Il fallimento delle istituzioni e il giallo del Corona

Crime

Ci sarebbe molto da dire riguardo al fallimento delle istituzioni nella crisi legata al Corona virus. E’ oramai innegabile che un aspetto di esso sia un vero e proprio giallo. Questo thriller riguarda solo un aspetto, parziale ma rilevante, dell’intera vicenda, ovvero la sua origine. Tutti gli altri aspetti rimangono (per il momento) nascosti.

(Alcuni lettori potrebbero pensare che il termine “thriller” sia fuori luogo in considerazione dei gravi effetti della crisi causata dal corona virus. Un giallo è la rappresentazione di un reato o di una cospirazione contro l’ordine legale e degli sforzi delle autorità per risolvere il primo o smascherare il secondo. Invece di  “giallo” si potrebbe quindi parlare di un caso criminale o di un fondato sospetto ad esso relativo).

Il fallimento delle istituzioni

Si potrebbe dire molto sul fallimento delle istituzioni nella crisi legata al corona virus. Ad esempio, sull’Organizzazione Mondiale della Sanità, che alcuni critici accusano di aver sostituito il proprio mandato di tutela della salute delle persone con un’agenda ad essa contraria, a causa della sua dipendenza da potenti donatori privati.

O sui ministeri della salute e degli interni, accusati di aver fatto precipitare nel panico i cittadini dei loro paesi con l’aiuto della propaganda della paura e di averli costretti a partecipare al più grande esperimento medico di tutti i tempi, il quale consiste in terapie geniche ad alto rischio i cui benefici a breve termine sono discutibili e i cui effetti a lungo termine sono inevitabilmente sconosciuti.

O sui plasmatori dell’“opinione pubblica“, i quali vengono accusati di aver trasformato le loro piattaforme e i loro organi d’informazione in arene di processi informali, la cui funzione è quella di propagandare un’ortodossia conforme al governo e giudicare tutti coloro che lo criticano teorici della cospirazione, nemici della verità da incriminare e condannare in quanto potenziali terroristi. 

Oppure sulle istituzioni scientifiche e accademiche, ormai talmente dipendenti da contratti di ricerca governativi e privati ​​da non cercare più la verità guidate dall’ideale dell’oggettività e del metodo critico, le quali producono previsioni e risultati manipolati secondo i desideri e le specifiche dei loro clienti.

Das Scheitern der InstitutionenDonald S.Siegel  direttore della School of Public Affairs presso l’Arizona State University e Robert M.Sauer, professore di scienze economiche presso il Royal Holloway College della University of London si chiedono, basandosi sul fallimento da essi predetto, quali opzioni restino a disposizione di coloro che ne subiscono le conseguenze.[1]
Nelle loro riflessioni si riferiscono ad una teoria dell’ economista di Harvard Albert O. Hirschman, esposta nel suo libro pubblicato nel 1970 “
Exit, Voice, and Loyalty: Responses to Decline in Firms, Organizations, and States” [ Lealtà, Defezione e Protesta: risposte al Declino di Aziende, Organizzazioni e Stati]

Come dice il titolo, Hirschmann si occupò del declino delle aziende, delle organizzazioni e degli Stati e delle possibili risposte di coloro i quali vengono da esso coinvolti. Hirschman attribuì la decadenza ad una perdita parziale o totale di un condotta/gestione “efficiente” o “razionale”. Tutte le istituzioni sociali, dalle imprese commerciali agli enti, alle fondazioni, alle associazioni, agli stati nazionali, alle organizzazioni transnazionali e ai partenariati pubblico-privati, obbediscono a una certa razionalità, formulata in regole e procedure, che deriva dai rispettivi fini. Possono raggiungere questo obiettivo solo allineando in modo razionale ed efficiente i mezzi e le risorse di cui hanno bisogno al fine di raggiungere i loro obiettivi. Tutto  il resto sarebbe controproducente in quanto contrasterebbe con gli scopi per i quali esistono le organizzazioni interessate.

Ad esempio, un’impresa commerciale che produce prodotti ma non li commercializza o impedisce attivamente ai suoi potenziali clienti di acquistarli agisce in modo irrazionale. Un’associazione il cui scopo statutario è la promozione della scienza o dell’educazione, ma che non promuove né l’una né l’altra, contraddice il suo scopo e perderà i propri membri o riconoscimento.

