Ogni volta che il governo degli Stati Uniti cadrà, sarà probabilmente la conseguenza dell’aver fuorviato l’opinione pubblica. Questo è il punto debole delle nostre difese e dove i nemici del sistema dirigeranno tutti i loro attacchi. L’opinione può essere talmente distorta da far sembrare vero il falso; il nemico, un amico e l’amico, un nemico; far sembrare i migliori interessi della nazione insignificanti e sciocchezze del momento; in una parola, il giusto diventa sbagliato, lo sbagliato il giusto. In un paese in cui l’opinione pubblica è fondamentale, impadronirsene vuol dire prendere il potere. Poiché è regola dell’umanità che gli onesti e le buone intenzioni siano relativamente passivi, mentre gli intriganti, i disonesti e gli egoisti siano i più instancabili nei loro sforzi, il pericolo che l’opinione pubblica sia distolta dalla retta via è quadruplo, in quanto sono pochi coloro che pensano autonomamente.

(James Fenimore Cooper)

 Qui in Occidente la democrazia viene data completamente per scontata. C’è un continuo trionfo sugli allori del passato, senza fare attenzione alla via dalla quale ci siamo allontanati. Critichiamo gli altri per non aver rispettato quello standard di cui ci consideriamo i leader, ma la democrazia non è un qualcosa di semplicemente “acquisito” e poi “mantenuto”, non è un “possesso”. Questo perché un sistema democratico è in ogni momento della sua esistenza definito dal carattere dei suoi cittadini. La democrazia può esistere solo se viene sostenuta, e se i cittadini non riescono a farlo, la si rende senza difese di fronte ad una tirannia sempre più strisciante.

Per questa “tirannia strisciante”, il controllo è subordinato al fatto che ai cittadini sia bastevole una sempre crescente “illusione di democrazia”. Questa cognizione deve dare ai suoi soggetti l’impressione di avere una “libera scelta” su ciò che modella il loro futuro e il loro modo di vivere, tra cui: chi saranno i loro “amici” e chi i loro “nemici”.

È in questo modo che la guerra è sempre dipesa da un sistema affidabile per diffondere la sua propaganda.

L’Arthashastra [in inglese], scritto da Chankya (350-283 aEV), che era il principale consigliere dell’Imperatore Chandragupta (il primo sovrano dell’Impero Maurya), descrive la propaganda e come diffonderla e applicarla in guerra. È uno dei più antichi resoconti dei fondamenti della propaganda in guerra.

La propaganda è vitale in tempo di guerra, perché è assolutamente imperativo che le persone, che spesso devono affrontare i maggiori sacrifici e sofferenze, credano che una tale guerra sia giustificata e che fornirà loro sicurezza. Nella misura in cui credono che ciò sia vero, diventa maggiore il grado di sacrificio e sofferenza a cui sono disposti a sottoporsi per la dichiarata “sicurezza promessa”.

È cruciale che quando la gente guarda al “nemico” veda degli esseri subumani, perché se riconoscesse che detto “nemico” è in realtà dotato di umanità, la mascheratura cadrebbe.

E perciò veniamo bombardati giorno dopo giorno, ora dopo ora di messaggi sul perché il “nemico” non è umano come noi, compassionevole come noi, tollerante, giusto e saggio come noi.

Senza dubbio, la guerra è stata la necessaria risposta quando la tirannia ha portato a creare un esercito per combattere la sua causa, ma direi che la maggior parte delle guerre sono state alquanto inutili, e addirittura frutto di manipolazione a favore dei progetti di un limitato gruppo di persone.

Durante la prima guerra mondiale, il 25 dicembre 1914, accadde qualcosa di piuttosto inaspettato quando si verificarono una serie di diffusi cessate-il- fuoco non ufficiali lungo il fronte occidentale tra i soldati franco-britannici e i soldati tedeschi. Alcuni addirittura si avventurarono nella “terra di nessuno”, nome ricevuto in quanto nessuno la abbandonava da vivo, per socializzare con il “nemico” e scambiarsi cibo e souvenir. C’erano cerimonie funebri comuni e scambi di prigionieri. Si svolse anche una partita di calcio. Si dice che queste tregue non si tennero solo nel periodo natalizio, ma che fossero molto più diffuse durante le festività.

