La Profezia di Michele nell’Ultimo Discorso di Rudolf Steiner

di Piero Cammerinesi

1. Un Centenario di fondamentale importanza

Questo Michaelmas 2024 è una festa di San Michele del tutto speciale.

Sia perché esattamente cent’anni or sono, il 28 Settembre del 1924Rudolf Steiner pronunciò le sue ultime parole in pubblico – avrebbe lasciato il piano fisico appena sei mesi dopo – sia perché quello che sta accadendo oggi nel mondo ad un ritmo sempre più incalzante conferma drammaticamente le sue peggiori previsioni.

Pochi giorni prima, infatti, il 25 settembre 1924, era una domenica, era stato diffuso a Dornach l’avviso che egli non avrebbe tenuto la consueta conferenza di San Michele in quanto molto sofferente. Eppure, a sorpresa, Herr Doktor si alzò dal letto e si presentò per parlare ai membri, anche se le sue forze erano talmente esigue da dover interrompere la conferenza che, per questo, viene chiamata Letzte Ansprache, ultimo discorso.

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Evidentemente ritenne che fosse estremamente importante lasciare un – chiamiamolo così – testamento spirituale ai suoi discepoli ed all’umanità tutta.

In esso ritornò a parlare sul tema di Elia-Lazzaro-Giovanni – tema che aveva molto approfondito nel corso degli anni – ma intese sopratutto affidare a tutti, tramite esso, un compito ben preciso al fine di impedire il declino della civiltà.

Chi è per noi, Lazzaro-Giovanni? Ci esorta a chiederci Rudolf Steiner.

È in ognuno di voi – afferma Bianca Maria Scabelloni – è l’uomo che ha questo potere autonomo di risvegliare nel transitorio il trascendente, minuto per minuto, in tutto. In tutto. Ciò, fatto salire nel piano etico, diventa possibilità di resurrezione che noi diamo all’essere umano allorquando cade, sbaglia (Bianca Maria Scabelloni conferenza del 5 Dicembre 1989).

Interessante notare che Rudolf Steiner iniziò nel 1901 la sua attività pubblica con un articolo sulla rivista Luzifer Gnosis il cui titolo era Il miracolo di Lazzaro  e la terminò nel 1924, sempre rivolgendo la sua attenzione al tema di Lazzaro-Giovanni ed ai misteri ad esso connessi.

Il 1924 fu un anno molto difficile per Steiner, in quanto egli si rese drammaticamente conto del fallimento dell’Antroposofia come organizzazione esteriore. 

Se gli ultimi sforzi dell’inizio ’24 non fossero andati a buon fine egli ben sapeva che gli sarebbero restati solo nove mesi per salvare una situazione pesantemente compromessa.

Scrive in proposito Harald Giersch:

Secondo il sacerdote Rudolf Meyer questa dichiarazione è stata fatta da Rudolf Steiner molto tempo prima della sua malattia: “Il Convegno di Natale non viene accolto. C’è ancora tempo. Ma se non viene accolto entro l’autunno, i poteri ahrimanici lanceranno il loro attacco”. Il procuratore di stato di Stoccarda Dr. Bruno Kruger ha testimoniato che già nel giugno 1924 Rudolf Steiner disse a lui personalmente con ferma insistenza: “Questo impulso è venuto meno. Tornando a Dornach nel mese di ottobre, tutto sarà organizzato in modo diverso, compresa la situazione di Stoccarda”. A un membro che desidera restare anonimo, ricevuto da Rudolf Steiner, in risposta ad una domanda a proposito del Convegno di Natale e dei suoi effetti all’interno della Società, rispose: “Il mondo spirituale permette nove mesi per vedere se arriva l’eco da parte dei membri. Se non arriva l’eco, gli impulsi del Convegno di Natale giungeranno a termine”. Quando i nove mesi passarono, questo membro chiese informazioni a Rudolf Steiner di nuovo. Egli rispose: “Non si è avuta nessuna eco. La Società non ha accettato il Convegno di Natale” (Harald Giersch, Rinnovamento generale o illusione ­­della Società Antroposofica)

Quei nove mesi si conclusero esattamente a fine settembre ‘24.

