Il caso Assange spiegato in poche parole 

Caitlinassange

Uno dei motivi più frequenti che sento dalle persone a proposito della loro riluttanza a interessarsi al dibattito su Assange, è che non lo capiscono. A loro sembra un problema complicato, quindi lo lasciano agli esperti. 

In realtà, la complessità di questo caso è solo una cortina fumogena. 

È molto, molto semplice.  Sembra complicato solo perché molti anni di distorsione mediatica lo hanno fatto sembrare così. 

Il governo degli Stati Uniti sta cercando di estradare un giornalista [Australiano] e di perseguirlo, ai sensi dell’Espionage Act, per aver  denunciato i crimini di guerra commessi dal Governo, con l’obiettivo a lungo termine di rendere normale questo comportamento. 

Tutto qui.  Questa è l’intera vicenda.

Così semplice che si può riassumere in una sola frase. In un solo respiro. 

Il governo più potente della terra che stabilisce un precedente legale, che gli consentirebbe di estradare qualsiasi giornalista in qualsiasi parte del mondo per aver denunciato i comportamenti illeciti di quel governo, avrebbe senza dubbio un enorme effetto paralizzante sul giornalismo globale, proprio quando il controllo della stampa è più urgente. 
Non è più complesso o ingarbugliato di così.


Il problema di Assange è semplice. Ciò che lo fa sembrare complicato sono le bugie dei media, il cui compito è manipolare il pubblico, affinché acconsenta agli ordini del giorno dell’alleanza di potere degli Stati Uniti e della sua macchina da guerra. 

A causa di questa campagna di disinformazione di massa, vi verrà detto che Assange “non è un giornalista” e quindi non dovrebbe essere difeso in quanto tale. Questo è prima di tutto oggettivamente falso;  fornire al pubblico informazioni concrete sui potenti, che lo aiutino a comprendere meglio il mondo in cui vive, è autentico giornalismo, ed è il motivo per cui Assange ha ricevuto molti premi giornalistici. 

E comunque non ci sarebbe neppure bisogno che Assange sia un giornalista impegnato a favore della libertà di stampa mondiale, per giustificare le gravi minacce  fattegli dall’accusa, vele a dire di aver pubblicato documenti autentici sul governo degli Stati Uniti. 

 

 

Vi verrà detto che Assange “ha aiutato Trump a vincere” con le pubblicazioni di WikiLeaks che hanno danneggiato la campagna di Hillary Clinton del 2016 e che quindi queste pubblicazioni non dovrebbero essere consentite. A parte che solo il più infantile dei narcisisti potrebbe credere che sia legittimo incarcerare le persone, per aver danneggiato la campagna politica del suo candidato preferito, il fatto è che il caso di estradizione di Assange non ha nulla a che fare con le pubblicazioni di WikiLeaks del 2016: l’intero caso ruota attorno alle fughe di notizie di Chelsea Manning di anni prima, sugli scandalosi abusi dell’esercito americano in Iraq e in Afghanistan.  

Vi verrà detto che Assange è stato perseguito per “pirateria informatica”, e non giornalismo, perché l’accusa degli Stati Uniti sostiene che Assange abbia cercato di aiutare Manning a decifrare una password per appropriarsi di documenti riservati. Ma non sostiene che Assange abbia fatto alcun tentativo per aiutare Manning ad avere accesso a quei documenti; l’accusa afferma che Manning “aveva già accesso ai computer in relazione ai suoi doveri di analista dell’intelligence” e che i tentativi di Assange avrebbero solo “reso più difficile per gli investigatori determinare la fonte delle rivelazioni illegali”, come spiegato nel 2019 dai giornalisti Glenn Greenwald e Micah Lee (l’ultimo dei quali disprezza Assange). Ciò significa che Assange era impegnato nella pratica giornalistica standard della protezione della fonte. Chiunque dica che Assange ha cercato di hackerare i server del governo degli Stati Uniti sta mentendo o è male informato. 

Vi verrà detto che Assange è una risorsa russa a causa di accuse ancora non provate da parte del governo degli Stati Uniti secondo cui il Cremlino era dietro i rilasci del 2016, ma questa affermazione è completamente infondata e, di nuovo, completamente estranea alle pubblicazioni Manning del 2010 per le quali Assange è effettivamente perseguito. Nessuna pubblicazione mediatica seria ha mai riferito che il caso di estradizione di Assange abbia qualcosa a che fare con le pubblicazioni WikiLeaks del 2016, ma poiché così tante persone hanno sentito il nome di Assange menzionato durante le screditate narrazioni sulla collusione Trump-Russia dei mass media, ci saranno costantemente persone che mettono questi due fatti in relazione. 

Lo vedete come stanno le cose? Lo vedete come quello che sta realmente accadendo con il caso Assange è estremamente semplice e facile da capire, ma tutte le narrazioni che giustificano la sua persecuzione rendono necessario impegnarsi in una serie di complicate contro-argomentazioni? Questo offuscamento non è avvenuto per caso, motivo per cui ho confutato quante più distorsioni possibili in questo lungo articolo scritto dopo l’incarcerazione di Assange. 

Il governo più potente del mondo che cerca di incarcerare un giornalista straniero per aver detto la verità, è l’abuso più follemente tirannico che si possa inventare. Più ovvio di così non si può.

Il caso Assange è così semplice e facilmente comprensibile e dovrebbe rappresentere una delle posizioni più tradizionali e normali che chiunque possa avere, insieme alla convinzione che il razzismo sia un male e che i molestatori di bambini dovrebbero essere fermati. È solo perché gli spinmeister [maghi dei raggiri] imperiali intorbidano le acque con bugie e distorsioni, che questo non avviene. 

Tutti dovrebbero opporsi all’agenda per rendere normale l’incarcerazione dei giornalisti che mettono in imbarazzo l’impero statunitense. Questo non dovrebbe essere un lavoro lasciato a blogger, podcaster e YouTuber marginali, dovrebbe coinvolgere ogni settore della società, nell’intero spettro politico.

Il fatto che un settore molto ampio della popolazione non lo veda come un problema prioritario, mostra quanto il motore di propaganda dell’impero ci abbia fatto il lavaggio del cervello. 

Caitlin Johnstone

Tradotto dall’inglese da Diana Ambanelli per LiveroPensare

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