Se questa è scienza

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Quando penso di scrivere qualcosa sulla situazione attuale, mi si affacciano tali e tanti argomenti su cui varrebbe la pena cimentarsi che risulta poi sovente difficile ordinarli e dar loro una sequenza non solo logica ma che conduca anche a pensieri ricchi di un fuoco interiore tale da sfuggire non solo all’inganno più palese, la narrazione dominante, ma anche ad altri più nascosti e altrettanto pericolosi.

Il fuoco che intendo qui non è quello istintivo, che spinge a reazioni in apparenza liberatorie, quali sfilare in piazza, gridare il proprio sdegno e simili; un fuoco che brucia e rischia però di bruciare anche la centratura interiore, che deve invece essere protetta e salvaguardata. Tutto ciò è umano ma rischia, se non portato a coscienza, di farci cadere nell’altro inganno. Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso abbiamo già sperimentato come sia facile manipolare il pensiero nelle piazze, infiltrare provocatori e altre tecniche ben collaudate. Oggi tutto ciò avviene anche nelle “piazze” televisive. La piazza di cui parlo è un’altra, l’agorà, una piazza simbolica ma non virtuale, nella quale si incontrano individui in carne e ossa, senza l’intermediazione di piattaforme, dove si attinge dal comune patrimonio delle idee e dei concetti, dove ci si guarda negli occhi e si comunica, senza megafoni e senza imbonitori.

In questi mesi mi appare sempre più evidente che il “pensare”, inteso come capacità di ordinare concetti derivanti da osservazioni diverse, talora in contraddizione tra loro, è fagocitato da paure, ansie, egoismi, disperazione, rassegnazione, dubbi, problemi personali non risolti e chiusure animiche.

Non dovremmo stupirci, certo, che quasi venti mesi di menzogne spudorate, organizzate con tecniche di marketing, mesi di terrorismo mediatico totale e ricatti dichiarati apertamente, abbiano prodotto questi risultati, visto che era questo l’obiettivo desiderato e perseguito con indubbia “professionalità”. Peraltro è sempre più evidente, per coloro che vogliono vedere, che tutto ciò non è frutto di improvvisazione ma di accurata preparazione. Il fuoco interiore che intendo ora, a differenza di quello istintivo, dobbiamo produrlo per libera scelta, e non è facile da ottenere, ma è il risultato di un processo di crescita interiore. Rudolf Steiner lo definisce “sacramentalismo”.

Sacramentalismo è una espressione che designa il fatto che ogni azione umana deve essere penetrata dal fuoco ardente di perfezione morale, dal fuoco sacro. Solo quando il tavolo di laboratorio dove l’uomo effettua il suo lavoro sarà per lui un altare e la sua azione una azione sacra, sarà maturo affinché questo sapere [l’introduzione della vita] possa essere liberato. Si pensi agli uomini attuali con tutto il loro materialismo, quanto il loro tavolo di laboratorio è oggi lontano da un altare!

(conf, 27/12/1907, G.A. 101, EAR). [traduzione personale]

Questo tema è di assoluta attualità proprio oggi, quando si confonde la manipolazione della vita con la sua creazione. Nel 1907 Steiner parlava ad un gruppo ristretto di teosofi, persone la cui realtà era lontana da questi argomenti, ma le uniche alle quali egli poteva cominciare a parlare della realtà dello spirituale nella materia. Egli si riferiva qui in particolare al lavoro degli scienziati nei laboratori di allora. Di quello che nei laboratori si compie oggi ne vedremo un esempio molto significativo più oltre, e lo vedremo nei dettagli. Ma il concetto di “azioni penetrate dal fuoco ardente di perfezione morale, di fuoco sacro”, vale come meta generale per tutta l’umanità.

