di Piero Cammerinesi
In un mio recente intervento ho cercato di evidenziare l’enorme significato del momento presente sia da un punto di vista storico che spirituale, considerando anche la presenza di una serie di anniversari di straordinaria rilevanza che partono dall’inizio 2023 con il centenario dell’incendio del Goetheanum, che ha segnato la fine del tentativo di costituire un nuovo centro dei Misteri sulla Terra, per passare a quello del Convegno di Natale a inizio 2024 con la – per così dire – resurrezione dello Spirito del Goetheanum nel Grundsteinspruch, la Meditazione della Pietra di Fondazione, al 28 Settembre del 1924 – Rudolf Steiner pronunciò le sue ultime parole in pubblico per finire con quello della morte fisica di Rudolf Steiner il cui centenario cadrà a fine marzo 2025.
Cosa ha rappresentato il primo Goetheanum per l’umanità? Sentiamo cosa ne dice Judith von Halle:
Con la caduta degli Spiriti delle tenebre nell’anno 1879 un poderoso impulso ahrimanico – per il momento non percepibile all’occhio fisico – s’insediò nelle anime degli uomini. Questo impulso doveva poi – 33 anni dopo – manifestarsi con violenza nella storia. Ma le Potenze spirituali dispensatrici di grazia e quel Concilio spirituale, che conosciamo sotto il nome di Scuola sovrasensibile di Michele inviarono sulla terra quell’individualità che si è incarnata in Rudolf Steiner, per poter contrastare efficacemente lo sviluppo finale di questo impulso ahrimanico. Doveva quindi venir portata a termine, entro un periodo di 33 anni, un’azione adeguata a riportare il destino del genere umano su un sentiero più favorevole. La sacra missione di Rudolf Steiner fu di edificare – proprio nel bel mezzo dell’azione sulla terra degli Spiriti delle tenebre – una dimora all’impulso del Cristo sulla terra. E questa dimora doveva essere un edificio che doveva essere realizzato per lo Spirito interamente secondo le leggi dello Spirito da parte di una comunità di libere individualità e da un costruttore che fosse stato iniziato alle leggi di costruzione del mondo sovrasensibile e che agisse conformemente a esse. Questo edificio sensibile-sovrasensibile fu il primo Goetheanum (Judith von Halle, Incontrare il Cristo oggi e lo Spirito del Goetheanum).
Rudolf Steiner lo definì l’“unica immaginazione visibile nel mondo dei sensi”.
Dobbiamo guardare – afferma Judith von Halle – al primo Goetheanum come a qualcosa di assolutamente nuovo nella storia umana, mai visto prima: una nuova sede dei Misteri, una dimora destinata a rappresentare quel Cristo eterico che deve divenire visibile nel corso dei prossimi secoli a un numero sempre maggiore di persone.
La costruzione di un tempio nel quale il “Divino” possa abitare “volentieri comunicando” nella sua manifestazione attuale fu uno dei compiti principali che Rudolf Steiner ricevette dal Mondo spirituale. Esso costituisce le fondamenta spirituali della costruzione del primo Goetheanum (Judith von Halle, Incontrare il Cristo oggi e lo Spirito del Goetheanum).
Ma dopo la distruzione del primo edificio, per ammissione dello stesso Steiner, lo Spirito del Goetheanum non sarebbe stato più presente nel secondo edificio; dove era finito dunque?
Non più in una struttura fisica – egli affermò alla fine del Convegno di Natale – bensì nei gruppi di lavoro spirituale sparsi nel mondo. Ribadì il fatto che non solo lo Spirito del Goetheanum era ancora vivo, a differenza dell’edificio, ma che qualunque essere umano, che veramente lo voglia, è in grado di trovarlo.
Solo questo incontro – affermò – può rivitalizzare la vita spirituale nel secondo Goetheanum e nell’Antroposofia.
Pertanto, dopo l’incendio dell’edificio fisico, era possibile intraprendere un nuovo percorso verso lo Spirito del Goetheanum mediante la meditazione della Pietra di Fondazione.
Il compito è dunque edificare un Tempio spirituale dell’umanità attraverso questo percorso interiore, attraverso le comunità spirituali il cui lavoro costituisce il vero argine al declino della civiltà.
Scrive ancora Judith von Halle:
L’incontro del singolo con lo Spirito del Goetheanum, che possiamo ora chiamare anche il Cristo eterico, porta sempre verso una comunità – verso la comunità di Io risvegliati. Il sentiero del discepolato percorso individualmente, così com’è stato descritto qui, serve solo al lavoro comune verso il nuovo Tempio Spirituale dell’umanità cosmica. Questo percorso di autoconoscenza dei singoli individui tendente a trovare l’impulso di Cristo nella comunità- che avrebbe potuto passare sia praticamente attraverso il primo Goetheanum che spiritualmente tramite il discorso della Pietra di Fondazione – trova la sua piena espressione nel commento di Rudolf Steiner alle parole-chiave del Tredicesimo ne “I segreti” di Goethe:
“Fulmini riducano pure in polvere
le nostre dimore sensibili;
noi case animiche edificheremo
con salda tessitura di luce di conoscenza.