L’anno precedente, il 1923, era iniziato con una morte fisica – la distruzione del Goetheanum – e si era concluso con una nascita spirituale – la Grundsteinspruch, la Meditazione della Pietra di Fondazione – mirata a trasferire nei cuori degli uomini il seme spirituale di Anthropos Sophia. 

Sappiamo – scrive Adriana Koulias – cosa è successo negli anni successivi alla morte di Steiner e come le forze avversarie abbiano lavorato per impedire che le 4 volte 12 persone fossero riconosciute. Il mondo non è stato permeato dalle forze di Michele per questo motivo, e ciò che vediamo oggi, la tragedia degli eventi attuali e tutti gli eventi degli ultimi 100 anni ne sono il risultato.
Ora ci troviamo di fronte a un evento simile e vi prego di accogliere nelle vostre anime ciò che vi dico liberamente e senza costrizioni. Dobbiamo essere svegli e consapevoli di ciò che sta accadendo nella società antroposofica. Non dobbiamo rimanere indifferenti agli attacchi che cercano di impedire ancora una volta al pensiero micaelita di svilupparsi come forza creativa nelle anime umane.
Ne vediamo la prova nella paura e nell’ansia che vediamo oggi nel mondo. La mancanza di coraggio e di convinzione morale.
Nel nostro tempo dobbiamo prendere sul serio le parole pronunciate da Rudolf Steiner nel suo ultimo discorso. E riflettere seriamente sulla nostra posizione rispetto a Michele in questo momento. Perché molto è in gioco. Ancor più di cento anni fa, abbiamo bisogno del potere di Michele per sopravvivere a ciò che sta per accadere.

2. Il ritorno degli antroposofi sulla Terra e la culminazione di Anthropos Sophia

Ora, bisogna sottolineare come alcuni punti delle comunicazioni di Steiner in questo ultimo discorso – su cui si è molto discusso da allora – siano collegati ad altre due importanti e delicate questioni che sono state spesso fraintese.

La prima è quella del ritorno sulla Terra – a brevissimo termine – di persone a lui vicine dopo la metà del XX secolo, mentre la seconda riguarda la cosiddetta “culminazone” dell’Antroposofia.

Afferma, infatti, di fronte ai membri della Società Antroposofica, Rudolf Steiner:

Perché è scritto sopra di noi in lettere soprannaturali: Rendetevi conto che tornerete prima della fine del XX secolo e alla fine di questo XX secolo che avete preparato! Rendetevi conto di come ciò che avete preparato possa poi prendere forma! (Rudolf Steiner, Dornach 28 Luglio 1924, O.O. 237).

E, per meglio definire il senso di quanto l’umanità si sarebbe trovata dinnanzi, aggiunge parole che oggi appaiono drammaticamente profetiche:

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Dopo il grande progresso di quel che si oppone alla spiritualizzazione della moderna civiltà, dopo che c’è stato il secondo 666 nel segno di quel grande sconvolgimento in Europa apportato dalle crociate e che ha trovato la sua espressione esteriore nella comparsa e nel tramonto dell’ordine templare, continua ad operare tutto quello che dal genio solare s’impegna a creare il vero cristianesimo. Ma continua ad operare anche quello che da parte di Sorat s’impegna a combatterlo. Abbiamo così l’epoca del terzo 666: il 1998. 

Arriviamo alla fine di questo secolo, quando Sorat, nel modo più forte, alzerà di nuovo la sua testa dai flutti dell’evoluzione, quando sarà l’antagonista di quella visione del Cristo che gli uomini avranno con l’apparizione del Cristo eterico, apparizione a cui si sono preparati già nella prima metà del ventesimo secolo. Ci vorranno quindi quasi due terzi di secolo prima che Sorat alzi la sua testa nel modo più potente (Rudolf Steiner, Dornach, 12 Settembre 1924, O.O. 346). 