Uno Stato il quale pretende di realizzare un ordine sociale liberal-democratico o di consentirne la realizzazione, ma che attraverso le sue azioni ostacola la realizzazione di tale ordine o nel caso che esista, violi la propria idea e perda così la propria legittimità o quantomeno finga di essere il garante di queste norme. 

Anche una comunità religiosa ha una razionalità specifica in quanto promette salvezza o redenzione, e fornisce i mezzi per realizzarle entrambe. Le scuole e le università, con le rispettive promesse educative, sono tenute a osservare le modalità di realizzazione di tali promesse, le quali, a seconda della filosofia educativa, comprendono il condizionamento e la disciplina o il loro contrario. Se i singoli leader di tale organizzazione o l’organizzazione nel suo insieme si comportano ovviamente in modo inappropriato, ad esempio predicando l’astinenza ma indulgendo nella dissolutezza, o promettendo istruzione ma prevenendola allo stesso tempo, minano la loro credibilità e quindi la loro esistenza. La Chiesa cattolica con i suoi scandali sugli abusi sessuali ne è un esempio, un altro è rappresentato dalla maggior parte degli stati democratici, i quali con i loro regolamenti sul Corona virus hanno temporaneamente (o permanentemente?) abrogato la libertà e la democrazia.

Come possono comportarsi i membri di tali organizzazioni – dipendenti aziendali, soci di associazioni, cittadini – quando sono colpiti da un comportamento così irrazionale e inefficiente?

Secondo Hirschman, ci sono tre opzioni: uscita, protesta o lealtà.
Non tutte e tre le opzioni si hanno nella stessa misura in tutte le organizzazioni sociali. Sono inoltre associate a costi diversi, a seconda della misura in cui l’irrazionalità si sia già impadronita di un’organizzazione o di quanto siano forti le possibilità sanzionatorie della stessa. Si va dalla chiusura nel caso di un’azienda, all’ostracismo nel caso di una società civile e del suo pubblico, alla chiusura del conto nel caso delle banche, alla censura e al ritiro della piattaforma nel caso di media, università o domini digitali.

La prima opzione, uscire, è votare con i piedi. Un’azienda che non soddisfa le esigenze dei clienti si trova di fronte ad una migrazione verso la concorrenza, i partiti ad un calo di elettori o ad una perdita di iscritti, le associazioni ad una mancanza di donazioni e di volontariato.

La seconda opzione è quella di alzare la voce, ad esempio da parte dei clienti o degli iscritti o dei  cittadini che si lamentano ad alta voce, protestano, fanno pressione o utilizzano altri mezzi per influenzare le loro organizzazioni.

La terza opzione è non fare nulla e rimanere fedeli all’organizzazione in questione, per convenienza, paura o speranza che si riformi.

Come esempio dell’efficacia della protesta, i due autori citano la Coca-Cola, che introdusse nel 1985 un nuovo prodotto chiamato “New Coke”. Le proteste dei clienti contro la New Coke furono così violente che l’azienda fu costretta a riproporre il vecchio prodotto con il nuovo nome “Classic Coke”.

Nella sfera politica, gli elettori di un partito che non rappresenta più i loro interessi possono votarne un altro, militare in esso al fine di cambiarne la politica o sperare che cambi linea.

Hirschman ritiene che la protesta sia particolarmente efficace quando è sostenuta da una possibile “uscita”. Senza il rischio di un abbandono, la protesta verbale difficilmente porta a cambiamenti in quanto non è associata a conseguenze tangibili.


Uscita, voce e lealtà nella crisi del Corona

La teoria di Hirschman può essere applicata anche al fallimento – o forse meglio alla cattiva condotta – delle istituzioni nella crisi del coronavirus? Una mala gestione che, come scrivono gli autori, ha condotto quasi tutte le ex democrazie ad una “religione del COVID” propagandata dallo Stato e ad uno “Stato di polizia sanitaria” che alcuni considerano razzista? Questo stato sanitario è dominato da “esperti di malattie infettive”, una nuova classe di mandarini i quali ne hanno determinato l’azione e capovolto la costituzione. Secondo Siegel e Sauer, i burocrati sanitari – i sommi sacerdoti di questa nuova religione – hanno strangolato l’economia, danneggiato importanti istituzioni sociali e commesso il più grande furto politico della storia moderna. Questo furto colpisce non solo proprietà o servizi privati ​​(istruzione, tempo libero), ma anche la libertà economica, politica e personale di ogni individuo. La continua distruzione dell’economia e della società da parte del regime sanitario odierno è stata descritta da Hirschman in un passaggio decisamente profetico nel suo libro:  

“Ogni società impara a convivere con una certa quantità di comportamenti disfunzionali o sbagliati; ma affinché il male non la divori e porti al decadimento generale, la società deve essere in grado di mobilitare forze dal suo interno le quali inducano il maggior numero possibile di indecisi a tornare al comportamento richiesto per un funzionamento consono all’ ordine della società stessa”.

