Profughi afghani in hotel a 5 stelle: paga l’Europa

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Rifugiati afghani in hotel a 5 stelle, paga l’Unione Europea, seppur indirettamente. Accade in Albania, al “Prestige Residence” di Kavaje, sulla splendida costa, presso Durazzo. Booking.com indica, per persona, da 140 a 160€ a notte, colazione inclusa, dunque pasti e lavanderia a parte. 

Soros Afghans con Gucci e Chanel all’hotel l – Eye | Notizie dell’ultim’ora (syri.net)

Appena i talebani conquistarono Kabul, il Premier albanese Edi Rama, cresciuto alla corte di George Soros, da quasi tre decenni in stretti e diretti rapporti con lo speculatore-presunto filantropo, di cui è emissario nei Balcani, si offrì per accogliere i fuggiaschi, recandosi in aeroporto a Tirana per dare di persona ai primi arrivati il “Mirseerdhet”, welcome, benvenuti. Invece Alex Soros, che sta prendendo il posto del padre (classe 1930) si recò a Vienna per incontrare il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz, riluttante ad accogliere. 

In questi giorni il “Prestige Residence” ospita (guarda caso) anche Alex Soros, come da immagine divulgata via Instagram, in spiaggia sorridente accanto a Fatmir Hysenbelliu, figlio di Irfan, uno degli uomini più ricchi dell’Albania e proprietario del complesso alberghiero.

Al 31 Agosto, dati ufficiali, sono arrivati 604 afghani (altri in arrivo) per la maggior parte ospiti nella “cittadella per studenti”, proprietà statale ubicata nel cuore di Tirana: chissà dove saranno mandati all’imminente apertura di scuole superiori ed università. Ma il trattamento di lusso, guarda caso, è riservato ai 275 al servizio di ONG che gravitano attorno ad OSF (Open Society Foundation) casa dell’ideologia sorosiana, il globalismo sorosiano, imperniato sulla visione dal filosofo Karl Popper espressa nel saggio “The Open Society” da cui la denominazione. 

Di fatto la sede di Tirana di Open Society (OSFA) in albanese “Fondacioni shoqeria e hapur per shqiperine” seppur sotto traccia costituisce un governo parallelo, con ai vertici sempre Rama.  

Edi Rama pilastro del globalismo sorosiano nei Balcani 

Ecco spiegata la visione, il sogno, o meglio l’incubo, di un mondo no border, no race, no gender. Un mondo senza confini, ergo senza razze, gender fluid, con “sessualità fluida” , ovvero liberi di svegliarsi la mattina e decidere di avviare la procedura medico sanitaria per dare un taglio al passato, per cambiar sesso, da uomo diventare donna o viceversa, tramite bisturi ed ormoni. Tutto supportato dal fondamentale indottrinamento mediatico: in parallelo, nell’estremamente articolato contesto, la visione malthusiana.

La Piovra Junior segue la linea tracciata dal padre, infatti è “Deputy Chair” di OSF, in sostanza Presidente: in parallelo il business, sempre giocando con largo anticipo, poiché da sempre Soros è sinonimo di conoscere ed incanalare, in tutto il globo, le mosse più importanti dei vertici della politica, così da poter pianificare il business. La piovra ha tentacoli in tutto il mondo (le sedi OSF) spesso attive sotto altre sembianze nei più disparati ambiti sociali, non solo nella sbandierata difesa dei “Diritti Umani”, mantra sorosiano, talvolta paravento per altre iniziative. Tutto avviene nel rispetto delle regole, con i paletti spostati dagli esponenti politici di analoga visione globalista.  

In parallelo il business, ai massimi livelli, sempre manovrando Media e politica tramite “board” (CdA, consiglio di amministrazione) di cui appunto fanno parte esponenti di spicco della cosiddetta “Società Civile” (altra parola d’ordine globalista) come Federico Fubini, vicedirettore del Corriere, come Emma Bonino, da oltre trent’anni legata a George Soros, con l’ex Partito Radicale (ora +Europa) braccio politico del globalismo.

