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dont-trust-obamaLos Angeles, 23 gennaio 2009 – 

Qui negli USA dove vivo, la marea Obama, l’Obamarea – è in continua crescita. Con la spontanea propensione alla mitizzazione di questo popolo, che non esita ad idealizzare – salvo poi a gettare con altrettanta facilità nella polvere – chiunque faccia qualcosa fuori dall’ordinario o dica qualcosa che l’uomo della strada ama sentirsi dire.

Pensate al pilota che pochi giorni fa è riuscito a far ammarare il proprio aereo, con entrambi i motori in avaria a causa di uno stormo di uccelli – sull’Hudson. Le trasmissioni televisive non hanno fatto altro per giorni che ospitare le testimonianze dei passeggeri, dei membri dell’equipaggio, degli spettatori di questo (quasi mancato) disastro in diretta. Era l’eroe del momento, finalmente qualcuno più reale dei miti di celluloide che Hollywood ci ammannisce in abbondanza! Ore ed ore di interminabili dibattiti, conditi con lacrime e litanie di thank you, thank you, per un pilota addestrato proprio a fare quello che ha fatto, vale a dire mantenere la calma in un momento di difficoltà ed essere presente a se stesso per salvare le vite umane a lui affidate.

Se Chesley Sullenberger è stato decretato eroe nazionale per aver fatto semplicemente – anche se con grande sagacia e professionalità – il proprio dovere, potete immaginare come il popolo americano stia vivendo l’insediamento di Obama, il quale, più di chiunque altro prima d’ora, impersona l’american dream.

Parlavo ieri con un mio amico republican, carissimo amico a sua volta di Arnold Schwarzenegger, Governatore della California e repubblicano di ferro anche lui, che – miracolo della natura – dopo averne parlato male negli ultimi mesi, sta sorprendentemente ‘riscoprendo’ la figura del nuovo Presidente, dal quale si aspetta, udite, udite, grandi novità.

Ma come, gli chiedo, fino a ieri sostenevi che mai un nero sarebbe arrivato alla Presidenza e che comunque gli USA avevano bisogno di un republican, ed ora la Obamarea contagia anche te?

Risposta: “se la sua campagna è stata pagata dalle stesse lobby che sostengono i repubblicani, che hanno investito su di lui più di quanto hanno fatto per il candidato repubblicano, vuol dire chiaramente che si aspettano da lui che faccia, anzi che sia, quello che loro vogliono. Se hanno supportato il candidato democratico più del proprio è evidente che sapevano chi doveva vincere e da chi quindi aspettarsi un comportamento conseguente…”

È chiaro il concetto?

È evidente che se un giovane ed oscuro senatore dell’Illinois è stato in grado di arrivare alla Casa Bianca in meno di due anni, vuol dire che qualcuno glielo ha permesso se non addirittura ce lo ha voluto. Dice bene Fausto Carotenuto, “se tutti gli apparati notoriamente controllati dai veri poteri trasversali – come i media, la finanza e le grandi lobbies politiche – lo hanno sostenuto con grande ed insolito entusiasmo, vuol dire che in qualche modo Obama può fare molto bene i loro interessi”

Beh, tutto ciò non sorprende certamente chi cerca di vedere dietro ed oltre le parvenze dei media e della politica, chi è perfettamente conscio dell’esistenza dei Poteri oscuri, anche se poi, guardandosi intorno, a dire il vero, si resta un po’ frastornati, se non contagiati, dalle aspettative messianiche della Obamarea che dilaga in ogni giornale, in ogni talk-show, su ogni blog.

Ad un certo punto, sapete una cosa? succede che questa aspettativa messianica che sta contagiando il mondo intero penetra nella tua coscienza, insinuando il dubbio: e se fosse vero? e se Obama fosse veramente in grado di realizzare quello che ha promesso? Perché pensare sempre male? Perché essere sempre scettici o dietrologi, o prevenuti?

Come sarebbe bello abbandonarci per una volta alla fiducia, alla commossa aspettativa di un mondo migliore…di un giovane e bel Principe, oops, Presidente, scusate, che, come nelle favole, riesce a vincere il Male e a portare il Bene sulla Terra!

Erano proprio questi i pensieri che mi passavano per la testa quando, insieme a qualche centinaio di milioni di americani e forse qualche miliardo di terrestri mi stavo godendo la cerimonia dell’insediamento…

Che scenografia, che commozione, quanti anziani neri in piedi da ore nel gelo di Washington a piangere ed a rievocare i tempi bui della segregazione… ah se ci fosse qui mio padre, ah il mio povero nonno!

Poi d’improvviso mi sono detto: guarda guarda, questo sta facendo fessi tutti. Come parla bene, che belle cose che dice. Vedi, rimanda a noi la responsabilità del cambiamento. Giusto. È proprio così, dobbiamo tutti rimboccarci le maniche se vogliamo un’America migliore, God bless America, ed un mondo migliore. Come si fa a dargli torto…

Eppure, eppure c’è qualcosa che non quadra.

Proprio così, come diceva il mio Maestro, Massimo Scaligero: “Quando tutti, ma proprio tutti, sono d’accordo con una persona, quando tutti appoggiano un leader, io vado dalla parte opposta”. Lui antifascista quando c’era il fascismo e ‘fascista’ quando si voleva condannare acriticamente anche le poche cose valide del ventennio, mi ha insegnato a pensare.

A pensare liberamente.

E allora, bene Obama, per dirla con Leibniz, il migliore dei Presidenti possibili, ma con cautela, con discernimento. Mantenendo la propria consapevolezza, la coscienza di tutto il panorama generale del potere, anche di ciò che c’è dietro quello che ci vogliono raccontare i media.

Perché l’inganno più pericoloso è quello di chi dice 99 verità ed una sola menzogna, che inevitabilmente viene acriticamente vissuta come verità.

Perché sarebbe veramente il colmo farci ‘fregare’ da Obama dopo essere sopravvissuti ad un incapace come Bush che ha rappresentato manifestamente la menzogna per otto lunghi anni!

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