“Gli italiani hanno ragione ad avere paura del vaccino?”
«Sì hanno ragione in un certo senso. Non abbiamo molte certezze tra la vera relazione tra un beneficio e il rischio. Questo discorso viene affrontato in maniera piuttosto superficiale. Dobbiamo sapere che siamo ancora in una vera e propria sperimentazione, quelle di Fase 2 e Fase 3 finiranno nel 2022, quella di Fase 4, cosiddetta post-marketing è in piena attività però purtroppo viene fatta anche male. Nell’ultimo rapporto Aifa si parla di 40 casi gravi di reazioni avverse ogni 100mila vaccini iniettati, in realtà negli studi di sorveglianza attiva che stanno uscendo di parla del 4%, cioè 4.000 su 100mila.»
Non è 40 su 100.000, è 4.000 su 100.000. Questo si dovrebbe sapere…”.
In seguito il professore pubblicherà gli studi a cui fa riferimento, apparsi sulla rivista Life, sul N.Engl.J.Medicine dei ricercatori della Pfizer e uno studio generale sul sistema di Farmacovigilanza.
“La differenza di 100 volte è probabilmente dovuta ai diversi metodi di rilevazione, problema che si riscontra anche per le comuni vaccinazioni dell’infanzia”,
ha spiegato successivamente Bellavite.
Immediata è arrivata la “scomunica” e seguente “defenestramento” da parte dell’università di Verona, dove il professore ha lavorato come Docente di Patologia Generale dal 1984 al 2017 e dove collaborava come “Cultore della materia” svolgendo programmi di ricerca approvati dall’Università in campo di immuno-farmacologia. Negli ultimi anni Bellavite ha pubblicato molti lavori anche nel campo della vaccinologia. Vedi anche https://www.orticaweb.it/effetti-avversi-il-4-in-base-alla-farmacovigilanza-attiva/
Il curriculum del prof. Bellavite https://www.dm.univr.it/documenti/Persona/curr/curr606544.pdf
“Le reazioni avverse ai vaccini sono FORTEMENTE SOTTOSTIMATE”
scrive il prof. Bellavite su Telegram. Ciò deriva da almeno quattro fenomeni sinergici: l’inadeguatezza dei sistemi di segnalazione, l’ignoranza dei medici in vaccinologia, l’interesse delle autorità ad occultare le prove per continuare la campagna vaccinale a tutti i costi e infine l’asservimento dell’informazione mainstream ai governi collusi direttamente o indirettamente con le case farmaceutiche. Oggi tutta la popolazione è coinvolta in una sperimentazione, sia sui vaccini che sui farmaci.
Accuse degli scienziati: i numeri delle reazioni avverse e dei decessi sono falsi
E’ il biasimo dei medici critici nei confronti del vaccino,
“riteniamo che il numero di decessi dovuti ai vaccini basati sui geni, che avete pubblicamente ammesso, sia solo una piccola percentuale del numero effettivo di decessi dovuti a questi vaccini“. Per gli esperti si tratta di “farmaci sperimentali”
che come tali devono essere trattati. Ogni sperimentazione per essere efficace, credibile e soprattutto etica deve in primis rispettare il consenso informato dei partecipanti. E dobbiamo pretendere che le ricerche in corso siano fatte in modo davvero scientifico e che avvenga una osservazione scrupolosa delle conseguenze del siero iniettato. Osserviamo invece una operazione senza scrupoli, senza etica .