Queste fraternizzazioni renderebbero comprensibilmente abbastanza difficile tornare a combattere gli uni contro gli altri … senza una ragione apparentemente valida. Alcune unità dovettero essere trasferite poiché avevano sviluppato amicizie con la parte opposta e ora si rifiutavano di combatterla.

La lezione fu appresa rapidamente, e la propaganda fu pesantemente pompata nelle teste dei paesi alleati, e nel giro di pochi anni i tedeschi non vennero più visti come umani.

La battaglia per la tua mente

Politici, preti e psichiatri affrontano spesso lo stesso problema: come trovare i mezzi più rapidi e permanenti per cambiare le convinzioni di un uomo … Il problema del medico e del suo paziente malato mentale, e quello del leader religioso che si propone di conquistare e mantenere nuovi convertiti è ora diventato il problema di interi gruppi di nazioni, che desiderano non solo consolidare certe convinzioni politiche all’interno dei loro confini, ma anche fare proselitismo nel mondo esterno.

(William Sargant “La Battaglia della Mente”)

La propaganda di massa è proprio la causa per cui in questa cosiddetta “era dell’informazione” siamo più che mai confusi e divisi gli uni dagli altri …

In passato comunemente si pensava, e non senza fondamento, che la tirannide potesse esistere solo a condizione che il popolo fosse mantenuto analfabeta e ignaro della propria oppressione. Riconoscere che si era “oppressi” comportava innanzi tutto avere un’idea di cosa fosse la “libertà”, e che se si fosse concesso il “privilegio” di imparare a leggere, questa scoperta sarebbe stata inevitabile.

Se l’educazione delle masse fosse stata in grado di trasformare in alfabetizzata la maggioranza della popolazione, si pensava che le idee più elevate, quelle del tipo “pericoloso” che ad esempio Mustapha Mond descrive in “The Brave New World”, avrebbero rapidamente portato le persone ad organizzarsi e la rivoluzione contro i loro “controllori” sarebbe stata inevitabile. In altre parole, il sapere è libertà, e non si può schiavizzare quelli che imparano a “pensare”.

Tuttavia, non è andata esattamente così, vero?

La maggior parte di noi è libera di leggere tutto ciò che desidera, nei termini allora chiamati “libri proibiti”, come quelli elencati da The Index Librorum Prohibitorum (1). Possiamo leggere tutti gli scritti che sono stati banditi in “The Brave New World“, in particolare le opere di Shakespeare che sono state definite forme assolutamente pericolose di “sapienza”.

Ora siamo assolutamente liberi di “istruirci” proprio su quelle stesse “idee” che erano state riconosciute dai tiranni del passato come un “antidoto” ad una vita di schiavitù. Eppure, oggi, c’è la paura proprio di quella cosa, che il “sapere” ti etichetterà come un emarginato da una società “sana”. In quanto il semplice desiderio di sapere rappresenta l’inizio della ribellione.

Viene ammesso, anche se superficialmente, che chi controlla il passato, controlla il presente e quindi il futuro. Questo, nel libro “1984” di George Orwell, viene definito come la caratteristica essenziale che consente all’apparato del Grande Fratello di mantenere il controllo assoluto sulla paura, la percezione e la lealtà alla causa del Partito; eppure, nonostante la sua popolarità, rimane ancora oggi una mancanza di interesse per informarsi sul passato.

Cosa importa, comunque, se il passato viene controllato e riscritto per adattarsi al presente? Come afferma O’Brien, l’inquisitore del Grande Fratello, a Winston: “Noi, il Partito, controlliamo tutti i documenti e controlliamo tutti i ricordi. Allora controlliamo il passato, non ti pare? [E quindi, siamo liberi di riscriverlo come vogliamo …]”.

Ovviamente non siamo nella stessa situazione di Winston… stiamo molto meglio. Se lo desideriamo, possiamo studiare e conoscere il “passato”, purtroppo è una scelta che molti danno per scontata. E così, per la nostra incapacità di porre le domande giuste e cercare le risposte appropriate, ci troviamo sempre più nella posizione inquietante di un Winston… siamo schiavi della stessa nostra mancanza di volontà.

