Superare il principio di autorità

Dittatura Sanitaria

Nel mio precedente scritto, “Un vaccino dis-umano”, è stato necessario scendere nei dettagli tecnici della preparazione dei vaccini contro il Covid-19. Era importante che emergesse dalle stesse parole dei ricercatori e scienziati ciò che viene sfumato e occultato nella comunicazione ufficiale, cioè che quello che viene iniettato non è il virus ma uno “schema”, e che il virus è prodotto dal corpo stesso attraverso un processo di manipolazione genetica. Si vuole “addestrare” l’essere umano a produrre molecole che non esistono in natura, le quali addestrano a loro volta il sistema immunitario a produrre gli anticorpi.

A ben vedere sembra questa anche una confessione indiretta che il virus vero è stato manipolato geneticamente in laboratorio, visto che la sua mappatura genica, usata per lo schema, è stata pubblicata dai ricercatori cinesi già il 10 gennaio 2020. Si sta dunque iniziando il più grande esperimento su 7 miliardi di cavie umane, “per vedere l’effetto che fa”. Mentre scrivo giunge notizia di 23 anziani morti in Norvegia dopo la somministrazione della prima dose di vaccino, e si comunica che alcuni virologi sono “perplessi” ma che le condizioni degli anziani erano peraltro “molto fragili”. Eppure, anche se questo dovrebbe bastare a scatenare una indignazione mondiale, la notizia è già sparita e dimenticata, perché nulla deve intralciare il progresso….

Occorre allora frenare il furore dell’indignazione, anche il mio, che sorge prepotente dal profondo dell’anima, perché questi effetti, pur drammatici, che ci sono e ci saranno non sono i più rilevanti e dobbiamo prepararci ad altro.
Finora si sono manipolati geneticamente piante e animali; ora per la prima volta, almeno apertamente, si inizia con l’uomo.
Manipolando un seme lo si rende sterile, cioè si uccide la vita; manipolando l’essere umano cosa può accadere?
Si spiega allora perché alcuni anziani noti si affrettino a dichiarare che certo loro si vaccineranno, ma se fossero in età fertile ci penserebbero bene. Così, la paura di ammalarsi spingerà molte persone che probabilmente non mangerebbero mai cibi OGM a diventare esse stesse produttrici di molecole OGM che albergano nel proprio corpo, con esiti sconosciuti ma prevedibili.

Cosa sta accadendo?
Questo cosiddetto vaccino rappresenta una tappa di un progetto che nell’ultimo anno ha avuto una enorme accelerazione. Ma esso è anche il punto di partenza di tappe successive del tentativo di trasformazione dell’essere umano. Se questo processo non viene riconosciuto, se viene rimosso, se viene esorcizzato o peggio banalizzato, il rischio è grande e potrebbe presto esserci un punto di non ritorno. In questo senso questo vaccino, questo esperimento mondiale, preparato e messo in atto con molta “professionalità”, segna uno spartiacque nella storia evolutiva dell’essere umano.

Si è voluto chiamarla guerra, se ne sono usati i simboli, i termini, e dobbiamo riconoscere che una guerra è effettivamente in atto, non certo al coronavirus, qualunque sia la sua genesi. Il campo di battaglia è l’essere umano, o meglio la coscienza umana, ciò che fa di esso un essere spirituale dotato non solo di un corpo fisico, ma anche di un’anima che lo rende capace di sentimenti elevati, e di uno spirito creativo e creatore.

“Verrà il tempo, forse neppure in un futuro non troppo lontano (…) in cui si dirà che è patologico pensare allo spirito e all’anima. Sono sani soltanto coloro che parlano solo del corpo. Si considererà un sintomo patologico se qualcuno cresce e arriva al concetto che vi sono uno spirito e un’anima; costoro saranno considerati malati. E’ anche sicuro che si inventeranno le medicine adatte con le quali agire. (…) Da una “sana concezione” si scoprirà un vaccino grazie al quale l’organismo, meglio se nella prima infanzia, meglio se appena nato, sarà elaborato in modo che non arrivi al pensiero che esistono un’anima e uno spirito. Due concezioni del mondo si confronteranno con grande asprezza: una penserà come siano da formare idee e concetti che siano adatti alla vera realtà, alla realtà dello spirito e dell’anima; l’altra, che seguirà l’odierno materialismo, ricercherà il vaccino che renderà “sano” il corpo, vale a dire lo renderà tale che per sua costituzione non parli di sciocchezze quali anima e spirito, ma “sanamente” parli delle forze che vivono nelle macchine e nella chimica. (…) Si affiderà ai medici materialisti l’eliminazione dell’anima dall’umanità.” (Rudolf Steiner, conferenza del 7 ottobre 1917 – O.O. 117, ed. Antroposofica)

