Nascondere la verità in piena vista

di Piero Cammerinesi

Che il nostro mondo, come direbbe un anglofono, sia upsidedown, decisamente rovesciato, lo sa bene chi ha ‘perso l’innocenza’ – ove, con questa espressione, intendo la perdita della fiducia nelle istituzioni, nella legge, nei media, nella sanità etc. – perché ha compreso, spesso a proprie spese, che la verità per il potere consiste nella descrizione UTILE degli eventi, NON nella descrizione VERIDICA degli stessi.

Così per i media le notizie da pubblicare sono quelle che si è pagati per diffondere, non certamente quelle vere.

Elencare truffe e smaccate menzogne di giornali e TG sugli eventi di un solo anno porterebbe via centinaia di pagine e non credo serva ormai a nessuno, in quanto chi ha “perso l’innocenza’ non ne ha bisogno, mentre chi ancora crede alle figure di riferimento della politica, della sanità, della scienza, dell’informazione opporrà una resistenza disperata rendendosi conto che il riconoscimento da parte sua dell’inganno globale significherebbe il crollo di tutte le convinzioni di una vita, quindi un danno esistenziale potenzialmente irreparabile.

Ma, a parte le notizie false da pubblicare – e menomale che le presstitute, le prostitute dell’informazione berciano incompostamente nel richiedere quel factchecking che loro ignorano sistematicamente – e quelle vere da ignorare, v’è una terza categoria, sconosciuta ai più.

Mi riferisco a quella di notizie vere – sovente decisamente ‘sensibili‘ – che vengono intenzionalmente lasciate affiorare alla superficie come segnali diretti a determinati personaggi di potere o come messaggi rivolti a terzi, di regola alla fazione politica avversa.

Si tratta di notizie che spesso – essendo per cosi dire ‘travestite’, inserite in un contesto eterogeneo per cui è necessaria una particolare attenzione per comprenderne l’importanza – passano del tutto inosservate o vengono considerate delle sciocchezze o delle fantasie del cronista di turno. 

Tanto, si sa, i giornalisti raccontano un sacco di balle, perché questa dovrebbe essere vera?

Un metodo ampiamente sperimentato quello di mettere la verità sotto gli occhi di tutti in modo però che nessuno la riconosca come tale. 

Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista.
(Edgar Allan Poe, La lettera rubata)

Perché tutto questo discorso?

Semplice, perché vorrei fare una riflessione sull’uscita di una di queste notizie, la cui importanza sarà sicuramente sottostimata o addirittura ignorata dai più, per via di vari fattori, a cominciare dal titolo decisamente fuorviante, che ‘maschera’ in modo astuto il contenuto del ‘pezzo’.

Iniziamo dall’autore di questo articolo, pubblicato oggi su Il Tempo, che invito a leggere con attenzione prima di proseguire.

 

 

Si tratta di Luigi Bisignani, personaggio decisamente ambiguo, colluso con i massimi vertici del potere, ben noto alle cronache giudiziarie (condanna al processo Enimont, sotto inchiesta nell’indagine Why Not, coinvolto nell’inchiesta P4) , il cui nome compare negli elenchi della loggia massonica deviata P2, giornalista radiato dall’Ordine da oltre vent’anni e autore di spy-story di successo, potremmo definirlo con Aldo Giannuli, un “manager del potere nascosto”.

 

Luigi Bisignani

 

Un profilo di questo genere indica due fatti: primo, che Bisignani frequenta personaggi di altissimo livello, dunque depositari di importanti conoscenze e segreti; secondo, che il suo discutibile pedigree ne fa la persona ideale per ‘cinguettare qualche segreto’ senza essere preso troppo sul serio.  O, nel caso improbabile che qualcuno sollevasse delle questioni o facesse qualche domanda impertinente lui – comunque protetto da chi gli ha dato l’input di ‘cantare’ – verrebbe semplicemente considerato un visionario.

