di Marina Filippin
Agli inizi degli anni ’70, quando vivevo a Roma, Massimo Scaligero piantò il seme della Scienza dello Spirito nel mio cuore. Questo sarebbe germogliato anni dopo.
Nel 1975, all’età di 22 anni, lasciai l’Italia e tornai in Svizzera da dove ero stata sradicata all’età di 3 anni. Il mio legame con mio fratello (rimasto a Roma) e con alcuni amici romani rimase intatto, anche se loro erano rimasti fedeli a Massimo mentre io avevo seguito vie più “orientali”.
Alla svolta del secolo, dopo un lungo viaggio in India, ebbi una rivelazione durante un incontro buddhista a Ginevra e capii che non era quella la via. Da quel momento i “segni” arrivarono da tutte le parti. Scoprii “L’Archetipo”, rivista antroposofica online; mia figlia mi offrì un abbonamento alla rivista antroposofica inglese “New View”; i miei nipotini cominciarono a frequentare la scuola steineriana in Inghilterra e conobbi un piccolo gruppo di antroposofi inglesi in quella comunità del West Yorkshire, tra cui Richard Bunzl che scrive regolarmente su New View. Rilessi i libri di Steiner con uno sguardo nuovo (quelli di Scaligero mi rimangono ostici anche se ne apprezzo il grande valore) e ripresi le riunioni con il gruppo di Castelnuovo di Porto (Roma) a distanza o in presenza ogni volta che fu possibile.
Comunque, vivendo a Ginevra, mi sembrò che far parte del gruppo locale fosse la cosa più logica e, passo successivo, diventare membro della Società Antroposofica, malgrado alcuni pregiudizi da parte mia. Volevo vedere “da dentro” cosa c’era dietro questa società e come avessero portato avanti il pensiero di Rudolf Steiner.
Ho capito ben presto che era meglio non criticare e non sollevare problemi.
Ho avuto il primo sfogo qualche anno fa in seguito al comunicato stampa della Sezione medica del Goetheanum sui vaccini e i suoi benefici. Fu chiaro a quel momento che i membri erano divisi su questa questione (ricordo che gli antroposofi italiani reagirono con indignazione in seguito a questa dichiarazione, in particolar modo il nostro amico Andrea Franco).
Qualche mese fa fui informata da amici antroposofi italiani che la Società Antroposofica aveva pagato 195’000 USD all’Organizzazione Mondiale della Sanità affinché la medicina antroposofica venisse riconosciuta da questa organizzazione. Decisi di mettere questa informazione da parte e di verificarla appena possibile. A fine settembre ricevetti la Newsletter No. 71 in cui Thomas Heck confermava questo fatto precisando che i famosi “WHO Benchmarks” (standard che permetteranno all’OMS di dettare i loro criteri nella formazione dei medici antroposofi) sono stati finanziati dalla Fondazione Software AG (al capo della quale il miliardario antroposofo Peter Schnell finanzia generosamente progetti da lui scelti) per una somma di circa 200’000 USD. Tutto ciò si è svolto nel modo più discreto possibile e Matthias Girke della Sezione Medica ha ammesso che hanno preferito mantenere il silenzio per paura che alcuni membri si opponessero e facessero fallire il progetto.
Direi che è un modo di fare che non mi sembra molto democratico.
Ho deciso di sollevare la questione durante la riunione annuale della Svizzera romanda della Società Antroposofica svizzera, tenutasi ieri a Losanna. Il tema era il Convegno di Natale del 1923. Eravamo una quarantina di membri. Nella prima parte si è parlato della struttura e del funzionamento della Società Antroposofica e dell’importanza di essere membro, come dichiarato da Steiner durante il Convegno di Natale. Poco prima della pausa mi sono lanciata (per me è particolarmente difficile parlare in pubblico e mi richiede un grande sforzo). Ho chiesto chiarimenti sulla questione di cui ho parlato più sopra e sul problema collegato all’OMS (ho lavorato 20 anni per le organizzazioni internazionali a Ginevra e ho potuto vedere come sono manovrate da poteri oscuri).
Purtroppo ho avuto l’impressione che il mio intervento non fosse gradito e che non valeva la pena sviluppare la questione (avrei avuto ancora molte cose da dire). Bene o male Marc – un caro amico – responsabile della Società Svizzera, ha cercato di spiegarmi in modo piuttosto evasivo come certe persone prendono delle decisioni con le quali non tutti sono d’accordo e che M. Girke non è forse la persona più adatta a quel ruolo (ma allora che ci sta a fare lì?).
Insomma, ero delusa e depressa e a due passi dal restituire le mie tessere e lasciare la riunione. Poi, durante la pausa e alla fine della riunione, in modo inaspettato, almeno una decina di persone sono venute da me dicendomi che mi sostenevano – anche se non erano intervenute per mancanza di elementi – che avevo fatto bene a sollevare la questione e che sapevano benissimo cosa c’è dietro l’OMS (la menzogna, il potere, senza parlare dell’aggressione verso i bambini con un programma di educazione sessuale apertamente pedofila). Anche Marc è venuto a parlarmi, anche lui perfettamente consapevole di ciò che succede. Secondo lui, alcuni responsabili della Società Antroposofica agiebbero più per ingenuità che altro.
Tutto questo per dire che, nonostante sappiamo che una parte della Società Antroposica sia nelle mani degli Ostacolatori, molti membri sono consapevoli e operano nella direzione dataci da Rudolf Steiner.
Nulla è tutto nero o tutto bianco. Quindi per il momento mi tengo le mie tessere, anche perché penso che per cambiare le cose sia più facile agire dall’interno. Membro o no, nulla mi toglierà gli insegnamenti del Maestro ormai impressi nel mio cuore e nella mia anima fino alla morte e, spero, oltre.
Marina Filippin, nata a La Chaux-de-Fonds (Svizzera), ha vissuto 20 anni a Roma e 40 anni a Ginevra dove ha lavorato per diverse organizzazioni internazionali.
Oggi vive vicino Losanna. Studia l’antroposofia da qualche decennio e fa parte di diversi gruppi di studio in Svizzera e in Francia. È membro della Società Antroposofica dal 2016.