Se nei titoli di coda di Lucy non avessi letto che è stato scritto e diretto da Luc Besson, avrei creduto che a pensare e realizzare questo film fosse stato Ahriman in persona.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete magazine e Altrainformazione)
Houston, 7 Ottobre 2014 – Ci sono, a volte, lo sappiamo, dei libri o dei film che hanno in sé delle forze profetiche o di anticipazione del futuro. Naturalmente il futuro può essere visto nei suoi aspetti utopici e nobili o anche distopici e terrifici.
Ma ci sono altresì delle volte in cui vi si intravede un disegno manipolatorio inquietante, in cui si percepisce che ‘qualcuno’ vuole inoculare certi pensieri nell’umanità.
Ebbene, personalmente, non sono affatto d’accordo con il critico Bruce C. Steele, che ha definito Lucy “silly fun”, uno spettacolo divertente e sciocco; no, qui non c’è nulla di sciocco, c’è una mente raffinata che vuole comunicare determinate forme-pensiero.
Ora, in quest’opera cinematografica – che, a mio avviso, vale la pena di vedere esclusivamente per rendersi conto di quanto seguirà in queste considerazioni – si esprime, nella forma e nella sostanza, con una precisione terrificante, esattamente quello che l’entità che conosciamo come Ahriman vorrebbe che l’umanità diventasse.
La protagonista, Lucy – Scarlett Johansson – una ragazzotta un po’ sprovveduta che studia a Taiwan, si trova coinvolta in un mostruoso traffico di un nuovo tipo di droga.
Questa ‘droga’ si scopre essere, in realtà, il CPH4 (Anche se questo non è il vero nome della sostanza come si evince da questa intervista di Besson), un ormone prodotto dalle donne incinte in quantità infinitesimali per supportare lo sviluppo del feto. Il CPH4, invece, se assorbito in notevoli quantità, produrrebbe un effetto allucinatorio.
Ma non solo, tanto che Lucy, a sue spese, si accorge che questa sostanza – se assunta in quantità molto elevate – può portare a potenziare esponenzialmente il livello di utilizzo delle proprie facoltà cerebrali.
E questa è la chiave di volta del film.
Il potenziamento del cervello umano.
Ci viene detto per voce di un altro personaggio del film, il neuro-ricercatore Norman – Morgan Freeman – che noi utilizziamo, di regola, solo una minima parte del nostro cervello. Norman, nel film noto scienziato parigino, ipotizza scenari straordinari se l’uomo fosse in grado di utilizzare non più solo il normale 10% delle proprie cellule cerebrali, ma una percentuale crescente. Che cosa succederebbe, allora, se i neuroni attivi aumentassero percentualmente?
La nostra protagonista si trova dunque ad assumere – suo malgrado – una grande quantità di questa sostanza, che su di lei ha l’effetto di consentirle di utilizzare percentuali sempre maggiori del proprio cervello, ed ecco che le sue capacità si amplificano a dismisura. Forza sovrumana, una capacità di autoguarigione istantanea, un grado inaudito di sopportazione del dolore, visione a distanza, controllo della gravità, fino a prendere possesso di reti elettroniche, addirittura fondendosi con esse.
Qual è dunque la tesi dell’autore e regista?
Se il motivo centrale è quello dell’evoluzione, come afferma Besson anche al termine dell’intervista a Crave online, si tratta di un’evoluzione intesa naturalmente in senso assolutamente fisico, in cui tutto nasce da una cellula – nata da dove? – che si divide in due, poi in quattro, poi in otto e così via, sino a giungere ai sistemi complessi degli animali superiori ed allo stesso cervello umano, ancora sotto-utilizzato.
Besson ci vuole dire, insomma, che se mai raggiungessimo un dominio totale del nostro cervello saremmo, di fatto, degli dei, esseri in grado di influenzare tempo e spazio.
Ma che tipo di dei?
Degli dei che limitano il proprio campo d’azione al cosmo materiale, alla materia.
Non a caso Lucy è anche il nome che è stato dato alla prima donna di cui l’antropoarcheologia abbia conoscenza. Lucy – prima donna della specie Australopithecus afarensis – inizia il suo cammino di evoluzione della specie e un’altra Lucy – quella immaginata da Ahriman, oh scusate, da Besson, inizia una nuova fase evolutiva.
In cosa consiste allora questa fase?
Dunque, anzitutto la trasformazione del nostro personaggio non avviene mediante azione cosciente, ma grazie all’assunzione di sostanze chimiche. Tramite qualcosa di assolutamente materiale.
Nulla di non fisico esiste – secondo l’autore – ma solo una fisicità raffinata, estremamente evoluta in grado di oltrepassare gli stessi confini della materia.
Quando la crescita mozzafiato della percentuale di cervello – naturalmente fisico – utilizzata inizia a donarle dei poteri particolari, vediamo che nulla di umano si congiunge con essi.