Edi Rama con George ed Alex Soros

In ogni caso, Rama si è dichiarato disponibile ad ospitarne quattromila, ma Hamed Ahmadi, afghano residente in Italia, fratello di Zahra, a Kabul attivista di ONG legata ad OSF per la tutela dei diritti femminili, ha dichiarato che “tutte le nazioni dovrebbero prender esempio dall’Albania, due milioni di abitanti, offertasi per accogliere ventimila afghani”. In Italia dal 2006, prima della sorella è riuscito a far arrivare cinque fratelli ed i genitori. Ovunque, come da consuetudine, il numero reale di rifugiati (e clandestini) è sempre di gran lunga superiore alle cifre ufficiali. In ogni caso, ecco il primo passo per trasformare la terra di Skanderbeu in Albanistan, come si auspica il leader turco Erdogan, alleato di Rama. 

Hamid Ahmadi ringrazia il governo albanese che si è dichiarato disponibile ad accoglierà 20.000 afghani.

Afghanistan, fratello di Zahra Ahmadi: “Felice di riabbracciarla ma non dimenticate il mio popolo” – la Repubblica    

Incremento demografico: problema dei problemi, ignorato dall’Occidente

Sull’intera Europa grava l’incremento demografico di paesi come Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, in cui gli imam sunniti inducono a prolificare al dichiarato fine di distribuire masse musulmane cresciute nell’indigenza, dunque facili da indottrinare, nei paesi non musulmani, al fine di costituire maggioranza confessionale e pertanto poter imporre la propria visione d’Islam. Le crude cifre rimarcano l’abissale differenza tra realtà sunnita e sciita: non solo in Iran, ovunque le comunità sciite sono caratterizzate da un trend demografico analogo al trend Occidentale. 

L’arrivo di migranti rischia di infrangere l’armonia interreligiosa albanese

L’arrivo di afghani, in aggiunta a bangladeshi e pakistani è prospettiva che preoccupa fortemente la stragrande maggioranza dei musulmani, i quali interpretano l’Islam all’albanese, in modo analogo a come i cristiani interpretano dottrina, dogmi e tradizioni cristiane. Importante notare che il cattolicesimo gode del sincero rispetto di musulmani ed ortodossi, per l’impegno profuso da intellettuali e clero cattolico nella tutela di cultura e tradizioni, con Giorgio Kastriota, detto Skanderbeu, eroe nazionale per tutti, a prescindere dalle confessioni. Infatti la cultura è denominatore comune che predomina di netto sulle religioni, a differenza della confinante ex Jugoslavia, dove la confessione religiosa determina l’etnia: infatti gli slavi spesso si sono combattuti in guerre etniche (che sarebbe opportuno definire interetniche) in nome del credo religioso, follia doppiamente inconcepibile per gli albanesi, sempre a prescindere dal credo professato o non professato. Altresì impossibile un censimento su base confessionale: quando una persona proveniente da famiglia musulmana non ha mai messo piede in  moschea, ma annualmente, in occasione dei festeggiamenti per S. Antonio, partecipa alla Messa al Santuario di Lac, come classificarla? Come considerare lo stesso Edi Rama, sulla carta cristiano ortodosso, che sta facendo il gioco di Erdogan e dei Fratelli Musulmani, che seppur tacitamente mirano a sottomettere l’Albania? 


In ogni caso è dubbioso il futuro di persone provenienti dalla realtà afghana, sociocultura  abissalmente diversa dall’Albania, paese da cui i giovani emigrano in massa poiché privi di prospettive, stante un mensile medio da operaio che non raggiunge i 250€. Altamente probabile che i nuovi arrivati, appena possibile si riversino tutti dapprima in Italia e poi nelle nazioni Schengen. 

La sostituzione etnica, obiettivo del globalismo sorosiano non è portata avanti “con i soldi di Soros”, come da erronea, grossolana vulgata sovranista, ma tramite donazioni dei singoli Stati e finanziamenti europei, nel contesto della cooperazione internazionale. La politica europea è saldamente nelle mani dei globalisti sorosiani, con profondo sonno sovranista, mentre i pirlamentari Lega molto spesso si interessano solo al proprio territorio, incapaci persino di arrivare a capire chi elargisce i fondi utilizzati per gestire l’accoglienza dei migranti, le normative italiane che la favoriscono, nonché condizioni e cause sociali dell’emigrazione. Disinteressarsi alle dinamiche globali è il miglior modo per consegnarsi in pasto al nemico: il pastore che non si preoccupa di cosa fanno i lupi è pastore stolto, che inesorabilmente finisce per consegnare il gregge nelle fauci dei lupi.    