“Si affiderà ai medici materialisti l’eliminazione dell’anima dall’umanità.”
Queste parole profetiche di Rudolf Steiner, scienziato e filosofo, sono state pronunciate nel 1917, in piena Guerra Mondiale, la prima combattuta con l’uso di potenti macchine. Non è certo casuale, come vedremo, se tra le misure adottate per “contenere la diffusione del virus”, quella che manterrà i suoi effetti nel tempo è la grande accelerazione dell’uso delle macchine, che oggi sono quelle dell’informatica digitalizzata e dell’intelligenza artificiale. Nessun campo di attività è stato risparmiato: lavoro, scuola, acquisti, conferenze, convegni concerti, mostre, spettacoli ecc. Nella scuola poi si stanno anche perpetuando veri crimini su bambini di sei anni mascherati e distanziati.

Tutto ciò è stato proposto e anche vissuto come una opportunità.
Certo, persino uno spiraglio di luce diventa anelato vivendo in un carcere, e anche una piattaforma, uno schermo e un telefono possono sembrarlo; ma i ragazzi, che sono meno condizionabili di quanto si pensa, non vedono l’ora di tornare in classe!

Si rischia di non vedere l’aspetto più importante, quello di delegare spazi sempre più ampi di tracciabilità e controllo di tutte le nostre azioni ad una macchina, di interporre una piattaforma, la rete, un algoritmo ai nostri pensieri, sentimenti e volontà, proprio le tre qualità dell’anima alle quali Rudolf Steiner si riferiva già cento anni fa. Se è possibile emanare decreti che indicano il numero e il tipo di persone che possiamo incontrare, il numero di volte e l’ora in cui farlo, allora la salute del genere umano è in grave pericolo, e non certo per il coronavirus. L’attenuazione, l’intorpidimento delle coscienze umane sono grandi.

Il connubio tra la concezione materialistica e meccanicistica dominanti nella medicina in particolare, e l’intelligenza artificiale, è in grado di supportare le tre dittature sperimentate nell’ultimo anno e perfezionarle in futuro: dittatura sanitaria, dittatura politica, dittatura mediatica. Prendendo pienamente coscienza di tutto ciò, il cosa fare, il come reagire, che ho lasciato sospeso nello scritto precedente, si delinea con chiarezza: superare il principio di autorità.

Dobbiamo allora riprendere in senso moderno il termine “eresia”, il quale evoca processi, ribellioni al pensiero dominante, e personaggi perseguitati ed esposti alla pubblica riprovazione. Ma la radice greca del termine eretico ci porta semplicemente al concetto di “colui che fa le proprie scelte”.
Ma allora, perché l’eretico ha sempre fatto così paura al potere dominante? La risposta più logica è che colui che fa scelte proprie fa paura perché non è controllabile, e non è importante se ciò che sostiene sia vero o meno; è il fatto stesso di reclamare una propria libertà che non può essere tollerato, e non solo da chi esercita il potere, ma anche da molti che pure tale potere subiscono oppure accettano per sentirsi al sicuro. In questo ultimo anno ne abbiamo avuto abbondanti esempi.

“Un malinteso morale o un urto sono esclusi fra uomini moralmente liberi. Solo chi non è moralmente libero, chi segue l’istinto naturale o ha accettato l’obbligo di un comandamento, respinge il suo prossimo se anch’esso non segue lo stesso istinto o lo stesso comandamento. Vivere nell’amore per l’azione e lasciar vivere nella comprensione della volontà altrui è la massima morale fondamentale degli uomini liberi. Essi non conoscono altro dovere se non quello con cui il loro volere si mette in istintivo accordo; il loro patrimonio di idee dirà loro come essi vorranno agire in un caso particolare.” (Rudolf Steiner, La filosofia della libertà, O.O. 4, ed. Antroposofica)

Queste parole di Rudolf Steiner, se comprese nel giusto significato morale, non sono un inno all’anarchia, ma l’esatto contrario. Chi reclama questo tipo di libertà sa che essa non consiste nel fare tutto ciò che più piace, incuranti degli effetti provocati, ma nell’agire con un senso di responsabilità di cui ci si fa personalmente carico, disposti sempre a sopportare le conseguenze delle proprie scelte.

