di Andrea Franco
Premessa
Queste mie brevi note sono un lavoro totalmente autonomo rispetto ad altri lavori, alcuni molto ponderosi ed importanti, dedicati al tema (tranne una breve citazione da Calvert Roszell, presa da un libro peraltro non dedicato alla “Meditazione”). Il lettore è quindi pregato di tenerne conto.
Il breve testo che segue non vuole essere quindi una trattazione in qualche modo ambiziosa su un tema così vasto ed importante, ma nasce inizialmente come semplice contributo per il gruppo di studio di Viterbo. In seguito è stato possibile divulgarlo altrove ed infine inserito nei materaili per la riunione romana del 24 Aprile 2021.
Dornach 23 Dicembre 1923 1 Gennaio 1924
Rudolf Steiner diede la Meditazione della Pietra di Fondazione durante i sette giorni del solenne atto di Rifondazione della Società Antroposofica Universale, noto come “Convegno di Natale”.
Per la prima volta nella Storia avveniva che si tentasse di fondare un sodalizio profondamente esoterico, allo stesso tempo pubblico ed aperto ad ogni uomo che ne sentisse la necessità, in quanto radicato nell’esperienza diretta e nella verace conoscenza dei Mondi Spirituali.
Si trattò quindi di una vera Fondazione di Nuovi Misteri, ispirata direttamente dal Mondo Spirituale, fatta davanti al mondo sensibile, apertamente.
La “Meditazione” di cui cercheremo di dire qualcosa costituisce il fulcro ed il centro di tale atto, sacro ed esoterico, pubblico ed exoterico insieme. E la contemporanea presenza di questi aggettivi sottolinea ancora meglio la natura spiritualmente innovatrice, di fatto rivoluzionaria di quanto si volle allora fondare.
Mentre la Pietra su cui venne edificato il Primo Goetheanum che una mano sciagurata, ispirata da mandanti sacrileghi, venne a distruggere col fuoco durante la notte di San Silvestro del 1922, era una pietra materiale inserita nella Terra, questa nuova “Pietra”, questo “pentadodecaedro d’Amore” è una pura sequenza di pensieri ed immagini, che così viene iscritta laddove nessuna “mano” può arrivare; nel cuore eterico e spirituale di chi l’accoglie.
La Meditazione.
Anima dell’uomo!
Tu vivi nelle membra
Che attraverso il mondo dello spazio
Ti portano nel mare dell’esistenza spirituale:
Esercita il ricordare nello spirito
Nelle profondità dell’anima
Dove nell’imperante
Essere creatore del mondo
L’Io proprio
Nell’Io divino
Ha la sua esistenza;
E veramente tu vivrai
Nell’essere universale dell’uomo.
Poiché il Padre-Spirito delle altezze domina
Nelle profondità del mondo generando essere:
Serafini, Cherubini, Troni, (Voi, Spiriti delle forze)
Fate risuonare dalle altezze
Ciò che trova eco nelle profondità;
Questo dice:
Ex Deo nascimur (dal divino ha la sua esistenza l’umanità).
Questo odono gli spiriti elementari
In oriente, occidente, nord, sud:
Possano udirlo gli uomini.
Anima dell’uomo
Tu vivi nel battito del cuore e del polmone,
Che attraverso il ritmo del tempo
Ti portano a sentire l’essere della tua propria anima:
Esercita il riflettere nello spirito
Nell’equilibrio dell’anima
Dove le fluttuanti
Azioni del divenire universale
L’Io proprio
All’Io universale
Congiungono;
E veramente tu sentirai
Nell’attività dell’anima umana.
Poiché la volontà del Cristo domina all’intorno
Nei ritmi universali dispensatrice di grazia alle anime:
Kyriotetes, Dynameis, Exusiai, (Voi, Spiriti della luce)
Fate che l’oriente accenda di fuoco
Ciò che attraverso l’occidente assume forma;
Questo dice:
In Christo morimur (nel Cristo vivrà la morte).
Questo odono gli spiriti elementari
In oriente, occidente, nord, sud:
Possano udirlo gli uomini.
Anima dell’uomo!
Tu vivi nel capo in riposo,
Che dalle profondità dell’eterno
Ti dischiude i pensieri universali:
Esercita il vedere nello spirito
Nella quiete dei pensieri,
Dove le eterne mete degli dei
Luce dell’essere universale
All’Io proprio
Perché possa volere in libertà
Donano;
E veramente tu penserai
Nelle profondità dello spirito umano.
