Prima parte
In questo breve elaborato vorrei portare un contributo fondamentale alla conoscenza di aspetti, vicende ed atteggiamenti del Santo che è ancor oggi sono volutamente ignorate, se non profondamente combattute da “santa” madre chiesa, perché la Chiesa è tale solo se in essa regna l’Amore di Dio e la sua Testimonianza, e non certamente la volontà di potenza o di dialogo con enti, forme psichiche e passioni del mondo.
Volendo andare nelle minuzie, si è fatta un’opera di completa disinformazione e di rielaborazione in chiave modernista e controllabile della sua figura specialmente dopo la sua dipartita. Si vede che il Padre rimane divisivo anche dopo morto per la sua opposizione al Concilio Vaticano II che il Padre considerava un’opera satanica, ed anche per il suo amore verso la Monarchia italiana perché spesso il Padre diceva:
«la Repubblica divide, la Monarchia unisce»
riprendendo una citazione di Francesco Crispi3.
Pertanto non scriverò della sua vera bontà, del suo sguardo penetrante, della sua capacità di leggere le anime, nemmeno toccherò il numero di miracoli che il frate ha potuto ottenere da Dio per molte persone che si erano recate da lui con fiducia, così come la sua capacità di vedere il profondo del cuore degli uomini e delle malefatte dei suoi confratelli ancor oggi al centro dell’attenzione di vari giornalisti4. Non toccherò neppure la sua indubbia santità che alla fine si è dovuta accettare e validare, perché le evidenze erano tali che si sarebbe rischiato l’ira del popolo5.
Parlerò di chi egli era veramente, di che ruolo aveva nella Cristianità e del mistero di alcune sue scelte di uomini laici, che sono stati i suoi aiutanti diffidando, il padre, ed a ragione, della fedeltà e delle capacità dei suoi confratelli, che oggi si sciacquano la bocca mettendo in giro frasi e realtà parziali, se non parimenti menzogne su di lui e le sue persone di fiducia.
Padre Pio, ancor oggi, è un personaggio scomodo6, come lo sono i grandi santi che Dio invia ogni tanto sulla terra e che sono dei separatori, dividendo con la spada della parola, la menzogna dalla Verità.
Intorno al Padre è stato costruito un business di miliardi di Euro, si sono scritti libri, storie e contro-storie, si è parlato dei suoi miracoli straordinari, ma non si è mai, ribadisco mai, parlato del suo incarico più vero nella Cristianità. I Santi che Dio manda hanno sempre degli incarichi speciali, non sono delle casualità. Purtroppo vi sono santi che santi non sono (anche se sono creduti tali) e santi che conosce solo Dio e che gli uomini capiranno nei tempi.
La sua severità si accompagnava alla dolcezza ed a volte era misterioso come approcciasse le persone. Una volta, mi raccontò un suo figlio spirituale, il dottor Luigi Gaspari7 (anch’egli perseguitato dalla chiesa e trattato come eretico), di come il Padre intervenne in una situazione complicata. Un uomo aveva rubato alcuni gioielli della statua della Madonna nella chiesetta del convento. Dopo un’accurata ricerca molti, specialmente i più fanatici del Padre, trovarono il ladro e lo portarono al suo cospetto. Il Padre li rimproverò dicendo loro:
«ma che fate, lui e la sua famiglia stanno morendo di fame; i gioielli glieli aveva dati la Madonna, affinché li vendesse per portar da mangiare. Cosa state facendo, come vi siete permessi?!»
Le persone rimasero allibite perché non riuscivano a capire come il Padre non avesse esercitato la stessa severità che adoperava con loro. Era severo con loro perché sapeva che non erano persone di cuore, e pertanto esercitava con essi la durezza della Legge. Questo è uno degli episodi più interessanti affinché si possa avere una maggior conoscenza di tanti particolari omessi dalla vulgata ufficiale.
Ciò che andrò pertanto ad esporre è tratto da materiale che misi da parte negli anni ‘80 per tempi migliori, e probabilmente sono questi tempi difficili ed onerosi per l’umanità, la base più valida per parlare del suo ruolo spirituale come annunciatore. Padre Pio era in principio più che un Santo, un Profeta.
Egli doveva annunziare il nuovo eone che avrebbe sostituito i tempi della Legge Mosaica che per duemila anni aveva regnato e che nel terzo millennio si sarebbe dovuta evolvere e completare durante il terzo millennio nell’amore unificatore in linea con i desideri di Cristo che lasciò appunto solo due comandamenti.
Cristo è stato sepolto per tre giorni che rappresentano tremila anni, perché per Dio un giorno è un millennio; infatti sta scritto:
“Perché mille anni, agli occhi tuoi, sono come il giorno di ieri quand’è passato…” (Salmo 90:4).
Pietro conferma lo stesso concetto nel Nuovo Testamento:
“Ma voi, diletti, non dimenticate questa unica cosa, che per il Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Piet. 3:8).
Cristo infatti disse nel discorso di addio ai suoi discepoli:
«vi do un comandamento nuovo, che (vi) amiate gli uni gli altri; come (io) ho amato voi, (vi comando) che anche voi (vi) amiate gli uni gli altri» (Gv 13,34)8.
Questo comandamento dell’amore è l’unico che rivolta completamente la Legge mosaica che è fonte di maledizione, se non la esegui alla lettera e che non contempla debolezze nell’uomo9. Pertanto se si ama non si ruba, non si desidera la donna d’altri, non si nomina il nome di Dio invano, non ci si dimentica di onorare il padre e la madre (con buona pace dei distruttori genderisti della sacralità della famiglia), non si uccide, non si commettono atti impuri (quindi non si cade in passioni umane), non si da falsa testimonianza (quante persone sono state incastrate e finite a giudizio anche da parte della chiesa per una falsa testimonianza? (l’inquisizione ne è un esempio; oggi si usa internet per dare false informazioni, deformare il messaggio di un santo ad esempio), non si amano altri dei che non sono Cristo-Gesù che è Via, Verità e Vita (abbiamo già spiegato, ma non è stato compreso, come il Modernismo alteri questa percezione della unicità di Cristo stemperandolo nel dialogo con forme religiose che sono solamente strutture psichiche).
Padre Pio si definì, e l’ho ascoltato negli anni ‘80 da un suo vecchio figlio spirituale ora deceduto, Primo Capponcelli, come il Battista della Nuova Era dell’Amore ma per entrare nell’amore bisogna avere un linguaggio nuovo che perdoni le debolezze degli uomini che non osano avvicinarsi a Dio nel timore di essere giudicati10. Il linguaggio del nuovo eone che annunciava Padre Pio era un richiamo, con parole nuove, all’amore come ultimo unificatore che ringiovanirà l’Europa.
Per questo progetto Padre Pio si affidò ad alcune persone vari compiti.
Alcuni dovevano smascherare come fece il fedele giornalista Luciano Cirri che scrisse un libro intitolato “Padre Pio ed i papponi di Dio11” o l’amico industriale di Padova, Giuseppe Pagnossin, il quale fece scrivere un libro intitolato “Il calvario di Padre Pio”, Emanuele Brunatto, industriale della moda.12 Ma di Gaspari che era amico di tutti e tre e del Sindaco Morcaldi di S.G.Rotondo, al quel Padre Pio facilitò dei finanziamenti della allora Cassa del Mezzogiorno13, in assoluto silenzio.
I vari persecutori del Santo frate erano, molto spesso proprio i suoi confratelli, poi il più grande nemico fu il “papa buono” Giovanni XXIII14 e Padre Agostino Gemelli15 ed altre persone molto legate alla “compagnia cantante” dei vari frati sospettosi ed invidiosi del Padre16; quelli, per esser chiari, favorevoli a mettere i microfoni nel confessionale del Padre per controllarlo17. La cosa che più dispiaceva a Padre Pio era proprio questo. Diceva:
«Tanti figli che vengono qui, che si definiscono figli, che ho accettato come figli, non vengono in realtà per cercare il Regno di Dio, ma per cercare un regno personale».
E Padre Pio soffriva molto perché si andava da lui soprattutto per chiedere dei miracoli, per chiedere un benessere superiore, ma mai, quasi mai, per mettersi al servizio di Dio. E allora anche i Santi, a volte, sono interpretati male e diventano centro di confusione più che di ordine. Quando non si è capito che il Santo deve aiutare gli uomini a capire che cosa è il Regno di Dio e a conquistarlo, allora anche i santi diventano centri di ricerca di benessere materiale, di accrescimento di ricchezza, di potere… Così come è avvenuto a San Giovanni Rotondo. Padre Pio ha fatto tanto per il mondo, ha attirato l’attenzione su di sé, soprattutto per aiutare gli uomini a capire che si deve cercare prima il Regno di Dio e la Sua Giustizia. Ma finora poco è stato capito, anche se è stato fatto tanto chiasso, non è stato ancora fatto quello che Padre Pio voleva: cioè che noi imparassimo a diventare Apostoli del Regno di Dio, non a correre da lui solo per cercare miracoli e prodigi.
Ma purtroppo quelli che sono stati intorno a Padre Pio non hanno molto aiutato le persone che vanno a San Giovanni a mettersi in questo piano, piuttosto li hanno aiutati a credere nei miracoli, che sono senz’altro delle realtà, ma sono solo un mezzo, non sono il fine: il fine è l’Amore. Ma per quanto il Padre l’abbia predicato tutta la vita, non è stato capito, perché la massa degli uomini, fuori e dentro del convento, si sono attaccati al grande carisma, ai poteri straordinari di trasformare la materia e di fare prodigi, a questa grande potenza di Padre Pio, che è poi la potenza di Dio.
E questo che cosa ha creato? Solo degli idoli e dei nuovi esseri che si sono proclamati, se non uguali, eredi di Padre Pio nello spirito; si sono creati tanti equivoci che non hanno portato tutto il beneficio che Padre Pio intendeva portare all’umanità18”.
Padre Pio pertanto spesso diceva che era circondato da diavoli perché molte persone cercavano beni personali19 non certamente il Regno di Dio ed il Suo Amore che salva perché –
Amare è donare amore
– a chi non lo conosce
– a chi non lo chiede
– a chi non lo possiede
– a chi non lo ha ricevuto in dono
– a chi non sa domandarlo
– a chi non sa cosa sia
– a chi non conosce il suo potere
– a chi si crede indegno di riaverlo ancora per essergli stato infedele20
Queste parole che aprono il nuovo eone del comandamento dell’Amore erano state volute dal Santo Padre Pio che incaricò un laico, il dr. Luigi Gaspari, farmacista itinerante, non fidandosi dei suoi confratelli sottoposti all’obbedienza cieca alle nuove idee moderniste21, di scrivere le parole agapiche che, se fossero state comprese dalla chiesa, avrebbero nuovamente riempito le cattedrali, ma poiché l’Amore è Volontà di Dio alla fine a questa voce
“l’Europa invecchiata ringiovanirà dal suo torpore e il calore dell’Amore divino l’infiammerà nuovamente”22
nonostante le resistenze, le calunnie, le diffamazioni e le cattiverie che il Gaspari dovette subire in vita.
Padre Pio in segreto preparò il Gaspari sin dall’età di quattordici anni, quando lo incontrò per la prima volta, a questa missione di fare conoscere quanto era importante che gli uomini conoscessero l’Amore di Dio.
Una volta una persona che era stata fortemente punita dal Padre, ebbe da lui una strana indicazione: «vai da lui (il Gaspari) perché quello e l’uomo più buono del mondo». Il Gaspari rimase molto imbarazzato da questa presa di posizione del padre e non gli rimase altro che consolare la persona dicendogli di non prendersela tanto perché la bontà del Padre si celava sotto questa apparente durezza. In realtà questa opera consolatoria era esattamente ciò che il Padre voleva da lui: consolare tutti coloro che avevano sensi di colpa perché l’Amore è perdono per tutti.