Secondo gli autori, l’ascesa di regimi sanitari autoritari in paesi un tempo democratici rappresenta “il più grande fallimento dei governi nella storia moderna” (se si tratti effettivamente del più grande fallimento è discutibile). E tanto più peggiora la portata di questo fallimento quanto più il pubblico se ne rende conto.

In effetti, ora stanno emergendo prove che i contribuenti americani potrebbero aver finanziato il virus che li ha attaccati. Questo ci conduce al giallo del Coronavirus, la cui sceneggiatura si sta svolgendo sempre più di giorno in giorno e sarà discussa di seguito. 

In ogni caso, la situazione attuale ricorda agli autori una battuta di Lenin, secondo il quale i capitalisti vendevano anche la corda con cui sarebbero stati impiccati. Nel caso del Corona, i funzionari del servizio sanitario potrebbero aver creato la crisi che ora promettono di risolvere.

In effetti, vennero attuati in varia misura elementi delle strategie sovrane descritte da Hirschman in risposta ai provvedimenti totalitari dello stato di polizia sanitario. Alcuni americani, come scrivono Siegel e Sauer, hanno scelto di andarsene, non nel senso che hanno restituito la cittadinanza, ma si sono trasferiti  nelle loro seconde case o sono emigrati dagli Stati governati dai democratici, che di solito imponevano misure più draconiane rispetto a quelli governati dai repubblicani. Tale migrazione ha portato molti “rifugiati del Corona” dalla California, New York, New Jersey, Illinois e Michigan in Florida, Texas, Arizona e in altri stati repubblicani. Un fenomeno simile è stato osservato in Francia, dove, come scrivono gli autori, “i parigini ricchi e ipocriti sono fuggiti dalla città dell’amore nelle loro spaziose e lussuose seconde case nelle aree meno popolate del Paese”. I poveri e la classe media dipendono dai loro posti di lavoro locali (se ne hanno ancora); gli specialisti che forniscono servizi alle persone o in loco non possono semplicemente cambiare il loro luogo di residenza o piantare le tende altrove per sei mesi o più per aspettare tempi migliori.

L’indignazione per il regime sanitario totalitario ha portato anche a proteste. Purtroppo, secondo il team di autori, coloro che hanno alzato la “voce” contro le misure del regime sanitario si sono trovati di fronte a tre tattiche particolarmente perfide

• la “demonizzazione come apostati del Coronavirus” o teorici della cospirazione (a volte si fa anche l’infido discorso sui “mistici della cospirazione”)

• la “censura palese”, che faceva riferimento a tutte le pubblicazioni sugli effetti negativi degli interventi non farmaceutici (mascherina obbligatoria, distanziamento antisociale, lavaggi obbligatori) e farmaceutici (vaccinazioni e loro effetti fatali)

• la “campagna propagandistica di maggior successo di tutti i tempi”, che ha reinterpretato il massimo utilizzo di “interventi pseudoscientifici, non farmaceutici” come atti di “carità” o “solidarietà”.

L’uso di queste tattiche, imposte dalla polizia in alcune parti del mondo, rende necessario, secondo gli autori, dare una nuova dimensione alla protesta.

Citano come esempio il prete polacco-canadese Artur Pawlowski di Calgary. È diventato una star di YouTube perché si è opposto coraggiosamente alla polizia e ai rappresentanti del dipartimento della salute che volevano terminare il suo servizio in anticipo il Venerdì Santo. Con la forza della sua voce e della sua personalità riuscì ad impedire che il potere statale prendesse piede ed a scacciare dalla sua chiesa gli agenti del regime sanitario, che chiamava “nazisti” e “Gestapo”.
La polizia lo ha arrestato pochi giorni dopo.

Pawlowski ricorda agli autori il cardinale József Mindszenty, capo della Chiesa cattolica in Ungheria, che si oppose senza compromessi al dominio del totalitarismo fascista e comunista. Dopo la seconda guerra mondiale, fu arrestato dai comunisti, torturato e condannato all’ergastolo in un processo farsa nel 1949, che provocò proteste in Occidente. Alla fine fu rilasciato e fino ad oggi è rimasto non solo un forte simbolo di resistenza contro il comunismo, ma anche contro la oppressione totalitaria della libertà religiosa. Gli autori auspicano che più leader religiosi come Pavlovsky e Mindszenty si oppongano allo stato di polizia sanitaria. Esprimono anche la loro ammirazione per la leadership ebraica ultra-ortodossa negli Stati Uniti e in Israele “per la loro resistenza illuminata e la loro energica disobbedienza civile”.