Interrogazioni parlamentari – 11 marzo 2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001384/2021 alla Commissione Articolo 138 del regolamento Francesca Donato (ID) |
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Oggetto: Reazioni avverse da vaccinazione anti COVID |
Stando ai dati forniti dagli enti di vigilanza relativi alle segnalazioni spontanee (farmacovigilanza passiva) in seguito a somministrazione dei vaccini anti COVID-19, è emersa un’incidenza di reazioni avverse gravi altissima e mai riscontrata fino ad oggi per qualsiasi farmaco immesso in commercio. VAERS (1), EUDRA Vigilance, EMA ed AIFA hanno raccolto decine di migliaia di segnalazioni di reazioni avverse severe che includono migliaia di decessi dopo l’inoculazione dei vaccini Pfizer-Biontech, Astra-Zeneca, Moderna. Le morti sopravvenute in seguito alla vaccinazione anti COVID sarebbero infatti 1265 nello Spazio economico europeo (2) e il numero di reazioni avverse gravi nella sola Italia, in due mesi, ammonterebbe a 1830(3). Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti? 1. intende essa sospendere o revocare l’autorizzazione all’impiego di emergenza di tali vaccini in attesa dei risultati degli accertamenti sul nesso causale fra reazioni avverse gravi o fatali ed avvenuta vaccinazione? 2. intende predisporre un sistema di farmacovigilanza attiva per tutti i vaccini autorizzati per uso di emergenza? 3. intende procedere con una valutazione rischi/benefici della vaccinazione su base disaggregata per fasce di età? (ndr assurdo che non sia ancora successo)? (1) Selected Adverse Events Reported after COVID-19 Vaccination | CDC Dal 14 dicembre 2020 sono stati registrati 1637 decessi (2) https://www.comilva.org/informazione/covid-dallitalia-dal-mondo/casi-di-sospette-reazioni-avverse-alla-profilassi-anti (3) https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_2.pdf/5f35b7a5-bdde-e245-f5a4-f8c04d20f06c p.5 (6,1% di 30.015 reazioni avverse) |
Cos’è la farmacovigilanza, attiva e passiva
Per “farmacovigilanza” si intende l’insieme delle attività finalizzate all’identificazione, valutazione, comprensione e prevenzione degli effetti avversi o di qualsiasi altro problema correlato all’uso dei medicinali, per assicurare un rapporto beneficio/rischio favorevole per la popolazione. Nel caso in cui il medicinale in esame sia un vaccino, si parla di “vaccinovigilanza”.
Il sistema nazionale di farmacovigilanza è gestito, sul nostro territorio, da AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco.
La farmacovigilanza passiva
In Italia normalmente si effettua la cosiddetta “farmacovigilanza passiva”. In pratica, chiunque ritenga di aver subito un effetto collaterale in seguito all’assunzione di un farmaco può segnalarlo autonomamente o attraverso il proprio medico ad Aifa.
Eventuali reazioni avverse non si vanno quindi a cercare, non vengono indagate attivamente, ma si attende che vengano denunciate da chi le ha subite.
Quando c’è anche solamente il sospetto che un sintomo sia insorto in seguito all’assunzione di un medicinale, il cittadino o il suo medico di riferimento devono fare la segnalazione, che sarà poi valutata da una commissione che ne verificherà l’effettiva correlazione col farmaco preso in considerazione.
Ndr: Negli ultimi giorni vediamo cittadini preoccupati, che danno più peso ai sintomi che prima non riuscivano a classificare. Questo stato di allarme è ora visto con “preoccupazione”. Quindi il compito è quello di arginare queste segnalazioni spontanee, e ‘la psicosi’. Il mainstream sta facendo quello che ha sempre saputo fare: Psicosi da reazione avversa da vaccino: è folla al Civico e Psicosi AstraZeneca, falsi allarmi in pronto soccorso.
Limiti della farmacovigilanza passiva
Risulta chiaro fin da subito che questo sistema ha evidenti lacune: innanzitutto, le istituzioni non danno informazioni al cittadino, che spesso non è al corrente dei suoi diritti e non sa di poter fare una segnalazione in autonomia.
Inoltre, si verifica di frequente che i medici minimizzino le preoccupazioni dei pazienti e si arroghino il diritto di decidere in autonomia che i sintomi riferiti non possano essere collegati al farmaci assunti e quindi non facciano alcuna segnalazione, esautorando di fatto la commissione appositamente istituita per valutare questo aspetto.
In realtà il Decreto ministeriale del 30 aprile 2015, con cui l’Italia ha recepito le direttive europee in materia, ha stabilito l’obbligo di segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse da farmaci e da vaccini, oltre ad aver definito dei limiti di tempo entro cui gli operatori sanitari sono tenuti ad effettuare la segnalazione alla Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) dell’AIFA.