Italia che sperpera danaro, nell’assopimento di una Lega alquanto confusa 

Il 30 Marzo dell’anno scorso, in piena emergenza Covid, un team sanitario composto da una trentina di persone tra medici ed infermieri venne inviato a Brescia, propaganda magistralmente studiata dall’eccellente team di sociologi e psicologi che gestisce la comunicazione per Edi Rama. Srategie alla Goebbels adattate ai Media moderni, social in primis. In sintesi pura PSYOP, operazione psicologica, prodromica della sostanziale PSYWAR, psychological warfare, guerra psicologica in atto, imperniata sull’inganno, strumentalizzando Media e comunicazione. 

Nihil novi sub sole, fin dai tempi del cavallo di Troia è spesso con l’inganno, facendo leva su ignavi e traditori che si vincono le guerre, a margine l’arte del neutralizzare gli esponenti di punta dello schieramento avversario. Come da video realizzato da ERTV (Edi Rama TV) in aeroporto a Tirana prima della partenza, con alle spalle medici in scafandro e maschera bianca (il colpo d’occhio evoca il Ku Klux Klan) un Rama meritevole di Nobel per la recitazione si lanciò in un toccante discorso, sincero come una banconota da sette euro, studiato nei dettagli. Infatti evocò l’antico legame tra i due paesi, per poi chiosare: gli amici si vedono nel momento del bisogno, l’Italia ha aiutato l’Albania pochi mesi addietro, mandando squadre di soccorso dopo il terremoto, ora è dovere del popolo albanese contraccambiare i fratelli italiani.

Tutti abboccarono commossi, da destra a manca, Lega incluso, addirittura Salvini gli telefonò per ringraziarlo, forse non sapeva che in precedenza diverse volte, senza mezzi termini durante comizi disse che i leghisti sono tutti idioti. La farsa in aeroporto occultava l’obiettivo: suscitare emotività nelle masse, soprattutto nel mondo politico, al fine di indurre il governo giallorosso a concretizzare, appunto sull’onda dell’emotività, la promessa di donazione economica per la ricostruzione post terremoto, promessa priva di vincoli che rischiava di saltare a causa delle ristrettezze economiche causate dal sopraggiungere del Corona. 

Il team che gestisce la comunicazione, composto da persone che conoscono come funziona il cervello umano, centrò in pieno l’obiettivo: infatti un paio di mesi dopo, nell’ambito della cooperazione internazionale, per mano del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, l’Italia donò all’Albania 56 milioni di Euro. Danneggiamenti per circa 200 milioni di euro, donazioni internazionali per 400 e prestiti agevolati, che al solito in seguito vengono condonati, per 800 milioni, tutto gestito arbitrariamente da Rama, che presentò una distinta raffazzonata, assommando prestiti e donazioni, per poi assegnare gli interventi più importanti ai suoi fiduciari, in trattativa privata, come sempre accade, senza dover rendere conto a nessuno. Ecco l’Albania di Edi Rama, che durante il governo giallorosso ebbe ben due incontri diretti con il Premier Conte. 

Sul fronte leghista, di recente, intervistato da TV albanese, Salvini dichiarò di aver amici nel governo di Tirana, di sentirsi spesso al telefono con Rama e che fu il primo a chiamarlo per felicitarsi dopo la vittoria agli Europei di calcio. Chissà cosa dirà il leader del Carroccio quando si renderà conto che dalla costa albanese, col sostanziale placet di Rama, partono gommoni carichi di pakistani, bangladeshi, africani ed afghani che sbarcano sulle coste pugliesi. 

NOTA

Un sincero “faleminderit” al Prof. Edvin Cami (pronuncia Zami) docente di lingua e letteratura tedesca all’Università “Aleksandër Moisiu” di Durazzo, il cui aiuto è stato fondamentale per completare l’articolo.

Mauro Mauri

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