Dal 1998 – guarda caso anno di nascita di Google, il motore di ricerca globale che dà forma a quell’immagine steineriana del mostruoso ragno intelligente che abbraccia tutta la Terra — l’azione delle forze più potenti richiamano, tuttavia, come bilanciamento, il ritorno sulla Terra delle personalità più potenti spiritualmente:

Nel corso dei primi 666 anni Sorat era ancora celato nello svolgimento evolutivo degli eventi. Non lo si vedeva in una figura esteriore, viveva dentro ai fatti dell’arabismo; solo l’iniziato era in grado di vederlo. Passati i secondi 666 anni, si è già mostrato nel pensare e nel sentire dei Templari torturati.

Ancor prima del termine di questo secolo egli si mostrerà manifestandosi in numerosi uomini come quella entità da cui essi sono posseduti. Si vedranno arrivare uomini di cui non si potrà credere che siano veri uomini. Anche esteriormente si svilupperanno in un modo particolare, esteriormente saranno nature intensamente forti con tratti furiosi, con rabbia distruttiva nelle loro emozioni. Avranno sembianze in cui esteriormente si vedrà una sorta di sembianza animale.

Gli uomini-Sorat saranno riconoscibili anche esteriormente, saranno quelli che non solo si beffano nel modo più spaventoso di quel che è spirituale, ma lo combattono e lo infangano.

Si farà esperienza di come quel che in germe è concentrato in uno spazio ristretto nell’odierno bolscevismo verrà immesso in tutta l’evoluzione dell’umanità. Per questo è così importante che tutto quello che anela alla spiritualità, lo faccia davvero (Rudolf Steiner, Dornach, 12 Settembre 1924, O.O. 346).

Non credo sia necessario sottolineare come queste parole di Herr Doktor, pronunciate un secolo fa, si siano tragicamente avverate se ci diamo la pena di osservare spregiudicatamente le personalità che oggi dominano il teatro geopolitico mondiale.

3. Che ne è stato della Profezia di Michele?

La Profezia di Michele – scrive Steffen Hartmann – consiste nel fatto che aristotelici e platonici, che in passato operarono separatamente come forze sociali attraverso la storia, anche in epoche separate della storia, sono destinati a lavorare simultaneamente e insieme sulla Terra per la prima volta alla fine del XX Secolo, e in accordo con le intenzioni del vero spirito del tempo, Michele (Steffen Hartmann, La profezia di Michele, Edizioni Artemis).

Ora la domanda che dobbiamo porci, se non vogliamo che le indicazioni e le rivelazioni di Steiner siano per noi solo frasi vuote, è: i discepoli più vicini a Rudolf Steiner si sono reincarnati alla fine del secolo scorso e sono quindi tra noi?

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Se no, perché? E se sì, come riconoscerli? 

Dalla mia esperienza – afferma Judith von Halle – nasce la convinzione che le previsioni di Rudolf Steiner siano andate a segno, per lo meno per la prima parte di questa profezia, vale a dire che questi uomini siano ritornati nei nostri circoli in questa epoca. Per la seconda parte, vale a dire che poi porteranno a completamento quanto non è ancora stato raggiunto, di questo non sono propriamente sicura, o meglio, credo che forse solo ora possa iniziare la possibilità di lavorare a questa impresa per queste persone.

