L’Idea è Tono

Tono

Per lo scienziato dello spirito è essenziale arrivare alla realtà dell’Idea.

O quanto meno arrivare a crearsi un’immagine vivente di cosa faccia l’io mediante il pensiero che afferra l’Idea, per poi riuscire pian piano a sperimentarla.

Noi percepiamo l’Idea ma non percepiamo il modo o il mezzo, cioè il pensiero, con cui La percepiamo.

Non sentendo il pensiero ma solo l’oggetto verso cui esso è orientato, percepiamo solo quello che ci pare un’idea già finita ma che invero non è l’Idea bensì solo UN punto di vista o meglio di penetrazione dell’Essere vivente detto Idea.

Punto da cui ci formiamo solo un’opinione ovvero UNA coscienza di Idea.

Ogni volta che penso, che afferro un’Idea vivente, io La penetro conferendole la MIA specifica forma, la forma del mio organo di pensiero ovvero del mio io.

La forma che l’Essere dell’Idea acquisisce grazie alla qualità del mio pensiero è ciò che io chiamo erroneamente “idea” ma che non è affatto l’Essere dell’Idea bensì solo la mia coscienza di quell’idea, la mia opinione soggettiva, il risultato della de-formazione di quell’idea vivente che la mia configurazione di pensiero ha operato.

Non abbiamo dunque idee diverse ma solo opinioni/coscienze diverse (soggettive) sulla stesse Idee (oggettive).

La Maya ci porta a credere di percepire oggetti. In realtà noi percepiamo non gli oggetti ma i concetti degli oggetti, così come pensiamo sempre solo i percetti degli oggetti.

E, aveva già capito Aristotele, possiamo intelligere solo cose intelligibili in quanto intelligenti. Il pensiero può cioè percepire e concepire soltanto esseri a sé (e tra loro) omologhi. 

Infatti concetto e percetto sono la stessa cosa vista da punti di vista diversi.

Il percetto è la realtà vista da fuori, il concetto è la realtà vista da dentro.

La realtà duale si ricostituisce quando concetto e percetto si riuniscono.

Se la percezione scinde la realtà attraverso i differenti sensi e l’intelletto la separa ulteriormente per analizzarne i significati, il pensare della ragione la sintetizza, la ricostituisce correlandone i pezzi, le manifestazioni, così da percepire l’Idea/essenza ovvero il concetto vivente delle cose.

Prima “so” astrattamente come si muove il mio io nel pensare senza ancora riuscire a sentirlo, poi via via imparo a “conoscerlo” ovvero a rimuovere il velo della Maya dalla realtà: imparo cioè a percepire il movimento del mio pensiero, portandomi dalla testa (luogo in cui vivo immobile fuori dal Tutto) al cuore (luogo in cui vivo fluttuando nel Tutto, da cui ho perciò coscienza del reale).

L’esercizio serve solo a giungere a percepire il pensiero, il mezzo con cui noi afferriamo e penetriamo l’Idea, dal cui nucleo centrale, centro dell’universo, noi cooperiamo affinché essa si auto generi.

Senza la nostra penetrazione/fecondazione, l’Idea non potrebbe generare se stessa, fondarsi su se stessa.

Sarebbe “femmina”, ma non ancora Madre.

Goethe infatti chiama le Idee, “madri” archetipiche.

 

Il pensiero nasce consustanziale all’Idea ma non conforme ad essa.

Noi siamo in grado di pensare, cioè di percepire le Idee, solo perché il nostro pensiero, il nostro io e le Idee sono fatti della stessa sostanza: il Logos.

Tuttavia, la forma dell’Idea è “tonale”.

Mentre il mondo astrale è costituito da luci e colori, il Devachan o mondo delle Idee ha forma di Toni, ha la “musica delle sfere”.

Il Tono (Ton) è il corrispettivo interiore del suono fisico (Klang).

Il Tono sta al suono come il concetto al percetto.

Il Tono è il concetto ed il suono è il percetto.

L’Idea è Tono. La sostanza-Logos nell’idea si manifesta in forma di Toni.

Ma un pensiero è tonale nella misura in cui sia capace di muoversi e allora di percepirsi.

L’origine del Tono è movimento, oscillazione, risonanza. 

Un pensiero percepisce se stesso solo se produce Toni: il Logos si rende percepibile solo se il pensiero mantiene moto e forma tonale.

Perciò l’Essere dell’Idea è forma in movimento, è la forma di tutte le forme.