In “1984” di Orwell, ci sono nel mondo tre principali super stati: Oceania, Eurasia ed Estasia, che sono in un modo o nell’altra costantemente in guerra tra loro e lo sono stati negli ultimi 25 anni.

Nel caso di Winston, ha conosciuto solo Oceania (i Commonwealth britannici e gli Stati Uniti), non sa essenzialmente nulla né dell’Eurasia né dell’Estasia, tranne che a volte Oceania è in guerra con Eurasia e a volte è in guerra con Estasia. In effetti, anche questo ricordo, che il nemico non è sempre lo stesso, non è qualcosa che Winston dovrebbe ricordare o riconoscere. Ed è proprio facendo così che commette un “crimine del pensiero”.

L’esperienza di Winston solleva il problema, se nascessimo in uno stato totalitario e fascista, ne saremmo consapevoli? Ovviamente, quello stesso stato non si descriverebbe come tale. Come si potrebbe mettere a confronto la propria “libertà” con l’”oppressione” del nemico, quando tutto ciò che ti è stato dato è ciò che lo stato ha scelto di darti?

Come fai a sapere che ciò che ha plasmato le tue convinzioni, le tue credenze, le tue paure ti appartiene davvero e non è stato messo lì da qualcun’altro?

Siamo tutti molto sensibili a questa inquietante domanda perché, ironia della sorte, essa è stata posta anche in noi. È ciò che ha dato inizio a tutta questa faccenda del “controllo mentale”, vedete, doveva essere fatto … per la nostra “protezione”.

La guerra nel 21° secolo

Perché vincere cento vittorie in cento battaglie non è l’apice dell’abilità. Sottomettere il nemico senza combattere è l’apice dell’abilità.
Sun Tzu

Esistono molte diverse forme di guerra, in particolare c’è la guerra che esiste nel dominio fisico di un’aggressione contro una difesa e la guerra che esiste nel dominio mentale delle idee.

La maggior parte dei tiranni, dall’antichità ai giorni nostri, ha sempre avuto una rete di persone potenti alle spalle (che ne fossero consapevoli o meno) che ha aperto loro la strada per sedersi diciamo sul trono. Ad esempio, ora ci è noto che tra le altre istituzioni molto influenti c’è stato un sostegno molto diretto a Hitler da parte dalla Banca d’Inghilterra [in inglese]. Ovvero, Hitler non è salito al potere “naturalmente” o per suo solo merito.

La disperazione di quell’ambiente economico in Germania era prevedibilmente formulata come conseguenza diretta del Trattato di Versailles, che era essenzialmente una condanna a morte per il popolo tedesco. E Hitler, che aveva iniziato facendosi una modesta nomea, fu selezionato e approvato come il “volto” per quello che era già stato deciso sarebbe stato il destino della Germania.

Le guerre sono state quasi sempre il risultato del finanziamento e dell’organizzazione di potenti gruppi con interessi geopolitici, spesso di impero, che creano un ambiente di disinformazione e disperazione tra le persone tramite la guerra economica e militare oltre che con rivoluzioni colorate.

Tuttavia, quando vennero create le armi nucleari, la guerra geopolitica fu per sempre cambiata.

Anche se oggi utilizziamo ancora gran parte delle stesse vecchie strategie, la guerra si colloca sempre più nel piano delle idee, e insieme a ciò c’è un’attenzione sempre maggiore sulla manipolazione delle informazioni e sulla prospettiva della popolazione su chi sia il buono e chi il cattivo.

La guerra che bisogna combattere contro l’attuale tirannia è quindi sempre più una guerra mentale. Per quanto riguarda la popolazione, tutta assieme ha più potere di quanto possa rendersi conto. La vera crisi del pensiero occidentale di oggi è che le persone hanno dimenticato come pensare. I tempi di attenzione sono diminuiti drasticamente insieme a un vocabolario funzionale. Le persone stanno diventando sempre più dominate da messaggi basati sulle immagini piuttosto che dai contenuti che richiedano più di 10 minuti di attenzione. Gli articoli dei notiziari diventano sempre più brevi, perché le persone apparentemente non possono essere disturbate da un eccesso di lettura. Insieme al pesante calo della lettura, sostituito da un intrattenimento veloce (più efficace di qualsiasi libro bruciato nella storia), le persone non si preoccupano più di impegnarsi per un punto di vista globale. Le informazioni diventano una fastidiosa raffica di campagne pubblicitarie, ognuna delle quali urla più forte e più spesso dell’altra.

