Trono di Pietro. Subito si distinse per essere un immigrazionista, strenuo sostenitore dell’accoglienza a prescindere. Ma ai migranti per cui evoca accoglienza è vietato bivaccare tra le mura Vaticane “non è spettacolo decoroso”, come da dichiarazione televisiva di un responsabile comunicazione Pontificia. 

Tra i porporati permangono sacche di resistenza al globalismo, ma la maggioranza è di nomina bergogliana, se ne evince il futuro che si prospetta al cattolicesimo. Ipotesi condivisa che il globalismo abbia dato segno di poter controllare il cattolicesimo inducendo Benedetto XVI a dimettersi.

Le marcate critiche alla globalizzazione espresse nel corso delle celebrazioni per l’Epifania 2008, lasciano dedurre che non avrebbe indirizzato il mondo cattolico al fine di acconsentire una globalizzazione sfrenata, come quella in corso.

I suoi moniti circa supremazia economica e sfruttamento risorse naturali ed umane, sono incredibilmente attuali, alla luce di cosa accade in Ucraina, se ne evince piena lucidità e capacità di leggere gli eventi con largo anticipo.  

6 gennaio 2008: Solennità dell’Epifania del Signore | Benedetto XVI (vatican.va)  ultimo capoverso:

«Non si può sostenere che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale, tutt’altro, i conflitti per la supremazia economica e l’accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale». 

Il Papa contro la globalizzazione Corriere della Sera

Nell’Ottobre 2012  messaggio di rilievo durante la 99ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ribadito nel corso di un Angelus di metà Gennaio 2013: 

“Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra” ribadendo le parole di Papa Wojtyla. Ed ancora: «Diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione”  

Messaggio per la 99ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2013 (12 ottobre 2012) | Benedetto XVI (vatican.va)

Vaccinarsi atto d’amore o vaccino contro la volontà di Dio? 

Bergoglio definì la vaccinazione “un atto d’amore”, indifferente ad un siero tuttora in fase sperimentale, oltretutto vengono utilizzate cellule fetali, provenienti da aborti, in fasi di produzione e per test di verifica, non è escluso che vi possa essere scambio di materiale genetico.

Corre voce che in Ucraina vi siano donne che si facevano ingravidare per produrre feti, poi usati nei biolaboratori. Aberrante. A margine la modifica del MRNA, il genoma umano. In ogni caso, mentre il clero cattolico si schierò pro vaccino, il mondo ortodosso, non solo in Russia, espresse ferma opposizione.

La voce più forte, guarda caso sfuggita ai Media, fu quella del vicario del Patriarca Kirill, il Vescovo Porfirij (Sutov): durante un sermone al monastero della Trasfigurazione del Salvatore, il principale per l’ortodossia russa, infatti gestito da fiduciari di Kirill, tuonò:

Il vaccino contro il corona è in grado di alterare il genoma umano, danneggiando l’immagine di Dio in esso. Inoltre ci sono nanoparticelle (grafene) che potrebbero servire per prendere il controllo delle persone”.

Su vaccini e grafene contenutovi ci sarebbe molto da dire. 

Jorge Mario Bergoglio ed il Vescovo Porfirij.

Paradosso, emblema della follia italica: per volontà del Ministro Roberto Speranza, i sanitari italiani sospesi perché non vaccinati furono sostituiti da medici ed infermieri ucraini, anche se non vaccinati, come la stragrande maggioranza di loro.  

Chi è Re è anche Dio: il cesaropapismo nel passato

Globalismo che gestisce il terreno, con ambizioni a gestire il divino, quasi equiparabile a religione, al cesaropapismo dell’Antica Roma, all’islamico “din wa dawlat  (Religione e Stato) all’indobuddismo dell’Imperatore Ashoka, regnante nel subcontinente indiano nel 200 AC, quasi arrivato sulle sponde del Mediterraneo, passato alla storia per gli editti, iscrizioni su 33 pilastri di pietra nonché su massi e pareti di caverne. Il messaggio, focalizzato su precetti sociali e morali dell’indobuddismo, invita alla tolleranza religiosa:  

«Sua Maestà il re santo e grazioso rispetta tutte le confessioni religiose, ma desidera che gli adepti di ciascuna di esse si astengano dal denigrarsi a vicenda. Tutte le confessioni religiose vanno rispettate per una ragione o per l’altra. Chi disprezza l’altrui credo, abbassa il proprio credendo d’esaltarlo».

Concetti di duemila anni addietro ma eterni ed inossidabili.     

Il nazismo ucraino sfuggito ai Media main stream.

L’improprio, nauseante utilizzo dei termini fascista e nazista ne ha depauperato il greve significato, così molti credevano Putin esagerasse quando dichiarò l’intento di denazificare l’Ucraina. Ma dalle acciaierie di Mariupol sbucarono numerosi soldati del battaglione Azov con tatuata la svastica ed altra simbologia nazista. A causa della non casuale disattenzione dei Media, sfuggirono alle masse minaccia nazista, sterminio della minoranza russa nel Donbass, messa al bando dei partiti avversi al governo ed eliminazione dei giornalisti scomodi: ma in Italia David Parenzo e Gad Lerner (che in diretta TV lanciò un chiaro “Evviva Soros”) arrivarono a decantare l’Ucraina quale esempio di democrazia compiuta.