Una volta ad un altro figlio spirituale, Primo Capponcelli, amico del Gaspari, che aveva la tessera del Partito Socialista, recatosi per conoscere il Santo ne fu cacciato con parole urlanti: «Vai via traditore del popolo italiano». In seguito il Capponcelli, che poi diventerà uno dei suoi più ferventi figli spirituali, strappò la tessera del PSI, e seguì le indicazioni di Padre Pio che lo voleva collaboratore del Gaspari. Un’altra volta accadde che l’attore Carlo Campanini, figlio spirituale di Padre Pio ed amico del Gaspari, avesse intenzione di recarsi a Garabandal per vedere le apparizioni della Madonna. Campanini era un uomo buono e si era fatto convincere e così chiese al Gaspari di seguirlo. Gaspari chiese al Padre l’autorizzazione e Padre Pio, come al solito chiaro e semplice così gli rispose:
«piano con tutte queste apparizioni, perché anche il demonio può apparire in forma di Madonna per confondere gli uomini. Se vuoi andare in Spagna per una gita vai pure, ma a Garabandal no».
Il Padre non aveva esitazioni e separava sempre con grande discernimento fatti, richieste e suppliche. Con il Gaspari, Padre Pio aveva un atteggiamento invece sempre bonario, dolce e sorridente, esattamente il contrario del suo normale comportamento con le persone che lo circondavano e lo assillavano per avere miracoli e beni materiali. Una volta, mi raccontò un figlio spirituale di Padre Pio, come il Padre fu feroce con uno svedese che, arrivato a San Giovanni Rotondo, si permise di giudicare l’inefficienza e l’ordine di una nazione appena uscita distrutta dalla seconda guerra mondiale. Un’altra volta cacciò un prete perché durante la fila di persone voleva passare davanti agli altri e diceva: «sono un prete debbo passare, sono un prete». Arrivato al cospetto del Padre venne cacciato con queste parole: «Sarai prete quando sarai prete».
Questi erano i modi misteriosi con i quali il padre sintetizzava, alla maniera dei Padri del deserto, i suoi pensieri, le sue risposte, ed anche il suo aiuto a chi era sinceramente desideroso di capire il senso della vita, la finalità dell’esistenza che è ritrovare l’Amore Materno che perdona di Dio. Tuttavia vi erano tanti e tante persone che si era creato un vero caos in aggiunta alle persecuzioni nei confronti del Padre.
Gaspari si era un po’ stancato del fatto che Padre Pio gli desse troppi incarichi a Roma, incarichi che doveva eseguire solo confidando nella fiducia nel Padre che gli avrebbe aperto da lontano i giusti canali per gli incontri più pregevoli. Si era anche affaticato dell’ambiente un po’ fanatico che ruotava attorno al Padre e meditava di ritornarsene a casa sua per sempre. Una sera nella chiesetta del convento stava pregando la Madonna di dargli la forza di abbandonare Padre Pio, in quel preciso momento sulla spalla sentì una mano: il Padre gli disse: «cosa stai meditando? Se tu ti rifiutassi Dio non ti sostituirebbe». A queste parole Gaspari alla fine cedette alla volontà del Padre, con l’amara certezza, che tutto un mondo, che non avrebbe mai compreso il suo sacrificio, si sarebbe scagliato contro di lui come è infatti avvenuto.
A Mosca nella Chiesa dei SS. Cosma e Damiano il 6 aprile 1994 il Gaspari23 disse:
«Il convento di San Giovanni Rotondo, quando io mi ci recai nel 1940, era molto affascinante e nella mia immaginazione di bambino lo vedevo, chissà perché, come un convento russo, come uno di quelli che poi avrei visto qui. Forse fin da allora intuivo un grosso legame fra la Russia ortodossa e Padre Pio da Pietrelcina che aveva, come ripeto, rigore di disciplina e immenso amore del cuore che sono le caratteristiche principali del buon clero ortodosso… Padre Pio, alla fine dell’anno 1967, mi disse: – Dobbiamo prepararci perché io me ne andrò, lascerò questa terra il prossimo anno e tu dovrai continuare la mia opera, anzi dovrai portare nel mondo l’Amore, perché il mondo sta vivendo in un clima di odio. Sarà la guerra di tutti contro tutti e solo l’Amore di Dio potrà dare un senso alla vita di tutti i popoli della terra; sarà solo l’Amore di Dio che salverà il mondo… “
Nella Chiesa Ortodossa, ancor più che nella Cattolica, è stato innalzato l’amore di Gesù e di Giovanni e quindi voi non farete fatica ad accogliere queste parole dell’Apostolo Giovanni perché nei vostri cuori, la santa Chiesa Ortodossa ha già provveduto a seminare l’immenso fuoco d’amore di Gesù e di Giovanni ed è per questo, cari amici dell’ortodossia di Russia, che la Madonna a Fatima ha parlato di voi, ha parlato della Santa Russia, dei popoli della Santa Russia come di coloro che sono i più idonei a portare l’Amore nel mondo. L’Amore è stato posto nei vostri cuori da quando vi siete convertiti al cristianesimo per opera della Principessa Olga di Kiev e questo vostro cristianesimo è rimasto sempre puro, non si è compromesso con altre ideologie. Avete mantenuto fede al comando della lettera di Giovanni che dice che tutti quelli che non confessano che Cristo è Dio e si è incarnato, sono l’anticristo24. Oggi, in questo tempo di confusione, l’Apostolo Giovanni è qui vicino a voi in questo libretto, in queste parole che sono resurrezione e vita per tutti i cuori buoni come i vostri…25”.
Nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, sempre a Mosca il 13 aprile 1994, nuovamente il Gaspari affermò:
«Padre Pio mi disse che la Madonna a Fatima parlò della Russia come del popolo eletto. La sofferenza del popolo russo, sopportata con pazienza e bontà, sono un esempio per tutto l’Occidente. L’Occidente deve imparare dalla Russia l’Amore e deve perciò aiutare la Russia a ritrovare tutte le sue energie. Questo vuole Dio per evitare nuove guerre, perché la pace verrà solo quando la Russia rioccuperà pienamente il suo posto nel mondo. Ciò che vi dico è confermato da un fatto importante. Nel 1968, quando ancora il Libretto26 non era stampato, Padre Pio incaricò un direttore d’orchestra americano che si confessava da lui, Alfonso d’Artega27, affinché il “Quaderno dell’Amore” fosse trasmesso da “Radio St. Louis”, una emittente di Saint. Louis, negli U.S.A., tanto potente da poter essere captata anche in Russia. Alfonso d’Artega era fratello del direttore di questa radio. Il 24 Maggio 1968 era la festa del SS. Cuore di Gesù a St. Louis. Gesù e Padre Pio volevano che le parole del Quaderno dell’Amore fossero trasmesse anche alla Russia tramite Radio S. Louis. Ma poi, con grande dolore di Padre Pio, il maestro d’Artega … non fece questa trasmissione… “probabilmente per le pressioni dei Cappuccini di S.G. Rotondo28”.
Comunque Dio non cambia mai parere e perciò, nonostante la mia asma, sono venuto io direttamente in Russia a portarvi questo dono di amore che Gesù vi vuole offrire per essere finalmente felici, perché l’uomo non può essere pienamente felice fino a quando non ha il linguaggio dell’amore. L’uomo è felice quando può esprimere con parole tutto l’amore del suo cuore. Questo libro vi dona la grazia di poter esprimere l’amore, di donarlo anche ai Caino perché diventino Abele».
Questa opera di Padre Pio, lasciata in eredità al Gaspari, gli portò l’odio ed il disprezzo della Chiesa che lo giudicò eretico, diffamandolo in ogni modo e spesso è accaduto, e lo posso testimoniare, di persone che erano entusiaste degli scritti del dr. Gaspari, per poi scappare via perché la maldicenza correva nei confessionali o via internet o fatta viaggiare a San Giovanni Rotondo in un demonico passaparola all’epoca a mezzo lettera e fax. Di Gaspari non si doveva parlare e ove ci fosse qualcuno interessato occorreva insistere sulla presunta eresia del Quaderno dell’Amore29. Non gli si doveva dare accesso a nessuna Chiesa, a nessun convento e conveniva evitare il contatto con i Gruppi di Preghiera fondati dal Padre Pio per essere testimoni dell’Amore e non per farsi strumentalizzare da quello o quell’altro prete e soprattutto dalla Chiesa che non diede mai l’imprimatur al testo scritto dal Dr. Gaspari.
Basta usare il senno per capire come Padre Pio avesse un piano per il futuro del mondo al quale teneva essendo stato inviato come profeta. Il piano è stato scegliere alcune persone con differenti compiti ed educare uno dei suoi figli, il Gaspari, il non detto del Santo, a tenere in vita la Parola di perdono per tutti coloro che vorranno accoglierla, perché l’uomo ha la libertà di accogliere o respingere la Volontà di Amore che un Santo desidera, ma non potrà mai fare nulla contro la Volontà di Dio.
Dio, attraverso il suo Santo Padre Pio aveva deciso dell’avvenire del Gaspari dall’età di quattordici anni, solo per la fede della madre del Gaspari, Ida Tibaldi, che riconobbe, in tempi non sospetti, la santità del Padre, inviandole il decimo figlio per farlo diventare suo figlio spirituale. Un episodio interessante ascoltato dalla viva voce del figlio spirituale di Padre Pio, fu quando raccontò che sulla culla la madre aveva messo una foto del Santo. Alla visita del parroco, questi gli ordinò di rimuovere «la foto di quel mago». La mamma allora, che aveva un grande discernimento, lo cacciò immediatamente dalla casa.
Di questi fatti non si fa menzione in nessun libro sul Padre. Vi è una sorta di auto-censura per silenziare le parole che sono state scritte in seguito nella maturità da questo uomo investito di un incarico sovrumano, sopportando con pazienza, quasi a specchio del Padre Pio, tutte le malignità, le perfidie, gli asti e le animosità della chiesa e dei Gruppi di preghiera avvertiti di non leggere né ascoltare anche molte storie segrete del Padre che sono una testimonianza non solo spirituale ma anche storica.
Io ho visto con i miei occhi un uomo anziano piangere per le cattiverie che gli furono inflitte e come, nonostante tutto andasse avanti, nel mantenere viva la sua promessa a Padre Pio. Vedere una persona anziana piangere di dolore per il male scatenatogli contro fu un fatto che sconvolse e commosse molte persone che volevano bene e sostenevano quest’uomo che aveva la sola missione di amare anche coloro che erano caduti nei peggiori peccati.
Concludo con una frase del dr. Gaspari, in visita in Unione Sovietica, facendo parte di una delegazione pubblica del Ministero della Sanità, invitato dal suo amico, il Prof. Roberto Intonti, il quale scrisse:
«Vedevo quei soldati dagli occhi azzurri e tanto Amore di Dio nascosto in loro».
Per quanto mi riguarda l’autore di questo articolo non si è mai lasciato incantare né dai preti traditori, dialoganti, cattocomunisti e uomini dal cuore indurito. La Gestapo della chiesa cattolica alla fine crollerà nella sua perdizione ed il mysterium iniquitatis30 si realizzerà e allo stesso tempo l’Amore di Dio trionferà in ogni caso.
Padre Pio disse una volta che lui avrebbe fatto più chiasso da morto che da vivo.
È probabile che i tempi siano maturi per un po’ di chiasso attraverso questo primo articolo su materiale raccolto dal 1987 al
- NOTE:
- 1 http://regina-pacis.weebly.com/uploads/2/9/5/9/29596581/lo_scanlo_scandalo_del_tempio_satanico_a_san_giovanni_rotondo_dedicato_a_san_padre_pio.pdf
- 2 https://retelabuso.org/2017/08/30/abusi-nel-santuario-di-padre-pio-e-benedetta-sirignano-lavvocato-di-anna-verde/
- 3 Una volta mi raccontò un suo figlio spirituale, che il Padre ricevette la Regina Maria José, Regina d’Italia e moglie, divorziata dell’ultimo Re Umberto II, la quale chiese una benedizione per sé ed i suoi figli. Il Padre rispose così: benedico il Re, la Regina ed i loro figli. Lo scopo del Padre era di fare capire che non era d’accordo con il divorzio dal buon Re Umberto II e che voleva la famiglia reale unita.