Per la natura dell’uomo, il pensiero perde forza-vita riflettendosi, irrigidendosi in forme prive di forza-vita (concetti da cui la forza-vita è stata abs-tratta), perciò, anziché plasmare se stesso in conformità dell’Idea, il pensiero La penetra e Le conferisce la propria rigidità formale.

L’obiettivo dell’asceta è dunque riconfigurare tonalmente il proprio pensiero, riconformarlo in modo da renderlo del tutto omologo al mondo delle Idee, di forma tonale appunto, così che possa percepirLe, penetrarLe e co-generarLe simultaneamente e circolarmente anziché consequenzialmente e linearmente.

Con l’esercizio, il pensiero inizia a muoversi e risonare in accordo al Tono dell’Idea, alla “musica delle sfere”.
Più si rende tonale la struttura del pensiero, più questo diviene oggettivo ovvero meno de-forma l’Idea afferrandoLa da un punto di vista unico, fisso, rigido.

Sviluppando un pensiero tonale ovvero conforme all’Idea-Logos, sempre meno io tendo ad alterare la forma delle Idee che penso e quindi sempre più oggettive sono le mie opinioni/coscienze ideali. Sempre più so formarmi forme pregne di forza, concetti viventi e oggettivi della realtà dell’idea.

Intuire diviene come respirare.

L’artista, in particolare il compositore, ha la sua sostanza di pensiero organizzata tonalmente.

È compositore solo perché il suo io è costituito tonalmente, perciò nel sonno si lascia configurare dai toni devachanici e può ricordarli al risveglio, trascrivendoli in note fisiche. Egli “crea” ma non inventa nulla, trasporta soltanto.

Perché creazione non è che penetrazione e trasposizione della realtà dell’Idea, perfezionamento dell’Idea stessa in quanto intuizione e completamento delle intenzioni divine.

Creando, non faccio che scorgere la realtà dell’Idea, l’essenza incompiuta del reale che chiede di essere portata a pieno compimento.

Posso conoscere solo ciò che sono in grado di creare. 

Nel conoscere, io non sono spettatore passivo dell’universo ma un suo co-creatore e perfezionatore, in quanto libero le cose dalla necessità e le Idee dagli ostacoli di natura.

Pertanto, ascoltando attivamente la musica concepita creando-conoscendo ovvero trasportando le Idee nel mondo, in quei suoni fisici noi “ci sentiamo bene” in quanto trasportati all’interno dei corrispettivi Toni devachanici, che sono la Vita delle Idee.

Quando ascoltiamo attivamente la musica, in realtà noi Pensiamo, percepiamo l’Idea nella sua più profonda realtà: i Toni che le conferiscono forma.

Il compositore-artista nasce, per sua natura, dotato di un pensare tonale, di un “pensare goetheano”, senza averlo voluto, perciò percepisce il proprio io-pensiero pur riuscendo perfettamente ad ignorarlo: non Vuole ciò che Sente.

Nonostante ciò, pensando, l’artista attiva quel “moto circolare vivente” (FdL) in cui creare-dedurre e conoscere-indurre sono come ispirazione ed espirazione, sistole e diastole, momenti complementari della medesima attività: discesa dalle Idee alle cose, risalita dalle cose alle Idee.

L’asceta invece ci arriva per gradi, per volontà noetica di autotrasformazione: Vuole spingere il Pensare perché per lui è la via “più efficace e sicura”.

Intuire significa percepire l’“intus-ire”, il movimento del pensiero con cui l’io “entra dentro” le Idee ed Esse entrano nella nostra coscienza sotto l’iniziale forma di “intuizioni”.

Forma che immediatamente modifichiamo in rappresentazioni o concetti in misura della nostra forma-vita di pensiero ovvero della nostra incapacità di trattenerLe nella forma di intuizioni per poterne fare pura e immediata esperienza.

L’artista intuisce ma non sa di farlo perché non Vuole farlo. Egli Vuole solo creare, manifestare ciò che con estrema urgenza chiede d’essere manifestato attraverso di lui: non è l’artista a volere bensì la Volontà divina che Vuole manifestarSi per completarSi attraverso di lui..

Perciò il povero compositore crede di creare ma non sa che le melodie, le armonie, i ritmi ch’egli crede di creare sono solo ricordi di ciò che ha “intuito”, di ciò che nella notte lo ha compenetrato e condotto a trascrivere nella vita diurna.

L’urgenza comunicativa dell’artista non è che la Volontà divina che esige realizzare le Sue Idee.

Fabio Antonio Calò

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