Dodici anni dopo, nel 1919, quando la Grande Guerra, l’evento più disastroso di allora, era appena terminata ma già si presagivano gli accadimenti futuri, R. Steiner si esprime in questo modo riguardo le prove che l’umanità deve affrontare:

Se questo primo ramo della civiltà [la vita spirituale] sarà seguito solo unilateralmente, questa corrente sfocerà nella menzogna. Negli ultimi cinque o sei anni si è mentito in seno all’umanità civile, più che in tutti gli anni della storia del mondo; quasi mai venne detta la verità nella vita pubblica, quasi nessuna parola corsa per il mondo era vera. Mentre questa corrente sfocia nella menzogna, la corrente centrale [la vita statale] sfocia nell’egoismo. Una vita economica come la anglo-americana, che dovrebbe approdare al dominio del mondo, se non si adatta a lasciarsi compenetrare dalla vita spirituale indipendente e dalla vita statale indipendente, sfocerà nel terzo abisso della vita umana, nel terzo dei tre. (…) Il terzo è la malattia e la morte sul piano fisico, la malattia e la morte della civiltà sul piano culturale

(conf. 15/12/1919, O.O. 194, ed. antroposofica)

Menzogne, egoismo, malattia e morte dell’uomo e della civiltà. Se nel 1919 “quasi mai venne detta la verità nella vita pubblica, quasi nessuna parola corsa per il mondo era vera”, cosa diremmo oggi?
Solo di togliere il quasi.
Per quanto possa risultare non facile per noi, cento anni dopo, immergersi nelle menzogne cui si riferisce Steiner negli anni precedenti la Grande Guerra, credo possiamo affermare senza tema di essere smentiti che quelle propagate nell’ultimo anno e mezzo siano per quantità, qualità, spudoratezza e pervasività, superiori a tutte quelle della storia del mondo.

Dopo altri quattro anni, nel 1923, Steiner si esprime ancora sul futuro dell’evoluzione umana:

Per quanto riguarda gli eventi che sono accessibili all’osservazione dei sensi umani, oggi noi viviamo esteriormente in un’epoca di severe prove dell’umanità, prove che dovranno diventare sempre più severe. Viviamo in un’epoca in cui innumerevoli forme antiche di civiltà alle quali erroneamente gli uomini sono ancora attaccati, scompariranno nell’abisso mentre si farà sempre più impellente la necessità che gli uomini si orientino verso forme nuove. L’ho spesso ripetuto: non si può destare nell’animo umano alcuna speranza ottimistica, volendo parlare di ciò che nel prossimo avvenire andrà svolgendosi per la vita esteriore fisica dell’umanità. In realtà oggi non è nemmeno possibile pronunciare un giudizio, che in qualche modo sia valido, sull’importanza di quanto esteriormente avviene, se non si è in grado di guardare a quel che si svolge anche dietro il velo del sensibile, agli eventi mondiali soprasensibili che danno impulso e direzione.

(R. Steiner, conf. 5 ottobre 1923, O.O. 229, ed. antroposofica)

Come dobbiamo interpretare queste parole? Steiner è pessimista rispetto al futuro, all’evoluzione dell’umanità?
E’ esattamente il contrario.
Ci indica una strada, che è quella di non guardare solo “gli eventi accessibili ai sensi umani”, ma anche a quelli che si svolgono “dietro il velo del sensibile”. Ma come possiamo guardare ad essi senza essere chiaroveggenti?

Lasciamo per ora in sospeso le risposte e leggiamo un altro passo di R. Steiner, per poi cercare una prima sintesi che ci può portare, attraverso la via che egli ci indica, ad una lettura della realtà più profonda di quella che appare ai sensi, ma anche a intravvedere soluzioni possibili.

Ho già richiamato l’attenzione sul fatto che certe società che si definiscono occulte, residuo di più antiche istituzioni, sono tuttora operanti specialmente nell’Europa occidentale. In quelle società ci si è dedicati a uno studio approfondito del carattere umano al fine di potersene servire nel giusto modo e di poterlo possedere nel giusto modo; si sono inoltre usati vari mezzi per tener lontane queste conoscenze dal resto dell’umanità, curandole invece all’interno delle proprie mura. Sarà estremamente interessante poter mettere a nudo il nesso tra le aspirazioni occulte di certe comunità moderne e gli avvenimenti pubblici, poter mostrare i fini che congiungono gli avvenimenti moderni a determinate comunità occulte e rivelarne i metodi. In queste comunità si sono saputi fare i conti con i caratteri degli uomini, manovrandone, per così dire, i fili del destino, dirigendo e guidando senza che la gente se ne accorgesse.

