di Adriana Koulias
Miei carissimi amici, fratelli e sorelle, Michaeliti e Rosacroce,
Siamo giunti alla 9a notte, la Notte degli Spiriti dell’Amore, i Serafini che operano dalla regione dei Gemelli.
Questa notte abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, nel senso del nostro lavoro di queste Notti Sante, nel trasformare la nostra facoltà di memoria in una facoltà d’amore.
Nella Meditazione della Pietra di Fondazione ci viene mostrato da Rudolf Steiner dove si trova questa prima Gerarchia, per quanto riguarda la nostra esistenza fisica umana:
Così vediamo, quando abbiamo davanti a noi il triplice Uomo:
Nell’organismo dei nervi e dei sensi, nella base del Pensiero, i Serafini creatori.
In tutto ciò che è l’uomo ritmico, che come organismo fisico deve essere messo in armonia con la facoltà della parola, vediamo i Cherubini creatori.
In tutto ciò che si esprime nel movimento delle membra umane, in tutte le attività della Volontà, per le quali deve essere presente nell’uomo la struttura interna del metabolismo e delle membra, l’armonia è realizzata dai Troni.
Da ciò si vede come la forma fisica umana si dissolva in apparenza, e dietro di essa si ergano come realtà: Serafini, Cherubini, Troni. Stiamo sempre guardando l’attività dei Serafini, dei Cherubini e dei Troni, quando l’Io umano è intrecciato con la sua attività interiore, quando l’uomo nella vita di veglia si muove, parla, sente e pensa (Rudolf Steiner).
È dunque al pensiero che dobbiamo rivolgerci questa notte, in relazione ai Serafini e, a questo proposito, diventa ora chiaro come questa notte sia collegata alla prima notte, la notte degli angeli, gli angeli il cui compito è quello di tessere nei nostri corpi astrali le immagini del futuro come immaginazione.
Quindi, in un certo senso, i Serafini, il membro più alto della Prima Gerarchia, sono collegati ai nervi e ai sensi fisici e in questo modo forniscono una base fisica per tutto ciò che gli angeli, i membri più bassi della terza gerarchia, possono realizzare attraverso la manifestazione spirituale dei nervi e dei sensi, il corpo astrale nell’essere umano.
Ieri sera i Cherubini ci hanno chiesto se abbiamo permesso al linguaggio delle anime delle stelle di vivere in noi in modo tale da sentire una risonanza armoniosa nel nostro “io” come potere creativo.
Un’anima sana e robusta, miei cari amici, è un’anima in armonia con l’armonia delle stelle. In un certo senso, i Cherubini volevano sapere se l’anima aveva accolto in sé il parlare delle gerarchie divine nel modo seguente:
Un intero consiglio, un’assemblea consultiva, come quando le stelle che scorrono in un sistema planetario inviano reciprocamente le loro forze di illuminazione. In questo modo le anime del mondo inviano le conclusioni del consiglio. Esse vengono recepite dall’anima in modo innato. E dalle armonie l’anima spera che l’Io diventi sonoro, in modo che, in modo appropriato per gli esseri umani, il divenire Io sia un’eco delle armonie del cosmo. Come nei pianeti erranti del sistema solare, le anime del cosmo nel consesso del cosmo-spirito deliberano insieme in armonia, e l’armonia di questa concomitanza risuona nell’anima umana (Rudolf Steiner).
Cari amici, in queste notti abbiamo fatto un viaggio attraverso i pianeti e le stelle. In un certo senso vi ho fatto vivere un’esperienza che unisce il Pastori e i Maghi. Il Pastore è colui che guarda dentro di sé per capire ciò che il Mago vede fuori. In un certo senso, miei carissimi fratelli e sorelle, vi ho dato un assaggio di ciò che significa riunire le forze dell’anima in una sola. Ogni notte abbiamo guardato le stelle per portare loro il nostro sacrificio (Maghi) relativo alle gerarchie e, percependo l’armonia delle stelle, abbiamo poi ascoltato interiormente (Pastore) ciò che esse desiderano imprimere nella nostra anima per poterlo portare nel sonno consapevolmente. Al mattino ci guardiamo dentro per vedere se l’armonia che abbiamo raggiunto con le stelle nella notte ha permesso che la nostra offerta fosse ben accolta (Pastore) osservando interiormente lo sguardo agli esseri spirituali interessati. Essi ci danno la loro approvazione e, a seconda di quanto abbiamo raggiunto di armonia, ci permettono di sperimentare ora la risposta alla nostra domanda: “La mia anima, il mio corpo, l’ha sperimentato?”. Come una visione di ciò che ora ci è permesso di vedere per preparare ciò che sacrificheremo la notte successiva (Maghi).
