Tribunale della verità?

Beppe Grillo afferma (giustamente) che i giornali e le tv diffondono falsità…

e per questo propone “non un tribunale governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media”. E aggiunge che a formare questa giuria dovrebbero essere “cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali”.

Bravo Beppe, fai bene a denunciare la sistematica falsificazione delle notizie da parte dei media ma la tua medicina rischia di essere peggiore del male.

Se i media – palesemente al servizio del potere – diffondono notizie spesso già manipolate alla fonte (vale a dire dalle agenzie di stampa) quale garanzia di verità potrebbero mai fornire “cittadini scelti a sorte” che evidentemente filtrerebbero le notizie attraverso i propri pregiudizi e convinzioni politiche?
Se i professionisti dell’informazione – che dovrebbero approfondire e testare ogni fonte – falliscono in tale compito come potremmo affidarci a persone “scelte a caso” che non avrebbero evidentemente neppure la benché minima disposizione all’indagine ed all’approfondimento?

Caro Beppe, non ci siamo proprio, il mantra dell’”uno vale uno” proprio non funziona nell’ambito dell’attendibilità dell’informazione.

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