Tutto iniziò lo scorso anno quando il biologo spagnolo, il professor Pablo Campra dell’Università d’Almeria, rivelò i clamorosi risultati delle sue analisi sul vaccino Pfizer.

Il verdetto del microscopio parlò piuttosto chiaro. Nel siero c’era solo e soltanto una sostanza altamente tossica per il nostro organismo, il grafene.

A distanza di un anno da quelle sconcertanti conclusioni, giunge un’altra ricerca eseguita dalla dottoressa indiana Poormina Wagh. Prima che si mettano in moto le rotative delle menzogne mediatiche, è indispensabile precisare che la dottoressa Wagh ha un curriculum esteso nei rami della virologia e della immunologia.

La scienziata vanta due dottorati di ricerca in questi due campi presso l’università britannica della London School of Hygiene & Tropical Medicine e le sue pubblicazioni sono tutte visibili presso il sito Research Gate. L’immunologa indiana ha anche collaborato con l’ospedale pediatrico di Cincinnati. Si tratta di una scienziata a tutti gli effetti, ma ciò non impedirà ai professionisti della disinformazione di screditare la sua reputazione.

La dottoressa Wagh ha deciso di eseguire questa ricerca sul grafene nei sieri perché vuole cercare di far arrivare al grande pubblico la verità taciuta dai media saldamente prostrati al culto del vaccino.

Assieme ad un gruppo di ricercatori di tutto il mondo ha eseguito delle analisi su 2305 campioni di sieri di dodici differenti marche di vaccino. Nella lista ci sono le marche dei vaccini più distribuiti negli Stati Uniti e in Europa Occidentale quali Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson. Ci sono anche vaccini cinesi come il Novavax e altri vaccini cubani.

Non risulta esserci il vaccino russo Sputnik sviluppato dall’istituto Gamaleya e quindi questo porta ad escludere che la Russia abbia messo nel suo preparato le sostanze che invece sono state trovate negli altri sieri.


Le conclusioni di questa ricerca così estesa sono concordanti e inquietanti al tempo stesso. Nulla di quanto dichiarato nei famigerati bugiardini risulta essere vero. Nei sieri Pfizer e Moderna non c’è né l’mRNA né la cosiddetta proteina Spike mentre in quelli di Astrazeneca e J&J non c’è l’adenovirus che avrebbe dovuto in teoria esserci.

In ogni singolo farmaco sono stati riscontrati ingredienti quali acqua, idrossido di alluminio, nano particelle metalliche e nano particelle di ossido di grafene.

Questi ingredienti non sono un composto che serve a prevenire un eventuale “contagio” del cosiddetto “COVID-19”.

Appare del tutto evidente che sono sostanze tossiche per il nostro organismo quali il grafene e l’idrossido di alluminio.

Una volta che questo composto entra nell’organismo di una persona inizia a fare il suo “lavoro”, che non è altro che quello di deteriorare il sistema immunitario di chi riceve il siero.

La dottoressa Wagh è piuttosto inequivocabile nelle sue conclusioni. Questi “vaccini” sono stati distribuiti come parte di un programma per giungere “ad un massiccio depopolamento”.

Non appare esserci altro scopo considerati gli ingredienti utilizzati per sviluppare questi farmaci.

Stanno poi emergendo al tempo stesso altri elementi che sembrano confermare le conclusioni di queste analisi di laboratorio.

E’ il caso dell’imbalsamatore americano Richard Hirshman. Hirshman conosce il suo mestiere molto bene, da più di 20 anni. L’imbalsamatore ha raccontato al quotidiano americano “The Epoch Times” che nei cadaveri che ha avuto modo di trattare negli ultimi mesi ha riscontrato la presenza di una sostanza che né lui nei suoi colleghi hanno “mai visto” nel corso della loro carriera.

Si tratta di “tessuti fibrosi bianchi” e ciò lascia pensare che potrebbe esserci qualche collegamento con le sostanze messe nei sieri, in particolar modo il grafene.

Il grafene può essere infatti sia di colore nero sia di colore bianco. Ma questa non è l’unica prova che avalla le conclusioni di Campra e della Wagh.

Proprio in Italia è stata condotta una ricerca da tre medici chirurgi, il dottor Franco Giovannini, il dottor Benzi Cipelli e il dottor Pisano, sul sangue delle persone che si sono sottoposte alla vaccinazione.

Anche in questo caso i risultati sono stati a dir poco sconvolgenti. Nella relazione che i tre medici hanno preparato viene riportato che nel sangue dei vaccinati

“ci sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene.”

Saremmo in presenza di una mutazione vera e propria del sangue dei vaccinati che ha una composizione e caratteristiche diverse da quello normale di chi non ha invece ricevuto il siero.

Il mancato isolamento del virus

Un altro aspetto fondamentale approfondito dalla scienziata indiana è quello che riguarda l’isolamento del coronavirus. L’isolamento è il principio della “emergenza” dal momento che senza di esso non si può determinare o meno l’esistenza di un virus.

La dottoressa Wash ha chiesto al Centro per la prevenzione e la cura delle malattie degli Stati Uniti, il famoso CDC, di fornire un campione isolato e purificato del virus, ma non c’è stato nulla da fare. Il CDC non è stato in grado di assecondate tale richiesta. Il virus isolato non appare.

Altri ancora hanno provato a chiedere prova dell’isolamento del virus come ha fatto la ricercatrice canadese, Christine Massey, che ha aperto un sito dedicato all’argomento nel quale mostra tutte le sue lettere alle differenti istituzioni sanitarie internazionali.

La Massey ha scritto alle autorità sanitarie canadesi, britanniche, americane ed europee ma nessuna di queste quando gli è stato chiesto di produrre un campione del virus isolato ha saputo darle una prova dell’isolamento del cosiddetto COVID-19.

