Per quello che possono valere i discorsi di insediamento dei presidenti americani…

…poi puntualmente disattesi nel corso del mandato (basti pensare a quelli di Barak Obama e a quanto ha poi realmente realizzato nel corso degli otto anni di presidenza), la mia impressione a caldo del manifesto programmatico di The Donald è decisamente positiva.

Anche se il personaggio – come ho più volte notato – è decisamente poco piacevole, per non dire miserevole nella sua tronfia volgarità, almeno tre punti del suo discorso sono fuori dell’ordinario.

Il primo è il riferimento, decisamente inusuale per un neo-presidente, ad un establishment che si è arricchito e ha prosperato fino ad oggi a scapito del popolo che soffre e si impoverisce.

L’establishment contro il proprio popolo, insomma, e politici che chiacchierano invece di agire.

Il secondo è l’impegno a non imporre il way of life americano ad altri popoli, che, se mantenuto, metterebbe una pietra tombale sull’esportazione di democrazia che ha massacrato mezzo mondo negli ultimi decenni.

Il terzo, infine, è la decisa dichiarazione di guerra – senza mezzi termini – all’estremismo islamico, che potrebbe rappresentare la svolta decisiva nell’impegno USA in Medio oriente.

Insomma, una prospettiva veramente nuova, che sorprende non venga minimamente presa in considerazione per partito preso da coloro che si sbracciano nel delegittimare il 45mo Presidente USA.

Se son rose…fioriranno.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Facebook
Pinterest
Twitter
Email
Telegram
WhatsApp

Ti potrebbero interessare:

it_IT

Accedi al sito

accesso già effettuato