Ignobili pressioni

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È molto grave la posizione assunta dall’Ordine dei Medici di Bolognache, lo scorso 3 febbraio, ha pubblicato sul suo sito un documento dal titolo ‘Il Medico di fronte alla vaccinazione anti Sars-Cov-2’ nel quale si legge che “non sarebbe deontologicamente corretto e né rispettoso delle vittime da Covid-19 che da parte anche solo di pochi medici provenissero voci contrarie alla vaccinazione”.Altrettanto discutibili e inquietanti appaiono le dichiarazioni di alcuni camici bianchi che invocano sanzioni contro i colleghi che osano manifestare perplessità verso questo vaccino che, per chi ancora non l’avesse capito, è SPERIMENTALE.

Infatti il farmaco a mRNA di Pfizer contro il Covid-19, Comirnaty, ha ottenuto da Ema “l’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni” e, ai sensi dell’articolo 14-a(4) del Regolamento 726/2004/CE e successive modifiche, l’azienda produttrice deve confermarne efficacia e sicurezza con una relazione finale sullo studio clinico entro dicembre 2023. Il che significa che se, a fine 2023 si saranno verificate troppe problematiche/reazioni avverse, l’Ema potrà anche revocare l’autorizzazione e il farmaco verrà ritirato.Inoltre – come ha dichiarato la parlamentare Sara Cunial nella sua interrogazione di martedì 12 gennaio alla Camera – nel rapporto di Ema del 21 dicembre 2020, si evidenzia che

due nuovi eccipienti sono inclusi nel prodotto finito, il lipide cationico ALC-0315 e il lipide PEGilato ALC-0159, per i quali vengono fornite informazioni limitate in quanto mai utilizzati in precedenza in un prodotto finito approvato all’interno dell’UE”.


Ora, fermandosi a riflettere su questi due dati e considerando anche altri aspetti che, indubbiamente, appaiono meritevoli di attenzione come, ad esempio, il fatto che “non sono stati effettuati studi di interazione con altri medicinali”, né condotti studi di genotossicità o sul potenziale cancerogeno”, né fatti studi in merito alle ricadute sulla fertilità umana”e infine che “non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza”, chiarito ciò – che è messo nero su bianco, basta prendersi la briga di leggere foglietto illustrativo e modulo del consenso – non pare difficile comprendere che un cittadino/un medico possa chiedersi se questo vaccino sia la cosa giusta da fare/consigliare o meno.Non si può pretendere di somministrare un farmaco se prima non si danno alle persone informazioni essenziali e complete per apprezzarne al meglio le potenzialità e i rischi. Parrebbe una banalità ma, in questi tempi oscuri, è bene ribadirlo.

OGNUNO DI NOI deve poter prendere qualsiasi decisione in merito alla propria salute e a eventuali trattamenti sanitari in piena consapevolezza e totale libertà (vale a dire senza costrizioni). Così garantisce la Legge n. 219 del 2017 che disciplina il consenso informato in ambito terapeutico nel rispetto dei principi degli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che tutelano il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona.

Allo stesso tempo UN MEDICO – che sia degno di svolgere questa professione e che rispetti davvero il Giuramento di Ippocrate – ha il diritto e il dovere di

esercitare la Medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento” e, come si legge nell’art. 13 del Codice Deontologico, “è tenuto a una adeguata conoscenza della natura e degli effetti dei farmaci prescritti, delle loro indicazioni, controindicazioni, interazioni e delle reazioni individuali prevedibili e delle modalità di impiego appropriato, efficace e sicuro dei  mezzi diagnostico-terapeutici”. 

Sempre lo stesso articolo afferma che

“il medico non adotta né diffonde pratiche diagnostiche o terapeutiche delle quali non è resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica valutabile dalla comunità professionale e dall’Autorità competente. Il medico non deve adottare né diffondere terapie segrete.

Senza indagare oltre nell’etica professionale, già da quanto sopra esposto appare chiaro che un medico può, e deve, perseguire esclusivamente l’INTERESSE DI OGNI SINGOLO PAZIENTE e consigliarlo in scienza e coscienza, senza essere obbligato ad assumere per forza una posizione a favore di un vaccino per il quale, al momento, non ci sono evidenze scientifiche su efficacia e sicurezzaA ora, infatti, non ci sono dati che dimostrino che il vaccino dia protezione al singolo, né c’è evidenza che interrompa il contagio ad altri soggetti (anzi continuano ogni giorno ad arrivare notizie di focolai di covid in RSA e ospedali dove sono state eseguite le vaccinazioni) e soprattutto rimane ancora un grande punto interrogativo sulle reazioni: al 6 febbraio 2021 le reazioni avverse al vaccino Comirnaty della Pfizer riportate dall’EMA (European Medicines Agency) sono state 41.142 (l’Italia è capofila in questa classifica) e, come sottolinea ASSIS, Associazione di Studi e  Informazione sulla Salute, rappresentano solo una parte delle reazioni che si sono manifestate dopo la somministrazione del vaccino.