Le soluzioni ai nostri problemi come quello dell’imminente collasso economico (nel caso non abbiate notato che stiamo facendo ogni cosa come prima del 2008), trovano le loro soluzioni in ciò che stanno mostrando Russia e Cina.

L’inizio di una guerra è stato quasi sempre presentato come una falsa “necessità”, cioè in risposta all’”equilibrio” geopolitico dominante che è fondamentalmente destinato a servire l’attuale sistema dell’impero e l’errata credenza nel gioco a somma zero.

Tuttavia, l’idea che gli esseri umani vivano in un gioco a somma zero, condannati a combattere per sempre a causa della diminuzione di rendimento delle risorse è stata smentita [in inglese] più volte nella storia moderna con l’applicazione dei principi di successo dell’economia politica nazionale. Esempi degni di nota includono il dirigismo di Colbert del XVII secolo in Francia (poi ripreso durante la presidenza di Charles De Gaulle), il sistema Hamiltoniano dell’America come esemplificato dai Greenback di Abramo Lincoln, il New Deal di FDR, e il programma spaziale di JFK, nonché la sua espressione più recente della Belt and Road Initiative cinese.

Questo sistema ha compreso che il denaro veloce è parassitario e agisce in diretta opposizione agli investimenti a lungo termine richiesti per i progetti che rivoluzioneranno l’infrastruttura di una nazione, compresi i programmi di avanzamento scientifico.

Quel debito per tali progetti a lungo termine non è qualitativamente lo stesso del debito attuale che vediamo maturare oggi, e quel debito verso gli investimenti per il futuro produrrà sempre un rendimento maggiore del suo costo nel tempo. Questo è il motivo per cui il debito verso investimenti a lungo termine su progetti infrastrutturali e di guida scientifica, come l’esplorazione spaziale, sarà sempre sostenibile con un enorme ritorno quantitativo e qualitativo. Tenendo in considerazione che il gioco d’azzardo dei veloci guadagni porterà molto prevedibilmente a un collasso, come è stato chiaramente indicato dalla crisi finanziaria del 2008, e che insensatamente deve ancora essere affrontato con una seria riforma bancaria [in inglese].

Il campo di battaglia più difficile si combatte sul piano delle idee di cui il “nuovo sistema” proposto dovrebbe sostituire quello al collasso in cui ci troviamo attualmente. Da un lato il governo egemonico di un governo mondiale che pensa di poter usare la forza e l’oppressione per governare e dall’altra un sistema multipolare di Stati nazionali che cooperano impegnati in un progresso che offrirà un reale ritorno qualitativo per il futuro.

 L’arte del doppio pensiero

LA GUERRA È PACE, LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ, L’IGNORANZA È FORZA
“1984” di George Orwell (Mantra del Grande Fratello)

Un sistema di propaganda assolutamente totale, che sarà inevitabilmente in contrasto con la verità, richiede necessariamente che i suoi soggetti siano adatti al “doublethink” (doppio pensiero), cioè abbiano la capacità di accettare nella loro mente due pensieri in contraddizione senza riconoscere che sono in realtà opposti.

Orwell identifica questa capacità con due forme di “doublethink”, che sono il “crimestop” e il “blackwhite”. “Crimestop” vuol dire la facoltà di fermarsi bruscamente, come per istinto, alla soglia di un pensiero pericoloso.

Orwell inoltre dice che:

…include il potere di non afferrare le analogie, di non riuscire a percepire gli errori logici, di fraintendere gli argomenti più semplici… e di annoiarsi o provare ripugnanza per qualsiasi linea di pensiero che sia in grado di condurre in una direzione eretica. Crimestop in breve, indica la stupidità protettiva.

“Blackwhite”, è l’atto di contraddizione di fatti semplici, applicato a un opposto. E quando si applica al partito, è la volontà di dire che il nero è bianco quando la disciplina del Partito lo richiede.