- 4https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/abusi_santuario_di_padre_pio_lusso_sfrenato_convento_le_iene-983085.html
Vedasi anche: https://www.ilgiornale.it/news/scandalo-san-giovanni-rotondo-dei-frati-finisce-sotto.html
Ed anche: https://it.wikipedia.org/wiki/Vatileaks - 5 Un grande merito di Papa Woytila fu quello di averne certificato la Santità: https://www.lalucedimaria.it/padre-pio-santo-giovanni-paolo-ii/
- 6 Il frate con le stigmate divenne un problema di ordine pubblico già durante l’estate del 1919. Poteva ben darsi che all’origine di denunce come quella presentata al Sant’Uffizio dai fedeli di Manfredonia fossero regolamenti di conti interni alla comunità ecclesiale. L’arcivescovo della diocesi, monsignor Pasquale Gagliardi, era un prelato che la vox populi diceva sessualmente corrotto 69, e che forse provava verso l’ambiente cappuccino di San Giovanni Rotondo il genere di diffidenza che i chierici secolari provano talvolta verso i regolari; senza dire delle implicazioni economiche del culto per padre Pio, che minacciava di drenare verso il convento di Santa Maria delle Grazie risorse altrimenti destinate alla vita religiosa dell’intero Gargano. Fatto sta che il rapido espandersi della devozione per il cappuccino investi presto le autorità civili oltreché le autorità ecclesiastiche. Nei giorni stessi in cui il Santo Uffizio riceveva a Roma le prime lettere anonime, la prefettura di Foggia registrò l’arrivo di un esposto firmato da «un gruppo di cittadini» di San Giovanni. Al prefetto si chiedeva di indagare sui pretesi miracoli e sulle asserite stigmate di padre Pio. Si chiedeva inoltre di garantire che al massiccio concorso di devoti corrispondessero sia misure di pubblica sicurezza contro quanti approfittavano della «lurida industria», sia misure profilattiche: giacché molti pellegrini provenivano da paesi «infetti di vaiolo e forse anche di tifo», e quando si accalcavano intorno a padre Pio, a sua volta malato di tubercolosi polmonare, ne «raccatta[va]no gli sputi sanguinolenti» Rapporto del prefetto di Capitanata, Camillo De Fabritiis, Foggia, 19 giugno 1919 (che cita dall’esposto del dott. Ortensio Lecce): riprodotto in G. PAGNOSSIN, Il Calvario di Padre Pio, Tipografia Suman, Padova 1978, vol. I, p. 33.
- 7 La cosa più sconvolgente è che il Gaspari difendesse la Chiesa i tutti i modi citandone i meriti e mettendo in luce la galassia dei Santi che sono stati il suo lievito. Infatti la maggior parte dei suoi discorsi furono tenuti in varie chiese d’Italia, in Francia ed in Russia. La chiesa che Gaspari difendeva divenne la sua acerrima nemica ed alla fine gli impedì di parlare nelle parrocchie e nei conventi.
- 8 Il termine comandamento richiama l’Alleanza, non più quella affidata a Mosè, ma la nuova Alleanza offerta da Cristo stesso. I discepoli devono amarsi gli uni gli altri. L’avverbio kathos viene solitamente tradotto come, ma ha un significato un po’ più profondo che si può rendere meglio con le parole dal momento che… Quindi si può leggere “poiché io vi ho amato, amatevi (anche voi) gli uni gli altri”. Grazie all’amore che i discepoli hanno ricevuto dal Cristo, e in base al suo esempio, anche i discepoli possono amarsi gli uni gli altri.35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. Fonte: https://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?mostra_id=28225
- 9 “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno.” (Galati 3, 13)
- 10 Gli uomini di oggi spesso non credono più che Dio li ama e ciò è dovuto al fatto che non si vive più delle memorie delle promesse di Dio e perciò l’oblio della verità porta lo sconforto e la sfiducia. L’uomo si sente solo e non crede alla bontà di Dio perché non vuole ricordare ciò che la bontà di Dio ha detto, promesso e mantenuto. Se noi facciamo questo sforzo di ricordare bene tutto ciò che è scritto allora lo Spirito Santo si ravviva nei nostri cuori e ci porta la certezza che tutto ciò che Dio ha promesso per il bene dell’umanità si avvererà e sarà compiuto quanto prima, quanto più noi pregheremo e ricorderemo la volontà di Dio espressa nel Suo testamento. La negligenza nel ricordo è la causa dei mali del mondo ma la bontà di Dio ha provveduto affinché ci siano sulla terra uomini capaci di ricordare continuamente l’Amore di Dio e la Parola di Dio. Infatti la Chiesa è stata istituita a questo scopo perché gli uomini devono ricordare, cioè portare al cuore tutto ciò che è scritto se vogliono trovare un senso alla loro vita, se vogliono ritrovare l’immortalità perduta in Adamo ed Eva. Miraporte – Chiesa di San Marco – 21/10/1990 – Conferenza del dr. Luigi Gaspari
- 11 https://www.sursumcorda.cloud/images/Padre-Pio-e-papponi/Padre-Pio-e-papponi.pdf
- 12 Emmanuele Brunatto nacque a Torino il 9 settembre 1892. Attore, cantante, impresario di moda, passava da una città all’altra in Italia e all’estero, e si tuffò nella vita mondana. Nel 1920 sentì parlare di Padre Pio e decise bruscamente di partire per San Giovanni Rotondo. Quando giunse nella chiesetta, Padre Pio, avendolo notato, lo fulminò con uno sguardo come se avesse visto il diavolo in persona. Brunatto, definendosi il “pubblicano” perché consapevole di aver peccato molto nella sua vita precedente, fece pentito l’accusa dei peccati. Mentre riceveva l’assoluzione, avvertì effluvi di rose e di violette. Padre Pio lo accettò come figlio spirituale. Visse nel convento di San Giovanni Rotondo dal 1920 al 1925. Fonte: https://www.conventosantuariopadrepio.it/it/i-figli-spirituali/brunatto-emmanuele.html
- 13 Estratto dall’autobiografia del Gaspari: Circa due mesi dopo, ai primi di marzo 1957, ero di nuovo nei corridoi del convento di S. Giovanni Rotondo. Incontrai il Padre intento ad ascoltare le parole del Sindaco (Morcaldi) di quel paese e del Padre Guardiano del Convento.
Il Sindaco stava dicendo a Padre Pio che la richiesta fatta dal Comune di S. Giovanni Rotondo alla Cassa del Mezzogiorno a Roma per ottenere finanziamenti per lavori stradali ed altri urgenti era stata respinta. Involontariamente udivo le parole del Sindaco, trovandomi alle spalle del Padre. Improvvisamente Padre Pio si girò verso di me e mi disse: «Tu devi andare a Roma e occuparti di questa faccenda presso la Cassa del Mezzogiorno». Rimasi sorpreso ed allibito e risposi: «Padre io non conosco Roma e non ho amici che mi possano aiutare per questo compito».
Il Padre con dolcezza e sicurezza rispose: «Non devi attraversare l’oceano per andare a Roma. Su via parti subito con la Benedizione di Dio ed io ti accompagnerò». Il Sindaco ed il Padre Guardiano mi illustrarono la situazione e le richieste giuste da farsi alla Cassa del Mezzogiorno…Mi recai alla Cassa del Mezzogiorno dalle persone autorevoli incontrate, una in treno e l’altra a Roma il giorno stesso dell’arrivo. Dopo un periodo di tempo ricevetti a Bologna una lettera, che conservo, dal Vice Presidente della Cassa del Mezzogiorno. Mi assicurava che i finanziamenti per i lavori stradali per il piazzale del Convento e altro erano stati approvati (Dalla nota autobiografica) © CDOLG Via San Felice 91 – 40122 Bologna. - 14 http://www.freepdf.info/index.php?post/Bellegrandi-Franco-Nichitaroncalli-Controvita-di-un-Papa – I segugi dell’informazione fanno a gara nella caccia ai compagni compromessi con le opere e con l’azione. Ma quando la pista eccitante si infila nel portone di bronzo, quei segugi si arrestano di botto ad un fischio imperioso. Fino a quando durerà questa quiescente omertà, questo silentium ufficiale su una politica vaticana e su un orientamento ecclesiale responsabili e benemeriti di una sì lunga stagione di vacche grasse per i partiti comunisti del nostro tempo? Oggi che il coperchio è saltato dalla marmitta dell’Est e lo scoperchiato brodetto marxista ha fatto arricciare i nasi di tutto il mondo, la soglia della Città Leonina e della sua politica compromessa col comunismo sono rigidamente precluse all’informazione.
- 15 Nel 1926, dopo essere stato raggiunto da alcuni devoti di padre Pio, Gemelli scrisse una nuova lettera al Sant’Uffizio. Questa volta affermò che per lui Padre Pio era “uno psicopatico ignorante e che indulgeva in automutilazione e si procurava artificialmente le stigmate allo scopo di sfruttare la credulità della gente”
- 16 Vedasi http://www.albergosanmichele.com/le-indagini-e-la-condanna-del-sant-uffizio.html
- 17 La secolarizzazione non ha ucciso la religione: né avrebbe potuto farlo, dal momento che il progresso politico, culturale, scientifico non ha cancellato dalle nostre vite la dimensione del male, e con essa – per molti – l’esigenza di collocare la sventura entro la cornice di un disegno provvidenziale. Storie come quella di padre Pio non si capiscono senza tenere a mente un giudizioso bilancio di Ignazio Silone: i sindacati non bastano per fare a meno dei santi. Perché «la povera gente è sempre in paura». La malattia, l’alluvione, la guerra stanno sempre in agguato, e non c’è tutela sindacale che tenga, «non si sta mica più sicuri di prima, la paura è rimasta» I. SILONE, Vino e pane (1955), Mondadori, Milano 1981, p. 169.
- 18 © CDOLG Bologna – Via San Felice 91 40122 – Luigi Gaspari – Chiesa di San Girolamo – Aversa (Na) 05/11/1988
- 19 Si veda https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/08/30/maxi-truffa-in-nome-di-padre-pio.html ed anche: http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200803articoli/31068girata.asp ed anche: https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2002/08_Agosto/29/padrepio.shtml ed anche: https://www.padrepio.it/padre-pio-sotto-inchiesta/
- 20 © Dal Quaderno dell’Amore – Luigi Gaspari CDOLG Via San Felice 91 40122 Bologna
- 21 Avvenire 19/08/1978 pg.5 “…causa l’ingiustizia dilagante e l’abuso di potere siamo giunti al compromesso col materialismo ateo negatore dei Diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima e riconfermato a Siracusa dalle lacrime della Madonna. Tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo con i negatori di Dio e coi poteri luciferici del mondo sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo. Così facendo tradiscono la Parola di Dio perché Cristo venne a portare sulla terra perpetua alleanza solamente agli uomini di cuore…il gregge è disperso quando i pastori si alleano con i nemici della Verità di Cristo… San Padre Pio da Pietrelcina.
- 22 © Testo – Padre Pio Profeta dell’Era dell’Amore – CDOLG – Via San Felice 91 40122 Bologna
- 23 A lui, Padre Pio, avevo già dedicato una buona parte della mia esistenza e da allora ho sentito il dovere di dedicarmi pienamente alla missione di diffondere il suo messaggio di amore. Dal 1985 ho iniziato a tenere conferenze in Italia ed in diverse parti d’Europa. Sono stato anche in Russia non molto tempo fa. Devo dire che non ho mai avuto il minimo rimpianto per aver rinunciato, per lui, a farmi una famiglia…© GENTE MESE maggio 1995 N.5 Anno X.
- 24 7Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! 8Fate attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere una ricompensa piena. 9Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. 10Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; 11poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse. (II L.et Gv. 7,11)
- 25 Mosca Chiesa dei SS Cosma e Damiano 06 aprile 1994 – Luigi Gaspari conferenza su Padre Pio ed il Quaderno dell’Amore © CDOLG Bologna – Via San Felice 91 40122
- 26 Il Quaderno dell’Amore (n.d.A.) © CDOLG Bologna – Via San Felice 91 40122 –
- 27 https://en.wikipedia.org/wiki/Alfonso_D%27Artega
- 28 n.d.A.