Tanto, anche se scrive per Il Tempo non è neppure un giornalista…

A cosa mi riferisco con ‘cinguettare qualche segreto’ nell’articolo di cui sopra?

Ebbene, non certo al toto-elezione del prossimo presidente del Consiglio – Meloni-sì Meloni-no -che è il gioco di società del giorno, ma ad un paio di notizie ben dissimulate nel ‘pezzo’.


La prima riguarda l’esistenza di una struttura – ignota sino ad oggi ai più – di intelligence sovranazionale, denominata  «Centri per le strategie preliminari»

Così Bisignani:

Si tratta di strutture ascose, sovranazionali e presenti in città strategiche del mondo, tra cui Washington, Mosca, Pechino, Gerusalemme, Teheran, Edimburgo, Berlino.

Dunque una meta-struttura estremamente complessa ed avanzata – cui è lecito riferirsi come una vera e propria ‘centrale di controllo’ per quanto riguarda gli input che vengono forniti ai governi nazionali. Continua Bisignani:

All’interno di queste unità, personale altamente qualificato (militari, scienziati, economisti, politologi, religiosi, imprenditori, informatici, ecc.) raccoglie informazioni, le analizza e stila strategie per i governi, in stretto coordinamento con vari deep state, grazie anche all’utilizzo di tecnologia avanzata, con potenti server forse già in parte beneficiati dai traguardi della ricerca quantistica.

Dunque viene rivelata tranquillamente l’esistenza di una centrale di controllo sovranazionale che in qualche modo determina il destino del mondo – con buona pace dei finti sovranisti – ma il bello deve ancora arrivare, in quanto il nostro ‘uccello canterino’ emette un gorgheggio ancora più forte.

Le loro analisi certificano un sistema di gestione globale (finanziario, politico, sociale, tecnologico) al collasso, non più capace di produrre risultati, quindi da sostituire con un vero e proprio cambio totale di paradigma. Ma come e a quale prezzo? Gli ingredienti sembrano quelli delle teorie definite complottiste: nelle visioni finora trapelate, ancora molto teoriche, si dice infatti che bisogna rompere le regole del «contratto», creando degli «stati di emergenza». Ed ecco che, in uno scenario distopico, pandemie, carestie e guerre possono diventare le cause migliori per orchestrare manovre «speciali». Già Karl Schwab, patron del forum economico di Davos, come anche il principe Carlo d’Inghilterra, tra gli altri, hanno parlato del «Great reset» e di come realizzarlo attraverso una nuova infrastruttura globale politica, economica, sociale, tecnologica, persino religiosa. Le analisi descrivono la creazione di una piattaforma unica di Stati democratici occidentali (Usa, Europa, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e di tutti quelli che vi vorranno aderire) con una sola governance compatta a dettare la linea.

Boom!

Allora non eravamo noi complottisti, novax, negazionisti, putiniani, e chissà cos’altro a delirare su possibili complotti internazionali a base di stati di emergenza fasulli, visioni future distopiche (pandemie, carestie e guerre) tra robotica e realtà virtuale, deep state, Great Reset, ma sopratutto su quello che i benpensanti tenacemente considerano un delirio da complottisti: il Nuovo Ordine Mondiale…

No, evidentemente qualcuno ha dato l’input al nostro ex-giornalista perché con la seconda rivelazione sbattesse il mostro in prima pagina.

Scontri tra fazioni o FINESTRA DI OVERTON?

Nel senso che iniziare a parlarne scopertamente può essere funzionale al fatto che progressivamente l’umanità si abitui a queste verità ritenendole non solo necessarie, ma INEVITABILI.

Tanto che Bisignani entra successivamente nel dettaglio di sfumature ancora indigeste alla maggior parte delle persone, che si rifiutano di credere che al vertice delle principali strutture religiose mondiali siano in carica dei senza-dio, quando non dei veri e propri infiltrati demoniaci.

