Il Giudizio di Salomone, tra Israele e Palestina

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di Adriana Koulias

Cari amici, vorrei ora fornire i risultati della mia domanda all’inizio della settimana della Prova del fuoco, la prima settimana di Avvento.
Ho affiancato due idee; una era la sentenza degli Stati Uniti che equipara l’antisionismo all’antisemitismo. In un certo senso, anche se uno è ebreo ed è antisionista può essere definito antisemita.
Allora ho pensato che questa contraddizione, secondo cui un ebreo può essere definito antiebraico perché non è d’accordo con un movimento politico, avesse un qualche legame con la seconda idea: una citazione di George Orwell sull’idea di Blackwhite, che è un modo politico di controllo mentale, che afferma che il nero è bianco quando un partito politico dice che lo è, e che uno dovrebbe crederci al punto da dimenticare di sapere che si tratta di una contraddizione.
Quindi, ho aspettato pazientemente, cari amici, e questa mattina ciò che è emerso per me è stata la storia del giudizio di Salomone.
Visto che questa settimana è stata una Prova del Giusto Giudizio, una Prova del fuoco, che è collegata al corpo fisico e alla volontà, sembra interessante rispondere alla domanda… ma mai nel modo in cui ci si potrebbe aspettare e questo di per sé mi ha dimostrato, cari amici, la sua verità!

Perché la verità è sempre complementare, non il contrario!

La leggenda narra di due madri che vivevano nella stessa casa, ognuna delle quali proclamava di essere la madre di un figlio neonato. Le due non riuscivano a mettersi d’accordo su chi fosse la vera madre. Ora, si potrebbe immaginare che una sia la madre biologica, mentre l’altra si sia affezionata al bambino, ad esempio prendendosene cura, perché entrambe le madri non potrebbero essere la madre biologica. Si rivolgono a Salomone per un giudizio.
Un bel rompicapo per il re Salomone!
Salomone, nella sua saggezza, chiese una spada ed emise la sua sentenza: il bambino sarebbe stato tagliato in due e ogni donna ne avrebbe ricevuto la metà.
Una madre non contestò la sentenza, dichiarando che se lei non poteva avere il bambino allora nessuna delle due poteva averlo, ma l’altra implorò Salomone,

“Dai il bambino a lei, ma non ucciderlo!”.

Il re dichiarò che la seconda donna era la vera madre, poiché una vera madre avrebbe rinunciato al suo bambino se fosse stato necessario per salvargli la vita, e le assegnò la custodia. Questa sentenza divenne nota in tutto Israele e fu considerata un esempio di profonda saggezza.
La cosa importante da notare è che non sappiamo se la vera madre sia quella biologica o meno!
Questa saggezza comprende che l’amore è superiore al desiderio di proprietà e persino alla biologia. Salomone lo aveva capito.

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Questa storia è archetipica, esiste anche una versione indiana e una cinese, ma sono tutte uguali: la madre che ama di più il bambino è la vera madre che desidera che il bambino viva.
Cosa significa allora che l’amore è superiore alla proprietà per “diritto”, cioè per legge o per biologia e parentela?
Una madre che si prende cura del bambino, che si occupa dei suoi bisogni, sviluppa una parentela così profonda che il suo corpo eterico si unisce a quel bambino in piena libertà e in questo senso questo è il destino. Anche la madre che dà alla luce il bambino sente un profondo legame spirituale con lui, perché il suo corpo eterico materno si è unito al bambino, al quale è biologicamente legata dal karma.
Destino – Libertà
Karma – Necessità
Se entrambe le donne amano il bambino, non ne desiderano la morte.
Potremmo dire che dividere e conquistare, cari amici, significa non avere alcuna cura per il bambino. Si vuole solo vincere a tutti i costi. L’amore non si preoccupa di chi ci guadagna, l’amore si preoccupa del bambino.
L’amore è il Karma riscattato attraverso la libertà.

Come si collega tutto questo al mio pensiero iniziale?
Se prendiamo in considerazione solo il mondo fisico, troveremo sempre delle contraddizioni. Ma le contraddizioni indicano le verità!
Per esempio, diciamo che una madre chiama il bambino con il nome del suo popolo e l’altra lo chiama con un nome del suo popolo. Entrambe si contraddicono, entrambe si oppongono l’una all’altra.
In termini spirituali non importa quale nome abbia il bambino nel mondo fisico, il bambino ha un karma che deriva dalle vite precedenti e che deve trovare compimento in questa vita nel mondo attraverso un karma che non si realizzerà se il desiderio è quello di dividere e conquistare.
Il bambino morirà di spada. Il destino è libero solo se una persona sacrifica il proprio diritto al karma, in modo che il bambino, attraverso il karma, possa compiere il proprio destino.
Si può chiamare il bambino sionista e l’altro antisionista, Israele o Palestina, uno buono e l’altro malvagio o viceversa, a seconda delle proprie simpatie, ma le simpatie non fermeranno l’uccisione del bambino da parte del saggio giudizio del mondo che è al di sopra delle simpatie e delle antipatie e vede solo la saggezza. Perché l’unico che può fare come Salomone è l’essere umano che sa cosa è moralmente giusto, cosa sta più in alto dei due che si contendono il bambino per necessità.

