Sig.ra Selvaggia Lucarelli,
desidero farle sapere pubblicamente cosa penso della sua lettera di condanna verso tutti coloro che non accetteranno di vaccinarsi contro il Covid19.
Siccome la questione mi riguarda in prima persona, e non ho gradito affatto i suoi inaccettabili capi d’accusa, terrò minuziosamente conto di ogni argomento da lei toccato.
Avrà così modo, se lo desidera, di replicare senza bacchettarmi per aver tralasciato qualche contenuto del suo teorema accusatorio.
Inizio partendo da un aspetto della sua lettera che non saprei se definire grottesco. Una palese contraddizione in cui cade senza rendersene conto.
Lei ha redatto una lettera dove per larga parte, attraverso versetti ripetitivi fino alla nausea, conditi di battute alla Beppe Grillo e gratuite illazioni, a mio avviso infamanti, delinea un accurato profilo della persona che rifiuterà il vaccino.
Riferisce cioè di persone frustrate alla ricerca di qualcosa che colmi i loro vuoti, le delusioni di una vita vissuta sottotono. I loro fallimenti professionali e/o morali.
Sia che si tratti di soggetti privi di istruzione o laureati, ivi compresi i medici, li definisce tutti come dei finti rivoluzionari. Persone che non sarebbero affatto interessati ai vaccini, poiché la loro vera guerra sarebbe una lotta alla ricerca di visibilità, al fine ultimo di sentirsi riscattati in ambito sociale.
Questa mia sintesi ricalca un buon 90 % dei contenuti salienti che si leggono nel testo da lei redatto circa i presunti veri motivi che starebbero alla base del rifiuto a vaccinarsi.
A tal riguardo intendo replicare riproponendo una sua emblematica affermazione che si legge a circa metà della sua lettera d’accusa.
Spero che il suo stesso modo di pensare la induca quanto meno alla riflessione.
Come lei ha ben detto, la scienza – e nel caso di specie io tiro in ballo la psichiatria e psicologia – non è materia per tutti bensì per chi si è fatto il mazzo sui libri, intanto, non di chi ha tra le sue maggiori esperienze – e qui sostituisco i suoi esempi di riferimento con i miei – quella di opinionista < dell’isola dei famosi > e < ballando con le stelle >. Con l’unico avvallo professionale di un diploma in liceo classico.
Mi viene da sospettare che lei, proprio in virtù della sua citata esperienza come opinionista dell’isola dei famosi, intravveda in ogni persona il bisogno di visibilità dovuto alla frustrazione di una carriera sottotono ( com’è per buona parte dei partecipanti all’isola dei famosi ).
Tuttavia, non essendo io abilitato alla diagnosi psicologica, ne mi considero esperto di reality show, giudico la mia affermazione una semplice battuta sarcastica – di cui chiedo venia ai partecipanti dell’isola dei famosi.
Viceversa non mi risulta che lei scherzasse quando, con la stessa sprezzante ironia, ha denigrato tutte le persone che rifiuteranno il vaccino, equiparandoli per davvero a dei falliti in ambito sociale.
Il mondo reale non è quello che lei sembrerebbe convinta di conoscere.
In particolare non mi risulta lo sia il termine d’approccio che lei adotta con la medicina.
Quando io vado dal medico mi affido alle sue conoscenze e ne ascolto i consigli. Se mi sorgono quesiti pretendo una spiegazione con la chiarezza a cui il medico è tenuto per dovere deontologico. Dopodiché rifletto e decido se mettere in pratica quei consigli o rivolgermi altrove, magari a uno specialista del problema specifico. Oppure, se lo ritengo il caso, opto per qualche cura alternativa di quelle comunemente in uso. A patto che sia autorizzata dalla legge.
Io non compro mai a scatola chiusa, soprattutto per questioni che riguardano la mia salute.
Sono convintissimo che come me facciano la maggior parte di persone in questo mondo.