Poiché i pensieri universali dello spirito dominano
Nell’essere universale implorando luce:
Archai, Arcangeli, Angeli, (Voi, Spiriti delle anime)
Fate implorare dalle profondità
Quanto viene udito nelle altezze;
Questo dice:
Per spiritum sanctum reviviscimus (nei pensieri universali dello spirito si desti l’anima).
Questo odono gli spiriti elementari
In oriente, occidente, nord, sud:
Possano udirlo gli uomini.
Alla svolta dei tempi
La luce dello spirito universale entrò
Nella corrente dell’essere terreno;
L’oscurità della notte
Aveva terminato il suo dominio;
La chiara luce del giorno
Irraggiò nelle anime umane;
Luce,
Che riscalda
I poveri cuori dei pastori;
Luce,
Che illumina
I capi sapienti dei re.
Luce divina,
Cristo – Sole,
Riscalda
I nostri cuori;
Illumina
I nostri capi;
Affinché diventi buono,
Ciò a cui noi
Con i nostri cuori vogliamo dare fondamento,
Ciò che Con i nostri capi
Vogliamo condurre
Diretto alla meta.
(traduzione di Aldo Bargero)
La struttura
La Meditazione ha una struttura ternaria: 3 volte 3 più una preghiera-invocazione finale al Cristo che viene fra gli uomini 3 x3 + 1.
Ogni stanza ha una prima sezione per così dire “microcosmica” ed una sezione Macrocosmica.
Sia al punto di vista microcosmico che da quello macrocosmico ogni stanza ha un differente protagonista.
La prima riguarda l’anima umana che vive e si manifesta nelle forze del volere, la seconda nelle forze del sentire, la terza in quelle del pensare.
Nella parte Macrocosmica le forze microcosmiche di ogni singola facoltà umana vengono così collegate: il volere alle Forze del Dio Padre, e quindi alla Prima Gerarchia (Seraphim, Cherubim, Throni), il sentire alle Forze del Dio Figlio, il Cristo, e quindi alla Seconda Gerarchia, (Kyriotetes o Spiriti Della Saggezza o Virtù, Dynamis, Spiriti del Movimento o Dominazioni, Exousiai o Spiriti della Forma o Elohim biblici); il pensare alle Forze dello Spirito Santo e quindi alla Terza Gerarchia (Arcai o Spiriti della Personalità, Arcangeli ed Angeli). Ogni strofa macrocosmica si chiude, con una unica e comune ripetizione con il chiamare in causa gli Spiriti Elementari (salamandre, silfidi, ondine, gnomi ossia esseri del Fuoco, Aria, Acqua, Terra), con l’augurio possente che possano gli “uomini udire” e con la parte corrispondente del “motto dei Rosacroce”, ossia Ex Deo Nascimur (prima) In Christo morimur (seconda) Per Spiritum Sanctum reviviscimus (terza)
Considerazioni
La parte microcosmica.
Si inizia sempre con l’appello “anima umana”, ed è il Mondo dello Spirito che chiama l’umanità.
Si considera la sua struttura triarticolata: ossia che essa viva rispettivamente nelle “membra” per la prima stanza, connesse col Volere, il “battito del cuore e del polmone”, connesso col Sentire nella Seconda, il “capo in riposo” connesso col Pensare, per quanto riguarda la terza.
Siamo quindi al centro della scoperta steineriana della triarticolazione delle Forze dell’anima, in corrispondenza a determinate “zone” dell’organismo fisico-sensibile, elemento di base anche per altre applicazioni della Scienza dello Spirito, a cominciare dalla medicina .
Ci viene detto: le “membra” ci portano nel “mare dell’Esistenza spirituale”, ossia nel volere c’è un punto di passaggio essenziale dal sensibile al sovrasensibile. Poi che nel “battito del cuore e del polmone” si entra nel ritmo del tempo fino sentire l’essere dell’anima che, come tale, quale elemento “intermedio” fra Spirito e corpo (vedi “Teosofia”) è immerso nel ritmico avvicendarsi dei “tempi” e nel “capo in riposo”, infine abbiamo il dischiudersi dei “pensieri universali” ossia ci vengono dati i contenuti dell’Antroposofia.
