di Leonardo Guerra
Responsabilità e consapevolezza come risposta alle manipolazioni cognitive.
L’Emergenza Covid-19 è ormai diventata un caso di studio riguardo la guerra cognitiva (bersaglio: la mente), condotta contro la propria popolazione. La componente dominante dell’emergenza non è mai stata sanitaria. Generalmente le persone oggetto di attacchi cominciano a diventare consapevoli molto tempo dopo che le tattiche subite sono terminate da tempo, quando ormai non c’è più nulla da fare. Perciò, facendo tesoro del covid, dobbiamo deciderci di proteggerci preventivamente. Le tecnologie iniettate nel corpo delle persone, tramite il costrutto militare camuffato da “vaccino”, sono state progettate per condizionare le capacità cognitive, la volontà e i comportamenti delle masse e, quindi, far accettare, passivamente, due conflitti genocidi e tutto ciò che hanno già pianificato per noi. L’esistenza di un piano a lungo termine è confermata dal saccheggio costante delle risorse degli stati è in tutte queste operazioni coperte da false emergenze.
La mente umana è sempre stata il principale campo di battaglia nelle guerre di dominio e/o sottomissione della popolazione civile, in particolare nelle guerre ibride o di 5a generazione (SIamo nell’era della guerra di V generazione – AGC COMMUNICATION NEWS). Le guerre cognitive ne sono parte integrante ed hanno un ruolo ormai prevalente. Mai dichiarate, difficili da percepire, rivolte contro le proprie popolazioni. Mentre altri dominii possono fornire vittorie, momentanee, tattiche e operative, il dominio della mente è il solo dominio in cui una vittoria diventa piena e definitiva. La storia del nostro amato paese lo dimostra.
Le guerre cognitive sfruttano le emozioni radicate nel nostro subconscio, aggirando così la nostra mente conscia, razionale. Sfruttano le nostre fragilità e vulnerabilità psicologiche: le nostre paure, i nostri pregiudizi, le nostre frustrazioni, i nostri errori, le nostre abitudini e i nostri automatismi, ma da cinquant’anni utilizzano anche: nanotecnologie, biotecnologie, Information Technologies. Sono attacchi centrati sull’individuo, sulla gente e sulla cognizione umana come centro di gravità. Vogliono creare una situazione d’inferiorità cognitiva stabile. Lo scopo finale è alterare nel modo voluto la percezione della realtà e ingannare il cervello per influenzare il processo decisionale e i comportamenti delle singole persone, di gruppi o di intere popolazioni.
“Nella guerra cognitiva, lo scopo ultimo è quello di alterare la nostra percezione della realtà e ingannare il cervello per influenzare il processo decisionale delle persone e delle masse”
Vogliono influenzare e controllare in modo stabile come pensiamo, cosa sentiamo e come agiamo, usando anche tecnologie centrate sul cervello con lo scopo di destabilizzare strutture sociali, creare sfiducia, dividere, frammentare, rompendo la coesione e la solidarietà fra le persone. Per raggiungere tali scopi non esitano ad amplificare strumentalmente differenze sociali pre-esistenti per minare i sistemi sociali, innescare diverbi nelle democrazie e indebolire i sistemi basati sulle regole, creando caos e conflitti. Includono anche attività condotte in sincronia e sinergia con altri strumenti (psicologici, economici, politici, ecc.).
Sono attacchi diretti al nostro sub-conscio, dove si trovano i cardini principali dei nostri comportamenti: le emozioni che controllano il 95% del nostro processo decisionale, fortemente influenzato dalle ripetizioni, dagli automatismi, dai pregiudizi, dalle paure e dagli errori. La mente subconscia è sempre attiva, contrariamente a quella conscia. Il bersagliamento iper-personalizzato integra e sfrutta le neuroscienze, la biotecnologia, le informazioni e tecniche cognitive (guerra NBIC). La neuro-profilatura del bersaglio da colpire (individuo, gruppi o società intere) è offerta dai loro stessi social media e network digitali.
Questi conflitti cognitivi rimangono tutti sotto la soglia e non sono percepiti. Gli effetti possono essere letali e multi dominio. Sono battaglie spesso senza fine (vedasi sindrome dell’Havana). Puntano nel cervello direttamente all’amigdala (centro di processamento delle emozioni), che è la parte più vecchia del nostro cervello umano.
I social network e i dispositivi SMART, strumenti militari, che li integrano, nell’ultimo ventennio hanno preparato le masse rendendole sempre più deboli in termini di tenuta nervosa e nelle loro abilità cognitive. I contenuti proposti e consumati dagli utenti, sono progettati per scatenare reazioni emotive profonde, anche molto intense, spingendo le persone a reagire impulsivamente. Producono volutamente dipendenza e così diventano enormi DBase, con 5 di miliardi (quanti i vaccinati covid) di utenti, tutti profilati digitalmente.
