di Piero Cammerinesi
Di notizie grandi o piccole, gravi o trascurabili che ci bersagliano quotidianamente – negativamente nella maggior parte dei casi – veniamo in genere maggiormente colpiti da quelle che ci toccano personalmente.
Non sarà oggettivamente giusto, ma è umano, troppo umano.
E quella dell’acquisto delle manifatture dei sigari toscani da parte di un fondo americano, è una di queste, almeno per me.
Forse perché questo era ancora uno dei pochi ambiti residui in cui l’italianità aveva un suo angolo di eccellenza.
Forse perché vorrei vedere coloro che svendono il nostro Paese ridotti all’impotenza.
Forse perché fu Massimo Scaligero, che fumava il toscano – mezzo sigaro gli bastava per una settimane (nota per i soliti guitti inclini alla condanna per direttissima) – mi iniziò al suo piacevole aroma, facendomi abbandonare ex abrupto le sigarette.
Per anni mi sono chiesto perché non fosse diffuso all’estero vista la sua qualità, nettamente superiore alla maggior parte dei sigari di tutto il mondo.
Ricordo che quando vivevo negli USA – avendo finito la mia scorta di sigari – andai in una grande tabaccheria di Los Angeles per cercare il mio Toscano Extravecchio, ma mi dissero che sì, li avevano importati fino al 2000, poi più nulla.
Come altri prodotti dell’eccellenza italiana – gioielli, vini, motociclette, mobili, abbigliamento, alimenti – anche in questo caso non siamo stati in grado di farci valere nel giusto modo.
E poi ci lamentiamo se ci copiano senza vergogna e, sopratutto, senza avere la capacità – o la volontà? – di difenderci.
Incapacità o collusione? Ignoranza o tradimento?
In alcuni casi ho la risposta, in altri no.
Scrive il giornale che dà la notizia:
“Il Sigaro Toscano sarà a proprietà americana.
Seci, dichiarata fallita nel luglio 2021, ora sarà del fondo americano Apollo. Finisce così una lunga storia italiana che si porta appresso anche altro. Diventano infatti a stelle strisce anche i celebri sigari toscani (vero obiettivo di Apollo), quelli che la tradizione voleva confezionati arrotolandoli sulle cosce delle tabaccaie toscane, e che erano controllati appunto dal gruppo Maccaferri, maggiore azionista delle Manifatture Sigaro Toscano (Mst)”.
Fallimento vero o svendita intenzionale di asset esclusivi come ormai la maggior parte dei prodotti di eccellenza italiani?
Non lo so. So solo di essere addolorato personalmente e infuriato oggettivamente contro chi svende e tradisce questo Paese e le sue capacità e qualità.
Paese che evidentemente, purtroppo, se l’è guadagnato sul campo, considerando i rappresentanti – inetti e/o collusi – che elegge.
PS. Nella foto in alto il reboante manifesto che celebrava i 200 anni della manifattura del sigaro toscano, appena cinque anni fa. Il giovanotto sembra dire al nonno: “guarda come ti abbiamo fregato” ma forse sono io ad essere prevenuto…in fondo…è il libero mercato babe!