Poi si passa ad incitare quest’anima se veramente essa vuole vivere, sentire, pensare; passare da quello che essa è, come “dato” a quello che deve divenire per essere veramente e nel profondo Sè Stessa.
L’anima umana si deve esercitare, ma come?
Sono tre i punti-chiave “la memoria dello Spirito nelle profondità dell’anima ” (volere) “il riflettere nello Spirito nell’equilibrio dell’anima” (sentire) ed il “vedere nello Spirito nella quiete dei pensieri” (pensare) .
Questo vuol dire innanzi tutto che le “normali” forze dell’anima, così come le abbiamo, debbano essere elaborate per divenire vere.
Consideriamo allora, come nella disciplina scientifico-spirituale siano presenti gli strumenti per questo radicale esercitarsi, ma sono in un certo senso “capovolti”, operativamente e praticamente parlando rispetto all’incedere delle tre stanze.
Questo è punto essenziale per il tema di queste righe.
Ossia: si inizia con la disciplina del pensare, ossia il volere nel pensare (concentrazione e meditazione) e poi si prosegue da lì, andando ad operare alla liberazione del sentire ed infine ad operare sul volere più profondo, come, ad esempio, avviene con la disciplina euritmica, che richiede una “pulizia interiore” di base per essere quello che deve essere.
Infatti si inizia il lavoro dal “basso” ossia dalla “zona angelica-arcangelica” per usare il corrispondente concetto macrocosmico, e lo si capirà meglio in seguito: una risalita si inizia sempre dall’ultimo gradino della discesa.
Ma contemporaneamente all’ascesi del volere sul pensare i “cinque esercizi” ci danno anche le chiavi per lavorare sull’educazione del sentire e sulla liberazione del volere, così come anche indicato in “L’Iniziazione Come si conseguono conoscenze dei mondi superiori?”
Riprendiamo le fila della “Meditazione”.
Esercitandosi si giunge ad un “laddove”, quindi ad una determinata zona. Quale?”
Si tratta delle seguenti connessioni . Nel “volere”: “Laddove l’Io proprio nell’Io Divino ha la sua esistenza”. Nel sentire “Dove le fluttuanti azioni del Divenire Universale l’Io proprio all’Io universale congiungono”. Nel pensare “Laddove i Pensieri universali dello Spirito Luce dell’Essere Universale all’Io proprio perchè possa volere in Libertà, donano”.
Sono punti di immensa portata.
Iniziamo dal primo.
Ci si dice che essendo vivente nel sistema delle membra, cui è delegato il nostro “passare” da esso al “mare dello Spirito” c’è un “luogo” ove l’Io individuale o proprio, ossia quello ove si manifesta immediatamente l’animico-spirituale umano nell’esistenza terrestre, una volta praticato il “ricordare in Spirito”, potrà vivere ”nell”’Essere Universale dell’Uomo” ossia da Vero Io in quanto radicato nel Divino.
Il secondo.
Siamo nella dimensione temporale e storica, quella chi ci dà la possibilità, vita dopo vita, di realizzare la vera natura dell’Io nel sentire: si parla infatti delle “fluttuanti azioni del divenire universale” che “congiungono” individuale ed universale.
Quindi è la storia individuale e sociale che ci dà la possibilità di connettere l’Io individuale con l’Universale, attraverso l’elaborazione karmica, e questa è la “zona“ della possibile congiunzione fra i “due”, qualora si sia praticato il “riflettere nello Spirito nell’equilibrio dell’anima”.
L’”equilibrio dell’anima”, ossia l’esercizio della equanimità ci viene incontro.
Così quest’ultimo passaggio ci porta a considerare l’”ascesi del sentire” che consiste dall’andare ben oltre il normale “sentimento” ma addirittura ci esorta come detto al “riflettere” e soprattutto all’“equilibrio dell’anima”. Il “riflettere” qui può avere anche un valore di invito a non farsi soggiogare dall’”immediato reagire”.
Qui rimando a due testi essenziali di Massimo Scaligero, ossia il “Manuale Pratico della Meditazione”, ove vengono sintetizzate operativamente le indicazioni date da Steiner sull’ascesi della “zona mediana” (sentire) e a “Dell’Amore Immortale” ove si parla in apposito capitolo del tema del “non sentire il sentire” affinché sorga il sentire vero, libero dalla “natura” che pure ha suscitato il primo sorgere della “forza mediana”.