Durante tutto questo viaggio siamo stati guidati in questo senso dai Guardiani della Soglia, miei cari amici, perché sebbene ci sia stato permesso di entrare nel Tempio della Saggezza Superiore dopo l’Avvento se avessimo sviluppato abbastanza forza spirituale, i Guardiani non ci hanno mai abbandonato, né ci abbandonano le gerarchie che abbiamo “incontrato bene” – procediamo aggiungendo le nostre esperienze.
Vedete, i guardiani si trasformano, quando attraversiamo la soglia, da esseri che ci mostrano tutto ciò che ci impedisce di attraversare, a esseri che sono i nostri insegnanti e le nostre guide nel mondo spirituale. Qualsiasi progresso che facciamo deriva dal lavoro cosciente insieme ai nostri guardiani.
Allo stesso modo, le gerarchie che abbiamo “incontrato” ci accompagnano, in modo che, nel senso di un dipinto, si aggiunga colore su colore, essere su essere per arrivare alla fine a un quadro completo.
Questa sera incontriamo il Serafino.
Lo sguardo dei Serafini, gli Spiriti dell’Amore, è quello che ha sviluppato tutto ciò per cui abbiamo lottato, nel nostro piccolo, in queste ultime notti: una Saggezza impersonale che è permeata dal fuoco interiore dell’Amore:
Considereremo un uomo che per decenni ha accumulato esperienze che gli hanno portato una saggezza enorme, e immagineremo che un tale saggio parli dalla sua saggezza di vita più impersonale, che da questa saggezza più impersonale il suo intero essere sia permeato come da un fuoco interiore, in modo che non debba dire nulla, ma solo apparire davanti a noi. La saggezza di quei decenni, quella saggezza che dura tutta la vita, sarà evidente nel suo volto, così che il suo sguardo può raccontarci i dolori e le esperienze di decenni; e questo sguardo può fare una tale impressione su di noi che ci parla come il mondo stesso, di cui facciamo esperienza. Se immaginiamo un tale sguardo o immaginiamo che un tale saggio non ci parli solo a parole, ma che nel tono e nella particolare colorazione delle sue parole possa darci un’impressione tale di tutta questa ricca vita di esperienze che sentiamo in ciò che dice qualcosa come un sottofondo, che trasmette la natura delle sue esperienze, allora otteniamo di nuovo qualcosa della sensazione che l’occultista ha quando sale al Serafino (Rudolf Steiner).
Ora possiamo capire meglio perché i Serafini sono collegati ai nervi e ai sensi e, in questo senso, al pensiero, perché è il pensiero che è collegato a quella saggezza nella nostra anima che può diventare amore, e quindi l’Anima Intellettuale è la prima facoltà animica che deve essere trasformata. Il motivo è che se iniziamo con il sentimento, non saremo mai oggettivi perché nel sentimento vivono simpatie e antipatie in modo onirico, e se iniziamo con la volontà non saremo mai coscienti perché la volontà è la parte più inconscia di noi.
Ecco perché l’Anima razionale è la porta d’accesso allo spirito, ed è per questo che Rudolf Steiner ha chiamato la via dello spirito nel nostro tempo Scienza dello Spirito, poiché la scienza dello spirito richiede che si cominci con la “noce più difficile da rompere”, cioè quella che è diventata la più dura nel nostro tempo: l’intelletto.
Dobbiamo trasformare l’organo del pensiero in un organo di percezione. L’organo del pensiero è collegato da un lato al corpo astrale, in quanto pensiamo a ciò che sperimentiamo attraverso i sensi, ma è collegato dall’altro lato al corpo eterico, in quanto possiamo pensare solo interiormente, perché ciò che vediamo attraverso i sensi è impresso in noi e ricordato.
Corpo astrale/Percezioni dei sensi – Pensiero – Corpo eterico/Memoria.
Per superarli dobbiamo rivolgere i nostri sensi verso l’interno. Dobbiamo poi osservare il corpo eterico per vedere cosa i sensi hanno creato in esso, perché questa è l’origine del pensiero, prima che si crei la memoria. Osservare gli esseri che pensano in noi nell’atto di diventare memoria è il primo passo per trasformare il corpo eterico in un corpo d’amore. Quando diventiamo consapevoli che ciò che entra nella nostra anima con ogni percezione sensoriale è spirito – un essere di spirito vivente e ci uniamo ad esso – questo è amore spirituale.