Se al contrario lei è abituata a fidarsi ciecamente di tutto quello che le propone il suo medico, senza porsi mai domande, affidandosi anima e corpo a un unico professionista in medicina, non può pensare che questo suo modo di dialogare con la sua salute sia la regola a cui è tenuto il resto dell’umanità.
Lei vorrebbe far passare l’ipotesi che esisterebbe una voce unica nella comunità medica.
Una persona con un minimo d’istruzione e/o esperienza però capisce che le cose non stanno affatto così.
Se la comunità scientifica fosse fondata su principi di inconfutabilità stabilita dalla maggioranza, i quali avrebbero ragione di una minoranza, è certo che vivremmo ancora nella convinzione che la terra sia piatta.
Su queste basi posso affermare che lei ha nominato a sproposito fantomatici terrapiattisti associandoli a chi rifiuta il vaccino, mentre la verità, quella che emerge dal suo dettato “scientifico”, suggerisce che siano proprio le persone come lei quelle che ci riporterebbero indietro all’epoca della terra piatta.
Lei è scesa sul “campo di battaglia” rivolgendo pesanti illazioni anche contro qualunque medico non abbracci questa narrazione dell’innovativo vaccino in tecnologia mRNA. Poco importa se questi si contano a centinaia, arrivando a migliaia in tutto il mondo.
Cosa importa se tra loro c’è anche chi vanta il primato H-Index più alto del mondo ( un fallito anche lui ?).
Che dire infine di quell’altro medico – virologo Italiano di fama mondiale – che proprio il giornale < il Fatto Quotidiano >, col quale lei collabora, lo presentava come un “Dio in terra”, idolatrando il suo indiscutibile curriculum professionale e il prestigio internazionale di tutto rispetto.
Basterebbe questo per confermare che lei non avrebbe mai dovuto nemmeno sfiorare l’argomento medici.
I suoi esempi alla Dr.Burioni, a cui piace tanto mettere sullo stesso piano chi va dal meccanico per riparare l’auto e chi va dal medico per riparare il corpo, sono fasulli paragoni assolutamente antiscientifici.
Nella vostra arrogante presunzione non tenete conto che il meccanico lavora su un mezzo inventato e costruito dall’uomo, mentre non mi risulta che il corpo umano l’abbia inventato qualche virologo o medico che fosse.
Mi risulta invece che “La medicina non è una scienza “.
Non si tratta di una mia affermazione, bensì del titolo di un libro scritto da Giorgio Cosmancini, medico e filosofo, tra i più autorevoli storici della medicina, nonché docente presso l’Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano.
Occupi un po’ del suo tempo nella lettura di questo libro. Spero le servirà per capire le ragioni che spingono molte persone ad assumere delle proprie decisioni rispetto a ciò che la medicina propone di volta in volta.
Giusto per farle un esempio a tema, vorrei raccontarle di quando mia madre decise di non mettere in pratica i consigli della comunità scientifica che suggeriva alle mamme di non allattare più i figli con il latte materno. L’innovativo latte in polvere era stato dichiarato più sicuro e nutriente del latte materno.
Oppure potrei citare un altro episodio, dove sempre mia madre non diede credito a quei medici che gli avevano proposto di togliermi le tonsille leggermente infiammate….tanto non servivano.
Le ho raccontato questi episodi non perché abbiano particolare rilevanza nell’ambito degli errori clamorosi occorsi nella storia della medicina. Al contrario, potremmo definirli bazzecole in confronto a vicende che in certi casi, purtroppo, hanno causato centinaia di morti e disabili.
L’aspetto a cui do importanza concerne il fatto che mia madre, nonostante la sua terza elementare, ha avuto ragione di illustrissimi comitati di laureati in medicina.
Ciò significa che anche con la terza elementare una persona può risultare in grado di capire che la scienza procede per confutazione. Cioè non si fonda su un verbo sacro.
Questo vale in particolare per la medicina, dato che non esistono quelle cose che taluni discutibili esperti medici, di cui lei parrebbe pendere dalle labbra, definiscono impropriamente < verità scientifiche >.
La medicina non è mai stata e non sarà mai qualcosa di inconfutabile come la matematica o la fisica.