(R. Steiner, 18/11/1916, O.O. 172, ed. antroposofica)

Proviamo allora a cercare di comprendere, attraverso gli avvenimenti percepibili quello che si svolge nel retroscena spirituale, nel mondo delle cause, nel mondo spirituale. Se in cento anni le forze che si oppongono al progresso della coscienza umana sono diventate così forti da tentare di instaurare un controllo totale sulla intera popolazione mondiale, controllo che passa oggi attraverso l’uso della medicina in primo luogo, ma non solo, un controllo oggi possibile solo con l’uso della tecnologia digitale e l’intelligenza artificiale, vuol dire che l’impulso allo spirituale, a superare il materialismo, non è avvenuto nella misura necessaria a contenere queste forze in limiti accettabili. Non dobbiamo infatti dimenticare che esse, che qui indichiamo genericamente come forze del contrasto, forze del male, sono state poste dalla saggezza divina per stimolare la presa di coscienza; esse sono un pungolo per non farci dormire sugli allori.


Ma vi è un altro aspetto da considerare e che Steiner ci ha comunicato in varie circostanze. Se ci chiediamo dove sono queste forze del male, la risposta è che sono anzitutto dentro di noi, dentro tutti noi. Lo so, sarebbe bello convincersi che esse albergano solo negli altri, i “cattivi”. Certo ciò che varia è l’intensità e la qualità con cui esse agiscono in tutti noi, e questo dipende da tanti motivi. Quindi non vi è alcun dubbio che il primo lavoro per ognuno di noi è quello di autoconoscenza, rivolgere lo sguardo dentro noi stessi recuperando in tal modo quella compassione necessaria nei rapporti umani; compassione che non ci impedisce di riconoscere le persone, i luoghi, le istituzioni di ogni natura, nei quali queste forze agiscono in modo particolare. Un buon sistema è quello di guardare le persone negli occhi, cominciando dai governanti, giornalisti, opinionisti, medici di apparato, burocrati delle istituzioni ecc. Nel 1921 Rudolf Steiner ci parla di un focolaio di distruzione che è dentro di noi:

La legge della conservazione della materia vale solo per il mondo esterno. All’interno dell’uomo la materia viene trasformata nel nulla, distrutta completamente nella sua essenza. La natura umana si basa proprio sul fatto che noi siamo in grado, con maggior forza quando il ricordo in essa si riflette, di respingere la materia nel caos, di distruggerla completamente. (…) Ognuno di noi è l’involucro di un nucleo distruttivo, e solo diventandone consapevoli le forze di decadenza potranno essere trasformate in forze di crescita. Che cosa accadrebbe se non si venisse condotti a questa consapevolezza attraverso la scienza dello spirito? (…) Ciò che in un certo senso è separato, isolato nella nostra interiorità e solo in noi dovrebbe agire, nell’unico luogo in cui la materia viene risospinta nel caos, esce e permea gli istinti rivolti verso l’esterno. Questo diventerà la civiltà in occidente e in tutto il globo. (…) Se ciò che è interno venisse diffuso in tutto il mondo, che cosa si produrrebbe nel mondo attraverso l’uomo? Il male! Il male non è altro che il caos necessario all’interno dell’uomo gettato all’esterno.

(Conf. 23/9/1921, O.O. 207, ed. antroposofica)

Raffigurazione di Arimane nel Gruppo ligneo scolpito da Rudolf Steiner ed Edith Maryon

Qui ci vengono rivelate grandi verità. Se non riusciamo a trattenere al nostro interno questa enorme forza distruttiva, necessaria al pensare, dunque all’essenza umana, e a trasformarla in aneliti ideali disinteressati, essa fuoriesce causando distruzione. Allora è più chiaro ciò che vediamo oggi all’esterno e che siamo costretti a vivere. E d’altronde, solo vedendolo all’esterno di noi e vivendolo sulla nostra pelle, possiamo prenderne coscienza ed agire di conseguenza.
Se queste forze sono oggi così potenti, significa che siamo noi, l’umanità, che ha aperto loro le porte, attraverso soprattutto le omissioni, la somma di tutte le omissioni individuali.

