di Elisabetta Barbadoro
Il famoso protocollo “tachipirina e vigile attesa” non esiste, è un’invenzione dei no-vax.
L’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha negato l’evidenza.
Lo ha fatto rispondendo a una domanda della giornalista Angela Camuso, che gli aveva chiesto quale fosse la base scientifica di “tachipirina e vigile attesa”.
La circolare del 30 novembre 2020
Che la risposta di Speranza sia una totale falsità è confermato dalle stesse circolari del ministero della Salute: quella del 30 novembre 2020, in riferimento ai soggetti asintomatici o con sintomi lievi, fornisce come indicazioni di gestione clinica un elenco in cui al primo punto è scritto “vigile attesa” e al terzo punto “trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo)”.
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La circolare del 26 aprile 2021
Poco cambia con la circolare del 26 aprile 2021: nella lista dei trattamenti raccomandati torna al primo posto la vigile attesa con la specificazione, tra parentesi, “intesa come costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente”. Al terzo punto, dopo il paracetamolo, vengono citati i FANS.
Il ricorso al TAR
Questa circolare è stata oggetto di un procedimento di giustizia amministrativa: inizialmente è stata annullata dal TAR dopo un ricorso presentato dal comitato per le terapie domiciliari. Il Consiglio di Stato però ha poi dato ragione al ministero della salute riabilitando la circolare.
La circolare del 10 febbraio 2022
A quel punto però, siamo a febbraio 2022, il ministero emana un’altra circolare in cui dall’elenco delle precedenti scompare il primo punto, cioè la “vigile attesa”, mentre resta l’indicazione del monitoraggio costante dei parametri vitali seguita dall’indicazione sui farmaci paracetamolo e FANS, in cui viene specificato che le due categorie di medicinali hanno meccanismi d’azione differenti e che il paracetamolo non ha proprietà antinfiammatorie.
No a vitamine e integratori
Sulle indicazioni ministeriali per il trattamento dei malati covid le questioni aperte sono essenzialmente due: la prima riguarda l’efficacia, cioè l’effettive capacità di guarire i pazienti.
Le tre circolari che abbiamo citato poco fa riportano tutte la stessa affermazione che sconsiglia, o meglio non raccomanda l’uso di vitamine e integratori.
Ricordiamo però che il Journal of clinical medicine ha pubblicato a ottobre 2022 uno studio italiano su quasi 400 malati covid che conferma il successo della terapia dei medici di IppocrateOrg basato in prima battuta proprio su vitamine e integratori somministrati alla quasi totalità del campione (98,7%).
Indicazioni non vincolanti?
La seconda questione aperta riguarda la natura vincolante, o meno, delle indicazioni del ministero: se i medici non erano obbligati a seguire le linee guida riportate nelle circolari, perché alcuni di quelli che non le hanno rispettate sono finiti sotto procedimento disciplinare da parte dell’ordine, rischiando la sospensione o addirittura la radiazione dall’albo?
Mentre sono tante le domande ancora aperte l’unica certezza, in questa vicenda, è che le parole di Speranza sul protocollo inventato dai no-vax sono smentite dai fatti e, soprattutto, dai documenti che il suo stesso ministero ha prodotto.