Un altro modo per dare più peso alla voce “nel contesto dell’autoritarismo del COVID-19” sarebbe quello di revocare l’immunità qualificata che rende difficile “citare in giudizio i funzionari del governo per aver violato i diritti costituzionali di una persona”. Gli esperti, affermano, dovrebbero essere ritenuti legalmente responsabili per i loro consigli errati. Analogamente alle attuali proposte per trasferire la responsabilità dei singoli agenti di polizia alle autorità di polizia, i politici che hanno assunto esperti come Fauci dovrebbero essere ritenuti responsabili in tribunale per i consigli dannosi dei consulenti che hanno nominato.

La sceneggiatura del thriller del Corona viene svelata

Nel frattempo, sempre più media mainstream di lingua inglese stanno adottando una narrativa, per la cui diffamazione come teoria della cospirazione hanno fatto il possibile per più di un anno. Accusano implicitamente se stessi o gli altri di mentire e altrettanto implicitamente riabilitano tutti coloro la cui esistenza scientifica, civile e fisica hanno precedentemente cercato di distruggere.

Douglas Murray scrive in un articolo per il Telegraph:

“Molti dei media e, cosa più importante, le società di social media le quali stanno decidendo ora ciò che tutti sappiamo e dovremmo dire e fare, hanno stabilito di saperlo meglio. Facebook, Twitter e altre aziende hanno deciso di “contrassegnare” i contenuti che davano l’impressione che il Coronavirus avesse avuto origine in un laboratorio come discutibili o di eliminarli immediatamente … Interviste con importanti scienziati come l’ex consigliere dell’OMS, il professor Karol Sikora sono stati rimossi da YouTube non appena messi online. Chiunque abbia messo in dubbio la narrazione ufficiale è stato praticamente fatto sparire. Solo una versione della storia poteva essere raccontata al pubblico.
E tutta questa narrazione è iniziata con l’affermazione che il virus fosse il risultato di un incidente in un mercato a Wuhan.

Bene, all’improvviso, la storia è cambiata completamente… I giornali e i media che in precedenza avevano respinto la teoria dell’incidente di laboratorio hanno passato gli ultimi giorni a riscrivere di nascosto alcuni dei loro contenuti precedentemente pubblicati. Ma non ingannano nessuno tranne se stessi se pensano di poterla fare franca riscrivendo il passato.
Il Partito Comunista Cinese (PCC) potrebbe avere il potere e la malvagità di mettere in scena un
teatro dell’inganno. Le aziende e le istituzioni in Occidente, invece, che hanno ordinato alla popolazione di credere a una cosa e ora di ingoiarne un’altra, avranno tempi molto più duri”.[2]

Questo aspetto del problema – la smentita e l’insabbiamento dei media – è affrontato in un’intervista dal professor Roland Wiesendanger. In uno studio del febbraio 2021, Wiesendanger raccolse le prove di un’origine di laboratorio e divenne quindi il bersaglio di una campagna diffamatoria a cui partecipò anche l’emittente del servizio pubblico. Sul ruolo dei media nella cospirazione contro la scienza, spiega:

“La teoria dell’incidente di laboratorio era strettamente correlata all’allora presidente degli Stati Uniti Trump. Ecco perché questo argomento era praticamente tabù negli Stati Uniti fino alle elezioni presidenziali. Un anno fa c’erano molti scienziati che consideravano molto più probabile l’ipotesi dell’incidente di laboratorio, ma nessuno nei circoli intellettuali era disposto ad ammetterlo pubblicamente per non offrire a Trump un vantaggio. Secondo lui neanche i giornalisti volevano dar manforte a Trump, ma presero  posizione contro di lui: ciò che Trump afferma deve essere necessariamente sbagliato. Qualcosa del genere è incredibilmente pericoloso.
Quindi questa è la terza crisi che stiamo vivendo attualmente sulla scia della pandemia: la crisi nel mondo dei media, che è stata innescata dai giornalisti i quali avevano un’opinione già preconfezionate e valutavano le notizie alla luce di essa e poi la riportavano o no – a seconda che il messaggio rientrasse o meno nella loro visione del mondo”.

