Politica e geopolitica dell’Impero morente

Imperomorente

Brevi righe sul circo della politica e geopolitica nell’era della decadenza di un Impero morente.

Oggi ho guardato (di sfuggita perché ho molto da fare in questi giorni) un po’ del circo andato in scena alla Camera dei Deputati in occasione delle votazioni sugli emedamenti al DL Green Pass. Un triste e pietoso spettacolo dove oggettivamente non si capisce più chi sta dalla parte di chi ma una cosa è oltremodo chiara: nessuno (N E S S U N O) è dalla parte del popolo italiano.

Riassunto dei mesi precedenti: guanti sì, guanti no, mascherina FFP2 anzi no va bene anche quella di stoffa di Hello Kitty, una dose, due dosi, mischione di vaccini, dose anche se sei guarito e potresti andare a vendere gli anticorpi, terza dose, quarta dose, attenzione a non parlare della situazione in Israele, obbligo vaccinale (sì, no, forse), caffè al banco, cappuccino seduti, senza green pass seduti sulle fioriere esterne del bar, al tavolo non ci si contagia, a cena in 6 persone (a proposito… quella regola dove è finita?) e la nonna sul balcone, vendita di abiti e pentole vietata al sabato e alla domenica (adesso come stiamo messi? Tutto ok con le pentole nel fine settimana o se ti manca lo scolapasta ti tocca aspettare il lunedì?), la pizza a casa ma con il cartone disinfettato (a pensarci ancora oggi mi si ripropone il rigetto), lavorare gomito a gomito ma in mensa c’è chi entra e c’è chi invece mangia sulle scale, il vaccino che scade dopo sei mesi (anzi no dopo nove, anzi no dopo 12, anzi no non lo sappiamo), i vaccinati non si contagiano anzi no si contagiano ma si contagiano meno (però possono girare tranquillamente ovunque – anche contagiosi – perché hanno il Green Pass), in discoteca ok ma dopo 15 minuti di ballo ti devi fermare (anzi no chiudiamo direttamente le discoteche), droni sulle spiagge per controllare la temperatura (’ndo sta la fionda quando serve?), muoiono solo i no vax (anzi no muoiono tutti ma i no vax li mettiamo sui giornali), disinfettare le spiagge (e la proposta dei plexiglas tra un ombrellone e l’altro ve la ricordate?), il virus scatta dopo le ore 18… per non parlare delle 22 quando diventa molto cattivo e aggressivo…

… e potrei continuare ma ho pietà dei miei lettori.

Per non parlare delle parole-chiave: lockdown, coprifuoco, guerra, siamo in guerra, nemico invisibile, esercito, camion dell’esercito, un generale tuttofare (a proposito, il generale pennuto che fine ha fatto?), “stanare i novax”, “scovare i disertori”, “convincere con le buone o con le cattive i reticenti” fino alle proposte – di cui pochi, tra i servi mainstream, si sono scandalizzati – di “sfamarli con il piombo”.

Il lockdown (vi chiudiamo in casa!) per il vostro bene, il coprifuoco per la vostra serenità… ma in fondo siamo abituati, no? Queste cose le abbiamo già sentite: la guerra come missione di pace, le bombe intelligenti, l’occupazione di altri Paesi per promuovere la democrazia (in cambio del ladrocinio delle loro risorse energetiche), la rivoluzione green fondata su imposizioni e tecnologie rosso sangue, la guerra preventiva…

Sono le stesse persone.
Le stesse persone che ci hanno mentito per anni parlandoci di “missioni di pace” adesso si dicono preoccupati per la nostra salute.
Sono le stesse identiche persone, cambiano solo le situazioni e i piccoli tuttofare omini di governo.

Del resto si sa, la parola (il verbo) è chiave magica e detiene in sé la forza di plasmare l’esistente. Una volta che la chiave magica si è innestata nella mente delle persone sarà molto difficile, per chi non ha contezza degli strumenti di discrimine, riuscire a destreggiarsi nella giungla del linguaggio dove i mantra della narrazione falsata vengono sparati h24 stile raffiche di una mitraglia.

Tra l’altro, se la situazione non fosse tragica, si potrebbe sorridere di certa propaganda cialtronesca. Purtroppo la situazione è tragica proprio perché siamo in mano ad una banda di burattini eterodiretti e telecomandati dai gangli infetti di un Impero morente.

Molto interessante la situazione afghana per come viene raccontata dai media mainstream. Ma ancor più interessanti sono le trollate dei Talebani nei confronti dei nostri cialtroni giornalai (ehm… volevo dire giornalisti!). Una ventina di giorni fa era rimbalzato sui media lo spezzone di una conferenza stampa dei Talebani in cui un giornalista chiedeva loro un commento sulla libertà di espressione in Afghanistan. Lapidaria la risposta dei leader talebani: “Quando le persone si chiedono quale sia il livello di libertà di espressione in Afghanistan, dovrebbero rivolgere la stessa domanda a certe compagnie, come Facebook. Lo chiedano a loro”. L’eco della sberla ha fatto il giro del mondo doppiandone la circonferenza alla velocità della luce!

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Probabilmente un chiaro riferimento alla censura subita dal Presidente Trump che, lo ricordo, è stato il sapiente artefice dell’accordo di Doha con i Talebani.