Che fare allora per le situazioni esterne? “Azioni penetrate dal fuoco ardente di perfezione morale, di fuoco sacro”. Non credo si debba pensare necessariamente a grandi azioni; ma amare ciò che si vuole compiere, l’amore per l’azione è un buon indirizzo.
Fin che seguo una regola morale esterna, una legge, un comandamento, non sono completamente libero nelle mie azioni. Nella sua Filosofia della Libertà Steiner indica una strada maestra, che va compresa nel giusto modo. Non è l’invito ad una anarchia, ma è il superamento progressivo del principio di autorità esterna. Man mano che la mia autorità morale cresce, quella esterna mi diviene sempre più indifferente. Non ho alcun bisogno di rifiutare leggi e precetti che riconosco giusti, ma posso evadere quelli iniqui. E di questi ultimi, decreti e i famigerati dpcm scoperti dal sedicente “avvocato degli italiani” e proseguite dal “banchiere degli italiani”, ce ne sono parecchi.

Se volgiamo lo sguardo agli accadimenti attuali vediamo che l’attenzione massima viene rivolta agli aspetti sanitari; si parla, si scrive e si ascolta prevalentemente di questioni sanitarie, e questo è inevitabile, ma rischia di sfuggirci l’aspetto che a mio avviso è il più importante, anche del farmaco genico sperimentale che si vuole inoculare a tutta l’umanità, anche del passaporto sanitario anticostituzionale, liberticida e discriminatorio.
“Vaccino” e “green pass” sono oggi possibili solo poiché vi è una tecnologia che può costruirli. Essa oggi viene usata e proposta come un grande progresso e la medicina serve bene allo scopo, è il cavallo di Troia privilegiato. Ma le forze del contrasto, le forze del male, quelle di cui parla Steiner, le logge segrete nelle quali oggi si programma il controllo dell’essere umano in tutti gli aspetti della vita, non solo la salute, queste forze oggi agiscono, operano e controllano la tecnologia digitale, quella dell’intelligenza artificiale.

L’aspetto più drammatico è che questa tecnologia, presentata come l’apogeo dell’orgoglio della potenza scientifica, viene percepita come salvifica, come risolutrice dei problemi dell’umanità, come guaritrice dell’uomo, sterminatrice di virus, risanatrice dell’ambiente (il New Deal, sempre verde, s’intende), portatrice di servizi sempre più volti alla passività dell’essere umano.

Ancora più drammatico è come essa agisce subdolamente sul pensare umano, che diventa sempre più automatico, privo di slanci vitali, un pensiero freddo come l’elettromagnetismo di cui il mondo è sempre più invaso. Un pensare egoistico, intollerante, meccanicistico, duale appunto. L’innovazione di cui ci si riempie la bocca è la negazione del pensare intuitivo, è la sua controimmagine. Ne abbiamo una ulteriore prova nell’arte, nella vera creazione artistica, oggi spazzata via dal mercato.

Voglio allora dare un esempio concreto di come la digitalizzazione e queste cosiddette innovazioni sono percepite, di come esse non siano solo esterne all’uomo, ma lo stiano modificando, a partire dalla sua capacità pensante, sino a renderlo esso stesso sempre più simile ad una macchina, e sino a farlo diventare produttore egli stesso di molecole potenzialmente distruttive, come vedremo.

Chi teme che le macchine diventino “intelligenti”, fino a superare l’uomo, non vede che è l’uomo che diventa sempre più simile ad una macchina.

Ora vediamo nei dettagli cos’è questo liquido che si vuole iniettare a tutta l’umanità, prototipo di quello che diventerà una prassi comune in medicina. Chiedo un po di pazienza per qualche inevitabile tecnicismo, che verrà spero ripagato.

Bert Hubert è un imprenditore e sviluppatore di software. Afferma di contribuire alla scienza, si interessa molto di innovazione, biologia e salute. Recentemente è entrato a far parte di un consiglio di sorveglianza del governo. In questo sito egli descrive in maniera tecnicamente dettagliata come viene preparato questo farmaco genico sperimentale di Pfizer. Ne riporto solo alcune parti, ma invito caldamente a leggere tutta la descrizione perché rende bene l’idea di come digitalizzazione, biologia e genetica siano fuse, tanto da far fatica a dirimerle:

Ingegnerizzazione inversa del Codice Sorgente del Vaccino BioNTech/Pfizer.