Ed è così che, di fatto, adempiute queste regole, che Steiner nella Meditazione ci dice “e veramente tu sentirai nell’attività dell’anima umana”.
Terzo punto.
Qui si aprono nuovi scenari, relativi non solo all’operatività meditativa ma anche a nessi, non immediatamente percepibili, col cuore delle basi dell’Opera steineriana.
Dunque, va esercitata la “visione spirituale, nella quiete dei pensieri”.
Qui siamo di fronte a qualcosa che chi abbia dimestichezza con l’esercizio della concentrazione riconosce come punto di arrivo fondamentale nella prima parte di esso, ossia passaggio dal pensare analitico alla contemplazione della “sintesi” dell’oggetto elaborato discorsivamente e/o immaginativamente; si tenta il “vedere nello Spirito”.
E poi si apre un panorama immenso dove si puè trovare addirittura il senso della “Filosofia della Libertà” e contemporaneamente, come spesso accade in queste dimensioni spirituali, si presentano nuovi enigmi.
Vediamo: “laddove le eterne mete degli Dei, Luce dell’Essere Universale all’Io proprio perchè possa volere in Libertà, donano”. Qui nel regno del presente-futuro (dominio dello Spirito Santo) “Le eterne mete degli Dei” ossia ciò che al di là del tempo terreno il Divino ha “proposto” per l’uomo, arrivano al “dono della Luce” perchè noi si possa finalmente giungere al libero volere tramite quel passaggio dal pensare al vedere in Spirito che è messo come condizione per ricevere questo “dono” specialissimo.
Si entra qui nella zona della Luce Eterica del Pensare che, ad esempio, Massimo Scaligero ha messo al centro di molte sue opere e, nello stesso tempo, si inizia a realizzare quanto sta nell’assunto della Filosofia della Libertà, ossia arrivare al volere libero, ed all’azione pura tramite l’affrancamento dal pensare ordinario, entrando invece tramite la “quiete” di esso, nel vero Pensiero. Infatti si dice “e veramente tu penserai” vero pensiero è vedere in Spirito. Questa la meta.
Ma c’è l’enigma del “dono”. Un punto che poi ritroveremo altrove, in apparentemente “altro” contesto, esaminando la parte macrocosmica della seconda stanza.
Occorre a questo punto aggiungere una cosa, riguardante l’operatività che viene richiesta per accedere a quel significativo triplice veramente “vivere, sentire, pensare”.
Ciò riguarda la funzione dello studio dell’Antroposofia, inteso non come approccio meramente “informativo”, ovviamente, ma come significativo immergersi nei contenuti.
Possiamo allora dire che avanzando verso la “memoria dello Spirito” (Prima stanza) il convivere con le immagini dell’Evoluzione Cosmica sia un passo importante verso quel risveglio, così come l’approfondire i contenuti sia essenziale per dare al “riflettere nello Spirito” (Seconda stanza) le sue necessarie motivazioni, ed infine come non considerare essenziali, in questo senso i “pensieri universali”, (Terza stanza) che vengono accolti nel “capo in riposo” essendo essi stessi pieni di quella forza che ci porta dalla “quiete dei pensieri” al “vedere in Spirito”?
Si tratta allora della equilibrata connessione fra lo studio e la pratica della disciplina interiore, che è requisito essenziale per ogni muoversi nel campo della Scienza dello Spirito. Senza disciplina lo studio non è fruttuoso, senza studio non si ha possibilità di orientarsi realmente nella vita.
E ora quella Macrocosmica.
Le tre stanze macrocosmiche sono tutte e tre introdotte dal significativo “poiché”.
Questo ci dice che quanto espresso nella parte microcosmica di ogni istanza è tale “in quanto” nel Macrocosomo sono presenti una serie di possenti fatti spirituali.
Prima stanza.
Siamo nel Regno del Dio Padre, da dove tutto proviene e qui ci viene data una possente sentenza, ove Egli “genera Essere”. Siamo alla Fonte di ogni cosa che domina dalle Altezze fino alle “profondità del mondo”.