- 29 L’autore con molti amici preparati e con alcuni amici teologi, tra i quali un Ortodosso, non ha riscontrato nulla di eretico nelle parole del Quaderno dell’Amore trovandone nel contempo ricche di Sapienza e di Speranza. Sono parole che dovrebbero essere mangiate dosandole con il bilancino di un farmacista.
- 30 Cfr. in Fabrizio Bosin – Carmelo Dotolo (a cura di), Patì sotto Ponzio Pilato…, Dehoniane, Bologna, 2007, pp. 159-178
Tale deviazione, in una parola, viene definita da Quinzio come riduzione del cristianesimo ad etica, cioè come riduzione della salvezza da intervento posto nelle mani di Dio in possibilità posta nelle mani dell’uomo. In questo si sostanzia il mysterium iniquitatis che coinvolge la Chiesa stessa, e che l’immaginario papa Pietro II sancisce nella seconda delle sue definizioni dogmatiche. Quinzio comincia con il richiamo di 2 Tess 2, 3-9, il passo classico sul mistero dell’iniquità, interpretando quest’ultimo come l’avvento dell’anticristo non dal di fuori della Chiesa, ma dal suo interno, in un clima di globale perversione. Constatando poi che «il mistero dell’iniquità, il mistero dell’apostasia anticristica, sebbene già allora additato come all’opera, non ci viene svelato in nessun luogo: né nei testi sacri né nella tradizione della Chiesa», ne tenta una interpretazione, centrandolo sulla scomparsa della coscienza del peccato come fulcro dell’anticristicità. Se “«Dio inizia la sua opera salvifica proprio ‘costituendoci in peccato, dandoci cioè la consapevolezza – che ‘l’uomo naturale’ non ha – della totale insufficienza nostra e delle nostre opere, della nostra difformità dalla giustizia di Dio […, allora] il primo carattere dell’anticristo è la negazione del peccato, cioè dell’incapacità degli uomini di salvare le loro vite, e la negazione quindi del bisogno stesso di salvezza» Fonte: http://www.giorgiogiovanni.it/wp-content/uploads/2007a-Il-mistero-delliniquit%C3%A0-in-Sergio-Quinzio.pdf - 31 Per leggere scritti, conferenze e fare una donazione per avere le opere del Dottor Gaspari fare riferimento a: http://www.archiviogaspari.it/html/index1.htm
Gaspari ha elaborato migliaia di scritti ed alcuni libri. Gli scritti sono stati ripresi e catalogati da un Comitato che provvede alla diffusione delle conferenze e dei testi: Padre Pio Profeta dell’era dell’Amore, Padre Pio mi ha detto…, Testamento-promessa di Grazia, Amore alla Verità, Amore a Maria. Il Quaderno dell’Amore è stato tradotto, nonostante le difficoltà e gli ostacoli posti contro il Gaspari nelle seguenti lingue: inglese, fiammingo, tedesco, spagnolo, cinese, armeno, ungherese, serbo-croato, russo, portoghese, greco, francese, polacco. Molte traduzioni sono state partorite dalla volontà di preti fedeli all’Amore di Dio che hanno deciso pur nella lontananza delle loro residenze aiutarne la diffusione. Molte richieste arrivano dall’Africa.
* * *
Seconda parte
A proseguimento del pregresso articolo, su questa seconda parte, andrò a toccare alcune affermazioni del Padre ed il suo rapporto profondo con il Gaspari. Come avevo anticipato, la madre del Gaspari, Ida Tibaldi, in tempi non sospetti, riconobbe nel frate di Pietrelcina la santità che in seguito venne confermata da Papa Woytila1.
Questo strano rapporto a distanza tra la Tibaldi e Padre Pio venne confermato solo da una visita che ella fece a San Giovanni Rotondo, durante la quale decise di affidargli il suo decimo figlio, per farlo figlio spirituale, poiché la nascita del Gaspari fu un vero miracolo. La Tibaldi infatti aveva un tumore alle ossa ed era incinta. Allora, con fiducia e con pieno abbandono, si recò presso la tomba di San Antonio da Padova e poggiò il suo viso sul marmo che la adornava.
Il tumore improvvisamente rallentò e poi scomparse e già questa fatto fu un vero miracolo2, perché si vede che i Santi intervengono quando esiste un certo disegno che Dio desidera e si comprende anche come Sant’Antonio3 fosse in contatto con il frate di Pietrelcina. La comunione dei Santi è infatti un punto basilare della dottrina della Chiesa. Il termine «comunione dei santi» ha pertanto due significati, strettamente legati: «comunione alle cose sante (sancta) e «comunione tra le persone sante (Sancti)». «Sancta Sanctis!» – le cose sante ai santi – viene proclamato dal celebrante nella maggior parte delle liturgie orientali, al momento dell’elevazione dei santi Doni, prima della distribuzione della Comunione. I fedeli (sancti) vengono nutriti del Corpo e del Sangue di Cristo (sancta) per crescere nella comunione dello Spirito Santo (Koinonia) e comunicarla al mondo. Questo aspetto della comunione dei Santi era sempre stato ribadito dal Gaspari in età matura.
All’età di quattordici anni venne inviato dal Padre appunto per farlo suo figlio spirituale che il Padre accettò avendo avuto da Gesù precise istruzioni sul controllo dello studio ed in seguito sulla laurea in Farmacia del Gaspari.
Gaspari poi ritornò dal Padre all’età di ventotto anni, per poi rimanere stabilmente a San Giovanni Rotondo per cercare di aiutare il frate nelle sue necessità all’età di 42 anni, tempo in cui scrisse il Quaderno dell’Amore su ordine del Padre.
La famiglia del Gaspari era benestante ed il Padre Augusto possedeva dei molini nel modenese. La famiglia Gaspari era pertanto, ed ancor oggi, specializzata nella produzione di farine di ogni tipo; un discendente è infatti proprietario di un molino a Stuffione di Ravarino nella provincia di Modena.
Lo stare sempre in mezzo alla farina, aveva portato come conseguenza al Gaspari una brutta asma, che gli rimase per tutta la vita, e che, ricordo molto bene, riusciva a curare, per quel poco che poteva, con la Teofillina e l’Efedrina. Nonostante questa asma tremenda, che dal 1994-1995 lo costrinse a stare su una sedia a rotelle, per l’impossibilità di camminare per lo sforzo respiratorio, continuò fino alla morte a parlare apertamente al pubblico ed ai pochi che desideravano ascoltare e comprendere, gli aspetti misteriosi e non detti del frate di Pietrelcina che gli ripeteva durante la confessione molto prima del tempo dei microfoni4.
La vita attorno al Santo era fervida di cose da fare e problemi da risolvere, sia per la questione dell’Ospedale che alla fine, dopo mille peripezie, incluso lo scandalo Giuffrè5, venne inaugurato col nome di “Casa Sollievo della Sofferenza”, anche se i danni della Chiesa modernista6 si addensavano come nubi nere sulla testa del Frate7. Qui c’è un particolare da raccontare proprio relativamente allo scandalo Giuffrè: i frati erano caduti nel tranello dello schema Ponzi, che utilizzava quest’uomo, il quale prometteva loro tra il 70 % sino al 100% di interessi sulla gestione del patrimonio che aveva ricevuto dai questi sciocchi. Questi soldi erano stati distratti dalle donazioni che pervenivano a S.G. Rotondo per la costruzione dell’ospedale. Atterriti per lo scandalo, questi stupidi traditori si rivolsero, senza ritegno e senza vergogna, al Frate di Pietrelcina, chiedendogli di mettergli a disposizione parte del denaro ricevuto per la costruzione dell’Ospedale, per compensare la perdita. Questa volta il Padre ebbe il coltello dalla parte del manico e respinse senza se e senza ma la richiesta. Questo avvenimento gli attirò ancor di più gli odi della maggior parte dei frati legionari che silenziavano con accurata perfidia ed attraverso malignità, quei pochissimi in buona fede che difendevano il Padre con saldezza.
Questo scandalo fu il primo di una lunga serie ed è veramente complesso capire come ancor oggi si continui con questi mercanti del tempio. Ma prima o poi accadrà qualcosa che farà crollare tutto ed il popolo vedrà la Verità davanti agli scandali che si estenderanno ovunque.
La costruzione della orrida nuova chiesa, che sembra una palestra moderna, con lo scopo di raggruppare molte più persone, è la fotografia di come il modernismo trasformasse anche l’architettura sacra8. Un interessante episodio del Padre, accadde quando dei fedeli che venivano da Napoli si recarono dal frate per avere la sua benedizione. Il frate, con grande stupore. Rispose loro: «cosa venite a fare da me che avete Don Dolindo?” Il Padre si incontrò una sola volta con Don Dolindo Ruotolo e gli disse: «tutto il Paradiso è in te». Don Dolindo scrisse uno dei più grandi commenti alla Bibbia che si possono trovare in circolazione, ricco di sapienza e di grande meditazione. Questi documenti, questi libri ricchissimi, sono disponibili presso l’Apostolato Stampa che li diffonde9 e che per chi ha voglia di approfondire gli studi biblici si suggerisce di acquistare. Ovviamente anche di Don Dolindo, in odor di santità, si parla il meno possibile.
Il frate iniziò a fare selezione delle persone più affidabili specialmente tra i laici ognuno con un preciso compito.
La Chiesa di Giovanni XXIII era in piena effervescenza per il Concilio Vaticano II che avrebbe poi aperto al dialogo con tutte le religioni e respinto, attraverso il Modernismo10, l’unicità di Cristo. Se bisognava dialogare con ebrei, musulmani, indiani ed altre forme religiose non faceva comodo questa unicità del Cristo come unica Via, Verità e Vita ed anche la Resurrezione era di intralcio alla “politica” delle porte aperte al caos eretico.
Le voci su una possibile influenza della Massoneria erano già qualcosa di felpato; si diceva, infatti, che papa Roncalli si fosse iscritto a questa organizzazione quando era nunzio apostolico ad Ankara. Ovviamente la chiesa negò11 e fece pressioni per fare ritirare un libro scritto da una persona perbene che frequentava gli ambienti vaticani: Franco Bellegrandi. Quest’uomo onesto subì una potente offensiva e fu vittima di maldicenze e calunnie solo perché disse e scrisse la verità in un suo libro che suggerisco di acquistare: Nichita Roncalli – Controvita di un Papa. Tornando al Gaspari, gli incarichi che gli dava Padre Pio erano continui e molto spesso lo portavano in giro per l’Italia. Un punto fermo fu l’amicizia con la Baronessa Bianca Remy de Turicque,12 che aveva una bellissima villa a Tivoli, e che gli aprì molte porte nella Roma che contava per volontà segreta ed ancor non manifestata di Padre Pio.
Successivamente il Padre iniziò ad insistere che il suo figlio spirituale viaggiasse tra Roma e San Giovanni Rotondo per i vari incarichi che gli commissionava e che erano tutti improntati ad aiutare delle persone che ad esempio volevano suicidarsi o avevano altri tipi di problemi. Questo continuo lavorio era in realtà un addestramento per avere nel Gaspari una presa di coscienza del suo ruolo consolatorio. Ad un professore di Roma, che aveva una grave depressione e teneva sempre la pastiglia di cianuro vicino al comodino, Padre Pio inviò il Gaspari, il quale divenne poi grande amico di quest’uomo che gli rimase affezionato sino alla morte. L’amicizia del Gaspari e la costanza della vicinanza nell’impedire il suicidio ebbe i risultati che si aspettava Padre Pio. Il Gaspari in seguito tornò a San Giovanni Rotondo, ma mal sopportava il fanatismo di tante persone che si era formato attorno al frate. Infatti spesso Padre Pio gli diceva: «sono circondato da diavoli». È palese che i diavoli si mischino tra le persone perbene, che erano sinceramente desiderose di dare un senso spirituale alla propria esistenza, e Padre Pio provvedeva a volte con una dolce spintarella, altre volte con urla e strilli ed altre ancora cacciando il malcapitato che magari era andato a conoscerlo solo per curiosità.