Mi rendo conto che la visibilità concessa a personaggi come il Dr. Burioni abbia portato parecchia confusione su temi che riguardano la medicina, specie col suo frequente ricorso a paragoni tra calcolatrici aerei e vaccini.
Però una persona a conoscenza delle questioni elementari della vita, quelle che insegnano a partire dalla prima elementare con le righette fatte sui quaderni, capisce che non esiste in medicina un verbo assoluto.
Ci sono momenti in cui per la nostra salute contano soltanto le nostre decisioni personali.
Sono sostanzialmente queste le ragioni che hanno portato i nostri predecessori a costituire istituzioni internazionali e nazionali a tutela del diritto alla libera scelta sanitaria.
Per certi versi si potrebbe asserire che questo genere di istituzioni nasca in contrasto alle idee di persone come lei, le quali fomentano il disprezzo verso coloro che ritengono di poter scegliere per il proprio corpo.
È possibile che lei, a questo punto, stia ridacchiando di gusto. Non per via delle mie ultime affermazioni. O perché giudicherebbe insensati i miei argomenti in generale. Al contrario.
Sono certo che fin qui non ha trovato nulla che le concederebbe motivo di replica.
Se ridacchia lo fa perché pensa che a suo favore giocherebbe l’ultimo argomento che ha toccato nell’ambito dei suoi capi d’accusa. Quello che lei stessa, identificandolo come appiglio valido per contrastare ogni possibile critica, ha ritenuto di presentarlo come < la motivazione che più di tutte la porterebbe a disprezzare chi rifiuta il vaccino >.
Dopo questa sua affermazione ha citato i risultati statistici delle vaccinazioni, ovvero quello che a lei risulterebbe essere il coefficiente di rischi/benefici di una vaccinazione di massa.
Non intendo affatto contestare i dati che lei ha esposto a tal riguardo, anche se, come ho già detto, risultando lei laureata < in niente > dovrebbe astenersi dal trattare certi argomenti a titolo scientifico.
Dunque do per scontato che lei abbia riportato l’esatta valutazione della comunità scientifica rispetto all’efficacia delle vaccinazioni di massa.
Quello che invece le contesto riguarda l’importanza che lei attribuisce a questo genere di statistiche.
Le sue considerazioni sui rischi/benefici delle vaccinazioni riguardano il passato. Non il futuro.
Per altro in quelle stesse statistiche da lei riportate – ma questo è un altro discorso – non sono considerate le vaccinazioni che in passato hanno causato danni ben peggiori dell’epidemia stessa. Una su tutte la vaccinazione di massa effettuata negli Usa nel 1976 contro un virus della suina.
Questi discorsi, tuttavia, è bene che li lasciamo a persone che si sono fatti il mazzo sui libri, mentre per noi, comuni ignoranti, vige la regola di basarci sulle opinioni di quei medici che a titolo personale giudichiamo più attendibili di altri.
I medici di cui io mi fido mi hanno ben spiegato, documenti OMS alla mano, che la tecnologia dei vaccini usati fino ad oggi non ha nulla a che vedere con quella attualmente in uso per i vaccini contro il Covid.
Tutto questo dimostra che le sue argomentazioni sulle vaccinazioni di massa del passato, rapportate all’attuale contesto del vaccino contro il Covid, assumono un’importanza scientifica pari allo zero spaccato.
Se lei ritiene giusto affidare la sua salute alla OMS e all’EMA, le quali istituzioni, a mio avviso, sono colpevoli di non aver mai operato per il ritiro delle licenze di mercato a quelle case farmaceutiche che in dispregio ai protocolli sanitari hanno causato gravi danni alla salute pubblica, non può pretendere che la sua strenua fiducia sia condivisa da tutti. O almeno, non certo in presenza di aziende come la Pfizer – produttrice dell’attuale vaccino anti Covid – che notoriamente è stata al centro di crimini equiparabili a quelli commessi dai nazisti con gli esperimenti sui bambini fatti nei campi di sterminio.