“La cosa brutta è che due termini sono stati usati più e più volte in modo fuorviante. Uno è la cosiddetta opinione condivisa dalla maggioranza. I giornalisti hanno ripetutamente affermato che la maggior parte degli scienziati è d’accordo con ciò. Naturalmente, non c’erano prove concrete, poiché nessun giornalista ha mai condotto un’indagine su scala globale coinvolgendo tutti gli scienziati. Piuttosto, non c’era più di un numero a due cifre di virologi che hanno ingannato l’intero mondo della scienza e l’intera popolazione mondiale. Ciò diventa chiaro ora”.

“L’altro concetto inenarrabile nel mondo dei media è quello dei presunti esperti. Se ne è parlato più volte, anche in relazione alla pandemia da Coronavirus. I presunti esperti sapevano che il virus non poteva provenire da un laboratorio e che tutto ciò che lo riguardava doveva essere liquidato come una teoria del complotto”.

“Se un giornalista afferma: ‘Gli esperti dicono che … ‘, allora non ha fatto alcuna ricerca ed è stato troppo pigro per lavorare sull’argomento e mettere in discussione gli aspetti critici. Questo è il problema fondamentale di oggi, fino ai cosiddetti ‘fact check’ basati su presunti fatti provenienti da presunti esperti. Non è nemmeno accertato se questi presunti esperti abbiano conflitti di interesse estremi, come è stato dimostrato nel caso di Peter Daszak o di altri virologi. Sappiamo che sono moltissimi i cosiddetti esperti in vari campi i quali hanno conflitti di interesse, anche sotto aspetti completamente diversi. Molti di questi ‘esperti’ beneficiano di ciò che comunicano, traendone vantaggi economici”.

Due esempi della revisione della narrativa ufficiale: Newsweek e Vanity Fair, che all’inizio di giugno hanno pubblicato ampi rapporti sulla questione di un incidente di laboratorio e di una ricerca sul guadagno di funzione a Wuhan.

Prendiamo in considerazione più da vicino il reportage di Newsweek.[3] Inizia con le frasi:

“Per la maggior parte dello scorso anno, l’idea che la pandemia di Coronavirus possa essere stata innescata da un incidente di laboratorio a Wuhan è stata ampiamente respinta come teoria del complotto proveniente dall’estrema destra razzista”.

All’inizio del 2020, il Washington Post accusò il senatore Tom Cotton di “alimentare una teoria della cospirazione già ripetutamente smentita dagli esperti”. La CNN ha risposto con “Come sfatare le teorie della cospirazione del coronavirus e la disinformazione di amici e familiari”. Gli altri più importanti media mainstream, dal New York Times (“teoria marginale”) alla NPR (“Gli scienziati sfatano la teoria degli incidenti di laboratorio”), furono tutti altrettanto fermi nel loro rifiuto. … Ma la scorsa settimana la storia è esplosa pubblicamente. Il presidente Joe Biden ha chiesto un’indagine dell’intelligence Usa. E i media mainstream, in un’incredibile inversione a U, stanno trattando la possibilità [di un incidente di laboratorio] con grandissima serietà. ”(Newsweek sottolinea anche alcune eccezioni degne di nota, inclusi loro stessi).

La controparte americana dello SPIEGEL cita anche il motivo di questa inversione di tendenza:

“Nelle settimane e nei mesi della pandemia, le prove indicanti il laboratorio di Wuhan sono aumentate sempre di più, fino a diventare troppo ampie per essere ignorate”.

Nel loro articolo, gli autori rendono omaggio a un “gruppo di investigatori dilettanti” per aver trovato questi indizi, un gruppo

“con poche risorse oltre alla curiosità e alla volontà di setacciare Internet alla ricerca di indizi per giorni. Durante la pandemia, circa due dozzine di corrispondenti, molti dei quali anonimi…scoprirono documenti segreti, misero insieme le informazioni e spiegarono tutto in lunghi thread su Twitter – una sorta di brainstorming collettivo open source, in parte scienza forense, in parte giornalismo cittadino. e – soprattutto – qualcosa di completamente nuovo. Si chiamano DRASTIC, che sta per  Decentralized Radical Autonomous Search Team Investigating COVID-19″

Ciò che Newsweek in seguito nobilita come manifestazione di giornalismo investigativo è la tipica costellazione di persone diffamate per oltre un anno come “teorici della cospirazione” e “nemici della scienza” tra i quali ci sono coloro che mettono in dubbio gli altri miti legati alla Narrativa ufficiale come l’affidabilità dei test, la necessità di maschere o quarantene, o la sicurezza e l’efficacia delle vaccinazioni. 

