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Ogni notte, nel sonno, mi riporti,
Anima originaria, a quel momento
sublime, in cui dal regno dei tuoi morti
io discesi nel mio concepimento.
Risalgo a volo il tempo, i danni, i torti,
della mia vita, fra un cercarti, ahi lento,
nel groviglio intricato di più sorti,
onde mi liberai, ma quanto a stento!
Così nel sonno faticoso io giungo
alla divina infanzia, ancora viva
nel mortal corso, che da lei prolungo.
E in quell’attimo eterno, entro l’arcano
del mio dormire, un uomo è in me, che arriva
teco a rinascer fanciulletto umano.
Arturo Onofri