Cosa dire invece dell’altra produttrice degli attuali vaccini, Astrazeneca, la cui “fedina penale” viaggia poco al di sotto della sua concorrente Pfizer.
A casa mia questo atteggiamento superficiale della OMS e dell’Ema, le quali dovrebbero agire a tutela della nostra salute, si chiama < contiguità >.
Se al contrario ritiene di non fidarsi della OMS e dell’EMA, bensì delle rassicurazioni del comitato tecnico scientifico del nostro governo, capitanato da un medico la cui unica specializzazione – in ginecologia – l’ha conseguita presso la “prestigiosa” università di Harara nello Zimbawe, può tranquillamente farlo come nel suo pieno diritto.
Stesso discorso vale per la fiducia che ripone nel primo consigliere scientifico del Ministro Speranza, ossia il Prof. Walter Ricciardi, i cui conflitti d’interesse con le case farmaceutiche sono confermati ufficialmente all’interno di carte processuali.
Per quanto mi riguarda invece preferisco prendermi il coronavirus, anche perché, se le statistiche hanno qualche importanza ( e per lei pare ne abbiano molta), mi risulta che le probabilità di guarire perfettamente e spontaneamente da questo contagio, per giunta nel giro di pochi giorni, siano superiori al 95%.
Per di più mi conforta l’aver appreso da fonti ufficiali, e mi riferisco all’Agenzia Italiana del farmaco ( Aifa ), che la mia mancanza di protezione vaccinale non potrà interferire, in caso di contagio, con la salute della stragrande maggioranza dei soggetti più a rischio.
L’Aifa ha certificato che le persone con diabete , tumori, malattie cardiovascolari, compresi i soggetti immunocompromessi, possono senz’altro vaccinarsi.
Di conseguenza, se è vero che il vaccino proteggerà dalla malattia, direi che gli unici ad avere delle possibilità di ammalarsi rimangano coloro che il vaccino non lo faranno.
Per giunta l’Aifa ha anche precisato che non si sa ancora se il vaccino impedirà solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi della stessa.
L’ha saputa lei quest’ultima notizia ufficiale?
Ora che la conosce, e che avrà sicuramente l’accortezza di verificarla, avrà un motivo ulteriore per informarsi meglio prima di sparare a zero contro quei soggetti che lei, oltre a disprezzare attraverso inattendibili diagnosi psicologiche, ha anche presentato come dei perfetti ignoranti.
A proposito di informarsi. Mi chiedevo se lei è consapevole del fatto che questi permessi rilasciati dall’EMA per l’uso del vaccino Pfizer, e per tutti gli altri in arrivo, sono quelli che interessano i farmaci considerati ancora sperimentali.
Si faccia spiegare dal suo medico curante queste faccende, così da evitare in futuro di fare paragoni tra questi nuovi vaccini e la tachipirina, e persino con la pasta e fagioli e l’auto che porta dal meccanico.
Non c’è un solo paragone da lei fatto che abbia il merito di essere considerato in qualche maniera attendibile.
Nella sua lettera d’accusa si rilevano soltanto argomenti forvianti rispetto al vero dibattito che è in corso all’interno della comunità scientifica.
Tuttavia non c’è da biasimarla più di tanto, perché gli stessi argomenti si sentono spesso durante i dibattiti televisivi tra giornalisti che fanno a gara tra chi la spara più grossa.
Anche nelle interviste a medici non è mai accaduto che qualche cosiddetto professionista dell’informazione facesse domande utili a schiarire le idee a persone poco informate come lei.
I mezzi d’informazione, i cosiddetti Midia, attualmente procedono per slogan e omissioni, con la puntuale assenza degli ospiti che vengono menzionati a ogni ora del giorno e della notte: quelli contrari al vaccino.
In un anno di coronavirus non solo non si è mai visto un programma tv che riportasse il vero dibattito in corso nella comunità scientifica, ma anche non ho mai sentito portare chiarezza su un altro vero dibatto : quello in corso nella comunità NON scientifica.