Il DRASTIC ha effettivamente svolto il lavoro che toccava alla stampa mainstream e alle agenzie governative responsabili.

Secondo Newsweek, il team di ricerca

“ha gradualmente attirato un seguito più ampio, compresi molti scienziati e giornalisti professionisti, grazie alla qualità della sua ricerca e al rigore del suo pensiero”.

È stato per merito della sua pervicacia che sono state rese pubbliche una serie di verità precedentemente negate o soppresse, incluso il fatto che

“l’Istituto di Virologia di Wuhan fosse in possesso di una vasta collezione di coronavirus raccolti per molti anni nelle caverne abitate da pipistrelli, e che molti di loro – compreso il parente più stretto conosciuto del virus pandemico, SARS-CoV-2 – provenivano da una miniera in cui tre lavoratori contrassero un’infezione nel 2012 e morirono in seguito alle sue conseguenze”; inoltre che detto istituto “ha lavorato attivamente con questi virus, con protocolli di sicurezza inadeguati, in un modo da poter aver innescato la pandemia, e che esso e le autorità cinesi hanno fatto di tutto per nascondere queste attività”; infine, “che i primi casi si sono verificati settimane prima dello scoppio [ufficiale] nel mercato dell’umido di Wuhan, il quale una volta era considerato l’epicentro”.

Newsweek racconta la storia della ricerca del DRASTIC che ha portato alla scoperta di queste verità e la trama che ha coinvolto un certo numero di importanti studiosi americani e cinesi e la maggior parte dei media mainstream interessati a scoprire queste stesse verità per prevenire. È riconosciuto il ruolo guida del biologo Peter Daszak, presidente dell’EcoHealth Alliance, la cui organizzazione gestisce programmi internazionali per studiare i patogeni naturali con potenziale pandemico. Come precedentemente riportato, ha lavorato a stretto contatto per anni con Shi Zhengli, il direttore dell’Istituto di virologia di Wuhan, ha scritto una serie di pubblicazioni con lei e le ha girato circa $ 800.000 di finanziamenti del governo degli Stati Uniti.

Poco dopo lo scoppio della pandemia, nelle immediate vicinanze del laboratorio con la più grande raccolta mondiale di Coronavirus, sono emerse speculazioni sul suo coinvolgimento, Daszak e altri 26 scienziati pubblicarono una lettera aperta su Lancet (19 febbraio 2020) in cui il i firmatari assicurarono di essere fermamente uniti

“nel condannare le teorie del complotto secondo le quali il COVID-19 non sarebbe di origine naturale”.[4]

Nel frattempo, si sa molto sul retroterra di questa lettera aperta attraverso la pubblicazione di e-mail. Le e-mail sono diventate accessibili attraverso le indagini del Freedom of Information Act (FOIA) realizzate dall’US Right to Know.[5] Ulteriore corrispondenza di Anthony Fauci è stata pubblicata attraverso l’Informed Consent Action Network [6] e Buzzfeed [7].

Uno di questi fascicoli mostra che Daszak non solo ha redatto la lettera diretta a Lancet, ma ne ha anche organizzato sottoscrizione e pubblicazione.

Scheitern der Institutionen

Daszak ha scritto ai suoi co-firmatari nel febbraio 2021:

“Questa dichiarazione non porterà il logo dell’EcoHealth Alliance e non sarà riconoscibile la provenienza da una specifica organizzazione o individuo”.

No logoGli scienziati il ​​cui lavoro era legato a quello dell’Istituto di Virologia hanno accettato di non firmare la dichiarazione per mascherare la loro collaborazione con quest’ultimo. Come primo firmatario, Daszak ha attirato molta attenzione e, nei mesi successivi, è stato indicato dai media come l’autorità della “teoria no-leak”. Qui poteva sostenere che la tesi di un incidente di laboratorio era “assurda”, “infondata” e “pura assurdità”. Uno dei motivi per cui Daszak intendeva confutare la teoria dell’incidente di laboratorio era quello di affermare che il laboratorio di Wuhan non coltivava virus nemmeno lontanamente simili a SARS-CoV-2. Una delle tante falsità che ha diffuso pubblicamente.

