Ieri ho partecipato alla manifestazione di Bocca della Verità a Roma.
Nonostante le comprensibili perplessità in considerazione di alcune delle sigle che l’hanno sponsorizzata.
Tuttavia, come giornalista, avevo il dovere di ‘coprirla’, come si dice in gergo.
Ho anche pubblicato in diretta alcune foto della piazza sul mio profilo Facebook in attesa delle reazioni.

Reazioni che non si sono fatte attendere.

L’esca non è passata inosservata tanto da ritrovarmi oggi centinaia di commenti in gran parte aggressivi – dall’una e dall’altra parte.
I gladiatori da tastiera hanno potuto esprimersi senza esclusione di colpi, mostrando ancora una volta come la vera pandemia sia oggi il vilipendio della verità e l’incapacità di rispettare le ragioni degli altri.

Senza peraltro trascurare quanto di vergognoso la stampa mainstream ha riportato sull’evento, dimezzando il numero dei partecipanti – da circa 3.000 a 1.500 – e chiamando tutti indifferentemente no-vax, no-mask, negazionisti, complottisti e via dicendo.

Un aneddoto sulla mia partecipazione di ieri.
Appena arrivato mi si avvicina un troupe televisiva chiedendomi se volevo dire qualcosa.
Domando loro chi siete?”
“siamo di Rai 1” mi risponde la giovane giornalista
“ok” penso tra me “adesso li servo io” –  “ditemi..”
“perché Lei è qui?” mi chiede dandomi gentilmente del Lei…
Guardo la giornalista che mi sta intervistando e le dico che sono un collega e che trovo vergognoso come l’informazione ufficiale abbia gestito l’emergenza Covid in particolare in una fase in cui di emergenza non si può parlare e che mi sono occupato a fondo della questione, collaborando ad un Piano di Chiarezza Scientifica, e che…
Ma la collega non mi ascolta più e dice alla troupe di riprendere la folla…
“Ah bene” – dico – “vedo che tu non fai eccezione, vuoi filmare i cori di vaffa o riprendere qualche mamma urlante o qualche elemento di Forza Nuova con bandiera sventolante, non ti interessa ascoltare qualcosa che non possa essere liquidato con una risatina di commiserazione”
“Ma no è che…”
Poi guarda il palco e si gira… le do’ una pacca sulla spalla e le auguro buon lavoro…

Ecco questa è l’informazione, immagino non mi abbiate visto al TG1 ieri sera, o sbaglio?

Parliamoci chiaro, si è trattato di una vera e propria corte dei miracoli in cui alcuni (pochi) interventi pacati e documentati hanno ben espresso il senso di estraniazione di tanti sulla situazione generale del Paese, mentre per la maggior parte si è assistito a comizi rabbiosi di mamme isteriche, a canti patriottici di simil-nazisti tatuati e rasati a fianco di gilet arancioni e forconi assortiti, a vaffa di grillina memoria intonati dall’uditorio.
Senza citare foto bruciate del Papa, inneggi a Trump, a Q-anon e Putin, salvatori dell’umanità.
Il tutto condito da sproloqui insensati su un virus che non esisterebbe, negando qualsiasi evidenza scientifica.

È evidente che in questo modo i media hanno avuto facile gioco nell’etichettare, ridicolizzare e condannare un evento che avrebbe potuto – e dovuto – rappresentare un momento dignitoso di dissenso.

Ora, c’è da chiedersi se quanto è avvenuto è stato voluto da chi intendeva ottenere proprio questi risultati – l’infiltrazione eterodiretta è sempre stata di moda nelle manifestazioni di piazza – o perché al popolo italiano si confanno questo tipo di manifestazioni dove si urla e si parla solo alla pancia, dimenticando qualsiasi collegamento con la verità dei fatti.
Certo siamo distanti – non 2.000 chilometri, ma anni-luce – da Berlino con la compostezza dei dimostranti, l’organizzazione della piazza e i personaggi che hanno preso la parola…

Mi ero anche registrato per parlare dal palco, avrei voluto dire qualcosa di equilibrato, proprio per non offrire il fianco a facili etichettature e pregiudizi, a condanne precotte e feroci nella loro mancanza di volontà di fare dei distinguo, ma poi ho rinunciato ascoltando la serie inesausta di sciocchezze snocciolate dagli oratori che si sono avvicendati.

Ma forse dovrei anche chiedermi dove erano le persone che avrebbero potuto esprimere opinioni e tenere comportamenti diversi.
Dove erano i miei amici e colleghi, quelli che a parole definiscono questa situazione insostenibile e liberticida?
Non ne ho visto nessuno, probabilmente erano davanti alla TV a guardare la manifestazione comodamente seduti sul divano, magari rifiutando sdegnosamente questo tipo di azione esteriore.

Forse hanno ragione loro anche se personalmente non credo che questa sia l’unica soluzione in un momento in cui viene fatto strame di ogni libertà e verità dei fatti.

Pur nella consapevolezza di ciò che si cela dietro le manifestazioni di piazzada un punto di vista politico ma sopratutto spirituale – ancora ritengo che sia nostro dovere agire su tutti i piani.

Ma forse sono io a sbagliare; sicuramente era meglio restarmene a casa per evitarmi una delusione così profonda.

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