Che significa oggi, dopo l’ultimo anno vissuto, essere eretici?
Occorre scegliere in quale concezione, tra le due indicate da Rudolf Steiner nella prima citazione del 1917, ci si vuole riconoscere, quale scegliere, visto che l’antroposofia, la scienza spirituale che egli ha portato, non è una scienza dogmatica come quella attuale, e neppure una religione; essa non fa dell’uomo un possessore di verità, ma molto di più; un ricercatore di verità.

Per cercare le verità si devono anzitutto smascherare (è il caso di dirlo) le menzogne, ma l’elenco è tale che è più efficace trovare un caput, ovvero quelle che possiamo definire menzogne capitali, dalle quali discendono a cascata quasi tutte le innumerevoli altre. Mi devo limitare a due di esse, strettamente connesse tra loro, come si vedrà. E facendo questo lavoro, che poi diventa maggior conoscenza di se stessi, scaturiranno subito anche i possibili comportamenti concreti:

• il distanziamento sociale, ovvero ognuno è pericoloso per gli altri
• ogni processo umano può essere sostituito da uno virtuale, con effetti pari o persino migliori

La prima menzogna capitale tende ad oscurare il fatto che l’umanità è un organismo unico in senso altamente spirituale, nel quale però ogni individuo è un essere unico e irripetibile.
L’individuo è il bene supremo e non può essere al servizio di qualsivoglia concezione astratta. I concetti stessi di “bene comune”, “salute pubblica”, “ragion di Stato” e altri simili, sono oggi usati nella concezione che vede l’individuo come una rotella di una macchina, che necessita di essere
controllato, oggi anche “migliorato” in laboratorio.


Il bene comune non esiste come concetto, esso può derivare solo dalla somma delle scelte libere di ogni individuo, non può certo essere imposto dall’alto. Anche la salute pubblica è un concetto obsoleto, falso nell’uso strumentale che se ne fa. Basta osservare ciò che è accaduto, e sono cose incredibili. Mai è avvenuto che i medici fossero tenuti a distanza dai pazienti; quelli che hanno disobbedito e li hanno curato a casa li hanno salvati. E che dire di impedire a parenti di assistere i congiunti in ospedale? Non si tratta solo di malasanità, questo è un valore aggiunto; si tratta proprio di una concezione disumana dei concetti stessi di individuo, da un lato, e di umanità dall’altro.

Che fare allora?
Anzitutto attività sociali, di ogni tipo, toccarsi e abbracciarsi, sapere che ognuno di noi è un terapeuta per gli altri, o almeno può esserlo. Il buon senso ha sempre fatto si che ognuno decida in libertà se e come stare accanto ad un malato; lo si è sempre fatto. La parola stessa, distanziamento sociale, è un ossimoro, una contraddizione in termini, e nel caso dei bambini diventa un crimine contro l’umanità. Per tutelare la cosiddetta salute pubblica si sono rinchiusi i sani, detti asintomatici, rallentando il raggiungimento dell’immunità diffusa (il gregge lasciamolo alle pecore!). Ora finalmente è chiaro perché si doveva tenere in caldo l’epidemia, in attesa spasmodica del vaccino salvifico.

Veniamo alla seconda menzogna capitale.
Qui devo limitarmi a pochi concetti, perché entriamo nel cuore del tema. La concezione materialistica odierna è penetrata in regni non più naturali ma sub-naturali e usa forze e tecniche di cui non solo non conosce gli effetti ma che si illude di dominare. L’uomo è considerato una macchina biologica controllata dai suoi geni, frutto di una evoluzione prodotta dal caso, il quale, come tutti gli oggetti, può essere manipolato, migliorato e trasformato a piacere. La prima menzogna capitale è supportata dalla paura, o meglio dalle tre paure archetipiche: del contagio, della malattia, della morte. Questa seconda è supportata dalla persuasione occulta, come nella vendita di un prodotto che fa male ma che attrae. Così si offrono giocattoli elettronici ai bambini ma anche agli adulti, come nel paese dei balocchi di Pinocchio.

Manipolare la vita senza conoscerla non può che generare mostri.
Ma conoscere la vita non è un problema tecnico, è un fatto morale, significa superare il pensiero che la materia sia causa prima e non effetto di un mondo spirituale.