A questo punto, è d’obbligo un interrogativo.

Ci si chiede quali vaccini per prevenire il “contagio” contro il COVID-19 abbiano potuto sviluppare le case farmaceutiche se fino ad oggi il virus chiamato COVID-19 non risulta nemmeno essere stato isolato?

Ugur Sahin, il co-fondatore di BionTech, ha rivelato che il vaccino Pfizer fu concepito nel giro di poche ore a gennaio del 2020.

Ma un vaccino non si sviluppa di certo in poche ore e richiede anni di ricerche e diversi test. Soprattutto c’è da considerare un altro aspetto. In quel periodo ancora non c’era un vero e proprio panico “pandemico”. L’OMS non aveva nemmeno fatto la sua dichiarazione formale di “stato pandemico” che avverrà solamente l’11 marzo del 2020.

Ciò porta ad una unica conclusione. I “grandi” gruppi farmaceutici erano già all’opera prima per preparare questi sieri e le analisi di Pablo Campra e Poormina Wagh rivelano come lo scopo non fosse certo quello di migliorare o tutelare la salute pubblica.

Lo scopo non era altro che quello annunciato da Bill Gates nel 2010 ad una conferenza della serie TEDx.

Fu in quell’occasione che Gates disse che per ciò che riguarda la riduzione della popolazione mondiale “se fosse stato fatto un buon lavoro con i vaccini” tale numero avrebbe potuto essere ridotto del 10/15%.

E quindi si spiegano perfettamente gli investimenti milionari che il fondatore di Microsoft, l’uomo dei vaccini, ha fatto negli scorsi anni in questo campo.

Fu sempre Gates ad annunciare nel 2018, due anni prima dell’inizio della “emergenza COVID”, che il mondo avrebbe dovuto prepararsi ad un evento pandemico come se avesse dovuto “affrontare una guerra”.

La cosiddetta “pandemia” dunque non è mai stata tale.

Si è trattato di una operazione studiata a tavolino e preparata meticolosamente per giungere alla società che uomini come Gates e i membri del club di Davos avevano in mente.

In questa società distopica, il numero della popolazione mondiale deve essere ridotto per essere conforme ai canoni della filosofia neomalthusiana sulla quale si fonda l’ideologia globalista.

L’esistenza stessa dell’uomo viene vista come una “minaccia” dai vertici di questi poteri che si connotano per il loro feroce odio nei confronti dell’umanità intera, considera alla stregua di un ammasso di “mangiatori inutili”, l’espressione coniata dal club di Roma finanziato dalla famiglia Rockefeller.

E in questa storia troviamo sempre questi nomi. Bill Gates, Rockefeller, Klaus Schwab e Jacques Attali. Troviamo i nomi di coloro che hanno concepito questo mondo.

Nessun placebo nei vaccini

C’è poi un altro mito da sfatare diffuso da alcuni disinformatori, ovvero quello che siano stati inseriti dei placebo nei vari lotti vaccinali. Nulla di tutto ciò è vero come ha spiegato la scienziata indiana nella sua relazione. Se alcuni vaccinati non avvertono per ora sintomi negativi è dovuto solo al fatto che in alcuni sieri la quantità di grafene è lievemente inferiore a quella riscontrata in altri.

La distribuzione di un siero con più o meno grafene rientra in quella che si può definire come una perversa roulette russa nella quale alcuni “fortunati” evitano patologie sull’immediato ma nessuno di questi scamperà ai gravi effetti collaterali nel lungo periodo.

La dottoressa Wagh spiega che l’aspettativa di vita di chi ha ricevuto tali sostanze anche in quantitativi minori rispetto ad altri si accorcia mediamente “dai 10 ai 15 anni”.

L’ulteriore somministrazione di seconde, terze o quarte dosi serve soltanto ad accelerare il processo di progressivo decadimento dell’organismo. Tante più dosi entrano nei nostri corpi, tanto più essi vengono definitivamente compromessi da quelli che non possono essere che definiti come veleni per la nostra salute.

In tutto questo sconcertante disegno per attentare alla salute pubblica, l’unica nota “positiva” sembra essere quella che riguardano gli effetti collaterali dei sierati che, secondo la dottoressa Wagh, non possono essere trasmessi a coloro che non hanno fatto il siero.

L’organismo prova comunque ad espellere una parte delle sostanze tossiche che ha ricevuto ma quando queste escono dal corpo sono inerti e non possono arrecare danni a chi si trova a contatto con i sierati.

Queste sono dunque le verità che scienziati indipendenti stanno cercando di far arrivare al pubblico e che non sono riusciti ancora a trasmettere ad un ampio numero di persone.

Molti vaccinati ancora probabilmente ignorano che sono stati ingannati e frodati da un sistema che aveva detto loro che tali sieri erano sicuri.

Ed è quindi giunto il momento delle domande a coloro che in Italia hanno attuato la campagna vaccinale. È necessario chiedere conto di quanto accaduto ai governi Conte e Draghi che hanno promosso questi vaccini e hanno costretto le persone a ricevere nel loro corpo tali sostanze attraverso obblighi vaccinali e certificati verdi.

Gli italiani sono stati sottoposti ad una somministrazione di massa che i fatti esposti hanno rivelato essere null’altro che un deliberato tentativo di ridurre la popolazione italiana.

C’è da chiedere conto anche all’AIFA che ha autorizzato la distribuzione di questi micidiali preparati.

C’è da chiedere conto ai responsabili di quello che è stato un attentato alla salute pubblica degli italiani senza precedenti.

Il sangue di chi ha perduto e sta perdendo la vita in questa strage attende giustizia.

Cesare Sacchetti

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