Con il Gaspari invece aveva sempre un atteggiamento sempre bonario, affettuoso e gentile. Il Gaspari, forzando un po’ la mano al Padre, ritornava nella sua amata Bologna e tentava di avere la propria vita di uomo e farsi una famiglia; conosceva delle donne con cui si era fidanzato e le presentava ogni volta a Padre Pio ed il padre trovava sempre questo o quel difetto, prima in una, poi in un’altra ed in un’altra ancora. Il Gaspari da giovane era un bell’uomo ed era anche nell’aspetto e nei modi un vero galantuomo, di quelli che oggi sembra che non ne esistano più. Aveva un animo tenero e tendeva sempre a consolare le persone che erano state rimproverate bruscamente dal Padre, avendo una profonda e naturale predisposizione ad una mistica profonda che probabilmente era ciò che aveva individuato in lui il frate di Pietrelcina. La sua casa, dopo aver scritto il Quadernino, era aperta a tutti, un vero porto di mare, dove lui accoglieva qualsiasi persona buona, cattiva, folle, sconsiderata, legionaria, fanatica e specialmente aveva una grande tenerezza consolatoria con coloro che avevano il peso di tanti sensi di colpa. Spesso ripeteva una frase di Giovanni: se il tuo cuore ti condanna, ricordati che Dio è più grande del tuo cuore13.
Una volta stanco di queste continue richieste del Padre, gli chiese il perché ogni volta che gli presentasse una fidanzata, questa o quella non sarebbe stata adatta e Padre Pio, sempre in modo misterioso gli rispose: «Dio ti vuole libero per un compito che Gesù ti indicherà»14. In realtà questo disegno di Gesù fu anticipato da una lettera che ricevette in giovane età da una figlia spirituale di Padre Pio, Olimpia Pia Cristallini, che, a nome del Padre (essendo questi già sotto il duro controllo delle legioni dei frati di S.G.Rotondo), gli scrisse che doveva studiare perché “Gesù aveva deciso del suo avvenire”.
Il Gaspari rimase molto perplesso di fronte a queste affermazioni del padre e di come Gesù avesse giù deciso del suo futuro. Temeva, infatti, che il frate volesse farlo diventare prete, laddove lui era un uomo libero e voleva mantenere la sua libertà. Invece era proprio questa libertà che il Padre voleva dal Gaspari, la libertà di scrivere le parole di Amore che il Cuore di Gesù gli avrebbe dettato nei tempi e nei modi che erano stati stabiliti.
Padre Pio lo definiva sempre, per il suo atteggiamento consolatorio con tutti, come il Bambino suo, di Maria e di Gesù; come se, tramite l’azione del Padre, di Gesù e di Maria, potesse raggiungere un’ascesi straordinaria. Per capire cosa significa la coscienza del Bambino bisogna rivolgersi al grande mistico russo Pavel Florenskij il quale ci testimonia cosa significa questo termine; egli, infatti, scrive nel testo “Non dimenticatemi” le seguenti parole:
“Il bambino …emana una sapienza straordinaria, e solo un uomo eccezionale può raggiungere da adulto questa sapienza, e con l’ascesi di tutta la vita… Sembra volermi chiedere come mai ritorno sempre alle impressioni dell’infanzia. Prima di tutto perché il mondo interiore si cristallizza attorno ad esse e da esse viene sostanzialmente determinato. Se la vita in genere ha senso e valore, dimenticare il passato è ingratitudine e insensatezza, poiché tutto diventa passato, e allora tutta la vita, tirate le somme, deve rivelarsi uno zero… Il segreto dell’attività creativa sta nel conservare la giovinezza. Il segreto della genialità, nel conservare l’infanzia, la disposizione d’animo dell’infanzia per tutta la vita. È proprio questa disposizione che dà al genio una percezione obiettiva del mondo, non centripeta, una sorte di prospettiva rovesciata del mondo, e per questo tale percezione è integrale e reale. La percezione illusoria del mondo invece, per quanto splendente e chiara possa essere, non sarà mai definita geniale. Infatti, l’essenza stessa della concezione geniale del mondo sta nella capacità di penetrare nel profondo delle cose, mentre l’essenza della concezione illusoria sta nel nascondere a sé stessi la realtà”.
Questa è la realtà del bambino alla quale noi cristiani dobbiamo tendere avendo avuto, attraverso il Gaspari un esempio di come è possibile tendere verso questa visione dell’infanzia. Infatti Cristo disse:
«Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?» – allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli» (Matteo18,1-5.10.12-14).
Padre Pio disse al Gaspari che il Cuore di Gesù gli avrebbe dettato le parole di Amore15 che sarebbero state l’apertura della centralità del mondo giovanneo che avrebbe facilitato la nascita della Civiltà dell’Amore. Un compito sovrumano e che chiarisce anche come le battaglie contro il Frate di Pietrelcina si sarebbero riversate su di lui cercando di silenziarlo e di cancellarne il ricordo, alla maniera di Stalin che faceva rimuovere dalle sue foto le persone che erano incappate nelle sue purghe o iscriverlo nella lista degli eretici sempre in linea con la condotta inquisitoria che si ebbe anche col frate, tanto celebrato oggi, perché non può più dire nulla. Gaspari era ed è scomodo in vita ed anche dopo morto perché la Chiesa ha scelto il dialogo col mondo invece che l’Amore gratuito di Gesù, donatole attraverso il sacrificio del frate di Pietrelcina e del suo amico Luigi.
Il Santo Padre Pio voleva donare attraverso il suo testamento nascosto, scritto dal Gaspari la Bellezza al mondo intero e
“se dunque il Regno contemplato è la Bellezza, la terza Persona della Trinità si rivela Spirito della Bellezza. Dostoevskij l’ha compreso bene: «Lo Spirito Santo — dice — è la percezione diretta della Bellezza», egli comunica lo splendore della Santità. Perciò, secondo S. Gregorio Palamas, in seno alla Trinità lo Spirito è «la gioia eterna… in cui i Tre si compiacciono insieme»16.”
Questi fatti sono stati visti ed ascoltati personalmente quando mi recai a S.G.Rotondo e chiesi ad un frate molto anziano negli anni ‘80, non sapendo che ero amico del Gaspari, se lo conoscesse. Notai subito un certo imbarazzo e sobbalzò con evidenza, ma la risposta fu sempre la stessa: «non ne ho mai sentito parlare». Pertanto la piena rimozione e silenziamento in obbedienza agli ordini dall’alto. Fortunatamente vi sono foto, conferenze, articoli di giornale che non potevano essere silenziati. Ma quando qualcosa fa parte della Volontà di Dio non può essere fermato dai preti sotto obbedienza o anche dai vari traditori di Cristo perché costoro hanno avuto in gestione la Vigna ma poi viene il Padrone della Vigna a far giustizia17.
Sempre Florenskij ci chiarisce come sia Giovanni, l’Apostolo che ha ascoltato i battiti di amore del Cuore di Gesù ad avere questo compito, scrivendo nella sua Teodicea “Stolp i utverzdenie istiny” (La colonna e il fondamento della verità) dove nel capitolo 10 intitolato “L’amicizia” scrive:
nella comunità cristiana tutti sono uguali e allo stesso tempo tutta la struttura della comunità è gerarchica. Intorno al Cristo ci sono alcuni circoli concentrici che conoscono più e più profondamente, a misura che si restringono. Partendo dall’esterno ci sono “le masse del popolo”; poi l’entourage del Cristo; poi i discepoli e seguaci segreti come Nicodemo18, Giuseppe d’Arimatea, Lazzaro e le sorelle, le donne che seguivano Cristo, ecc.; poi ancora gli eletti, “i settanta”, poi “i dodici”, poi “i tre”, cioè Pietro, Giacomo e Giovanni, infine “uno che il Signore amava” (Gv. 13, 23; 19, 26; 20, 2; 21, 7, 20). Occorre ancora ricordare la predicazione per parabole, la scelta dei testimoni, la spiegazione delle parabole in privato? “I suoi discepoli poi lo interrogavano sul significato di quella parabola. Egli disse: – A voi è stato dato di conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri sono proposti in parabole, affinché vedano senza vedere e ascoltino senza ascoltare -” (Lc. 8, 9-10).
Scrive il Gaspari:
“nel mese di giugno 1956, esattamente il giorno sei, mi trovavo a S. Giovanni Rotondo. Dopo la S. Messa Padre Pio mi vide in sacrestia. Si avvicinò e disse: «Che fai qui? Non perdere tempo, vai a casa subito». Rimasi molto turbato dall’invito a partire subito per Decima19. Partii col primo treno diretto a Bologna. Arrivai a S. Matteo il giorno successivo. Trovai la cara mamma in fin di vita, ma ancora lucida di mente. Vedendomi accanto al letto di morte, mamma si illuminò di una gioia indescrivibile e mi disse: «Sei qui Luigi! Ho tanto pregato Padre Pio di mandarti a casa. Volevo rivederti ancora una volta prima di morire. Sono grata a Dio ed a Padre Pio di avere esaudito il mio desiderio. Ora muoio contenta perché so …20»”.
Dopo la morte dell’adorata madre, Ida Tibaldi avvenuta l’8 giugno, giorno del Sacro Cuore, Gaspari si recò da Padre Pio
“Mi trovavo nel corridoio del convento alle pareti erano appese numerose stampe. Padre Pio uscì dalla cella, ebbi la possibilità di ricevere parole confortanti per il mio grande dolore del quale egli si rese partecipe. Gli occhi del Padre, tanto pieni di Amore per tutti gli uomini, in quel momento, non seppero placare il dolore del mio cuore. Riuscii a dire soltanto queste parole: «La mamma le voleva tanto bene, Padre, aveva fede e sembrava che la conoscesse intimamente nonostante non avesse mai parlato con lei». Padre Pio camminava lentamente nel corridoio per dirigersi al coro della vecchia Chiesetta. Alle mie parole sembrava non voler rispondere, mi guardava fisso coi suoi grandi occhi pieni di Bontà e d’Amore. Si fermò improvvisamente, alzò la mano e col dito indicò una delle stampe appese alle pareti come se la vedesse per la prima volta. Lesse quanto era scritto ed io lessi insieme a Lui. Stava scritto: “La Comunione dei Santi21”.
Padre Pio operò lentamente col Gaspari per prepararlo alla stesura del Quaderno dell’Amore che sarebbe avvenuta nell’anno1968 con un primo scritto il 22 febbraio intitolato “La primavera” ed i seguenti capitoli: Bologna 8-9 aprile 1968, Bologna 9 aprile 1968, Mattino del 9 aprile 1968, Bologna 9 aprile 1968 – ore 9,00, Bologna sera del 9 aprile 1968, Roma 11 aprile 1968 – Giovedì Santo, San Giovanni Rotondo, 13 aprile 1968 – Sabato Santo, San Giovanni Rotondo 14 aprile 1968 – Santa Pasqua di Resurrezione, San Giovanni Rotondo 15 aprile 1968, San Giovanni Rotondo 16 aprile 1968.
Dopo la pubblicazione il Padre, felice che il primo obiettivo fosse stato raggiunto, a fine aprile 1968 Padre Pio raccomandò al Gaspari di pubblicare e far giungere il Quadernino giovanneo alla gerarchia ecclesiastica che si rivelò invece alquanto fredda in generale allo scritto22.
Il collaboratore, e figlio spirituale di Padre Pio, Primo Capponcelli ebbe dal Padre l’ordine di provvedere alla stampa di svariate copie dell’opera per recarsi a S.G. Rotondo in occasione dei 50 anni delle stigmate e provvedere ad una distribuzione tra i fedeli del Padre. Il Capponcelli portò molti Quaderni il 20 settembre 1968.
Immediatamente scattò il comando dei frati e preti, nemici di Padre Pio e, in seguito, del Gaspari, per proibire la diffusione dei Quaderni.
Scrisse il Gaspari
“rividi il Padre amatissimo per l’ultima volta nel riposo mortale del suo corpo santo. In pochi attimi ho rivissuta tutta la mia vita – difesa e diretta dalle Ali dell’Aquila del Cielo – venuta sulla terra a difendere i deboli. Il Padre che è stato il mio amico fedele, la mia forza, non parlava più23”.