E segue l’Invocazione alla Prima Gerarchia, quella che “gode dell’Immediata Visione di Dio” (Steiner 1909 “Gerarchie Spirituali”)
Essa ha il compito di “trasmettere” la Sonorità creatrice dalle Altezze fino alle Profondità ove Essa echeggia. Lì si ode l’“Ex Deo Nascimur” rosicruciano. Ci si dice da dove siamo stati generati.
La stanza chiude con una parte che troveremo ripetuta identica nelle altre stanze, ossia l’appello agli Spiriti Elementari, nei “quattro punti cardinali” (cruciformi) e l’augurio potente e fondamentale che gli uomini possano udirlo.
Questo “augurio” è l’essenza della Meditazione.
L’uomo deve UDIRE ciò che viene dato in quei momenti in cui si fonda la “Pietra“ nei cuori, e che rimane per sempre immesso in questi versi mantrici, mai prima uditi nell’Universo.
Seconda Stanza
Entriamo nel “regno del Figlio”, connesso da un lato al sentire come microcosmica componente dell’anima umana, e dall’altro al reame della Seconda Gerarchia, ossia Spiriti dela Saggezza (Kyriotetes) del Movimento (Dynamis) della Forma (Exousiasi).
Ci si dice che la “Volontà del Cristo domina all’intorno, dispensatrice di Grazia alle anime”
Qui siamo davanti ad un Mistero sommo, che echeggia poi anche nel punto in cui ci si è detto che le “Eterne mete degli Dei donano la Luce” (terza stanza prima parte), ossia la possibilità di elargire “grazia”, che il Cristo si da, così come lo Spirito Santo può “donare” Luce.
Il Mistero consiste nel rapporto fra la “donazione” divina e l’attività umana, il suo mettersi in condizione di meritare il dono dello Spirito.
Questo un altro punto centrale della vita umana nel suo complesso, così come essa ci viene illustrata nella Meditazione, e sta insieme alla necessità dell’udire, come visto sopra.
Qui però si dice anche che il Cristo agisce “nei ritmi universali”.
Nella parte microsmica ci è stato detto che l’anima vive attraverso “il ritmo del tempo” che “congiunge” i due aspetti dell’Io (proprio e universale), con le conseguenze che riguardano anche il dipanarsi karmico-temporale.
Karma singolo ma anche collettivo.
Si può allora pensare al ritmo “cristico” tipico, quello legato al “33” e quindi al “100” quale esito del 3×33, ritmi che segnano in modo essenziale il divenire storico.
Il Cristo infatti si è, di per Sè, legato al “tempo”, laddove il Dio Padre è il “Dio dell’Origine”, mentre il Cristo – da “sempre”- si “stacca” dalla Sfera Originaria dell’Intemporale, ed entra nell’evoluzione umana e cosmica, come ci mostrano sia il “prologo” di Giovanni sia la lettura della “scrittura occulta” data da Steiner, che ci parla del graduale avvicinarsi del Cristo alla Terra, attraverso lo “scendere” dentro gli esseri Gerarchici come “uno di Loro”, come già sapevano Paolo di Tarso e i Padri della Chiesa, e attraverso i “sacrifci preparatori del Mistero del Golgotha” (OO 149,152).
Da lì si invoca la Seconda Gerarchia affinché continui quanto già accaduto col Mistero del Golgotha e le sue conseguenze.
Appare certamente misteriosa la connessione fra il “fuoco” (Est) e la “forma” (Ovest).
Si può pensare, come ritiene Calvert Roszell, al proseguimento di quanto iniziato con l’Incarnazione, il “fuoco” che nasce da Est, ossia la potenza dell’Incarnazione, deve esser “modellato” dall’azione pensante ed organizzatrice dell’Ovest, quando si incontrarono le due correnti ebraica e greca, oppure quando il fuoco della Sapienza Primordiale venne rimodellato dalla coscienza pensante rinnovata dal’Avvento dei Nuovi Tempi. (vedi la parte finale della Meditazione).
Si chiude con la ritmica ripetizione che termina con il POSSANO udirlo.….
Terza Stanza.
La Terza Stanza è espressione della figura più misteriosa della Trinità Divina, ossia lo Spirito Santo cioè “Puro” Spirito in sè.
Esso si manifesta nei “pensieri Universali dello Spirito” che vengono “dischiusi” al capo dell’uomo.
Siamo nel regno del Pensare, come abbiamo visto nella considerazioni sulla parte “microcosmica” della Terza Stanza.