Fornire una ricostruzione dettagliata delle ricerche svolte dalla rete DRASTIC ci porterebbe troppo lontano. In ogni caso, secondo Newsweek, le ricerche portato alla scoperta che l’Istituto di Virologia di Wuhan

“raccoglieva da anni Coronavirus pericolosi, alcuni dei quali non erano mai stati comunicati al mondo. Ha testato attivamente questi virus per determinare la loro capacità di infettare gli esseri umani, nonché quali mutazioni potrebbero essere necessarie per migliorare tale capacità, probabilmente con l’obiettivo finale di produrre un vaccino che li proteggesse da tutti questi. E gli sforzi in corso per insabbiarlo suggeriscono che qualcosa potrebbe essere andato storto”.

Il vicedirettore per la ricerca esterna del National Health Institute, Michael S. Lauer, ha sospeso tutti i finanziamenti da EcoHealth e dall’Istituto di virologia di Wuhan attraverso EcoHealth per quanto riguarda la ricerca sui virus dei pipistrelli durante il periodo di Trump l’8 luglio 2020. In una lettera al suo presidente, Peter Daszak, e al suo capo del personale, Aleksei Chmura, ha esposto un intero catalogo di richieste che EcoHealth, in quanto cliente dell’istituto di Wuhan, dovrebbe soddisfare prima che i fondi per la ricerca potessero essere sbloccati, tra cui :

“1. Fornisca un campione dell’effettivo virus SARS-CoV-2 utilizzato dall’Istituto di virologia di Wuhan per determinarne la sequenza virale.

5. Spieghi perché l’Istituto di Virologia non è riuscito a indicare che il virus RaTG13, il Coronavirus derivato dai pipistrelli nella vostra raccolta più simile a SARS-CoV-2, fu in effetti isolato da una miniera abbandonata. Nel 2012 tre uomini morirono di una malattia molto simile al COVID-19.  Spieghi perché questa pista non è stata seguita.

6. Inoltre, l’EcoHealth Alliance deve disporre che l’Istituto di Virologia si sottoponga all’ispezione  di una squadra esterna incaricata di esaminare le strutture e le registrazioni del laboratorio, con particolare attenzione alla questione se il personale dell’Istituto di Virologia aveva in suo possesso il SARS-CoV-2 prima del Dicembre 2019. Al team di ispettori dovrebbe essere concesso accesso illimitato al fine di esaminare i processi e la sicurezza delle procedure riguardanti tutti i  lavori sul campo dell’Istituto (inclusi – ma non limitati a – campioni di animali e bio-campioni in grotte, cavità sotterranee artificiali abbandonate o all’aperto). Il gruppo di ispezione potrebbe essere organizzato dal NIAID o, se preferito, dall’ Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti.

Vanity Fair racconta anche la storia della ricerca di DRASTIC da una prospettiva leggermente diversa ed esamina il ruolo di Peter Daszak, ma soprattutto la rivista pone la questione del perché i risultati della ricerca di questa rete indipendente non siano portati alla luce dal governo americano e dalle sue agenzie agenzie competenti[8]. Secondo la rivista,

“i conflitti di interesse, alcuni dei quali sono nati da ingenti sovvenzioni governative per sostenere la controversa ricerca virologica”,

hanno ostacolato le indagini sull’origine del COVID-19. In una riunione del Ministero degli Affari Esteri, i funzionari che hanno esortato il governo cinese alla trasparenza, sono stati espressamente invitati dai colleghi a non indagare sulla ricerca Gain-of-Function dell’istituto cinese,

“perché ciò attirerebbe un’attenzione non gradita nei riguardi dei finanziamenti da parte del Governo degli Stati Uniti.

Thomas DiNanno, un ex vice segretario dell’ufficio per il controllo degli armamenti, ha testimoniato che il suo personale era stato avvertito da altre agenzie governative di indagare sull’origine del COVID-19 perché  si sarebbe aperto un “barattolo pieno di vermi”. Si consiglia di leggere il rapporto dettagliato sui conflitti di interessi nel governo americano e nell’apparato di sicurezza, il quale fornisce un quadro chiaro del fallimento delle istituzioni.

Il 4 giugno la Judicial Watch, un’organizzazione americana per i diritti civili specializzata nel denunciare la corruzione governativa e giudiziaria, ha annunciato di aver ricevuto 280 pagine di e-mail dal Dipartimento della salute degli Stati Uniti (HHS) in cui si affermava che ciò era stato fatto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) diretto da Anthony Fauci, che a sua volta è subordinato al National Institutes of Health (NIH) [9], dal 2014 al 2019 ha assegnato sovvenzioni per 826.277 dollari USA all’Istituto di Virologia di Wuhan per  ricerche sul Coronavirus – in relazione ai pipistrelli.