Nonostante tutto il Gaspari riuscì, aiutato da persone di cuore, realmente straordinarie e poco influenzabili dalle chiacchiere e dalle maldicenze, a tenere conferenze in varie chiese e luoghi d’Italia, in Francia, in Belgio ed in Russia. Alcune sono leggibili nel seguente link: http://www.archiviogaspari.it/conferenze/conferenze56k.htm
30/04/1995 | Sala Conferenze Hotel Mosé – Villaggio Mosé | Agrigento |
24/06/1989 | Chiesa di S. Sofia | Anacapri 1° (Na) |
25/06/1989 | Chiesa di S. Sofia | Anacapri 2° (Na) |
20/03/1994 | Sala meeting Hotel | Arezzo |
05/11/1988 | Chiesa di S. Girolamo | Aversa (Na) |
05/01/1993 | Istituto “ Don Guanella ” Sala Teatro | Bari |
02/10/1994 | Sala convegni Hotel Brigantino | Barletta 1° (Ba) |
14/10/1995 | Castello Svevo | Barletta 2° (Ba) |
08/06/1993 | Istituto Maria Ausiliatrice | Biancavilla (Ct) |
11/04/1993 | Salle Paix – Eglise de Ste. Therese | Biarritz (Francia) |
24/10/1991 | Chiesa di S. Michele | Bitetto (Ba) |
13/06/1988 | Chiesa di S. Andrea | Bitonto (Ba) |
11/04/1993 | Salle parroissialle de Ste. Genevieve | Bordeaux (Francia) |
22/10/1990 | Chiesa Parrocchiale | Borgomeduna (Pn) |
04/03/1988 | Chiesa delle Ancelle | Brescia |
27/11/1988 | Salle Saint Michel | Bruxelles (Belgio) |
21/09/1987 | Cattedrale | Caltanissetta 1° |
06/05/1995 | Hotel Ventura | Caltanissetta 2° |
23/09/1987 | Chiesa di S. Diego | Canicattì (Ct) |
06/09/1992 | Chiesa di S. Gaetano | Caorle (Ve) |
17/10/1993 | Casa di riposo “ Conte Busi ” | Casalmaggiore (Cr) |
28/11/1993 | Sala meeting Hotel Holiday – via Varano | Castell. di Stabia (Na) |
15/04/1989 | Sala consiglio comunale | Castronno 1° (Va) |
07/12/1991 | Sala consiglio comunale | Castronno 2° ( Va) |
02/06/1993 | Ist. S.Giuseppe Serve della Div. Provv. | Catania |
03/06/1995 | Chiesa di San Lorenzo | Cave ( Rm ) |
04/03/1989 | Chiesa dell’Osservanza | Cesena (Fc) |
11/09/1994 | Palazzo del Turismo | Cesenatico (Fc) |
25/11/1988 | Sala Conferenze | Charleroi (Francia) |
14/02/1989 | Cinisello Balsamo | Cinesello Balsamo 1° (Mi) |
14/02/1992 | Cinisello Balsamo | Cinisello Balsamo 2° (Mi) |
20/06/1989 | Santuario di S. Geminiano | Cognento ( Mo ) |
05/08/1989 | Santuario Madonna della Neve | Coppito ( Aq ) |
07/07/1994 | Chiesa di San Nicola | Cosenza |
06/06/1993 | Sala Conferenze Hotel Garden | Enna – Lago Pergusa |
25/02/1988 | Sala dopolavoro ACLI | Ferrara |
19/09/1993 | Santuario Beata Vergine del Castello | Fiorano (Mo) |
18/04/1992 | Sala “Pace e Bene” Chiesa Immacolata | Foggia |
08/04/1995 | Saletta della cultura – via Roma 133 | Follonica ( Gr) |
20/04/1989 | Parrocchia di Gera – via Regina | Gera Lario (Co) |
02/01/1991 | Chiesa di S. Francesco | Gioia del Colle 1° (Ba) |
02/01/1992 | Chiesa di S. Rocco | Gioia del Colle 2° (Ba) |
02/01/1993 | Chiesa di S. Rocco | Gioia del Colle 3° (Ba) |
31/05/1993 | Sala Ristorante “Gole d’Alcantara” | Graniti (Ct) |
14/01/1995 | Hotel Granduca | Grosseto |
29/07/1989 | Chiesa di S. Bernardino | L’Aquila 1° |
25/07/1993 | Chiesa di Santa Giusta – Piazzetta S. Giusta | L’Aquila 2° |
17/06/1994 | Sala Teatro Chiesa di S. Bartolomeo | Langhirano (Pr) |
26/11/1988 | Sala Conferenze | Liegi (Belgio) |
11/12/1988 | Palais des Congrés | Lione (Francia) |
27/02/1994 | Palazzo dei Congressi | Lugano (Svizzera) |
12/10/1991 | Santuario Madonna dell’Eterno – matr. di Giuseppe ed Immacolata – M.te Corvino Rovella 1° | Rovella 1° (Sa) |
28/11/1993 | Hotel Sica – sala conferenze M.te Corvino Rovella 1° | Rovella 2° (Sa) |
30/12/1993 | Cattedrale | Manduria (Ta) |
29/05/1994 | Palazzo Te | Mantova |
02/06/1988 | Chiesa di S. Giacomo | Matera |
25/05/1991 | Suore | Mattarello ( Tn ) |
30/05/1993 | Chiesa di S. Luca | Messina |
14/04/1989 | Chiesa del Sacro Cuore | Milano 1° |
08/12/1989 | Chiesa del Sacro Cuore | Milano 2° |
08/12/1990 | Parrocchia S.Giovanni e S. Giacomo | Milano 3° |
08/12/1991 | Suore Sacramentine | Milano 4° |
08/12/1992 | Chiesa della Medaglia Miracolosa | Milano 5° |
07/02/1993 | Chiesa S.S. Apostoli e Nazzaro Maggiore | Milano 6° |
08/12/1993 | Palazzo delle Stelline – c.so Magenta | Milano 7° |
08/12/1994 | Palazzo delle Stelline | Milano 8° |
21/10/1990 | Chiesa di S. Marco | Miraporte 1° (Ve) |
24/03/1988 | Chiesa di S. Marco | Miraporte 2° (Ve) |
21/11/1990 | Convento di S. Antonio | Modena 1° |
23/09/1988 | Chiesa di S. Croce | Modena 2° |
23/09/1988 | Chiesa di S. Croce | Modena 3° |
01/04/1995 | Chiesa di S.Francesco – Via Veientana | Montefiascone (Vt) |
19/04/1992 | Chiesa di S. Isidoro | Montegrosso ( Ba ) |
01/11/1993 | Chiesa S.S. Annunziata | Monteparano (Ta) |
06/04/1994 | Chiesa S.S. Cosma e Damiano – ortodossa | Mosca 1° (Russia) |
13/04/1994 | Chiesa Luigi de’ Francesi – cattolica | Mosca 2° (Russia) |
29/11/1988 | Salle Boyer | Namur (Belgio) |
06/04/1988 | Chiesa Regina Coeli | Napoli 1° |
11/06/1988 | Chiesa del Corpus Christi | Napoli 2° |
09/07/1989 | Chiesa di S. Crispino | Napoli 3° |
12/11/1989 | Chiesa di S. Anna all’Arenella | Napoli 4° |
18/11/1992 | Chiesa di S. Chiara | Napoli 5° |
16/06/1993 | Chiesa Maria SS. del Buon Consiglio | Napoli 6° |
09/07/1994 | Istituto Martuscelli – Cappella | Napoli 7° |
26/05/1995 | Teatro Cilea | Napoli 8° |
28/05/1995 | Circolo Sottufficiali del Presidio – Via Monte di Dio | Napoli 9° |
23/04/1989 | Salle Breà | Nizza 1° (Francia) |
16/12/1991 | Palazzo dei Congressi | Nizza 2° (Francia) |
29/05/1988 | Conv. Suore Clarisse | Nocera Inferiore 1° (Sa) |
18/11/1989 | Chiesa di S. Chiara Monastero Clarisse | Nocera Inferiore 2° (Sa) |
28/12/1993 | Istituto Antoniano maschile – Teatro | Oria (Br) |
30/07/1995 | Palazzo del Museo | Ortisei (Bz) |
03/05/1995 | Teatro – Parrocchia S. Corrado | Pachino (Sr) |
21/04/1992 | Basilica di S. Antonio – Sala del Santo | Padova 1° |
19/05/1995 | Sala della Gran Guardia – Palazzo dei Signori | Padova 2° |
22/11/1992 | Chiesa del Carmine | Pagani (Sa) |
31/10/1992 | Salle St. Leon – Eglise St. Leon | Parigi (Francia) |
23/09/1990 | Chiesa dedicata a Padre Pio | Pau (Francia) |
29/08/1990 | Sala amministrazione provinciale | Pesaro |
30/10/1988 | Casa del Pellegrino | Pompei (Na ) |
13/11/1993 | Casa preghiera Gesù-Amore | Pontassieve (Fi) |
12/11/1989 | Istituto Landriani – Padri Scolopi | Portici-Bellavista (Na) |
09/10/1993 | Sala conf. “ Il Pino ” Cassa Risp. di Prato | Prato |
10/06/1993 | Parrocchia Sacra Famiglia | Ravanusa (Ct) |
17/03/1991 | Chiesa dei Cappuccini | Ravenna 1° |
03/11/1995 | Associazione “Amare Ravenna” | Ravenna 2° |
12/06/1993 | Chiesa di S. Nicola | Reggio Calabria 1° |
30/06/1994 | Auditorium Missionari Monfortani | Reggio Calabria 2° |
24/01/1988 | Chiesa parrocchiale di Cà di Sotto | Reggio Emilia 1° |
21/03/1988 | Chiesa di S. Pellegrino | Reggio Emilia 2° |
18/04/1988 | Chiesa di S. Pellegrino | Reggio Emilia 3° |
02/01/1994 | Chiesa S.S. Trinità | Roccaforzata (Ta) |
19/10/1989 | Chiesa di S. Paola Romana | Roma 1° |
25/09/1994 | Palazzo Filippini – Sala Borromini | Roma 2° |
08/10/1995 | Hotel Ergife – Sala dei mille | Roma 3° |
09/05/1995 | Oratorio S. Domenico Savio | Rosolini (Sr) |
26/06/1994 | Teatro S. Marco | Rossano Scalo (Cs) |
19/03/1995 | Centro giovanile S.Giovanni Bosco – V.le Marconi | Rovigo |
03/01/1993 | Parrocchia di S. Domenico | Rutigliano (Ba) |
20/08/1995 | Chiesa di S. Antonio | S. Benedetto del Tronto (Ap) |
15/11/1992 | Chiesa di S. Vincenzo a Postiglione | S. Maria La Bruna (Na) |
03/01/1992 | Chiesa S. Maria del Carmine | S. Michele di Bari (Ba) |
28/12/1994 | Loc. San Leonardo Hotel “La Zagara” Sala conferenze | Salerno |
22/05/1994 | Palazzo dei Congressi | Salsomaggiore Terme (Pr) |
04/04/1994 | Istituto Blagoslovji di Filosofia – ortodossa | San Pietroburgo (Russia) |
30/01/1994 | Parr. S. Martino vesc. sala oratorio | Sergnano ( Cr ) |
28/02/1991 | Chiesa di S. Vincenzo | Settimo Torinese (To) |
07/05/1995 | Palazzo della Provincia | Siracusa |
02/07/1994 | Sala Conferenze Hotel Caparena | Taormina Mare (Me) |
03/12/1994 | Hotel Sporting | Tarquinia (Vt) |
31/10/1993 | Chiesa di S. Maria della Stella | Terlizzi (Ba) |
06/11/1994 | Salle Boyer | Tolone (Francia) |
27/02/1991 | Suore Immacolatine | Torino 1° |
14/04/1991 | Istituto “Edoardo Agnelli” | Torino 2° |
27/04/1991 | Chiesa S. Famiglia di Nazareth | Torino 3° |
22/02/1992 | Chiesa S. Famiglia di Nazareth | Torino 4° |
28/02/1993 | Chiesa S. Famiglia di Nazareth | Torino 5° |
06/03/1994 | Collegio Artigianelli – Corso Palestro 14 | Torino 6° |
04/03/1995 | Collegio Artigianelli – Corso Palestro 14 | Torino 7° |
16/10/1991 | Chiesa S. Maria delle Grazie – suffragio per Anna De Filippis | Torre del Greco (Na) 1° |
30/11/1993 | Sala Meeting – Valle dell’Orso | Torre del Greco (Na) 2° |
22/03/1992 | Chiesa Parrocchiale | Torri di Quartesolo (Vi) |
26/12/1993 | Museo diocesano | Trani (Ba) |
30/05/1988 | Cattedrale | Trapani |
26/05/1991 | Istituto Suore di “Maria Bambina” | Trento |
26/03/1995 | Casa Toniolo | Treviso |
26/11/1994 | Chiesa del Sacro Cuore via F. Baracca | Tuscania (Vt) |
11/03/1995 | Istituto Sta. Caterina Via S. Bartolomeo, 3 | Varazze (Sv) |
13/12/1989 | Sala amministrazione provinciale | Varese |
16/10/1994 | Sala San Leonardo | Venezia |
23/10/1988 | Sala parrocchiale | Viareggio (Pt) |
26/06/1993 | Università Cattolica | Vienna 1° (Austria) |
27/06/1993 | Kapuziner Kloster | Vienna 2° (Austria) |
22/04/1995 | Castello di Vignale – Sala Enoteca | Vignale Monferrato (Al) |
21/03/1993 | Chiesa di S. Leonardo Murialdo | Viterbo 1° |
21/01/1995 | Chiesa di S Valentino ed Ilario via B. Pecchi | Viterbo 2° |
Vi sono ancora migliaia di scritti inediti del Dottor Gaspari e svariati libri e raccolte da proporre a coloro che non si faranno influenzare dalle maldicenze e dalle cattiverie poste contro di lui perché rimane sempre valida la risposta a Nicodemo:
…ed il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno amato più le tenebre della luce. Chiunque infatti fa il male odia la luce…invece chi fa la Verità viene verso la luce perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte da Dio (Gv, 3,1-.21).