E dell’esteriore il tramontare
in sorgere deve trasformarsi
del più interiore dell’anima”
Queste considerazioni ci rimandano dunque all’enorme importanza delle comunità spirituali ed alla nostra responsabilità nel costituirle, alimentarle ed esservi fedeli, compiti che i Maestri non si sono mai stancati di indicare.
Ed è per questo motivo che, a distanza di un secolo da quei dolorosi avvenimenti, fa veramente male vedere quanto poco si sia rimasti fedeli a richieste ed esortazioni come quelle contenute nell’ultimo volume sui nessi karmici di Rudolf Steiner.
Questo dovrebbe sollecitare l’antroposofo: io sono qui, l’impulso antroposofico è in me, e io lo riconosco come l’impulso di Michele; aspetto, e nell’attesa mi rafforzo mediante il giusto lavoro antroposofico nel presente, sfrutto il breve periodo che è concesso proprio agli antroposofi nel secolo ventesimo tra morte e nuova nascita, per ritornare alla fine del secolo e continuare il movimento con forza ancora più spirituale. Mi preparo a questa nuova epoca tra il ventesimo e il ventunesimo secolo (così si dice una vera anima antroposofa) poiché sulla Terra vi sono molte forze distruttive.
Tutta la vita culturale, tutta la civiltà è destinata alla decadenza, se la spiritualità dell’impulso di Michele non afferrerà gli uomini, se essi non saranno in grado di risollevare la civiltà che oggi rotola verso il basso.
Se ci saranno anime sinceramente antroposofe che introducano in questo modo la spiritualità nella vita terrena, si avrà un movimento verso l’alto; se non ci saranno, la decadenza continuerà.
La guerra mondiale, con tutte le sue conseguenze, sarà solo l’inizio di mali peggiori.
Oggi l’umanità è di fronte a una grande scelta: o di vedere precipitare nell’abisso tutta la civiltà, oppure di innalzarla di nuovo mediante la spiritualità, di condurla avanti nel senso insito nell’impulso di Michele che precede l’impulso del Cristo (Rudolf Steiner, Considerazioni esoteriche sui nessi karmici, Vol. VI).
È pur vero che – ed ho avuto modo di verificarlo personalmente – la presenza di Circoli esoterici di meditazione nella tradizione dello Jugendkreis continuano a lavorare in varie parti del mondo, ma lo spettacolo indegno e miserevole della litigiosità nei gruppi di lavoro spirituale è alle volte davvero disarmante, pur comprendendone la genesi; essa, infatti, proviene – ci indica Steiner – dalle antipatie che si sviluppano nel mondo sovrasensibile fra la morte e la nuova nascita.
Così, al nostro ritorno sulla Terra rimangono indietro, per così dire, dei resti, dei residui di antipatie, che ci portiamo dietro nell’esistenza fisica attraverso la nascita.
La cosa singolare che sfugge ai più consiste nel fatto che il destino ci porta ad accostarci alla spiritualità proprio per compensare tali residui di antipatie; la spiritualità ha il compito di dar luogo ad una compensazione per certe antipatie che ci sono rimaste dalla vita prenatale.
Pertanto la tendenza verso la spiritualità condivisa con altre persone dovrebbe, in realtà, costituire la terapia per le antipatie che portiamo con noi scendendo nella nostra incarnazione e che, invece, sono alla base della litigiosità cui si è accennato sopra.
Avviene allora che, a causa del nostro coinvolgimento in opposizioni e lotte intestine nel campo spirituale, ci assumiamo una seria responsabilità.
A tale responsabilità hanno fatto instancabilmente appello sia Rudolf Steiner che Massimo Scaligero, il quale, già negli anni ’50 del secolo scorso, scriveva parole che dovrebbero far tremare le vene dei polsi a chiunque abbia minimamente chiaro il senso dell’impegno verso lo Spirito:
L’ora presente è grave: non è un’espressione retorica, questa.
Chi conosce come realmente stiano le cose, sa che quei pochi che hanno una qualunque responsabilità interiore, non dovrebbero ormai perdere più un minuto di tempo, non dovrebbero più rimandare di un attimo la loro decisione per quei superamenti che in segreto essi veramente conoscono di quale natura debbano essere.
Compiti del genere ormai non possono essere più rimandati.
Occorre nella calma decisione realizzare quella stessa forza che è stato possibile evocare in taluni momenti decisivi, quando, per lo schianto di ogni resistenza umana, sembrava che dovessero venir meno le basi della vita.
Si è alla vigilia di eventi che possono essere gravemente distruttivi per l’uomo o preludere a una rinascita nel segno dello Spirito. (Massimo Scaligero, Iniziazione e Tradizione).
Nell’immagine di copertina una pittura di Hermann Linde.