Benvenuti! In questo post daremo uno sguardo, carattere per carattere, al codice sorgente del vaccino a mRNA BioNTech/Pfizer contro il SARS-CoV-2. Ora, questi termini potrebbero sembrare in contrasto – il vaccino è un liquido, che viene iniettato nel braccio. Come si può parlare di codice sorgente? Questa è una buona domanda, e quindi cominciamo con una piccola parte del codice sorgente del vaccino BioNTech/Pfizer. [Seguono i primi 500 caratteri del codice sorgente, che vi risparmio] (…) Proprio all’inizio del processo di produzione, qualcuno ha caricato questo codice in una stampante a DNA (eh, già!), che ha convertito i byte sul disco in vere molecole di DNA. Da una simile macchina escono piccole quantità di DNA, che dopo molti passaggi chimici e biologici diventano RNA (…) in una fiala del vaccino. Una dose di 30 microgrammi contiene appunto 30 microgrammi di RNA. In aggiunta, c’è un ingegnoso sistema di impacchettamento con lipidi (grassi), che porta il mRNA fin dentro le nostre cellule (…) Un vaccino a mRNA ottiene lo stesso risultato (“informare il nostro sistema immunitario”) ma con una precisione laser. E intendo questo in entrambi i sensi: molto preciso ma anche molto potente. Ed ecco qui come funziona. L’iniezione contiene materiale genetico volatile, che descrive la famosa proteina “Spike” del SARS-CoV-2. Attraverso ingegnosi metodi chimici il vaccino riesce a introdurre questo materiale genetico all’interno di alcune delle nostre cellule.

Ora viene la parte più interessante, per quello che qui ci riguarda.

Il nostro sistema immunitario vede di pessimo occhio un RNA “esogeno”, codice RNA che arriva dal di fuori della cellula. Per sfuggire al controllo, le U nell’RNA sono già state sostituite da Ψ. Tuttavia, risulta che un RNA con maggiori percentuali di G e C viene anche convertito con maggior efficienza in proteine. E questo è stato ottenuto nel RNA del vaccino sostituendo altri caratteri con G e C tutte le volte che ciò è stato possibile. E se si lasciasse tale e quale, la proteina Spike libera collasserebbe su se stessa, fino a formare una struttura diversa. Se iniettassimo il vaccino con una sequenza intatta, ciò farebbe sì che il nostro corpo sviluppasse immunità, sì… ma alla proteina collassata.

Infine, il nostro sviluppatore di software non può che gioire per questo gioiello dell’ingegno umano, o meglio transumano:

Le persone che hanno scoperto questo dovrebbero andare in giro dandosi il cinque a palla. Dovrebbero emanare quantità insopportabili di compiacimento. E ne avrebbero il diritto.

Bene! Mentre loro “si danno il cinque”, come i giocatori di pallacanestro, noi cerchiamo di capire qualcosa al di la dei tecnicismi. Le lettere G, U, Ψ (psi greca), ecc. rappresentano aminoacidi e proteine differenti. Cosa fanno nei laboratori questi scienziati? Preparano un software, detto “codice sorgente del vaccino”, in cui, al posto dei codici di programmazione, ci sono sequenze di molecole che costituisce il DNA; poi le “stampano”, le inseriscono in molecole di grasso. Iniettato nel corpo umano, questo liquido entra nelle cellule e produce la famosa proteina spike secondo il codice iniettato ( che è però diverso da quello del virus “vero”, altrimenti collasserebbe) provocando la reazione del sistema immunitario. Detto in altri termini, modificano l’RNA. Perché lo modificano? Lo dicono apertamente, anzi si vantano della loro astuzia: per ingannare il nostro sistema immunitario “con una precisione laser”, per fargli fare ciò che sa fare molto bene da solo, cioè creare immunità da un patogeno. La Ψ (che sta per pseudo-uridina) è una delle molecole ingannatrici, ma ce ne sono altre che tralasciamo. Spero sia abbastanza chiaro il pensiero che indirizza costoro. Se fossimo una macchina, un robot, sarebbe tutto perfetto, ed è proprio così che questi scienziati immaginano l’uomo: una macchina biologica.

Come immagina Bert Hubert, (ma anche molti medici, ricercatori, scienziati) si sia prodotto il cosmo, la natura, la vita, l’uomo stesso? Per caso, da un enorme scoppio e una enorme successione di eventi probabilistici, di prove ripetute. Essi credono che la sequenza di 0 e 1 dei loro algoritmi sia simile alla sequenza di aminoacidi nell’RNA, che definiscono “codice della vita”.