Vedete, miei carissimi amici, tutta la conoscenza si basa sull’amore. Il potere della devozione può essere sviluppato a tal punto che tutto l’amore veramente disinteressato diventa poi una conoscenza impersonale e oggettiva, che porta ancora una volta a un amore più disinteressato e al desiderio di sacrificare quella conoscenza. Ogni passo nel regno di un essere delle gerarchie richiede il raggiungimento di un livello di saggezza o di conoscenza che poi sacrifichiamo per ottenere più saggezza e conoscenza, che ogni volta diventa più disinteressata in modo che ogni sacrificio ci porti più in alto.
In queste nove notti vi ho accompagnato nei sacrifici notturni e in questa notte siamo saliti al nono livello.
Nel pensare dimentichiamo noi stessi e viviamo nella devozione per l’osservazione oggettiva del pensiero stesso come atto d’amore. In questo modo siamo riusciti a far emergere nella nostra coscienza qualcosa che normalmente passa inosservato, rendiamo cosciente questa inconsapevolezza, nel modo descritto da Rudolf Steiner nella sua Filosofia dell’attività spirituale.
Gli angeli vorrebbero che trasformassimo questa osservazione disinteressata, che avviene nell’atto della conoscenza, di ciò che ci circonda, delle piante, degli animali e infine degli altri esseri umani, in amore da parte dei Serafini. Sperimentare l’altro essere consapevolmente all’interno del nostro essere, in modo simile a quanto facciamo con la memoria, che consiste nel far entrare in noi qualcosa che un tempo era al di fuori di noi e farne un’impressione consapevole. In realtà non c’è memoria senza amore. E se si vuole risalire per scoprire ciò che vive nascosto come forza dietro la creazione della memoria, occorre una potente forza d’amore, una potente devozione.
Anthropos – l’essere umano ama la saggezza – Sophia
Antroposofia.
Per essere un vero antroposofo, bisogna diventare un amante della Saggezza, cioè amare la saggezza che entra in noi e diventare un tutt’uno con essa, allora sappiamo che dobbiamo trasformare questa saggezza che è passata attraverso la nostra anima e porta un’impronta personale distintiva, in un amore impersonale che è una forza attiva. Questa saggezza trasformata in amore la sacrifichiamo per il bene degli altri.
Tutto ciò che creiamo dalla saggezza per amore della saggezza stessa, senza alcun desiderio di ricompensa personale, è amore, e nella misura in cui questo amore si è spogliato del personale ed è diventato caldo con il fuoco dell’entusiasmo per amore della saggezza stessa, è accettato questa notte dai Serafini.
Ora, miei carissimi amici, capisco che tutto ciò possa sembrare impressionante nel senso di “Come posso raggiungere un tale amore?”, ma lo si può capire se lo si cala nella vita di tutti i giorni. Perché dobbiamo essere persone pratiche, cari amici, non dobbiamo vivere nel paese delle nuvole pensando che l’amore sia qualcosa di fatato. Ogni volta che ci dedichiamo a un compito, che sia accudire un bambino, leggere un libro, cucinare un pasto, creare un quadro, scrivere una canzone, andare a trovare un amico, spazzare un pavimento… se è fatto per il bene dell’azione stessa, se la nostra devozione è tale che possiamo perderci nell’azione e, così facendo, la nostra devozione diventa così forte da trasformarsi in amore, sia che si tratti dell’amore per un bambino, dell’amore per ciò che si sta leggendo, o per coloro per cui stiamo cucinando, o per l’essere che ispira il nostro dipinto, o l’essere che ci sta aiutando a scrivere una canzone, o l’amico che stiamo visitando, quando la nostra devozione nello spazzare il pavimento è quella di portare gioia agli elementali della polvere intrappolati nella materia, allora questo è un amore del tipo che i Serafini guardano con occhi che mostrano che ciò che abbiamo portato loro è ben soddisfatto.
Consideriamo quindi che nelle ultime nove notti abbiamo fatto questi collegamenti:
Nella terza gerarchia gli angeli lavorano nel corpo astrale affinché, grazie al potere dell’Io conferitoci dagli Spiriti della Forma che operano dalla seconda gerarchia, possiamo sviluppare la nostra anima in modo tale che il Pensiero (Io e pensiero sono strettamente correlati) ispirato dai Serafini sia in grado di convertire la Saggezza in Amore attraverso l’Immaginazione, l’Ispirazione e l’Intuizione.