Senza farneticare, già Papa Bergoglio, nell’enciclica «Laudato sí», evidenzia che «è arrivato il momento di costituire un organismo globale che abbia potere economico e politico sui singoli Stati». Sempre Francesco ha parlato della proprietà privata come di un bene non più indispensabile e ha auspicato un reddito universale per tutti gli abitanti della terra. E ancora: togliere il cash per combattere l’evasione fiscale, il terrorismo e la criminalità e rendere tutto digitale; sì a una valuta digitale unica con cui controllare tutto e tutti e contribuire al progetto di globalizzazione e interconnessione. Le criptovalute private saranno bandite come già stanno facendo alcuni Stati, Cina in testa, dove si ritiene più funzionale controllare e contribuire al processo di globalizzazione, rendendo tutto e tutti interconnessi, manipolabili e orientati dagli algoritmi.

Ecco, il nostro squaderna tutta la narrativa complottista, senza batter ciglio.

Quello che su un sito anti-sistema sarebbe normale leggere viene pubblicato su un media mainstream letteralmente al soldo dell’establishment.

Mario Draghi è ancora considerato il diligente esecutore di questa agenda e il Pd il partito prescelto per eseguire il programma in Italia ma, a parte il Governatore Bonaccini in Emilia-Romagna con il suo Tecnopolo che ospita il Supercomputer europeo, il Nazareno di Enrico Letta naviga nell’inconsapevolezza più totale. Ormai i singoli Paesi contano sempre di meno, non hanno futuro, così come la politica parlamentare: si segue solo un’agenda sovranazionale, cioè globale, come quella Onu 2030.

Maddai, chi l’avrebbe mai detto… Super Mario è davvero l’esecutore dell’Agenda orwelliana che vuole ridurci tutti a zombie – con reddito di cittadinanza però – davanti ad uno schermo, mangiatori di insetti, senza danaro e senza casa?

Ma chi l’avrebbe mai detto, poi, che il Parlamento non conta più nulla e che gli Stati nazionali sono un retaggio del passato quando ancora si parlava di Patria, Onore e, magari Fedeltà?

Menomale che c’è Bisignani a metterci in guardia contro questi sostenitori dell’Agenda ONU 2030.

E pensare che credevamo ancora che l’ONU fosse quella struttura sovranazionale che doveva garantire all’umanità pace e prosperità, per mille anni ancora.

Poi il gran finale:

Ma se in Italia dovesse vincere la destra, come riuscirà questo nuovo sistema orwelliano a rimanere a galla?

La destra? Cosa vuoi dire Bisignani?

Ci hai raccontato finora la realtà vera – quella che fino ad oggi è stata appannaggio di quei mentecatti dei complottisti – in cui parli del vero potere, della vera struttura di controllo, del vero programma distopico ed ora ci dici che il sistema orwelliano – complimenti, ti decoriamo con una medaglia al valore complottista per il tuo lessico – non potrà affermarsi se dovesse vincere … la destra?

Ma come…se non contano più nulla gli Stati e i Parlamenti come può essere d’intralcio una fazione politica?

Vorresti insinuare allora che le elezioni servano a qualcosa?

Adesso mi scadi proprio, caro Bisignani, una vera caduta di stile.

Ma ti scuso dato che, come dicevo in apertura, non credo che questo articolo sia farina del tuo sacco, sei solo il portavoce di qualcuno che deve rimanere e rimane nell’ombra.

Di qualcuno i cui scopi sono quantomeno sospetti.

Ma non importa, noi proseguiremo nel nostro impegno di creare il nostro “Great Reset” fatto di comunità vere, di scambio di aiuto, di conoscenza, di empatia, di amicizia.

Dove sono i valori spirituali il fondamento, non l’interesse o l’avidità.

Perché ormai abbiamo capito che dall’alto non potremo aspettarci mai nulla di buono, ma solo dal basso, dalla libera associazione di esseri umani liberi.

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