Il sabotaggio nel Mar Baltico è il risultato di una politica statunitense di lunga data che mira a creare un cuneo tra la Russia e l’Europa occidentale.
Sullivan – che, come ho riferito lo scorso febbraio, è stato il principale attore nel generare una potenziale minaccia segreta alla Russia prima della guerra – ha fornito una risposta che lascia senza fiato per il suo offuscamento. “In primo luogo”, ha risposto, “la Russia ha fatto quello che fa spesso quando è responsabile di qualcosa… cioè accusare che in realtà è stato qualcun altro a farlo. Lo abbiamo visto ripetutamente nel tempo”. Ha detto che il presidente è stato anche chiaro – e lui non lo è stato – che “c’è ancora del lavoro da fare sulle indagini prima che il governo degli Stati Uniti sia pronto a fare un’attribuzione in questo caso”. La Casa Bianca, ha detto, non avrebbe preso una “decisione definitiva” finché i suoi alleati nella regione non avessero concluso il loro lavoro.
Sullivan ha detto che l’insinuazione della Russia sul coinvolgimento degli Stati Uniti nell’attentato è “assolutamente falsa. I russi sanno che sono false. Ma, naturalmente, questo fa parte del loro manuale”.
Svezia e Danimarca, i cui governi avevano tutte le ragioni per sapere cosa fosse successo, hanno annunciato pochi giorni dopo le esplosioni che avrebbero lavorato insieme per indagare sulle esplosioni. Il 2 ottobre, la Germania ha dichiarato che avrebbe collaborato con Svezia e Danimarca nell’inchiesta. Dodici giorni dopo, il Ministero degli Esteri russo ha espresso il proprio “sconcerto” per essere stato escluso dall’inchiesta. Lo stesso giorno, la Svezia ha dichiarato che non avrebbe partecipato alle indagini perché avrebbero comportato il trasferimento di informazioni relative alla sicurezza nazionale del Paese.
Da allora non si è saputo più nulla sulle cause dei bombardamenti sottomarini né dalla Svezia né dalla Danimarca, anche se entrambe le nazioni sapevano, come ho scritto, che gli Stati Uniti stavano praticando immersioni subacquee nel Mar Baltico da mesi prima delle esplosioni. L’incapacità delle due nazioni di portare a termine l’inchiesta potrebbe essere dovuta al fatto che, come mi è stato riferito, alcuni alti funzionari di entrambi i Paesi avevano capito esattamente cosa stava accadendo.
Da allora gli Stati Uniti hanno posto il veto ad almeno un tentativo della Russia di ottenere un’indagine indipendente delle Nazioni Unite sulle esplosioni. La comunità dei servizi segreti statunitensi ha fornito supporto, insieme a funzionari tedeschi, a giornalisti che scrivono resoconti alternativi sull’attentato al gasdotto. Queste storie citano invariabilmente uno yacht di 49 piedi che sarebbe stato l’imbarcazione per le immersioni tecniche ad alto rischio.
Non ci sono prove che il Presidente Biden, nei sedici mesi trascorsi dalla distruzione degli oleodotti, abbia “incaricato” – una parola d’arte nella comunità dei servizi segreti americani – i suoi esperti di condurre un’indagine da tutte le fonti sulle esplosioni. E nessun alto dirigente tedesco, compreso il Cancelliere Olaf Scholz, notoriamente vicino al Presidente Biden, ha fatto alcuno sforzo significativo per determinare chi ha fatto cosa. Un’indagine successiva, richiesta da alcuni membri del Bundestag, il parlamento tedesco, è stata intrapresa, ma le sue conclusioni sono state nascoste al pubblico per motivi di sicurezza.
L’ultima parola su tutto questo spetta a Emmanuel Todd, un demografo e politologo francese che nel 1976, quando aveva venticinque anni, divenne molto noto in Europa per la sua previsione, basata in parte sull’aumento dei tassi di mortalità infantile, che l’Unione Sovietica era destinata a fallire. È diventato sempre più critico nei confronti della politica estera americana, in particolare per il continuo sostegno all’Ucraina, che ha descritto causticamente come “una sconfitta per l’Occidente senza essere una vittoria per la Russia”.
In una recente intervista ha sostenuto che
“uno dei grandi obiettivi della politica americana, e quindi della NATO, è stato quello di fermare l’inevitabile riconciliazione tra Russia e Germania”, dato che la Russia, nonostante le sanzioni americane, stava vincendo la guerra in Ucraina e ancora una volta “dimostrava stabilità economica”.
“Questa era una grande fonte di paura”, ha detto Todd, “ed è per questo che gli americani” – ha citato il mio esposto sul Nord Stream – “hanno fatto saltare il gasdotto Nord Stream”.
Quando Biden ordinò la distruzione dei gasdotti, il timore americano era che il Cancelliere Scholz, che su richiesta di Washington aveva chiuso 750 miglia di gas russo nel nuovo gasdotto Nord Stream 2, pronto nell’autunno del 2021 per essere consegnato a un porto in Germania, potesse cambiare idea e lasciar fluire il gas, alleviando le preoccupazioni economiche tedesche e ripristinando un’importante forza energetica per l’industria tedesca.
Ciò non è stato permesso, e da allora la Germania è in subbuglio economico e politico.
Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare
Fonte
Seymour Myron “Sy” Hersh è un giornalista e scrittore statunitense. L’inchiesta che l’ha reso famoso è stata quella con cui svelò la strage di My Lai perpetrata durante la guerra del Vietnam; per essa ricevette il premio Pulitzer nel 1970.
Divenuto, in seguito all’inchiesta su quel fatto, uno dei giornalisti più noti degli Stati Uniti, negli anni successivi è stato autore di numerosi articoli e volumi sui retroscena dell’establishment politico-militare statunitense.
È stato reporter per The New Yorker e Associated Press, per il quale si occupa di temi geopolitici, di sicurezza e militari, in particolare riguardo l’operato dei servizi segreti e di intelligence.