Sappiamo però che molto raramente si procede davvero in questo modo, anche perché per il medico che omette di effettuare la segnalazione non è prevista alcuna sanzione.
E lo sappiamo con certezza perché dalle indagini più approfondite che vengono svolte periodicamente per individuare le reazioni avverse (farmacovigilanza attiva), risulta evidente quanto sia carente il sistema italiano.
La farmacovigilanza attiva
Uno dei compiti che la legge ha affidato ad AIFA, infatti, consiste nel promuovere e coordinare, anche in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, studi e ricerche di “farmacovigilanza attiva”. Le campagne di farmacovigilanza attiva prevedono che alcune persone che assumono un determinato farmaco vengano seguite per un certo periodo di tempo e monitorate attentamente.
Si è visto che, quando ciò accade, le reazioni avverse che vengono annotate sono molte di più di quelle che arrivano alla Rete Nazionale attraverso le segnalazioni spontanee.
L’esempio pugliese: gli eventi avversi rilevati attivamente sono 339 volte superiori a quelli della farmacovigilanza passiva
La Regione Puglia, ad esempio, ha promosso, per il quadriennio 2013/2017, un programma di sorveglianza sul vaccino contro morbillo, parotite, rosolia e varicella (la cui relazione finale è pubblicata a questo link: www.sanita.puglia.it/documents/36126).
Per questo studio sono stati reclutati 1.672 bambini che sono seguiti per un anno. I risultati mostrano che le segnalazioni degli eventi avversi gravi correlati alla vaccinazione hanno avuto un’incidenza del 40,69 su mille (cioè 4 su cento). Il dato ottenuto è stato paragonato all’incidenza osservata con farmacovigilanza passiva (stesso vaccino e stesso periodo di tempo) pari allo 0,12 su mille (un caso ogni 12.000).
Come è evidente, la differenza riscontrata è enorme: i casi gravi raccolti con lo studio (farmacovigilanza attiva) superano di 339 volte le segnalazioni ricevute spontaneamente (farmacovigilanza passiva).
Da risultati come questo appare molto chiaro che la sorveglianza passiva, così come viene fatta in Italia, non è assolutamente in grado di fornire un quadro realistico sulle reazioni avverse ai farmaci.
La farmacovigilanza sul Covid
Per quanto riguarda la campagna di vaccinazione in corso contro il Covid-19, AIFA ha annunciato di voler attivare progetti di farmacovigilanza attiva ma ad oggi non risulta che questo sia stato fatto. Come viene indicato anche nelle FAQ relative a questo argomento (https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-farmacovigilanza-vaccini-covid-19), al momento ci si affida solamente alla segnalazione spontanea di cittadini e medici.
Considerando che si tratta di farmaci per i quali i dati relativi a sicurezza ed efficacia saranno noti solamente alla fine del 2023, questa mancanza appare ancora più grave.
Difficilmente, in Italia, potremo avere dati realistici sugli eventi avversi collegati a questi nuovi prodotti senza che vi sia un serio monitoraggio delle persone che si sottopongono a quella che è una sperimentazione a tutti gli effetti.
Consigliere Nazionale 3V
Noemi Zucchi
Note
La normativa italiana sulla farmacovigilanza attualmente in vigore fa riferimento all’adozione del Regolamento UE 1235/2010 (https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/files/eudralex/vol-1/reg_2010_1235/reg_2010_1235_it.pdf), al Regolamento di esecuzione UE520/2012 e a due Direttive europee (2010/84/EU https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/files/eudralex/vol-1/dir_2010_84/dir_2010_84_it.pdf e 2012/26/UE https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/files/eudralex/vol-1/dir_2012_26/dir_2012_26_it.pdf) che l’Italia ha recepito col Decreto del Ministero della Salute del 30 aprile 2015 (https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-06-23&atto.codiceRedazionale=15A04666) citato nell’articolo.
Per maggiori informazioni sulla segnalazione delle reazioni avverse ad Aifa consultare la pagina http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa, da cui è anche possibile scaricare la modulistica per effettuare segnalazioni in autonomia.
FONTE https://www.movimento3v.it/cose-la-farmacovigilanza-attiva-e-passiva/