Come lo descrive Orwell,

…significa la capacità di credere che il nero è bianco e, ancor di più, di sapere che il nero è bianco e di dimenticarsi di aver mai creduto il contrario. Questo pretende una continua alterazione del passato … L’alterazione del passato è necessaria per due ragioni … La ragione sussidiaria è che …  bisogna isolarsi dal passato, così come bisogna isolarsi dai paesi stranieri, perché è necessario credere di star meglio … [motivo precauzionale] di gran lunga il motivo più importante per il riadattamento del passato è la necessità di salvaguardare l’infallibilità del Partito.

Orwell continua: La divisione dell’intelligenza che il Partito richiede ai suoi membri, cosa che si ottiene più facilmente in un’atmosfera di guerra, essa è ormai quasi universale, ma più si sale in alto, più diventa marcata. È proprio nel Partito Interno che l’isteria di guerra e l’odio per il nemico sono più forti.

Cioè, sono i membri del Partito Interno i più indottrinati, i migliori nell’indurre sé stessi a un “controllo della mente” o al “doppio pensiero”, e allo stesso tempo credono che sia la cosa migliore e giusta da fare.

Orwell descrive così il “doublethink“:

Il processo deve essere cosciente, altrimenti non verrebbe eseguito con sufficiente precisione, ma deve anche essere inconscio, o porterebbe con sé una sensazione di falsità e quindi di colpa … Dire menzogne ​​deliberate sinceramente credendole, col fine di dimenticare qualsiasi fatto che è diventato scomodo, e poi, quando diventa di nuovo necessario, trarlo fuori dall’oblio soltanto per il tempo necessario, negare l’esistenza della realtà oggettiva e per tutto il tempo tener conto della realtà che si nega – tutto questo è indispensabile. Anche nell’usare la parola doublethink è necessario esercitare il doublethink.  

Quello che molti non riescono a cogliere leggendo “1984” è che Orwell non è solo il personaggio di Winston, è anche il personaggio di O’Brien. Egli è il membro del Partito Esterno diventato un rivoluzionario, ed è il disciplinatore del Partito Interno.

È al contempo il programmatore-aguzzino e il programmatore-vittima.

Winston alla fine è spezzato, e smarrisce l’unica cosa che lo ha mantenuto umano, il suo amore e la sua lealtà verso Julia. Alla fine, viene annunciato che Oceania è sempre più vicina a vincere la guerra, e Winston guardando un grande poster del Grande Fratello piange lacrime di gioia e sollievo, perché finalmente era arrivato ad amare il Grande Fratello.

Era diventato O’Brien.

Allora, chi è il cosiddetto “nemico”?

Il nemico è il nostro io nascosto.

Le nostre paure, i desideri e le ossessioni più vili. La voce che sussurra nelle nostre orecchie dicendoci di non credere in nulla di genuino e onesto, che il mondo in cui viviamo alla fine si autodistruggerà e quindi si tratta solo di cercare in sé stessi. Che il nostro destino è quello di essere i giocattoli di potenze superiori.

Questa è la voce di un prigioniero della caverna di Platone, con al collo una catena e che vede solo delle ombre su un muro. Questa non è la realtà. Questa è la voce di qualcuno che è stato ridotto in schiavitù per la maggior parte della sua vita. La voce di qualcuno che è diventato così impotente da accettare completamente qualunque brutta condizione gli venga imposta e che, se necessario, combatterà anche per difenderla.

C’è una via d’uscita da tutto questo, ma si deve diventare degli ottimisti per scorgere una soluzione.

Non dobbiamo essere nemici. Sebbene la passione possa essersi forte, non deve spezzare i nostri legami di affetto. Le mistiche corde della memoria vibreranno quando saranno nuovamente toccate, come sicuramente lo saranno, dagli angeli migliori della nostra natura.

(Abraham Lincoln)

Nota:

  1. L‘Indice Librorum Prohibitorum era un elenco di libri proibiti, giudicati pericolosi per la fede e la morale dei cattolici romani, che avevano una sospetta attrazione verso le opere degli umanisti platonici. Tra le opere vietate rientrerebbero quelle di Dante, Erasmo e tutti i libri di Machiavelli. Per ulteriori informazioni fare riferimento al mio articolo su questo argomento [in inglese].

Cynthia Chung 

Fonte