Oltre Alessandro Magno

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Ieri, 11 giugno, è stato l’anniversario della morte di Alessandro Magno.
In quello stesso giorno nell’anno 1924, Rudolf Steiner scrisse una lettera a Ita Wegman, da Koberwitz, durante il Corso di Agricoltura di Pentecoste, parlando della sua incarnazione, come sua ex-allieva, quando lui era Aristotele e lei Alessandro Magno.
 
Dopo la morte, Aristotele e Alessandro, proprio come in precedenza, quando erano incarnati come Eabani e Gilgamesh, continuarono a essere attivi nel mondo spirituale per un lungo periodo di tempo, scendendo sulla terra una volta per un breve periodo legato alla saga di Parzival.
L’influenza di Aristotele sull’educazione di Alessandro Magno
Poi, nell’869 d.C., le entelechie di Aristotele e Alessandro si incontrarono, nel mondo spirituale, con Haroun al-Raschid e il suo consigliere.
Questo coincise con il Concilio dell’869 a Costantinopoli, durante il quale il concetto di spirito fu eliminato dal triplice essere umano e sostituito con il concetto polarizzato di corpo e anima.
Haroun al-Raschid e le forze ostacolatrici che rappresentava non volevano l’aristotelismo cristianizzato, ma solo l’insegnamento di quella scienza naturale che ha gradualmente assunto la forma dell’odierno materialismo scientifico, privo di qualsiasi vera concezione o devozione per la divinità e la creazione; privo di scienza spirituale.
Questo incontro nel mondo spirituale è stato un confronto che si è poi riflesso nella vita terrena attraverso la ricerca del Santo Graal e il tentativo di unione del primo cristianesimo con le culture arabe che avevano conservato le opere di Aristotele.
“Perché la scienza naturale che Aristotele riuscì a trasmettere ad Alessandro aveva bisogno, per essere compresa, di anime che fossero ancora toccate dallo spirito dell’epoca efesina, quella che precedette l’incendio di Efeso. Tali anime si potevano trovare solo in Asia o in Egitto, e fu in queste zone che vennero portate la conoscenza della natura e la comprensione dell’Essere della Natura, attraverso le spedizioni di Alessandro. Solo più tardi, in forma diluita, arrivarono in Europa per molte e diverse vie – soprattutto attraverso l’Asia Minore, l’Africa e la Spagna – ma sempre in forma molto diluita o, come potremmo dire, filtrata. Gli scritti di Aristotele che arrivarono direttamente in Europa furono quelli di logica e filosofia. Questi sono sopravvissuti e hanno trovato nuova vita nella scolastica medievale”.
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“…Possiamo infatti vedere come le spedizioni di Alessandro e gli insegnamenti di Aristotele avessero questo fine: mantenere inalterati i fili che uniscono l’umanità con l’antica spiritualità, intrecciarli per così dire nella civiltà materiale che sarebbe venuta, in modo che potessero durare fino a quando non sarebbero state date nuove rivelazioni spirituali… Entrambe le correnti [Aristotele e Alessandro] sono durate fino al momento in cui è possibile iniziare una rinnovata vita dello spirito”. (Rudolf Steiner, La Storia alla luce dell’antroposofia, 1910 O.O.233).
Parcival findet Sigune mit dem toten Schionatulander auf einer …
Brevi indicazioni di Rudolf Steiner dicono:
“… vissero, sconosciuti e inascoltati, in un angolo d’Europa non privo di importanza per l’antroposofia, morendo in giovane età, ma guardando per un breve momento, come attraverso una finestra, la civiltà dell’Occidente, ricevendo impressioni e impulsi, senza darne loro stessi di significativi. Questo sarebbe avvenuto più tardi”. O.O. 240
Questo ci porta alle figure di Schionatulander (Rudolf Steiner) e Sigune (Ita Wegman), che svolgono un ruolo importante, ma per lo più trascurato, nella leggenda di Parsifal.
Sigune ama Schionatulander ma desidera leggere la scrittura delle stelle, chiamata “Brackenseil” – che si vede al guinzaglio del cane da caccia “Gardevias” che significa Guardiano dei Sentieri.
Nel tentativo di portarglielo, Schionatulander viene ucciso da Orilus, che in realtà sta cercando Parsifal. Schionatulander muore al posto di Parsifal e diventa uno spirito guardiano di Parsifal e di coloro che sono alla ricerca del Santo Graal.
Di questa incarnazione Rudolf Steiner disse, in una conversazione privata:
“Sono stato costretto a incarnarmi in una corrente a me completamente estranea per acquisire il fervore cristiano di cui avevo bisogno per l’incarnazione di Tommaso”.
Dominus vobiscum, Et cum spiritu tuo..: San Tommaso d’Aquino, ora …
Si riuniscono di nuovo per affrontare un nuovo obiettivo: la trasformazione dell’Intelligenza cosmica per mezzo dell’Impulso di Cristo. Entrano nell’Ordine dei Domenicani. Dalla tranquilla “cella del chiostro” parte l’influenza mondiale del più illustre studioso del sistema di pensiero ecclesiastico, noto come Scolastica, Tommaso d’Aquino (Rudolf Steiner); al suo fianco c’è il suo confessore, il giovane domenicano Reginaldo di Piperno (Ita Wegman).