QUINDI NON SOLO È MORALMENTE LECITA per un medico sia la decisione di vaccinarsi che di non vaccinarsi, sia la scelta di consigliare che di non consigliare la vaccinazione, MA ANCHE SUL PIANO GIURIDICO dovrebbe essere tutelata la libertà di curarsi e di curare. Anche perché:
1) il vaccino non è l’unica arma che abbiamo contro il Covid;
2) fa parte della professionalità medica anche porsi delle domande e capire cosa sia meglio per sé e per i propri pazienti.
Inoltre, dal punto di vista legale, NON ESISTE UN OBBLIGO DI VACCINARSI E DI VACCINARE e gli Ordini Professionali – o singoli personaggi – non sono al di sopra della legge. Il che significa che chiunque può liberamente decidere di farsi iniettare un farmaco sperimentale, ma nessun soggetto privato o pubblico, né ente e neppure alcuno Stato può obbligare qualcuno a farlo.

Non si può fare finta che la Costituzione, il Codice di Norimberga, la Convenzione di Helsinky e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo non esistano. LE LIBERTA’ E I DIRITTI GARANTITI NON SONO CARTA STRACCIA.Tra l’altro, lo scorso 27 gennaio, anche il Consiglio di Europa, in una risoluzione votata a larga maggioranza, pur riconoscendo il vaccino “un bene globale”, si è espresso per la NON IMPOSIZIONE dello stesso e ha ribadito CHE NESSUNO DOVRÀ ESSERE DISCRIMINATO se deciderà di non vaccinarsi. In particolare al punto 7 si legge che “l’Assemblea sollecita gli Stati membri e l’Unione europea a:
– 7.3.1 garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno sia sottoposto a pressioni politiche, sociali o di altro tipo per essere vaccinato, se non desidera farlo personalmente;
– 7.3.2 garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di potenziali rischi per la salute o per non voler essere vaccinato”.

Allora, se tutto questo è vero – e lo è – è inevitabile chiedersi, con notevole sgomento, che tipo di informazioni stiano divulgando stampa e TV, perché l’impressione è che il vaccino sia presentato come la salvezza e che nessuno si preoccupi di far sapere che non è obbligatorio né, tantomeno, di diffondere in modo trasparente le informazioni sulla sicurezza e sui possibili effetti negativi.

Tanto per farsi un’idea basta accendere RAI 1, l’ammiraglia della TV di Stato, e seguire TG e trasmissioni di approfondimento tipo “Oggi è un altro giorno” (condotta da Serena Bortone) o “La vita in diretta” (capitanata da Alberto Matano). Ma non sono da meno le altre reti o i principali giornali, la narrazione è sempre quella: il vaccino è la soluzione. Lo raccontano in modo furbo anche certi spot che, attraverso un clima emotivo, cercano di trasmettere un messaggio ben preciso (la necessità di vaccinarsi) senza riflettere completamente la realtà. QUI e QUI i link ai video.

Perciò, visto che queste sono le informazioni per nulla esaustive e obiettive che riceviamo, non rimane che un’unica cosa da fare: DOCUMENTARSI DA SOLI (nel caso qualcuno fosse in dubbio se fare questo vaccino).
Innanzitutto leggendo il più possibile, a cominciare dal foglietto illustrativo e dal consenso (che poi sarà quello che dovrete firmare nell’ipotesi che decidiate di procedere) e, prima di farlo, se c’è qualcosa che non vi è chiaro, non abbiate timore di fare domande (meglio se scritte) e pretendere delle risposte (sempre scritte) perché abbiamo il diritto di essere correttamente ed esaustivamente informati e anche di pensarci e poi chiarirci le idee consultandosi, se occorre, con il proprio medico di fiducia ed eventuali specialisti (sperando che la fiducia sia ben riposta e che si tratti di professionisti davvero liberi e coscienziosi).

DOPODICHE’ potremo scegliere di esprimere (o meno) il nostro consenso, agendo questa volta sì, in modo informato e libero, come prevede la Legge.

E chi si dovesse trovare a subire ignobili pressioni psicologiche da parte di direzioni aziendali, enti, soggetti pubblici o privati – come sta accadendo in questo periodo ad alcune categorie di lavoratori (e come, a partire dal 2017, è accaduto a molti genitori che hanno reputato opportuno approfondire la questione prima di aderire ad occhi chiusi all’offerta vaccinale per propri figli) – sappia che può rivolgersi a singoli avvocati ferrati in materia oppure a Associazioni che riuniscono al loro interno team di medici e legali.

Questi alcuni siti in cui potete trovare informazioni:
 www.rinascimentoitalia.it
– www.comicost.it
– https://r2020.info/

Ed è nata anche ISOFIA, International Solidarity Of Free Information & Artrete internazionale di medici, scienziati, accademici e avvocati di tutto il mondo che si propone l’obiettivo di fornire connessioni tra professionisti e scambi di informazioni.

La libertà l’abbiamo ricevuta dai nostri avi in eredità, ma non rimane tal quale per dono ricevuto: è necessario combattere ogni giorno per mantenerla e difenderla.

Gli strumenti ci sono, sono offerti dall’Informazione Indipendente e dal Diritto.

Dobbiamo essere svegli e organizzati, fare rete unendo le conoscenze e le competenze.

Miti e armati. E’ ora di smetterla di essere inconsapevoli e subire.

Valentina Bennati

Fonte

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