Una cosa fondamentale per Gaspari era il Rosario che ripeteva costantemente perché, come gli confermò Padre Pio, il Rosario è l’arma più potente contro le legioni che vogliono oscurare la Luce dell’Amore della Trinità24. Il piccolo Quaderno dell’Amore è stato letto, riletto e comparato con ciò che i Padri della Chiesa ribadiscono. Nulla è stato trovato in esso di incoerente, solo parole ripiene di amore consolatorio per tutti coloro che cercano nel silenzio la vera gioia interiore. Questo libretto è profondamente giovanneo profondamente materno e trinitario25 e può essere compreso solo in questa chiave, come anticipò il Florenskij nella sua Teodicea.
L’autore del presente articolo non ha mai ascoltato le voci calunniose, denigratorie e menzognere e si è sempre basato sul cuore e sull’amicizia con un galantuomo sorprendente, gentile e sapiente. Ha dato il Quaderno a molti, anche atei, a molti amici personali. Molti, di questi, lo hanno abbandonato, non credevano in nulla nemmeno in Dio, ma hanno creduto alle calunnie scritte su internet o veicolati da pretacci nemici della Verità. Mi dispiace per loro, l’autore ha molto sofferto, ma la Verità è questa e bisogna mantenere una grande forza interiore per non farsi influenzare da nessuno ed andare avanti sapendo di non essere compreso perché preferisce la Luce in solitaria che le tenebre in compagnia.
Dichiarò il Gaspari nella sua ultima conferenza prima della morte, avvenuta il 19 novembre 1995 a Cesenatico, le seguenti parole:
…Ogni tanto cerco di ricordare ciò che il padre prevedeva per il futuro dell’Italia e del mondo. Egli era molto preoccupato per il caos che aveva già messo le sue radici al tempo in cui egli era vivo. Il caos delle menti sempre alla ricerca di soluzioni che non fossero la Volontà di Dio per risolvere i problemi dell’uomo, senza tener presente che l’uomo è figlio di Dio e che la felicità può venire solo dall’intervento dell’Amore di Dio, perché Dio ha creato tutto per Amore. Padre Pio infatti diceva: «Se noi avessimo la volontà ferrea di ritornare all’Amore, tutti i problemi sarebbero risolti, perché Dio è Amore e noi non lo ricordiamo mai abbastanza». Non ricordiamo che Dio è Amore forse perché in certi tempi la Chiesa ha un po’ esagerato con il timore, facendo dimenticare che l’Essenza di Dio è Amore26. Ciò che mi ha affascinato maggiormente di Padre Pio, fin dal primo incontro, sono state proprio queste parole: «L’Amore di Dio è tutto e tutto si risolve sempre se noi crediamo e viviamo nel Suo Amore». La vita è stata bella e semplice per me, ma la morte dei miei genitori mi mise in condizione di ripensare alle parole di Padre Pio: «L’Amore risolve tutto». Io che mi trovavo confuso, senza più i miei genitori in vita, mi sono aggrappato sempre di più a questa parola: Amore. Piano piano ho compreso che l’Amore è veramente la Vita di Dio in noi. Quando noi scopriamo questa presenza, la forza dell’Amore, ecco che non siamo più soli, non siamo distaccati dall’eternità, perché nell’Amore è presente l’Eternità di Dio e l’Eternità nostra. Quindi si comincia a comprendere e a sentire che l’eternità è in noi e noi siamo nell’eternità. È un salto difficile da fare, ma con l’aiuto dei Santi come Padre Pio, diventa relativamente facile…
Associazione “Amare Ravenna” 3 novembre 1995
Da uno scritto una condensazione del pensiero del Gaspari.
La chiave di tutto
Noi dobbiamo ogni mattina fare una meditazione e vedere il nostro grado di amore. Se il nostro grado di amore è alto, noi avremo grandi doni, grandi gioie, grandi comunioni d’amore con la gente che ci circonda. Se il nostro amore è nullo, noi non avremo nessuna gioia. Ecco l’esame che dobbiamo fare.
Più che contare il denaro che abbiamo in tasca, dobbiamo contare il nostro grado di amore, perché è da quello che viene anche la ricchezza materiale.
Dio ci ama e non vuole vederci nella miseria, nella sofferenza, vederci senza casa, senza lavoro, senza mezzi.
Non è necessario correre a destra e a sinistra alla ricerca di miracoli. Il miracolo è il vostro cuore; quando è ricco d’amore è la sede dei miracoli.
Dio ci ama e ci vuole tutti salvi… tutti… purché crediamo nel Suo Infinito Amore. Se noi infatti attendiamo di essere perfetti per amare Dio, non lo ameremo mai. Dobbiamo cominciare ad amarlo oggi, così come siamo. Anche se fossimo i più grandi peccatori noi dobbiamo dire: «Dio mi ama». Quando siamo capaci di dire questo, significa che abbiamo capito che cosa è l’Amore di Dio. L’Amore di Dio è il dono più grande che l’uomo possa avere sulla terra perché cancella ogni sofferenza e muta la sofferenza dell’uomo in letizia, l’uomo ha bisogno di avere una certezza, la certezza dell’Amore, con la certezza dell’Amore non vi è problema che non si risolva.
Amare Dio è difficile quando noi abbiamo vivo il senso di colpa. Il senso di colpa è impedimento all’Amore di Dio e noi dobbiamo pentirci dei nostri peccati, ma non sentirci più colpevoli, perché Dio ci ha perdonati.
L’Amicizia di Dio è l’amore che doniamo, l’amore che riceviamo.
L’Amore di Dio è la Benedizione perpetua che noi dobbiamo mantenere nei nostri cuori.
I Santi, quelli che la Chiesa ha proclamato tali, erano tutti ricchi di Sapienza, perciò hanno saputo governare la loro mente, il loro cuore, il loro corpo. Ecco che cosa è la Sapienza: è la luce del nostro cuore, è la guida invisibile che ci da la certezza di quello che crediamo e ci fa capire tutta la Verità del Vangelo e delle Sacre Scritture.
Senza la sapienza è difficile, e quasi impossibile amare i fratelli perché il demonio è abile nel suscitare dubbi e incertezze anche fra le persone più sante; è solo la sapienza che ci allontana i dubbi, che allontana la possibilità fra noi cristiani di diventare, invece che amici come vuole Dio, nemici.
Il nostro cuore, quando è ricco d’amore verso Dio, inevitabilmente sarà ricco anche di Sapienza.
La vita nostra è un grande mistero; se la guardiamo con l’occhio della Sapienza di Dio, ecco che la nostra vita acquista un valore senza fine. Se invece ci allontaniamo dalla sapienza di Dio, questa vita diventa solamente un calvario e una valle di lacrime. È la Sapienza che avvalora tutto e che rende la vita degna di essere vissuta, attimo per attimo, con tutta la gioia e l’amore che Dio ci dona.
La Sapienza richiede umiltà; se l’uomo vuole mantenere in vita il suo orgoglio, non avrà mai il dono della Sapienza.
Dobbiamo fare un esame di coscienza; riflettere e chiederci se siamo abbastanza umili; se non lo siamo dobbiamo chiedere a Dio il dono dell’umiltà. L’umiltà accrescere la Sapienza che ci risolverà tutti i nostri problemi; non c’è problema umano che non sia risolto dalla Sapienza Divina.
La Sapienza che Dio ci donerà risolverà tutti i nostri problemi materiali e spirituali. Noi non dobbiamo cercare di risolvere i problemi se prima non abbiamo risolto il “problema”: il “problema” è uno solamente: quello di ritrovare questa Voce dell’Amore.
- NOTE:
1 Papa Karol Wojtyla ha conosciuto Padre Pio nella primavera del 1947 quando era prete a Cracovia. Il frate gli disse: «Tu diventerai Papa. Ma io vedo anche sangue e violenza su di te». - 2 La madre del Gaspari, Ida Tibaldi, morirà infatti nel 1968, quando il suo decimo figlio aveva 42 anni ed era già nel pieno lavorio con Padre Pio.
- 3 Poco prima di morire Antonio ottiene di ritirarsi in preghiera a Camposampiero, vicino a Padova, nel luogo che il signore del luogo, il conte Tiso, aveva affidato ai francescani, nei pressi del suo castello. Camminando nel bosco, Antonio nota un maestoso noce e gli viene l’idea di farsi costruire tra i rami dell’albero una specie di celletta. Tiso gliela allestisce. Il Santo passa così in quel rifugio le sue giornate di contemplazione, rientrando nell’eremo solo la notte. Una sera, il conte si reca nella stanzetta dell’amico, quando, dall’uscio socchiuso, vede sprigionarsi un intenso splendore. Temendo un incendio, spinge la porta e resta immobile davanti alla scena prodigiosa: Antonio stringe fra le braccia Gesù Bambino. Quando si riscuote dall’estasi e vede Tiso commosso, il Santo lo prega di non parlare con nessuno dell’apparizione celeste. Solo dopo la morte del Santo il conte racconterà quello che aveva visto. Fonte: https://www.santantonio.org/it/content/la-visione
- 4 “I sacrificati, i martiri, questi «amici feriti dello Sposo» che «si offrono in spettacolo agli angeli e agli uomini», rappresentano gli accordi fondamentali dell’immenso canto della salvezza. Spighe mietute, il Signore le ripone nei granai del suo Regno. La tradizione scorge in essi la conformazione al Cristo nella Bellezza; Nicola Cabasilas, il grande liturgista del secolo XIV, lo dice parlando di «coloro che seppero amare al di là di tutto la Somma Bellezza», seme del divino, «agape radicata nel cuore».” Passi di: Pavel Evdokimov. “Teologia della bellezza. L’arte dell’icona”. Apple Books. Vedasi anche: https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/12/27/qualcuno-spiava-padre-pio.html
- 5 https://it.wikipedia.org/wiki/Caso_Giuffr%C3%A8
- 6 Sia in Tyrrell che in Buonaiuti c’è il disdegno dell’intellettuale raffinato verso la massa incolta, la rivolta dell’uomo che si ritiene geniale e incompreso contro una istituzione, la Chiesa, accusata di favorire, invece, i mediocri e i poco intelligenti, purché “ortodossi”; salvo poi assumere toni ultrademocratici, e quasi socialisti, allorché fanno appello alle “masse” affamate e assetate di verità, quelle stesse masse che, nella loro semplice fede popolare, suscitano il loro aristocratico disgusto. E qui viene fuori la sostanza non solo conservatrice, ma deista e, in definitiva, irreligiosa, del modernismo: non tentativo di mettere il cristianesimo al passo con il mondo moderno, con la scienza, con il progresso, ma dualismo che crea, da un lato, una religione gnostica riservata ai “sapienti” e agli “intelligenti”, dall’altro una fede “del cuore”, languida e sentimentale, tanto generica quanto immanentistica, basata su una “divinità” presente nell’uomo fin dall’inizio…Cfr. http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/4849-eterna-tentazione-modernismo
- 7 “Quando diventerà frate e si chiamerà Padre Pio dirà di questi anni: «non ho mai giocato in vita mia». Un ragazzo triste? Forse no, ma c’è nell’aria qualcosa di misterioso che deve accadere, c’è l’attesa inconsapevole di una responsabilità più alta di quelle che vengono affidate ad un uomo solo” Padre Pio ed i papponi di Dio – Luciani Cirri – Edizione de Il Borghese pag. 13.