Friedrich Walther, Sermone di Sant’Alberto Magno
Cogliere la realtà spirituale nel pensiero puro, condurre il pensiero puro con precisione matematica da un’idea all’altra: questa era la facoltà sviluppata dalla Scolastica e lasciata in eredità alla storia spirituale dell’umanità, soprattutto attraverso i suoi grandi maestri: Alberto Magno (Marie Steiner) e Tommaso d’Aquino (Rudolf Steiner).
La cultura araba aderì fermamente all’antica idea dell’Intelligenza cosmica e universale. Tommaso d’Aquino introdusse l’Intelligenza personale, del pensiero umano. Gli arabi continuavano a sostenere che ogni essere umano può essere fecondato dall’Intelligenza universale, ma che non c’è pensiero personale, né immortalità personale: per loro, alla morte un essere umano passa nell’oceano dell’Intelligenza cosmica.
Per l’Aquinate, il cui pensiero era unito a una fervente pietà, il mondo delle Idee era collegato alla realtà spirituale, che si esprime nel mondo dei sensi che ci circonda, dietro il quale operano Esseri che egli chiama “Intelligenze”.
Attraverso l’evoluzione della coscienza umana, il nostro pensiero si evolve dai regni cosmici delle “Intelligenze” al regno terreno dell’intelligenza umana. Passiamo dal Castello di Re Artù al Castello del Graal.
Nella “corrente arturiana” non si era ancora capito che l’Intelligenza cosmica si era staccata da Michele ed era giunta agli esseri umani.
I Maestri di Chartres, dietro la corrente del Castello del Graal, rappresentavano l’Intelligenza che ora era diventata cristiana e umana – un “contrasto polare” con il Castello di Re Artù.
Il messaggio portato da Alanus ab Insulis da Reginaldo di Piperno era che i Maestri di Chartres, ora nel mondo spirituale, avevano compreso il significato dell’immortalità personale, si erano resi conto che l’Intelligenza era diventata umana ed erano consapevoli del pensiero cristiano nella corrente del Graal, collegato al mondo delle stelle, ma che questa conoscenza avrebbe dovuto dormire per un certo periodo nel mondo spirituale, affinché l’intelletto potesse nascere in libertà.
Sea Cooke
Ed ora, nel nostro tempo, le due correnti devono fondersi, per creare un’unità nel mondo.
Dalle conferenze sui Nessi Karmici:
“Aristotele e Alessandro avevano assistito secoli prima, dal mondo spirituale, al distacco del Cristo dalla sfera del Sole verso il Golgota. Questo ha richiamato nelle loro anime “la sfida di stabilire un nuovo inizio – non per continuare ciò che era stato sulla Terra prima di questo mistero, ma per iniziare completamente da capo”.
“D’ora in poi dovranno lavorare Aristotele e Alessandro, che già nell’antichità erano all’altezza dei concetti e delle idee della quinta età post-atlantica”. – Nessi Karmici, 1924.
Vetrata disegnata da Rudolf Steiner
Poesia di Rudolf Steiner dedicata a Ita Wegman:
Là, dove la luce
Di fronte ai verdi demoni
è tremula,
E le Potenze primordiali
Nate dalla luce
Per gli uomini che lottano
annunciano l’enigma,
che dai demoni
Solo gli uomini possono cogliere
e portato agli dei
Lì l’anima ha trovato l’anima
Per offrire un giorno agli dei in attesa
I segreti dei demoni
In un luogo oscuro
affinché possa nascere la luce,
Dove per mancanza di questo atto
l’eterna oscurità regnava.
Un luogo del genere c’è
Deve scomparire
Fallo sparire un giorno,
Così parla lo sguardo ammonitore
sguardo di Michele.
E così, cari amici, la futura Età dell’Amore e della Libertà è caratterizzata dal fatto che gli esseri umani devono imparare a vedere oltre gli attacchi dei “demoni”. Non possiamo scappare. Non possiamo nasconderci. Siamo chiamati a scoprire i segreti che si celano dietro questi demoni – a imparare cosa c’è dietro il loro operato – ad acquisire intuizione, responsabilità e saggezza. E a trasmettere questi misteri del “male” alle Gerarchie degli “dei buoni”, i nostri aiutanti sempre presenti, per ricevere la saggezza che può essere acquisita da questo incontro.
Dall’avvento dell’era dell’Anima Cosciente siamo chiamati a muovere il nostro pensiero in una lemniscata dalla testa al cuore e dal cuore alla testa. Dobbiamo imparare il segreto che la Volpe rivelò al Piccolo Principe:
“È solo con il cuore che si può vedere bene. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Entriamo nel mondo, per incontrare il nostro io, per incontrare l’altro – per stare nella gloria del Sole. E di notte, sotto la miriade di stelle, saremo invitati a condividere la conversazione cosmica della nostra evoluzione collettiva.
Che questo anniversario della morte di Alessandro Magno ci ricordi di riprendere in mano i nostri compiti.

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