Le e-mail contengono, tra le altre cose, una tabella inviata il 21 aprile 2020 da Chase Crawford del NIAID al capo dipartimento senior Hugh Auchincloss e ad altri dipendenti NIAID (Auchincloss è direttamente sotto Fauci nella gerarchia NIAID). La tabella elenca le sovvenzioni all’Istituto di virologia di Wuhan tra il 2014 e il 2019 di anno in anno. Tutti i progetti elencati nella tabella sono intitolati “Comprendere il rischio di emergenza del coronavirus dei pipistrelli”.

In un’udienza al Senato l’11 maggio 2021, Fauci ha negato qualsiasi coinvolgimento del National Institutes of Health in qualsiasi ricerca sul Gain-of-Function [mutazioni con acquisizione di funzione] a Wuhan.

Continuano i fallimenti delle istituzioni e il giallo del Corona…

Scambio di battute tra il senatore Rand Paul e Anthony Fauci l’11 maggio 2021 sull’origine del virus Corona. NBC News.

Note

  1. Donald S. Siegel, Robert M. Sauer, Exit, Voice, and Loyalty, the Godfather, and Dr. Fauci’s Book Tourhttps://www.aier.org/article/exit-voice-and-loyalty-the-godfather-and-dr-faucis-book-tour/
  2. Douglas Murray, The West’s Wuhan cover-up will not be forgotten easilyThe Telegraph, 4.6.2021. https://www.telegraph.co.uk/news/2021/06/04/wests-wuhan-cover-up-will-not-forgotten-easily/ 
  3. Rowan Jacobsen, How Amateur Sleuths Broke the Wuhan Lab Story and Embarassed the MediaNewsweek, 2.6.2021. https://www.newsweek.com/exclusive-how-amateur-sleuths-broke-wuhan-lab-story-embarrassed-media-1596958 . 
  4. Vedi Über den Ursprung des Corona-Virus (1)
  5. https://usrtk.org/biohazards-blog/ecohealth-alliance-orchestrated-key-scientists-statement-on-natural-origin-of-sars-cov-2/ Scaricahttps://usrtk.org/wp-content/uploads/2020/11/Biohazard_FOIA_Maryland_Emails_11.6.20.pdf 
  6. https://www.icandecide.org/ican_press/ican-obtains-nearly-3000-fauci-emails-from-the-beginning-of-the-pandemic-and-twitter-blocks-icans-account-to-prevent-their-release/ . Scarica: https://www.mediafire.com/file/e7wi0lqjd1d5lcx/Combined_Fauci_Emails_in_Chron_Order_OCRd_FINAL.pdf/file 
  7. https://www.buzzfeednews.com/article/nataliebettendorf/fauci-emails-covid-response . Scarica: https://www.documentcloud.org/documents/20793561-leopold-nih-foia-anthony-fauci-emails 
  8. Katherine Eban, The Lab-Leak Theory: Inside the Fight to Uncover COVID-19’s OriginsVanity Fair, 3.6.2021. https://www.vanityfair.com/news/2021/06/the-lab-leak-theory-inside-the-fight-to-uncover-covid-19s-origins#intcid=recommendations_vf-trending-legacy_4a8fd7d4-463c-4fee-a69f-b869276914bf_popular4-1
  9. L’ NIH (in realtà »il«, perché l’organizzazione è costituita dalle istituzioni che amministra ed è indicato in americano come National Institutes [plurale] della salute) è il più grande istituto di ricerca biomedica del mondo, con circa 5200 scienziati con i loro progetti di ricerca (dato 2013) e impiega complessivamente oltre 20.000 persone (dato 2012; entrambe le cifre dovrebbero essere oggi più elevate). Il budget dell’agenzia nel 2020 è stato di circa 42 miliardi di dollari. Fa riferimento a 27 diversi istituti e centri di ricerca, uno dei quali è l’Istituto per le allergie e le malattie infettive guidato da Fauci. Fauci è a capo di questo istituto dal 1984. Il NIH a sua volta fa capo al Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti. Fauci è anche consigliere di tutti i presidenti degli Stati Uniti, partendo da Reagan, in materia di malattie infettive e biosicurezza, è consigliere medico capo di Joe Biden.

Lorenzo Ravagli

Fonte

Tradotto dal tedesco da Riccardo Gezzi per LiberoPensare

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