E a proposito di Afghanistan… dopo una ventina di giorni passati da Draghi e Di Maio (ahahahahahah!) come trottole nell’affannarsi per l’organizzazione di un G20 straordinario, finalmente il Presidente cinese Xi Jinping ha degnato il Presidente del Consiglio italiano di una manciata di minuti di telefonata. Nonostante le sparate strombazzate dal mainstream nostrano (mai perdere l’occasione per leccare la suola delle scarpe al loro PdC prediletto!), l’obbiettivo non è stato pienamente centrato… o meglio… Xi Jinping ha preso a sberle Draghi ricordandogli gli impegni per la Via della Seta, glissando sull’Afghanistan (il senso del discorso deve essere stato più o meno questo: ”grazie per il pensiero, ma ce ne stiamo già occupando con la Russia”) e spostando il discorso sulle… Olimpiadi Invernali! Del resto come si può prendere sul serio un Paese (l’Italia) che a luglio aveva accolto così i suoi soldati di rientro dall’Afghanistan:

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Forse perché, come scrivevo nel mio primissimo articolo, non si doveva far capire che l’Alleanza atlantica era in grande difficoltà? Forse perché già a luglio si sapeva perfettamente cosa stava succedendo in Afghanistan dove Russia e Cina stavano puntando sull’avanzata dei Talebani? Era il segreto INTELligente di Pulcinella!
Adesso l’Italia cerca affannosamente di darsi un tono sul palcoscenico mondiale… dopo essere stati trollati alla grande persino dai Talebani!

Ma le difficoltà della colonia Italia, in fondo, sono solo lo specchio delle difficoltà dell’Impero morente. Un Impero che non concepisce il mondo multipolare che ormai è già realtà (lo schiaffo del Presidente Xi alle bestie del Club di Davos e la vittoria strategica “dietro le quinte” del Presidente Trump in Afghanistan contro le bestie guerrafondaie neocon ne sono solo un esempio).

L’Impero (morente) è abituato a proiettare all’esterno le sue mire. E’ capace di lasciare i suoi cittadini nell’oblio di una vita distrutta pur di non mollare la presa sui territori conquistati nel corso degli anni. Mentre i Paesi emergenti, dall’Impero considerati cattivi, nazionalisti ed egoisti (”non vogliono accettare la nostra democrazia!”“non vogliono copiare il nostro stile di vita!”) vedono i loro Capi di Stato preoccuparsi per il loro popolo, sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista spirituale. E’ il caso della Cina e delle profonde trasformazioni che in questi ultimissimi anni sta vivendo. Così come è il caso della Russia, che nella religione ortodossa ha riscoperto un collante di civiltà e dell’India di Narendra Modi che, guarda caso, inizia seriamente a parlare di distensione con la Cina sulla questione Tibet.

L’Impero queste cose le vede bene ma non può accettarle. Schiumando bile rabbiosa scatena i cani da guardia, i media mainstream, contro i suoi nemici: “Cina cattiva!” urlano i Neocon… “Russia cattiva!” urlano i Dem… mentre i Manovratori a monte inviano frenetiche veline ai loro sottoposti.


Ma non fatevi ingannare: l’Impero delle “democrazie” (?) occidentali sta battendo in ritirata e, forse per la prima volta da decenni, ha paura. Ha paura dell’unica cosa di cui ha sempre avuto paura: la perdita del controllo. Allo Stato Profondo transnazionale e sovranazionale non interessano i soldi, non interessa la visibilità (i Manovratori e le menti raffinatissime che gestiscono il gioco degli opposti sono perlopiù invisibili) e non interessa il riconoscimento della gente (i popoli per loro sono numeri, big data e armenti) nonostante molti loro burattini amino spacciarsi per “filantropi”.

L’ex Impero non vuole morire. Non accetta di veder fallire quei suoi gangli prediletti che sono gli organismi sovranazionali e transnazionali attraverso i quali controlla, spia, violenta e ricatta le sue preziose colonie. UE, NATO, WHO, Davos, Bilderberg, UNICEF… ma anche WWF e via dicendo, fino agli innumerevoli Think Tank e Centri Studi nati per custodire segreti oppure, operativamente parlando, per implementare tecniche di condizionamento del pensiero. L’Impero ha paura di morire perché alla sua guida non ci sono più Iniziati, non ci sono più Saggi (in Italia, tra gli altri ricordo i patrioti Mattei, Moro, Edoardo e Giovannino Agnelli, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino…), non ci sono più Santi (sostituiti dal gel nell’acquasantiera), non c’è più rispetto per i suoi bambini e non c’è più nemmeno un Papa. L’Impero ha sostituito la sua Spiritualità millenaria (e lo dico da non simpatizzante del Vaticano, parlo in generale di Spiritualità tradizionale) con le forme liquide, facili e accessibili – quindi vuote, non “risuonanti” – della New Age.

E cosa fa un (ex) Impero quando batte in ritirata? Mina le strade e i ponti (mineranno anche il “loro” Pontifex? Mah, vedremo!), fa terra bruciata e cerca di chiudere in un recinto inespugnabile quelli che considera i suoi armenti. L’Impero cerca di non perdere il controllo sui suoi armenti. A costo di marchiarli.

Resistere è la parola d’ordine. Purtroppo ci siamo in mezzo e non è facile perché tocca proprio a noi ballare nella tempesta e trovare strategie di sopravvivenza. Ma anche questo fa parte del percorso di consapevolezza: capire che una parte di noi, per come la conosciamo, dovrà “morire”. Perché su una cosa quelli del Grande Reset hanno ragione: “nulla sarà più come prima”. In un modo o nell’altro. E’ sul mondo post-Covid che si sta concentrando la vera lotta a livelli altissimi. E noi, invece? Come vogliamo che sia il NOSTRO mondo post-Covid? Perché anche per noi, nel nostro piccolo, non sarà più come prima.

In ogni caso non manca molto alla presa di consapevolezza, da parte dell’Impero, della sua condizione. Non manca molto alla sua capitolazione. A quel punto, come gli antichi Re d’Europa che “dormono sotto la montagna”, si potrà solo ri-nascere.

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