Anzi, assistiamo a una gelida spietatezza nel comportamento della protagonista, tanto che a chi obietta che lei sta uccidendo delle persone, Lucy ribatte: “non si muore mai davvero”.
Crescita di conoscenza e di poteri, dunque, completamente avulsa da qualsivoglia elemento morale, etico.
Alla fine la percentuale dell’utilizzo del suo cervello giungerà fino al 100% e, a quel punto, assistiamo alla fusione dell’uomo con la rete elettrico-magnetica, la sua espansione nello spazio sub-umano, tanto che l’ultima battuta del film, la risposta di Lucy a chi la sta cercando dopo la sua sparizione, è “io sono ovunque”.
Ebbene si, Lucy è “ovunque”, ha pienamente ragione, se la riconosciamo come una perfetta, fedele espressione di quella che è l’entità ahrimanica.
Ahriman – o Satana per chi preferisce un nome più aulico – vuole, infatti, che tutta l’evoluzione terrestre rimanga al livello cui l’uomo è pervenuto esclusivamente grazie all’evoluzione terrestre.
E qual è questo livello?
Quello della struttura minerale. Ahriman vuole fortemente rendere gli uomini perfetti, ma solo a livello di struttura minerale.
Ora, per fare questo ha bisogno di afferrare realmente l’essere terrestre, minerale dell’uomo, strappandolo dall’evoluzione successiva e isolandolo.
Ma la Terra, come pianeta, la quarta ‘sfera’ dell’evoluzione, va verso una progressiva spiritualizzazione. È necessario, pertanto, strappare l’uomo da questa dimensione per portarlo in un’altra che possiamo definire l’ottava sfera.
Un‘pianeta a sé stante’, composto di materia terrestre, qualcosa di assolutamente contrario rispetto all’evoluzione, che, se progredito a sufficienza, verrà separato dalla Terra per intraprendere un proprio percorso evolutivo.
“Questa è un’iniziazione arimanica, solo che appartiene a una sfera del cosmo diversa dalla nostra. Ma si tratta di un’iniziazione che ha in sé il potere di strappare dalla Terra la civiltà umana, di spazzar via dalla Terra tutto ciò che si è formato come civiltà umana” (Rudolf Steiner, O.O.197).
È emblematico, ad esempio, per comprendere questa direzione evolutiva, il progetto del motore Keely, di cui iniziamo a vedere oggi un certo tipo di sviluppo, che consiste nell’utilizzare le vibrazioni dell’organismo umano
“per poi trasferirle alla macchina, cosicché, mentre l’uomo sta davanti alla macchina, le sue vibrazioni più sottili siano in grado di potenziare la macchina, in modo che le vibrazioni nervose umane si trasferiscano alla macchina”[6].
Nella volontà di Ahriman, dunque, c’è la fusione dell’elemento meccanico-materiale con lo spirituale.
Ma Ahriman è altresì l’entità che agisce nell’elemento elettrico-magnetico, di cui il web è la prima manifestazione.
Ora – secondo Rudolf Steiner – davanti all’uomo si aprono solo due strade; quella della regolare evoluzione spirituale, che passa per il riconoscimento della figura del Christo, o quella dell’incapacità di pensare indipendentemente dal cervello fisico, il che produrrà – così Steiner quasi cent’anni fa – nel prossimo futuro
“una rete, tessuta da orribili ragni che nella loro organizzazione non s’innalzano neppure al livello vegetale [dunque di carattere minerale, elettrico-magnetico], anche se si tratterà di un tessuto di enorme saggezza. Ragni mostruosi che s’intrecceranno l’uno con l’altro, che nei loro movimenti esteriori imiteranno tutto quello che la gente, che non avrà saputo trarre ispirazione da una nuova capacità immaginativa come quella della scienza spirituale, penserà con il proprio intelletto oscurato” (Rudolf Steiner, O.O.204)
Questa ottava sfera – l’Inferno, l’Abisso, sempre per chi ama denominazioni più tradizionali – è un pianeta in formazione che coinvolgerà l’umanità rimasta ad un livello di evoluzione inferiore.
Ecco cosa Ahriman vuole che l’uomo diventi.
Un essere che creda di poter evolvere solo grazie a sostanze chimiche, che pensi che l’evoluzione sia esclusivamente materiale, che consideri meta evolutiva utilizzare il 100% del proprio cervello fisico, che non lasci posto all’amore nel proprio cuore, che cerchi di collegarsi fino a fondersi con la macchina, che si muova all’interno di reti elettro-magnetiche dove si può conoscere tutto ma in cui nulla della personalità animica dell’uomo possa passare.
Insomma Lucy, ovvero l’”ottava sfera”.
E che nessuno mi venga a dire che il disegno che sottende questo film, che tutto ciò che vuole comunicare, sia casuale.
Piero Cammerinesi