E ancora:

Io temo quindi – prosegue la von Halle – che proprio quegli uomini che furono allora nella cerchia più vicina a Rudolf Steiner siano costretti oggi in qualche modo a lottare con questa loro incarnazione attuale. Secondo l’esperienza che mi sono fatta negli ultimi anni, non si tratta solo di differenze attribuibili alle diverse correnti, ma credo si tratti anche di qualcosa di ‘umano troppo umano’, che la elaborazione di questo karma oggi si trova a dover affrontare (Judith von Halle, Berlino, conferenza pubblica Ottobre 2012)

Secondo Steffen Hartmann:

Molto è stato detto e scritto sulla profezia di Michele di Rudolf Steiner. Cioè, sul fatto che i discepoli, i colleghi e gli amici di Rudolf Steiner si sarebbero incarnati di nuovo dopo un periodo molto condensato di vita dopo la morte alla fine del XX secolo. Per me, anche da adolescente, è sorta la domanda: queste cose vengono discusse e pensate solo tra gli antroposofi o prendiamo sul serio le conseguenze karmiche della vita? E se sì, come funziona? Come possiamo raccogliere fruttuosamente il contesto e le connessioni karmiche dove si trovavano all’inizio del XX secolo? Questa domanda è particolarmente urgente visto lo sfondo dei tragici eventi che hanno avuto luogo nella stessa società antroposofica dopo la morte di Rudolf Steiner, e nel corso apocalittico del XX secolo in generale, tra cui due guerre mondiali, l’Olocausto, la distruzione nucleare di città in Giappone, la guerra fredda e simili (Steffen Hartmann, La profezia di Michele, Edizioni Artemis).

Che ne è stato, dunque, della profezia di Michele?

Prosegue Steffen Hartmann:

Ho deciso di non rimanere più in silenzio sulla profezia di Michele di Rudolf Steiner e sulla sua realtà odierna. Come persona che fin dalla sua giovinezza, ha portato avanti dentro di sé ricordi karmici del tempo di Steiner e che ha lottato con queste esperienze per molti anni, tacendo, esaminandole ripetutamente, vorrei semplicemente dire che questi Antroposofico originari non sono rimasti nel mondo spirituale. Piuttosto i pionieri dell’antroposofia si sono reincarnati a ondate, distribuiti su diverse generazioni, a partire dal 1950. Forse non tutti – chi potrebbe giudicarlo?-Ma davvero moltissimi (Steffen Hartmann, La profezia di Michele, Edizioni Artemis).

4. Chi sono i quattro gruppi di dodici uomini cui Steiner accenna nell’ultimo discorso?

I quattro gruppi di dodici uomini – afferma Bianca Maria Scabelloni – sono quattro generazioni di uomini che dovranno venire ed accompagnare il destino della Terra. È per questo che il Dottore ce ne parla. Egli si è alzato dal letto, non per darci un messaggio esoterico, ma per farci sapere come sarà la nostra storia sulla Terra a livello spirituale. Quando viene detto che nella Luna Raffaello incontra le guide, sarà questa la prima generazione di uomini incarnati intorno al 2005, 2010, 2015, 2020. 

Saranno le guide verso il Cristo: la prima generazione e per generazione intendiamo, oggi, un arco di vent’anni. 

Poi, seguirà una seconda discesa di aiutatori, che saranno i risanatori nel Cristo, perché, in questo secolo, si sono accumulate le premesse per malattie particolari e non tutte avranno il risanamento nel fisico.

(…)  Quattro volte dodici viene detto, non quarantotto tutti insieme. Quattro volte dodici vuol dire che in momenti diversi ci saranno fedeli servitori del Cristo nell’umano.  Fedeli servitori del Cristo (Bianca Maria Scabelloni conferenza del 5 Dicembre 1989). 

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Vorrei aggiungere che a me personalmente il riferimento ai quattro volte dodici uomini fa pensare allo Jugendkreis – il Circolo Esoterico Giovanile che, nel suo primo apparire, era composto di dodici persone – nel quale Steiner riponeva grandi aspettative proprio nell’anno più difficile della sua relazione con la Società Antroposofica.