Oggi lo scopo del lavoro del chimico, per esempio, è solo quello di combinare sostanze. Ma arriverà il giorno in cui egli sarà in grado di far fluire la vita in ciò che combina. Tuttavia, prima che possa essere raggiunto questo stadio, sarà necessario che l’uomo sviluppi in se gli impulsi più nobili ed elevati. Solo allora sarà in grado di far fluire nel suo lavoro le forze contenute in quegli impulsi. […] Per questa ragione non sarà in grado di fare quanto descritto finché non metterà nel suo lavoro non solo la sua abilità, ma anche la sua moralità, il suo calore dell’anima e il suo amore per tutto quello che fa. Fare esperimenti con un’impostazione mentale di tipo egoistico, senza venerazione, dovrà essere divenuto per lui impossibile. L’amore deve essere il movente per qualsiasi cosa egli crei e il suo tavolo di laboratorio dovrà diventare un altare.
(Rudolf Steiner, conferenza del 25 gennaio 1910 – O.O. 118)

“Il suo tavolo di laboratorio dovrà diventare un altare”.
Questa è la seconda concezione dell’uomo e del mondo cui alludeva Rudolf Steiner nella citazione iniziale, la sacralità della concezione scientifica. Anche questo è un “progetto”, e non riguarda solo lo scienziato ma l’umanità intera, ogni singolo individuo, il quale può scegliere a quale dei due progetti aderire. Il progetto “trans-umano” che si snoda sotto i nostri occhi è supportato da forze economiche e spirituali di natura egoistica molto potenti, che puntano alla sottomissione dell’essere umano, mantenendo il principio di autorità.

Il progetto “umano” concepisce l’uomo come essere spirituale in evoluzione. Superare l’egoismo non vuol dire non riconoscere che esso è stato importante per acquisire la coscienza di sé, per riconoscersi come individuo. Ma ora, senza paura di perdere ciò che si è conquistato nel corso della sua evoluzione, l’uomo può realizzare qualcosa di più, un modello di vita sociale nel quale i tre principi di fraternité, egalité e liberté siano nel giusto posto. Oggi viviamo la controimmagine dis-umana di questo anelito, l’economia controlla le altre due sfere del vivere sociale: la cultura, la scienza da un lato, e la politica mondiale dall’altro. Le multinazionali tecnologiche e quelle chimiche e agro-alimentari hanno esteso il loro potere tentacolare sul mondo e sulla coscienza umana.

Si vede dunque come quelle che ho definito due menzogne capitali si intrecciano e si complementano. Distanziare, dividere le persone fisicamente e spingerle ad accontentarsi di rapporti virtuali, nell’illusione di essere connessi, quadratini di pixel sullo schermo. Resta la parvenza, l’involucro, e viene persa l’essenza, ciò che definiamo umano: stringersi la mano, guardarsi negli occhi, ascoltare le fini inflessioni della voce, i movimenti del corpo, il tutto senza l’intermediazione di una piattaforma. Stare insieme.

E’ necessario creare il veramente nuovo, e solo l’essere umano può farlo, non la macchina. La ricerca del nuovo non può che partire dal basso, da ognuno di noi, che unendosi in gruppi e comunità cominci a sperimentare una vita sociale fatta di rapporti reali. Individui che condividono progetti disinteressati e che si uniscono in piccoli gruppi per realizzare un progetto comune. Essi possono poi connettersi, nel senso reale del termine, e formare una “rete” che sia l’immagine umana di cui l’altra rete, il web, è la contro-immagine dis-umana. Così il principio di autorità agisce nel modo appropriato, ovvero nelle scelte libere di ciascun individuo, perché di fronte alle menzogne che si riverseranno sempre più su di noi, sempre più confezionate come verità “scientifiche”, diventa vitale diventare un cercatore di verità, e l’antroposofia di Rudolf Steiner fornisce sempre una bussola affidabile per orientarsi.

19 gennaio 2021

Sergio Motolese   


Sergio Motolese, musicista.
L’incontro con l’antroposofia di Rudolf Steiner gli ha consentito di integrare le esperienze musicali con quelle acquisite in vari ambiti concernenti la salute.
Negli ultimi anni si è occupato in particolar modo degli effetti del suono elettronico e dell’informatica digitalizzata sull’essere umano.
E’ diplomato  presso la LUINA (Libera Università di Naturopatia Applicata). Tiene laboratori musicali, conferenze, incontri, seminari, gruppi di studio.

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