Qui ci troviamo di fronte ad un certo dilemma: ci si dice che i pensieri Universali dominano “implorando luce”, appare quindi un dominio connesso con un implorare.
Si può allora ritenere che l’”implorare” sia l’atto umano, mediato da Arcai Arcangeli Angeli, ossia l’attività pensante portata alla “visione spirituale” (vedi parte microcsmica) che non vien solo “ascoltata” ma esaudita?
Il “culto dal Basso in Alto”? (Steiner 1922)
Steiner stesso ci viene incontro: nel suo commento alle strofe della Meditazione, lavoro che accompagnò l’intera settimana del Convegno di Natale ci dice questo: possiamo tradurre con un “esaudire”, qualcosa di più più che un “benevolo ascolto” quel che Bargero, il traduttore italiano da me seguito in questo lavoro traduce con “udito”.
Il fondamentale “Risorgeremo nello Spirito” del terzo punto del Motto rosicruciano è il lavoro del presente e del futuro, ed i pensieri Universali dello Spirito, sostenuti e vissuti dall’attività che vuole passare dalla “quiete dei pensieri” alla visione dello Spirito sono lo strumento principe.
Qui “studio” e “pratica” si sostengono a vicenda, come già detto.
C’è poi un tema connesso, qui non espresso determinatamente, ma presente in tutta la Scienza Spirituale, che è quello della Sophia, dell’Intelletto d’Amore dantesco, del Divino femminile goethiano e tradizionale. proprio a ben vedere alla Terza Persona Divina che, peraltro, può essere connesso con l’intera Meditazione, così come la Via del Graal, quel “Mistero del Sacro Amore“ (Scaligero 1969), si unisce con quella rosicruciana, nel nome di Mika El, che è per l’appunto, in questo senso il Messaggero dello Spirito Santo
Alla Svolta dei Tempi
La Meditazione si chiude con l’Evento che, in ultima analisi, ha reso possibile la Meditazione stessa.
Vale a dire la “Svolta dei tempi”, che ci viene narrata nella sua essenza piu’ centrale, quel Dono che rese possibile l’Avvento della Luce Vera.
Da allora Egli è qui e, punto essenziale, la Sua è la medesima Luce che splende nella “testa” e nel “cuore”.
Innumerevoli segreti della Scienza dello Spirito sono qui presenti: dalla micaeliana connessione fra “testa” e “zona mediana”: …che i cuori inizino ad avere pensieri o a quanto detto da Steiner in “L’eterizzazione del sangue ed il Cristo eterico”, fino alla fondamentale riunione delle due “correnti”, Re e Pastori. che Rudolf Steiner ebbe a realizzare, in quegli anni.
E l’invocazione finale è il motivo che sempre andrebbe portato nel cuore…
Viterbo, Dicembre 2020/Febbraio 2021.
Bibliografia
Di Rudolf Steiner: oltre alle Opere Fondamentali, “Il Convegno di Natale” (O.O. 206a), “Cristo e il Mondo Spirituale” (O.O.149), “Verso il mistero del Golgotha(O.O.152), “L’Eterizzazione del Sangue ed il Cristo Eterico” (conf singola).
Massimo Scaligero: “Dell’Amore Immortale” “Manuale Pratico della Meditazione” “Graal Saggio sul Mistero del Sacro Amore”.
Calvert Roszell “The near Death Experience” (dedicato a George Ritchie)
* * *
Considerazioni sulla Terza Strofa della “Pietra di Fondazione”, l’Esercizio della Concentrazione e la Filosofia della Libertà
Ciò che riscalda il cuore nello studio e nella pratica antroposofiche è la scoperta di nessi essenziali anche su punti estrememente distanti – in apparenza – di essa, e di come tutto, nella sua immensa estensione di vero e proprio “universale” (come ebbe a scrivere Massimo Scaligero ), si “tenga”, a volte anche nei minimi particolari. Si può, ad esempio, iniziare a scoprire come, nella “Terza Strofa” della “Meditazione della Pietra di Fondazione” si connettano due dei capisaldi essenziali della basale Scienza dello Spirito, relativi alla pratica interiore ed al testo base della parte “pre-antroposofica” dell’Opera, ossia la “Filosofia della Libertà” e di come ciò sfoci in una sorta di Mistero dei nessi fra “Basso ed Alto.”