Il Pensiero oggettivo, cioè l’osservazione dell’atto del pensiero, è il fondamento dell’Immaginazione o cognizione spirituale, del pensiero trasformato o vero: Angelo/Spirito della Forma/Serafino (Spiriti dell’amore)
Pratica della Visione dello Spirito – Nuovo Pensiero
Avere un senso interiore per vivere il pensiero mobile, cioè ciò che pensa in noi, è imparare il linguaggio dello spirito ascoltando lo spirito, il fondamento dell’Ispirazione o cognizione ispirativa è trasformato o vero sentimento: Arcangelo/Spiriti della Saggezza/Cherubino (Spiriti dell’Armonia)
Praticare la Contemplazione dello Spirito – Nuovo sentimento
Il pensiero contemplativo, cioè la presa di coscienza di ciò che pensa in noi, è il fondamento di una nuova memoria – Intuizione o cognizione morale, Volontà trasformata o vera Vita: Archai/ Spiriti del Movimento/Troni (Spiriti della Volontà)
Praticare la Rimembranza dello Spirito – Nuova memoria
Ora il coro di tutte le nove gerarchie risuona nelle nostre anime quando questa notte siamo davanti ai Serafini e guardiamo verso le stelle per offrire loro ciò che abbiamo trasformato del nostro pensiero attraverso la saggezza, che è stato convertito in amore attraverso i nostri sentimenti e che ora offriamo in sacrificio attraverso il potere della nostra volontà a tutte loro, tutte e nove le gerarchie.
Un’esperienza immaginativa che possiamo portare a letto questa notte, miei carissimi amici, è come l’Antroposofia nella nostra anima ci colleghi alla Divina Sophia che possiamo vedere coronata di stelle (prima gerarchia), con il sole nel ventre (seconda gerarchia) e in piedi sulla luna (terza gerarchia). Grazie a questa meravigliosa connessione della nostra anima con l’anima del cosmo, possiamo trasformare a poco a poco il pensiero in Sé spirituale o Manas, il sentimento in Buddhi o Spirito Vitale, la volontà in Uomo Spirito o Atma.
Se vogliamo diventare veramente il membro più basso della Divina Sophia, dobbiamo progredire nello sviluppo della nostra anima a tal punto da diventare la decima gerarchia, la gerarchia della libertà e dell’amore, cosa resa possibile solo perché il Cristo è entrato nell’evoluzione terrestre e ha portato con sé il potere del suo Io macrocosmico, che è la sostanza dell’amore puro, per portarci la libertà. Ci ha amati al punto da sacrificare la sua immortalità per liberarci dalla morte.
Ora spetta a noi collegare il Cristo che è sceso sulla terra attraverso tutte le nove arcate, con loro di nuovo attraverso i sacrifici nelle nostre anime nel trasformare liberamente la saggezza in amore – ciò che stiamo facendo veramente, miei cari amici, è infatti riflettere di nuovo al cosmo il Cristo stesso, la Saggezza dell’Amore.
In questa notte possiamo rendere giustizia a tutti i sacrifici fatti dal coro delle nove arcate e da Cristo stesso per rendere possibile la nostra esistenza. Che possiamo sentirci un tutt’uno con il grande coro cosmico e che possiamo amarlo così profondamente da ricordarlo, perché nella morte è la capacità di convertire questo ricordo in amore che ci darà la coscienza, come ci dice Rudolf Steiner:
… ciò che gli dèi dicono dietro l’essere sensoriale deve essere ascoltato per mezzo della scienza iniziatica. Gli esseri umani devono sperimentarlo. E presto verrà il momento – si sta avvicinando sempre di più – in cui una persona che passa attraverso la porta della morte sarà in grado di comprendere il mondo spirituale in cui entra solo se si rende conto che quando una persona entra nell’esistenza celeste attraverso la porta della morte, e si trova nella realtà dei mondi spirituali, nel mondo degli Angeloi, degli Arcangeloi, degli Archai, degli Exusiai, dei Dynamis, dei Kyriotetes, dei Serafini, dei Cherubini, dei Troni – se sperimenta tutto questo, se ciò che sperimenta dopo la morte non deve rimanergli incomprensibile e oscuro, allora dovrà ricordare ciò che ha sperimentato qui sulla terra attraverso la scienza iniziatica (Rudolf Steiner).
Che possiamo ascoltare gli dei, che le loro voci risuonino nelle nostre anime e che ci sia permesso di unirci al coro in modo che domani possiamo andare oltre tutte le nove gerarchie per sperimentare la Divinità.
Con amore, amore e amore,
Namaste!
Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare
Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.