Essi credono di aver trovato la chiave per ingannare la vita e si “danno il cinque” con esultanza.

I quasi 20.000 (ventimila!) morti da vaccino e i 170.000 (centosettantamila!) eventi avversi gravi in Europa (fonte EMA, Agenzia Europea del Farmaco a luglio 2021), per essi sono eventi probabilistici della Grande Lotteria del Caso.
L’esistenza di un Logos, una Intelligenza che possa aver pensato la vita come atto d’amore creativo, non come sequenza di codici macchina, li farebbe sorridere di compatimento, nel loro sogno di onnipotenza, mentre creano la distruzione della vita stessa.

Senza l’inganno dunque, questa meraviglia della tecnologia non sarebbe possibile e tuttavia sarebbe comunque disumana anche senza di esso. Ma cosa succede se l’inganno non funziona? Ce lo spiega bene, in un lungo articolo tecnico il Dr. Kira Smith, Clinical and Experimental Medicine, Novara (NO) – Italy.
Ecco pochi stralci ma significativi:

BNT162b2 possibile lettura errata dei codoni, errori nella sintesi proteica e anomalie dello splicing alternativo

Possiamo dire che oltre a non essere ottimizzata, la sequenza genera forti dubbi circa la presenza di errori dell’utilizzo del codone. E’ possibile ipotizzare che un’eccessiva alterazione mirata all’incremento estremo nell’espressione proteica può essere fonte di errori nell’assemblaggio della sequenza genetica dell’mRNA. La traduzione errata ha conseguenze realmente serie nella fisiopatologia di un ventaglio di disturbi, inclusi sclerosi multipla, neurodegenerazione, miopatia mitocondriale, encefalopatia, acidosi lattica, episodi di ictus, morbo di Parkinson e cancro (genesi, accelerazione della crescita e metastasi).

Se rileggiamo ora la citazione di Rudolf Steiner sul sacramentalismo all’inizio di questo scritto, possiamo farci l’idea precisa della distanza che separa le due concezioni. Ma questo è l’attuale pensiero della medicina materialistica, potremmo dirci, anche se non di tutti i medici.

E allora potrebbe venirci il desiderio di consultare il parere della Sezione Medica del Gotheanum, così da avere magari un sostegno morale:

Dichiarazione di medicina antroposofica sulla vaccinazione contro SARS-CoV-2

L’IVAA [International Federetion of Anthroposophic Medical Association] e la Sezione Medica del Goetheanum accolgono con favore lo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci contro SARS-CoV-2 nella speranza che svolgano un ruolo importante nel superamento della pandemia di Covid-19. (…) I vaccini SARS-CoV-2 devono essere disponibili e accessibili in tutto il mondo.(…) È stata dimostrata un’elevata efficacia per la prevenzione a breve termine di malattie da lievi a gravi per i primi vaccini mRNA (vaccini che funzionano innescando la produzione di proteine che allenano il sistema immunitario del corpo) e un vaccino basato su vettori virali che hanno ricevuto approvazioni regolamentari condizionali.(…) Gli studi sui due vaccini mRNA autorizzati e su un vaccino basato su vettori virali mostrano una sicurezza accettabile nel follow-up a breve termine. Tuttavia, effetti collaterali rari e gravi non possono essere esclusi fino a quando un numero molto elevato di persone non è stato vaccinato e seguito per un periodo più lungo.

Dunque, ricapitoliamo:

  • si accetta il concetto di pandemia di “casi” (rilevati oltretutto con tamponi inaffidabili), non di malati e di morti; è la menzogna prima, sulla base della quale è stata costruita la “pandemia” mondiale che può così durare all’infinito;
  • si accoglie “con favore” lo sviluppo di “vaccini sicuri ed efficaci”, quasi non ci fossero cure adeguate di ogni tipo, anche di medicina antroposofica;
  • si accetta che questi farmaci genici sperimentali siano denominati vaccini, anche se non contengono l’antigene, e abbiano una sicurezza “accettabile”;
  • si accetta un esperimento criminale e si auspica che questi “vaccini” siano diffusi in tutto il mando. 