Come ho avuto modo di approfondire in una serie di tre articoli (I, II e III), negli ultimi anni della sua vita, Steiner soffriva profondamente a causa dei forti contrasti esistenti all’interno della Società Antroposofica. Per questo motivo egli confidò molto – dal 1922 e ancora di più a fine 1923 – nello Jugendkreis, affermando che circoli come quello rappresentavano la via futura verso le Comunità spirituali.

Tale Kreis (circolo) era molto diverso dalle altre istituzioni e gruppi collegati all’Antroposofia; era una comunità di meditazione indipendente che non esisteva come istituzione, non aveva né organizzazione, né statuto. Il Kreis non aveva leader, rappresentanti o regole di comportamento. Le riunioni erano informali e si tenevano localmente a discrezione dei membri. Potevano riunirsi sotto lo stesso tetto o essere a migliaia di chilometri di distanza ma quello che li univa era l’impegno in una attività meditativa condivisa in certi momenti stabiliti della giornata.

Ora, Steiner affermò esplicitamente che le indicazioni date al Kreis avevano valore non solo per i giovani ma anche per le generazioni a venire.

Potrebbero allora forse riferirsi a gruppi come quello le sue parole dell’ultimo discorso?

Se entro i prossimi tempi tale pensiero di Michele diverrà vivente, almeno in un gruppetto di quattro volte dodici uomini e vivrà in quattro volte dodici uomini…? (Rudolf Steiner, Dornach 28 Settembre 1924, O.O. 238).

Da allora gli Jugendkreis hanno continuato ad esistere, una generazione dopo l’altra, e questo ci fa ben sperare nella tenuta della diga che ci protegge dall’enorme incremento della menzogna e della violenza nel mondo che, in particolare in quest’anno 2024, abbiamo visto crescere esponenzialmente giorno dopo giorno..

 

 

5. Una possibile interpretazione

Ora, se così fosse, si potrebbe anche azzardare una possibile spiegazione al seguito del discorso di Steiner, vale a dire:

…quattro volte dodici uomini, che però possano venire riconosciuti come tali non da se stessi, ma dalla Direzione del Goetheanum in Dornach (Rudolf Steiner, Dornach 28 Settembre 1924, O.O. 238).

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Intendo dire che, ben conoscendo Herr Doktor la poca considerazione dei membri del Goetheanum di Dornach nei confronti del circolo esoterico giovanile, egli potrebbe aver voluto auspicare con le parole “…possano venire riconosciuti come tali (…) dalla Direzione del Goetheanum in Dornach” un riconoscimento ufficiale di questi gruppi, augurandosi, cioè, una reale collaborazione tra le due entità, analogamente a quella – definita indispensabile – tra neoplatonici ed aristotelici, anche perché lui stesso volle vedere lo Jugendkreis integrato nella Libera Università di Scienza dello Spirito.

Sono solo ipotesi, beninteso, ma forse qualche parte di verità potrebbero contenerla.

In ogni caso vorrei concludere queste riflessioni con un brano di Steiner che mi appare il senso di quello che egli ha voluto comunicare all’umanità con l’ultimo discorso dedicato all’Arcangelo Michele il 28 Settembre di cento anni fa:

Oggi l’umanità è di fronte a una grande scelta: o di vedere precipitare nell’abisso tutta la civiltà, oppure di innalzarla di nuovo mediante la spiritualità, di condurla avanti nel senso insito nell’impulso di Michele che precede l’impulso del Cristo (R. Steiner, Considerazioni esoteriche su nessi karmici, O.O. 240).

 


Nell’immagine di copertina: un prezioso mosaico dell’artista Mario Sacco raffigurante San Michele. L’opera è stata realizzata utilizzando pregiati legni dell’area garganica, mentre l’idea nasce da un’immagine trovata nelle mura di una vecchia masseria, forse una delle più suggestive e cariche di spiritualità di tutto il panorama iconografico garganico.
Si noti la particolarità di San Michele che appoggia amorevolmente la mano sul capo di un fedele.

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