Le “piazze digitali” dei social sono tecnicamente “camere d’eco” (camere di risonanza) in cui le persone si riconoscono, si radunano, concentrano i loro pensieri focalizzati su una narrazione (egregori) che sostiene il loro credo e i loro desideri. Micro-comunità/società chiuse, isolate, quindi vulnerabili, manipolabili, polarizzabili fino alla radicalizzazione, generando sfiducia negli individui e verso gli altri.
Meno tempo la gente ha per riflettere, più diventa vulnerabile e più tende a seguire una narrativa che si avvicina al loro credo (esca).
Quali sono i profili degli individui più vulnerabili? Persone isolate o gruppi radicali, sfiduciati, discriminati, marginalizzati dalla società, polarizzati, che si sentono esclusi (senza cittadinanza), con bassa stima per sé stessi, privi di rappresentanza, insoddisfatti, frustrati, che si sentono privati dei loro diritti. Il programma MKUltra della CIA è il progenitore di questo filone della guerra cognitiva. Un programma di manipolazione mentale che trasforma normali cittadini, ignari, in armi inconsapevoli nelle loro mani. Il cosiddetto “Manchurian Candidate”.
Per quanto riguarda i paesi, a livello sociale ci sono 3 vulnerabilità principali che utilizzano principalmente. Il profilo preferito è caratterizzato da:
- popolazione con una bassa alfabetizzazione, un basso pensiero critico, molta disinformazione, basso scambio di opinioni e confronto con altri. Media concentrati in mano di pochi. Alto tasso di corruzione nei giornalisti.
- strutture sociali frammentate, contrapposizioni sociali (Nord vs Sud, razziali, ecc.), alto tasso di utilizzo dei social media e degli smartphone
- diffuso populismo; persone socialmente reiette, inascoltate e prive di rappresentanza nelle istituzioni
Comprendere e riconoscere i modelli utilizzati negli attacchi cognitivi, in anticipo, può essere importante per evitarli, organizzarsi e mitigarne gli effetti.
La compagnia “Neuralink” di Elon Musk crea interfacce cervello-computer per estendere le abilità nelle persone disabili che possono essere usate anche su persone normali per scopi diversi.
L’utilizzo di tali artefatti all’interno del corpo umano (“bio-artefatti” nei nanobot -nano processori quantistici-, “smart dust”, ecc.) possono influenzare la percezione, la cognizione, il processo decisionale e il comportamento delle masse. Il DNA sintetico (sDNA) incorporato negli stessi nanobot, può archiviare fino a 2,14×106 bites di dati che possono essere scambiati e abilitare interfacce macchine-uomo (il cosiddetto 47mo cromosoma). La neuro-computazione, può essere usata per influenzare campo uditivo e visivo. Nanotecnologie neurali possono costruire reti neurali collegando neuroni e cervello umano all’I.A. La manipolazione genetiche con la tecnica CRISPR (editing genetico), intracorporea, può produrre cambiamenti e integrazioni nel patrimonio genetico mirati, controllati dall’I.A. e guidati da remoto.
In conclusione, le tecnologie avanzate, che hanno tassi di evoluzione impressionanti, sono una galassia gestita da persone poco raccomandabili, che la fa da padrone da molti anni. Ci troviamo immersi, quindi, a vivere in una “palude tecnologica” che è bene conoscere e mappare per sapersi muovere in sicurezza.
Serve condividere queste informazioni con le persone interessate. Opportuno sarebbe anche investire quota parte delle nostre energie per guardare avanti, per aggiornarci e per definire una strategia preventiva che possa evitare di farci sorprendere e cadere ancora una volta nei loro tranelli.
Com’è successo con il Covid che oggi svolge prevalentemente, nei loro programmi, la funzione di trattenimento dell’attenzione delle masse e ancoraggio al passato per impedirci di guardare davanti a noi e dentro di noi.
Leonardo Guerra, laurea in biologia molecolare con tesi sperimentale sul mRNA nel 1982 c/o UNIFE.
Ho ricoperto ruoli dirigenziali in Ricerca e Sviluppo (area Anti-Infettivi), nel settore dei Rapporti Istituzionali di primarie Multinazionali farmaceutiche fino a Giugno 2020.
Co-Fondatore di una Start Up Biotech (RARESPLICE srl) per la cura di malattie genetiche rare.
Da Luglio 2020, opero come Consulente free-lance.
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