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L’essere umano è l’unico essere in tutto il cosmo capace di amare liberamente, di giudicare dalla parte dell’amore e di ciò che sta più in alto.
Che cos’è il bambino, cari amici, in realtà?
È “l’umanità”.
Come sono arrivato a queste conclusioni? Stanotte ho sognato un bambino morente, che veniva allattato, ma era terribilmente malato, e che veniva ucciso da chi lo nutriva, colui chi dovrebbe dovuto sapere cosa è meglio per lui.
Stamattina il veto degli Stati Uniti e la codardia dell’Inghilterra mi hanno fatto venire in mente il giudizio di Salomone.
Ho capito allora che possiamo cambiare il linguaggio per adattarlo alle nostre preoccupazioni terrene, alle nostre preoccupazioni e agende politiche, alle nostre simpatie e antipatie sbagliate o ben ragionate o semplicemente alla mentalità materialista dell’economia del mondo. Possiamo cambiare il nome del bambino e chiamarlo come vogliamo. Così come una rosa con qualsiasi altro nome è sempre una rosa, e profuma ancora di rosa. Come un giglio profuma ancora di giglio. Un nome non fermerà l’uccisione del bambino!
La parola di Cristo è amore.
L’amore è vita.
Ahriman è il signore della morte, Lucifero è il signore dell’egoismo.
Solo gli adulti sono infettati da Ahriman e Lucifero. I bambini nascono innocenti.
Ecco perché solo coloro che possono diventare come “bambini” possono venire a Cristo.
Cosa intendo per innocenti?

Rudolf Steiner risponde in questo modo:

Nulla che crei disuguaglianza tra gli uomini, nulla che organizzi gli uomini in modo che si sentano diversi dagli altri uomini: nulla di tutto questo entra all’inizio nella natura del bambino. Tutto ciò gli viene trasmesso nel corso della sua vita fisica. La disuguaglianza è creata dall’esistenza fisica degli uomini. Essi provengono dallo spirito e sono uguali davanti a Dio, al mondo e ai loro simili. Questo è annunciato dal mistero del bambino.
Questo mistero è strettamente legato alla nostra comprensione del Natale, che sarà resa più profonda da nuove rivelazioni cristiane. Queste avranno a che fare con la nuova Trinità: l’essere umano, che rappresenta tutta l’umanità, le forze di Ahriman e le forze di Lucifero. Man mano che si apprende come l’uomo sia posto nell’esistenza del mondo in una situazione di equilibrio tra Ahriman e Lucifero, si arriva a comprendere il reale significato dell’essere umano nella vita fisica esterna”.

I “diritti” e le “leggi”, miei cari amici, così come li vediamo nel mondo fisico, non hanno più nulla a che fare con il “giusto” giudizio di Salomone, poiché non esiste una saggezza che cerchi ciò che è più elevato o l’amore come lo intendeva Salomone. Salomone poteva infatti vedere nel mondo spirituale e sapeva quale corpo eterico della madre era collegato al bambino. Il suo stesso corpo eterico era pienamente di saggezza, cioè poteva vedere l’amore!
Un amore che non era necessariamente collegato a colei che aveva dato alla luce il bambino. Ma doveva mostrare all’esterno, a chi non vedeva, ciò che già sapeva, perché chi non vedeva diceva sempre che la madre biologica era la vera madre!

Cristo è l’amore che risparmia il bambino.

Cristo supera la parentela di sangue, i legami nazionali e la proprietà della Terra. Cristo dice che entrambe le madri possono crescere insieme il bambino, se lo amano.
In questo senso, in questa settimana della Prova del fuoco, l’umanità è stata sacrificata da due Paesi che hanno dimostrato chiaramente che la democrazia non porterà mai alla prevalenza del “bene”. Tuttavia, ciò che sale nell’anima di molti in tutto il mondo è un sentimento innato per ciò che significa essere umani e questo, di per sé, ha sollevato i pensieri e la coscienza umana, ha smosso questa coscienza dalla sua apatia e attraverso questa coscienza è sorto il sentimento per il giusto giudizio – coscienza/Cristo.
È così che l’Occidente può portare il Cristo in Oriente. Può mostrare all’Oriente che, indipendentemente da ciò che fanno i governi, Cristo estende il suo amore a loro attraverso i singoli esseri umani.

C’è speranza in fondo al vaso di Pandora!

 

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

 


Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.

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