L’unica comunità degli umani che trova spazio nell’informazione è quella degli stessi giornalisti, e di pochi medici compiacenti al sistema delle case farmaceutiche.
Il mio consiglio dunque, rivolto a lei ed ai suoi sostenitori, è quello di accedere direttamente alle informazioni certificate dall’Aifa e dall’Ema per verificare, se non altro, che tutte le notizie tecniche e burocratiche da me riportate in precedenza sono totalmente e assolutamente fedeli alla realtà.
Se lei è una persona che agisce in buona fede – e non ho il diritto di affermare e nemmeno di pensare il contrario – metterà in pratica questo mio consiglio.
Stessa cosa vale per i suoi sostenitori.
Per concludere vorrei spendere qualche parola ad ulteriore tutela della mia integrità morale e intellettuale rispetto alla mia scelta di rifiutare il vaccino.
A tal riguardo la informo che lo scrivente ha la terza media ed è attualmente disoccupato.
Se per Lei queste mie prerogative – che potrebbero essere di molti – avvalorerebbero certe sue tesi accusatorie, relative al bisogno di visibilità e/o di riscatto sociale, vorrà dire che lei ha scambiato la vita reale per quella dei reality show di cui si è spesso occupata.
Nel mio caso, ad esempio, l’interesse per i vaccini è iniziato molto tempo fa. In tempi non sospetti.
Lo testimoniano carte processuali relative a un procedimento penale che ho affrontato 29 anni fa contro il Ministero della Sanità sul tema vaccini ( procedimento conclusosi a mio favore ).
NON SONO UN COSIDDETTO NOVAX.
Nemmeno questa etichetta riuscirà ad affibbiarmi, perché io mio figlio, oggetto del procedimento penale di 29 ani fa, l’ho portato eccome a vaccinare.
Il problema è che non è andata molto bene.
Per la cronaca, la informo che casi come il mio ce ne sono a bizzeffe. Molti più di quelli che indicano le statistiche messe a punto da chi finanzia il 90% della ricerca medica: le case farmaceutiche.
Anche per questo le dico che l’etichetta novax – “marchio d’autore” registrato da chi i vaccini li vende -, in associazione alle idee di chi verrebbe un sigillo di riconoscimento per i vaccinati, propongono delle drammatiche analogie con la stella di David degli ebrei. Tanto per intenderci, quella stella nata previo certificazione dai comitati tecnico scientifici dei medici tedeschi e italiani.
Non accorgersi del pericolo che stiamo attraversando con queste campagne d’odio, con la falsa convinzione che la comunità scientifica sia custode di verità assolute, significa il rischio di ricadere negli errori e orrori di un tempo.
Io non la voglio una comunità scientifica come quella composta dai docenti e rettori universitari italiani che nell’anteguerra collaborarono a < certificare scientificamente > l’inferiorità genetica degli ebrei.
Io sono per la vera scienza. Quella della confutazione. Quella che non obbliga. Quella che non mette sul banco degli imputati un medico sol perché ha espresso dubbi sull’efficacia di un farmaco.
Sappia infine che non nutro nessunissimo rancore per i suo dichiarato disprezzo verso quelle persone che condividono il mio stesso modo di pensare e agire rispetto a certe scelte.
Semmai provo solo un grande dispiacere.
Mi dispiaccio per lei e per tutti quelli che attualmente si stanno facendo coinvolgere da pubblicità impietose di prodotti farmaceutici che hanno soppiantato il vero giornalismo e – peggio ancora – la vera scienza. Quella che procede per confutazione di idee nel rispetto del senso critico e della realtà dei fatti.
Non è questo il modo per capire se questi vaccini possano o meno dare i risultati sperati, o viceversa.
Non ci sarebbe da meravigliarsi se si rivelasse l’ennesimo fallimento della medicina a danno dell’umanità.
Sperando che questa mia lunga lettera non la interpreti come un atto di aggressione o di critica fine a se stessa, la saluto cordialmente e sinceramente le auguro buon anno 2021
Zappia Salvatore