La Mossa del cavallo, mossa vincente o salto nel buio?

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Basta, non vado più a votare, tanto va sempre peggio…

Anzi, no, vado e voto scheda bianca o forse meglio, annullo la scheda.
Sono anni che ci prendono per i fondelli, prima la DC, poi la sinistra, poi le coalizioni varie. Avevamo sperato nel Movimento 5 Stelle ma anche loro…

Che fare?
Un nuovo partito, anzi Movimento, anzi Lista?
Ancora? Ma basta, facciamola finita.
O no? Possibile che non ci sia nessuno in grado di pensare pensieri nuovi?
E, sopratutto, di attuarli?
Possibile che dobbiamo arrenderci definitivamente, consegnando l’agone politico al regno dell’Utopia o, meglio, a quello della Distopia?

111_Lista_del_Popolo_per_la_Costituzione.jpgPoi, ieri, sono stato invitato all’Assemblea di fondazione della Lista del Popolo per la Costituzione.
Mi sono detto, questi della “Mossa del cavallo” (definizione stravagante per indicare una mossa a sorpresa che scavalca le file nemiche) forse hanno qualcosa di nuovo da dire.
Conosco Giulietto Chiesa e lo stimo come collega dell’informazione, così sono andato ieri ad assistere alla nascita di questa nuova entità politica, che si definisce non un partito ma un’alleanza della società civile.

Beh, com’è andata, mi chiederete?

Tanto per iniziare, devo ammettere che qualche perplessità sul percorso politico di Antonio Ingroia, il cofondatore, ce l’avevo pure, ma tant’è, se cerchi la perfezione puoi dimenticarti il mondo della politica.
Sicuramente dubbi sul simbolo, decisamente poco convincente, nonché sulla scelta di entrare in campo già dalla prossima tornata elettorale, una vera e propria Mission Impossible.
Poi l’Assemblea si è aperta con le note di Povera Patria di Franco Battiato, seguite dal bellissimo articolo di Pier Paolo Pasolini Io so, un testo spaventosamente profetico, pubblicato sul Corriere della Sera nel novembre 1974 (oggi non lo avrebbero mai pubblicato!).

E fin qui nulla da dire, anzi.
Molto interessanti alcuni interventi, oltre a quelli dei due fondatori, in particolare quello del sindaco di Cerveteri, che ha enfatizzato l’importanza di tener in gran conto le esigenze dei Comuni, che sono in effetti la reale interfaccia tra il cittadino e le istituzioni.

Poi, il programma.

E qui bisogna ammettere che hanno una gran bella bozza di programma, ma sopratutto l’onestà di considerarla appunto una semplice bozza, qualcosa di provvisorio che, nelle intenzioni, deve essere poi elaborato insieme a coloro che condivideranno il progetto.
Tra le varie indicazioni: attuare pienamente la Costituzione, Italia neutrale e sovrana, uscita dalla NATO, rinegoziazione e, se impraticabile, recesso unilaterale da tutti gli accordi europei, sospensione immediata del Fiscal Compact, rigetto del modello economico imposto dalla gran25353615_10213591251250053_8002486694739203193_n.jpgde finanza internazionale attraverso la Trojka.
E ancora: una Banca d’Italia pubblica al 100%, ri-nazionalizzazione delle grandi banche italiane, trasformazione della Cassa Depositi e Prestiti in banca pubblica, abolizione del vincolo del pareggio in bilancio, lancio di un piano triennale di investimenti pubblici da 200 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le imprese, nazionalizzazione delle imprese salvate con il denaro pubblico e di quelle del settore energetico e dei settori strategici per la sicurezza del paese e dei servizi pubblici essenziali.
Emissione di una moneta fiscale complementare e cancellazione delle misure devastanti per il mondo del lavoro e per lo stato sociale.
Radicale riforma della Giustizia, rimettere al centro le reali esigenze di formazione dei bambini e dei giovani, bene pubblico dell’informazione considerato come un diritto.

Non male vero?

Ma…anche i grillini erano partiti con un programma strepitoso, e poi…?
A questo punto siamo davanti ad un bivio, ad una scelta di campo; da una parte possiamo dirci “sono tutti uguali, promettono mari e monti e appena si appropriano di un minimo di potere, dimenticano tutto e fanno solo i propri interessi” o, dall’altra “perché non credere che qualcosa, anche minimo, possa cambiare, che vi possano essere dei semi, dei germi di pensiero nuovo che possano infiltrare il mondo politico?”.

E questo è anche l’eterno dilemma per chi, percorrendo un sentiero spirituale, da una parte sa che le vere trasformazioni del mondo non avvengono grazie alla politica, che non è causa ma effetto del percorso dell’umanità e sopratutto della sua crescita morale, ma dall’altra è consapevole della necessità di immettere pensieri veritieri e azione morale nel mondo.

Dilemma vecchio quanto il mondo; ad ognuno la sua risposta.

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