Massimo Gramellini, firma del Corriere, in TV arrivò a lanciarsi in un improvvido elogio ad Azov, ”Patrioti che leggono Kant” scordandosi di rapporti Amnesty ed OSCE, datati 2016 che imputano loro, nel Donbass, crimini di guerra, incluso torture.

Da ciò le ire de “Il Fatto”, al pari de “La Verità” forse unici quotidiani ad offrire informazione veritiera.
Gramellini fa l’apologia del nazista di Azov: ‘giusto’ come Schindler – Il Fatto Quotidiano

Bergoglio che riceve naziucraini ed aspiranti pornostar  

Durante gli angelus domenicali Bergoglio esortò alla pace, accusando il Cremlino, senza mai menzionare gli USA, forse perché aveva accolto con grandi sorrisi il cattolico Biden. In seguito baciò la bandiera ucraina. 

A Maggio ricevette una delegazione di Kiev, stretti fiduciari di Zelensky, composta da Katheryna Prokopenko e Yulya Fedosiuk mogli di comandanti Battaglione Azov e Pyotr Verzilov, ex marito di Nadezhda Tolokonnikova, attivista delle Pussy Riot. I tre imploravano assistenza, non spirituale ma concreta, armi. Bergoglio replicò sostenendo che gli ucraini avevano il diritto di difendersi, in sostanza avvallò la fornitura di armi. 

Francesco incontra le mogli di due ufficiali del Battaglione Azov (avvenire.it)

La bionda e la mora. Katerina Prokopenko e Yulya Fedosiuk, sullo sfondo Pyotr Verzilov.

Le mogli dei soldati ucraini in Vaticano: abbiamo chiesto aiuto a Papa Francesco – Papaboys 3.0

Circa le Pussy riot, nella vulgata comune pussy significa figa, dunque un prosaico “rivoluzione della figa”. Chiosa Wikipedia:

 è un collettivo punk rock russofemminista e politicamente impegnatole attiviste organizzano proteste per lo sviluppo della democrazia, in Russia ed altre parti del mondo.”

Il gruppo, ennesima fantasia del globalismo per rimbecillire le masse, si contraddistingue in  provocazioni pubbliche, come quella in cui Pyotr Verzilov, a suo tempo portavoce delle Pussy Riot, si congiungeva carnalmente con la moglie Nadezhda. In seguito i due nicchiarono asserendo che non era scena di sesso ma solo una provocazione. Sul web giravano fotografie, debitamente fatte sparire per restituire loro verginità mediatica.

Denis Prokopenko premiato da Zelensky con l’onorificenza di “Eroe dell’Ucraina“, che ha emblema identico al simbolo nazista Wolfsangel. Invece Yulya Fedosiuk si limitò a sfilare accanto alla svastica esibendo il classico saluto nazista: anche queste immagini eliminate dal web per non far palesare l’anima nazista della delegazione accolta in Vaticano: lascia davvero perplessi il criterio con cui vengono vagliate le richieste per incontrare Bergoglio.  

    Europa al pari della NATO subordinata alle volontà USA. Mentre i popoli europei restano col fiato sospeso, il popolo ucraino paga le colpe di politici che hanno ceduto a lusinghe e dollari americani, nonché di aver votato corrotti che hanno alimentato l’odio verso la minoranza russofona. 

Eloquente una frase di Poroshenko, presidente ucraino dal 2014 al 2019:

I nostri figli andranno nelle scuole e negli asili, i loro saranno rintanati negli scantinati” .

Ecco un motivo per cui russi e russofoni nel ballottaggio delle presidenziali 2019 gli preferirono Zelensky, di madre lingua russa. Inizialmente animato da buone intenzioni, ma minacciato dai naziucraini (cresciuti dalla CIA) dovette piegarsi alle loro volontà, sapendo che non hanno remore ad eliminare chi da loro fastidio. Zelensky, attore NATO, molto bravo a recitare il ruolo di servo del popolo, ma di fatto servo degli USA. 

Settimana scorsa Jens Stoltenberg, dal 2014 segretario generale NATO, ha riconosciuto (segreto di Pulcinella) che già da prima della sua nomina gli atlantisti erano in Ucraina per addestrare le milizie, infatti durante la Presidenza Obama gli USA decisero di sferzare un attacco alla Russia, ma indirettamente, appunto tramite la NATO, dal suolo ucraino, disinteressati alle conseguenze su territorio e popolazione. In parallelo, l’indottrinamento ad odiare i russi. 

Se il giornalismo fosse stato fedele al proprio dovere di informare, ma ancor prima di informarsi sugli eventi, se non si fosse fatto comprare, imbonire, intimidire, se avesse riportato sempre la vera verità, avrebbe aperto gli occhi alle masse, che non avrebbero votato partiti o schieramenti nelle mani degli USA.

E la politica europea non si sarebbe lanciata in una guerra che è un omicidio-suicidio, a discapito del doppiamente martoriato popolo ucraino e del Vecchio Continente.  

Fine seconda parte. 

Dimitri Mauro Mauri 


Mauro Mauri, nato nel 1962, brianzolo e vegetariano al 100%, giornalista indipendente.

Dal 1986 mi muovo tra Balcani e Sud Est Asiatico, anche trascorrendoci lunghi periodi. Almeno prima del covid.

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