Come è possibile che chi conosce la scienza dello spirito di Rudolf Steiner e dovrebbe diffonderla accetti con favore ciò che un cospicuo numero di medici e scienziati materialisti rifiuta?
Sappiamo che la medicina antroposofica è stata pensata come un ampliamento di quella materialistica, non come alternativa ad essa. Ma come non vedere che in cento anni, dalla morte di Steiner, quest’ultima è diventata qualcosa di diverso? Può essere ancora ampliata questa scienza? In realtà essa si è già ampliata, ma nella direzione opposta a quella che avrebbe dovuto, verso la sub-natura, e anzi sta essa ampliando e fecondando le istituzioni di Dornach. Evidentemente si preferisce accodarsi a coloro che controllano le istituzioni scientifiche piuttosto che unirsi ai tanti scienziati che rifiutano questa vergogna e pagano di persona; si è, per così dire, solidali tra istituzioni. Ma quanti medici che praticano la medicina antroposofica sono d’accordo con queste dichiarazioni di organismi che dovrebbero rappresentarli? Cosa dobbiamo intendere per scienza? Quella attuale possiamo ancora definirla tale?

La scienza non sarebbe che inutile soddisfazione di curiosità, se non tendesse a innalzare il valore dell’esistenza della natura umana. Le scienze acquistano valore solo se i loro risultati hanno importanza per tutta l’umanità.

(La Filosofia della Libertà: dalla prefazione alla I edizione del 1894, Ed. Dodecaedro Gallery 2014, Rimini)

Oggi la scienza, o meglio lo scientismo dogmatico che la controlla, e la tecnologia che la domina, sono diventate ben più che soddisfazione di curiosità. Se questa è scienza, appunto. E’ vero, in questo anno e mezzo abbiamo visto di tutto, compreso un Papa a Mediaset fare da testimonial al “vaccino” genico, ma devo ammettere che leggere queste affermazioni da parte di una istituzione antroposofica è, mi limito a dire, stupefacente.

Eppure, nella loro drammaticità, esse confermano l’esigenza imprescindibile di consolidare la propria capacità pensante, unica condizione per rendere le istituzioni di ogni ordine e grado, tutte le istituzioni, sempre più inutili. Lasciamole al loro destino, in quanto istituzioni, e consolidiamo sempre più i rapporti tra persone che si uniscono in una rete umana non virtuale.

Non è una sconfitta, può diventare una opportunità.

La Donna Vestita di Sole che sconfigge il Drago a 7 Teste (Quinto Sigillo Apocalittico Rosacroce)

Questa tecnologia digitale non è neutra, come taluni vorrebbero, anzi essa è indispensabile al progetto di trasformazione dell’umano verso quella che conosciamo in antroposofia come “ottava sfera”, la negazione dell’essenza umana, un mondo meccanizzato e l’uomo senz’anima. Forse a Dornach l’hanno scordato, forse non l’hanno mai saputo, o peggio, forse lo sanno?

Ma l’antroposofia di Rudolf Steiner non è proprietà privata, non appartiene a nessuna istituzione, appartiene all’umanità, e tutti possiamo accedere ad essa, senza chiedere permesso. Nelle società occulte di cui parlava già Steiner cento anni fa e tuttora operanti, anzi proprio ora in piena attività, si cerca di obnubilare l’essere umano in modo da renderlo passivo e ubbidiente, con la paura, l’inganno, la menzogna, la violenza.

Dobbiamo resistere, con la conoscenza, la calma interiore, la sofferenza, sviluppando compassione e amore per azioni sempre più disinteressate, unendoci in comunità di individui liberi.

Non mi sfugge il fatto che io stesso, scrivendo questo articolo e diffondendolo in rete, utilizzo questa tecnologia. Credo però che presto saremo chiamati a scelte sempre più radicali anche e soprattutto a questo riguardo.

Ferragosto 2021

Sergio Motolese   


Sergio Motolese, musicista.
L’incontro con l’antroposofia di Rudolf Steiner gli ha consentito di integrare le esperienze musicali con quelle acquisite in vari ambiti concernenti la salute.
Negli ultimi anni si è occupato in particolar modo degli effetti del suono elettronico e dell’informatica digitalizzata sull’essere umano.
E’ diplomato  presso la LUINA (Libera Università di Naturopatia Applicata). Tiene laboratori musicali, conferenze, incontri, seminari, gruppi di studio.

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