Sappiamo come la “Meditazione della Pietra di Fondazione” sia articolata in tre strofe ed in una “prgehiera finale”.
Le tre strofe , che ci parlano dei nessi fra anima umana tripartita nelle sue facoltà e corrispondenze macrocosmiche di date forze, hanno per l’appunto une “zona microcosmica” relativa all’anima umana ed una “macrocosmica” relativa all’azione della Somma Trinità e delle Gerrachie Spirituali.
Limitiamoci alla parte “microcosmica” della terza strofa, quella dedicata alla “testa-pensare” e poi, macrocosmicamente alla Terza Gerarchia, la più vicina allo stato umano, connessa con la Terza Persona della Somma Trinità.
“Anima dell’uomo tu vivi nel capo in riposo, che dalle profondità dell’Eterno, ti dischiude i Pensieri Universali/ Esercita il vedere nello Spirito/ nella Quiete dei Pensieri /ove le Eterne mete degli Dei/ Luce dell’Essere Universale all’Io proprio perché possa volere in Libertà donano”.
Si possono allora afferrare una serie di fatti…Va messo il “capo in riposo”, ossia in atteggiamento meditativo ma, soprattutto, l’essenziale sta nella “quiete dei pensieri” che ci porta al “vedere in Spirito”. Qui siamo nella zona che chi abbia una qualche dimestichezza con l’esercizio della Concentrazione può definire della “sintesi”, laddove si sia raggiunta la “quiete dei pensieri, in quanto raccolta in un punto metadialettico”, nel “capo in riposo” e si possa andare oltre, nel “vedere in Spirito”.
Questo è per molti un punto di arrivo essenziale, diciamolo pure, ove diviene arduo l’andare oltre questa base così raggiunta, ossia nel reame iniziatico vero e proprio e bene ci ESORTA il Dr Steiner con quel PERENTORIO “esercita” che va tenuto sempre al centro della quotidiana attività.
Qui si potrebbero fare altre considerazioni, che peraltro richiamano il dharma ed il karma di ogni singolo operatore, ed in questa sede preferiamo andare ad un altro punto, che ci richiama potentemente sia il tema della “Filosofia della Libertà”, che quello dei culti “ascendente e discendente”.
Per “volere in libertà”, una vera meta, abbiamo bisogno, una volta raggiunta quella “zona” di cui sopra. del DONO della Luce emanata “dalle eterne mete degli Dei”. Solo allora si può parlare di “libero volere”, ossia quando siamo veramente fuori dal personale “libero” ma NON libero in realtà , “arbitrio.” ed in grado di “meritare il DONO”. Metterci in condizioni di ricevere. Questo è il senso dell’ascesi: nessun superomismo, nessun “magismo” (deciderà il Mondo dello Spirito se fare o meno dell’adepto un “Mago Bianco”) ma apertura dalla zona piu’ ALTA del ns essere, quella conquistata con l’adire al “vedere in Spirito” tramite “quiete dei Pensieri”, compito centrale di ognuno, vita dopo vita.
Qui c’è non solo il Mistero della Filosofia della Libertà, nella sua chiave operativa “finale”(la “Pietra” fa parte del lascito steineriano del 1923-25) ma il Mistero dei “due culti” ossia l’”ascesa dal Basso verso l’Alto” (via antroposofica) e quella “dall’Alto verso il Basso” (via religiosa-cultuale) che si possono incontrare nel centro grazie a quanto sopra.
Qui c’è il senso della “Via dei Re” e i quella dei “pastori”; ”cainiti” ed “abeliti” e il tentativo di riunificarle, in “interiore hominis”.
Questo il grandioso obbiettivo e qui c’è una chiave essenziale per afferrare la sintonia dell’Opera di Rudolf Steiner con quella di Massimo Scaligero.
Andrea Franco, nato a Roma (1949) studia da decenni l’Antroposofia di Rudolf Steiner, essendo anche stato discepolo di Massimo Scaligero.
Ha pubblicato due libri “Chi ha avvelenato Rudolf Steiner”(Orbassano 2014) e “Dopo Rudolf Steiner Per una Storia dell’Antroposofia dal 1925 ad oggi” (Bologna 2021) .
Su Liberopensare è disponibile la raccolta di scritti “Tempi Apocalittici” .