ll contagio delle immagini

Se oggi guardo, a caldo, a queste festività pasquali non posso fare a meno di notare due cose…

La prima è una poderosa spinta verso la pace e la fraternità condivisa da schiere umane sempre più ampie.

La seconda è, in radicale opposizione alla prima, un attacco disperato ai valori dell’umanità da parte degli esseri umani e non che lavorano contro di essa.

Se si è cercato di ‘oscurare’ la festività di Pasqua con l’immagine antitetica – il Risorto sale mentre la bomba scende, nel Christo la vita vince la morte, con la bomba la morte vince la vita – della ‘madre di tutte le bombe’, oggi la notizia dell’omicidio in diretta Facebook di Cleveland apre una ferita nella parte più delicata dell’essere umano, afferrato e, sovente, posseduto, dalle immagini.

La potenza delle immagini è oggi irresistibile e ha travolto ogni residua resistenza morale; dal voyeurismo alla pornografia, dalle atrocità belliche che la Tv porta in salotto alla dilagante autocelebrazione egoica, dalla identificazione di valore e visibilità – mi vedono, dunque sono – alla frenetica ricerca di immagini sempre più realistiche ed eccitanti.

Quelle stesse immagini che, se non gestite e dominate da una forte coscienza del sé e da un saldo impulso morale, diventano facilmente, a loro volta, delle inconsce spinte a perpetuare le medesime nefandezze che mostrano.

Penso che dovremmo dedicare molta attenzione al nostro rapporto con le immagini virtuali – rapporto assolutamente nuovo nella storia dell’umanità – perché dal modo in cui sapremo gestirlo dipenderà un futuro di esseri umani consapevoli o di automi teleguidati.

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