Terrorismo ad orologeria

In Italia siamo abituati da anni alla giustizia ad orologeria

…quella per cui, ogni volta che serve di sfiduciare un politico o di mandare a casa un governo salta fuori il magistrato di turno che tira fuori dall’armadio gli scheletri – peraltro ben noti precedentemente – utili alla bisogna.

Ma c’è anche il terrorismo ad orologeria ed è un ‘prodotto’ che va per la maggiore negli ultimi decenni. E, se continua, evidentemente funziona; squadra che vince non si cambia.

Come l’attentato di Parigi di ieri, a due giorni dalle elezioni che, con tutta probabilità, vedranno un populista di sinistra (Jean-Luc Mélenchon) contro una populista di destra (Marine le Pen) emergere nella sfida finale per la presidenza della repubblica.

In entrambi i casi si tratterebbe di un colpo durissimo per i piani di dominio mondiale euroatlantici; con uno dei due all’Eliseo, la Francia potrebbe mettere in forse la sua adesione all’euro e alla NATO.

Il timore che ciò possa condurre ad un successivo avvicinamento dei cugini transalpini alla Russia (Marine Le Pen lo ha fatto capire a chiare lettere) fa evidentemente tremare i polsi alle élite di Londra e di Washington, che stanno investendo tutte le loro energie nel demonizzare Putin e la Russia, ormai colpevoli di ogni male.

Ma ecco – come accadde, peraltro inutilmente, con l’assassinio della Cox alla vigilia del referendum per la Brexit – che coloro che hanno programmato l’attentato ad orologeria degli Champs-Élysées cercano disperatamente di far leva sulla paura e sulla conseguente richiesta di sicurezza e ordine da parte dell’opinione pubblica, così da sconsigliare agli elettori eventuali ‘salti nel buio’.

Ci riusciranno? 

Noi speriamo sinceramente di no e confidiamo nel coraggio dei francesi di mettere la parola fine all’asservimento dei popoli europei agli interessi di Washington e Bruxelles

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