- 8https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_di_San_Pio_da_Pietrelcina#/media/File:Chiesa_San_Pio_da_Pietrelcina.JPG
- 9 http://www.dolindo.org/
- 10 “Quando leggo i documenti concernenti il Modernismo, tale come è stato definito da San Pio X, e che li confronto con i documenti del Concilio Vaticano II, io non posso lasciare di restare sconcertato. Perché quello che è stato condannato come una eresia nel 1906 è stato proclamato ormai come dovendo essere e come essendo la dottrina ed il metodo della Chiesa. Detto d’altro modo, i modernisti nel 1906 mi paiono come precursori. Miei maestri hanno fato parte d i loro [i modernisti]. Miei genitori mi hanno insegnato il Modernismo. Come San Pio X ha potuto respingere quelli che adesso a me appariscono come precursori?” (Jean Guitton, Portrait du Père Lagrange, Éditions Robert Laffont, Paris, 1992, p. 55 – 56).
- 11 http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1995/01/11/Altro/GIOVANNI-XXIII-GRANDE-ORIENTE-DITALIA—NON-FU-MASSONE_114200.php vedasi anche https://www.alessandriaoggi.info/sito/2013/03/12/paolo-vi-era-massone/
- 12 Bologna, 1° giugno 1968 – Bianca carissima, … Inutile tentare di persuadere chi non ha retta intenzione. Esiste invece una categoria numerosa di persone che per mezzo della Parola trova la luce, trova la Pace. È la Parola che Dio fa giungere a coloro che con fede sincera lo cercano. Il destino di quelle Parole è nelle mani di Dio. Io posso solo pretendere che il mio nome non sia fatto. Dio sa agire e siccome io non dubito del suo potere, credo fermamente che sarà fatto come Lui ha già deciso. Anche le inevitabili intrusioni maliziose saranno un mezzo sempre per i fini di Dio. Io non sono niente, nessuno può farmi niente. Dio è tutto, nessuno può evitare, ostacolare quel che Lui vorrà. Padre Pio non appare né in quello né in altri scritti che non darò agli amici. Padre Pio si è abilmente nascosto e tanto più saprà e vorrà nascondersi. Una parola sua toglierebbe il Potere al segreto. Ciò che Dio mantiene segreto non sarà rivelato proprio perché Egli nel segreto saprà rivelarsi a tutti coloro che lo amano nel nascondimento suo. Le chiacchiere degli uomini? Sono un vento passeggero che serve solo ad abbattere quel che Dio vorrà abbattere. Niente è vero per chi non ama la conoscenza del vero. La Luce sa imporsi all’insaputa di tutti i suoi nemici. Il dubbio invece scompare quando si crede nel supremo volere. Il voler credere in colui che può è fare operare il suo volere. La volontà di colui che crede in Dio mette in moto il Potere di Dio. La volontà di Bene è sufficiente per operare, è fare operare la volontà di colui che tutto può. Il male vince solamente quando si cerca di diffondere un bene senza credere fermamente nell’onnipotenza del bene. È la Fede nel Bene che farà trionfare il bene. Le volontà volte al male trionfano solo quando trovano via libera nelle più deboli volontà di Bene. © CDOLG – Via San Felice 91 40122 Bologna – estratto di una tra le tante lettere alla Baronessa Remy.
- 13 18Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. 19Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore 20qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 21Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; 1Gv 3,11-21
- 14 La personalità portatrice di Spirito è bella due volte: oggettivamente come oggetto di contemplazione per gli altri, soggettivamente come punto focale della contemplazione nuova e purificata di quanto la circonda. Il santo ci dischiude alla contemplazione la creatura bellissima, primordiale e questa, per la contemplazione del santo, si libera della sua corruzione: l’ecclesialità è la bellezza della vita nuova nella bellezza assoluta, nello Spirito Santo. Ma questo fatto130 non può non provocare la riflessione e il quesito; come intendere questo momento santo e bello della creatura? Qual è la sua natura oggettiva? Che cos’è metafisicamente?
Prima di fornire una risposta, è utile una riserva. L’oggetto unico e integrale dell’appercezione religiosa, sul piano del raziocinio si frantuma in una moltitudine di aspetti, in singole facce, in frammenti di sacro, tutti privi di grazia: l’alabastro prezioso è frantumato…Cfr. Pavel Florenskij – La colonna ed il fondamento della Verità – Capitolo “La Sofia”. Apple Books pag. 1005-1007 Ed. Rusconi 1974 Milano - 15 “La Creazione è da parte di Dio non un atto di espansione di sé, ma un ritrarsi, un atto di rinuncia. Dio insieme a tutte le creature è meno di Dio da solo. Egli ha accettato questa diminuzione. Ha svuotato di sé una parte dell’essere. Egli si è svuotato già in questo atto della sua divinità; per questo san Giovanni afferma che l’Agnello è stato sgozzato fin dalla creazione del mondo. Dio ha permesso che esistessero cose altre da Lui e di valore infinitamente minore. Attraverso l’atto creatore Egli ha negato se stesso, così “come il Cristo ha prescritto a noi di negare noi stessi. Dio si è negato in nostro favore per dare a noi la possibilità di negarci a nostra volta per Lui. Questa risposta, quest’eco, che dipende da noi rifiutare, è l’unica giustificazione possibile alla follia d’amore dell’atto creatore.”
Passi di: Weil, Simone. “Attesa di Dio (Biblioteca Adelphi) (Italian Edition)”. Apple Books.” - 16 Passi di: Pavel Evdokimov. “Teologia della bellezza. L’arte dell’icona”. Apple Books.
- 17 «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi» (Matteo 20,1-16, su laparola.net.)
- 18 Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodemo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Gv. 3,1-21
- 19 San Matteo della Decima frazione di San Giovanni in Persiceto cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/San_Matteo_della_Decima
- 20 Padre Pio Mi ha detto pag. 39 © CDOLG Via San Felice 91 – 40122 Bologna
- 21 Padre Pio mi ha detto pag. 40 © CDOLG Via San Felice 91 – 40122 Bologna
- 22 La coscienza della Chiesa, tuttavia, teme sempre per le masse umane un’anticipazione dei tempi e dei termini; tende sempre a mantenere l’equilibrio, impedendo elevazioni troppo grandi e troppo grandi depressioni. Il conservatorismo ecclesiale ha una natura democratica: esso preserva, in nome dell’uomo medio, in nome della massa. Lo spirito creatore, invece, possiede nella vita religiosa una natura aristocratica, osa insolentemente affermare ciò che si rivela ad una minoranza eletta. Il primo spirito è sacramentale, il secondo è essenzialmente profetico…ed il secondo si manifesta per mezzo di una personalità individuale” Cfr. N. Berdjaev – Filosofia dello spirito libero – Ed. San Paolo 1997 pg.167
- 23 Padre Pio mi ha detto pag. 52 © CDOLG Via San Felice 91 40122 Bologna.
- 24 Padre Pio diceva sempre a me e a tutti coloro che lo hanno amato di recitare il santo Rosario. Non insegnava niente di nuovo, però lo diceva con una certezza e una sicurezza dando anche le prove che il santo Rosario può operare ogni tipo di prodigi e può donare ogni Grazia. E allora, quando io tornai da lui, all’età di ventotto anni, dopo 14 anni che non lo avevo visto, egli volle che io mi tenessi il Rosario sempre a portata di mano nella tasca… Col Rosario vincerai le tentazioni, col Rosario potrai anche rendere più buone le persone che ti stanno vicino. Quando devi affrontare una difficoltà, quando avrai un incontro con persone che sono nemiche tue o nemiche di questa volontà che tu devi esprimere ecco che dirai un santo Rosario per quella persona che incontrerai e vedrai che quell’uomo da terribile diventerà mansueto. E tante volte, quando Padre Pio mi mandava a Roma, che io ero nell’incoscienza completa di quello che erano le mie possibilità spirituali obbedivo e dicevo un santo Rosario e questi incontri diventavano veramente miracolosi. – Chiesa del Sacro Cuore – Tuscania 26/11/94
- 25 “Il dogma trinitario esplicita: se il Figlio è la Parola che il Padre pronuncia e che si fa carne, lo Spirito la manifesta, la rende percepibile e ce la fa ascoltare nel Vangelo, ma lui resta nascosto, misterioso, silenzioso, «non parlerà da sé» (Gv 16,13). La sua persona si nasconde nella sua stessa epifania: «Il tuo Nome tanto desiderato e costantemente proclamato, nessuno saprebbe dire che cos’è»29. La sua opera specifica in quanto Spirito della Bellezza è una «poesia senza parola». In rapporto al Verbo, il Vangelo dello Spirito Santo è visivo, contemplativo… “Il dogma trinitario esplicita: se il Figlio è la Parola che il Padre pronuncia e che si fa carne, lo Spirito la manifesta, la rende percepibile e ce la fa ascoltare nel Vangelo, ma lui resta nascosto, misterioso, silenzioso, «non parlerà da sé» (Gv 16,13). La sua persona si nasconde nella sua stessa epifania: «Il tuo Nome tanto desiderato e costantemente proclamato, nessuno saprebbe dire che cos’è»29. La sua opera specifica in quanto Spirito della Bellezza è una «poesia senza parola». In rapporto al Verbo, il Vangelo dello Spirito Santo è visivo, contemplativo.” Passi di: Pavel Evdokimov. “Teologia della bellezza. L’arte dell’icona”. Apple Books.”
- 26 “L’amore implicito di Dio non può avere che tre oggetti immediati, gli unici di quaggiù nei quali Dio sia realmente presente, ancorché in segreto. Essi sono le cerimonie religiose, la bellezza del mondo e il prossimo. Si hanno perciò tre amori. A questi tre amori bisogna forse aggiungere l’amicizia, che a rigore va distinta dalla carità verso il prossimo. “Tali amori indiretti possiedono una virtù che ha esattamente e rigorosamente il medesimo valore. Secondo le circostanze, il temperamento e la vocazione, l’uno o l’altro entra per primo in un’anima, l’uno o l’altro domina nel corso del periodo preparatorio, anche se forse non è necessariamente lo stesso per l’intero periodo. Nella maggior parte dei casi è probabile che il periodo preparatorio abbia fine e che l’anima sia pronta a ricevere la visita personale del suo “Signore solo quando essa porti in sé, a un grado elevato, tutti questi amori indiretti. L’insieme di questi amori costituisce l’amore di Dio nella forma che si conviene al periodo preparatorio, vale a dire la forma celata. Quando nell’anima sorge l’amore di Dio propriamente detto, essi non vengono meno, anzi diventano infinitamente più forti, e tutti insieme compongono un unico amore.” Passi di: Weil, Simone. “Attesa di Dio (Biblioteca Adelphi) (Italian Edition)”. Apple Books. ”