Editoriale di Strategic Culture
La puzza che emerge dalla Senna – forse la più grande fogna a cielo aperto del mondo – è il gemito della realtà sulla doppiezza e le pretese dell’Occidente.
I Giochi Olimpici estivi di Parigi si sono aperti venerdì scorso con una polemica globale: gli organizzatori sono stati accusati di aver offeso miliardi di cristiani e musulmani in tutto il mondo con rappresentazioni profane di Gesù Cristo (venerato come profeta nell’Islam) circondato da drag queen.
Non si trattava solo del presunto svilimento dell’iconico quadro dell’Ultima Cena di Da Vinci. L’intera cerimonia di apertura della XXXIII Olimpiade è stata uno spettacolo kitsch che sembrava ridotto a un pacchiano evento di Gay Pride. Gli organizzatori di Parigi 2024 hanno affermato che il tema intendeva trasmettere “inclusività” e tolleranza umanitaria – anche se, a riprova della loro colpevolezza, hanno poi offerto un’umile scusa per le offese fatte.
La polemica è proseguita durante la prima settimana di eventi sportivi, quando il triathlon a nuoto nella Senna è stato inizialmente annullato a causa dei pericolosi livelli di inquinamento e poi è stato ordinato di proseguire nonostante le preoccupazioni per la sicurezza dei partecipanti. Gli atleti hanno denunciato di essere stati costretti a nuotare in acque infestate da liquami e topi per evitare che gli organizzatori francesi perdessero la faccia per un disastro di pubbliche relazioni.
Il fiasco dell’inquinamento potrebbe servire come metafora di come i politici elitari occidentali abbiano perso il filo della realtà del mondo di oggi. Nessun profumo francese può nascondere la puzza che si cela dietro la politicizzazione a buon mercato dei Giochi.
Anche la politica occidentale è diventata una farsa ingannevole e una parodia del liberalismo.
Nessuna quantità di whitewashing può nascondere il detrito di menzogne e corruzione che proviene dalle capitali occidentali. Da un lato, i politici parlano dei nobili valori della democrazia e dell’ordine basato sulle regole, mentre dall’altro sganciano bombe sui civili con bandiere arcobaleno dipinte sulle testate. O sponsorizzano assassini neonazisti in Ucraina con i loghi del Gay Pride.
Unire l’umanità attraverso lo sport è il principio olimpico dei Giochi moderni, che si svolsero per la prima volta nel 1896 in Grecia, secondo l’idea del francese Pierre de Coubertin. Nel corso dei decenni, il più importante evento sportivo del mondo è stato sconvolto da guerre e geopolitica, soprattutto durante gli anni della Guerra Fredda, quando i Giochi furono boicottati nel 1980 e nel 1984. Nonostante le vicissitudini di questi anni, c’è sempre stata una parvenza di neutralità nella politica internazionale.
Non più. Le Olimpiadi di Parigi sono ormai palesemente politicizzate. La Russia e la Bielorussia sono state bandite a causa del conflitto in Ucraina, dopo che il Comitato Olimpico Internazionale, dominato dall’Occidente, ha dichiarato “solidarietà con l’Ucraina”.
È una vergogna assoluta per il CIO e per i Giochi. L’ipocrisia è putrida. Non si è mai pensato di mettere al bando gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO per le numerose guerre illegali che hanno intrapreso, dall’invasione e occupazione dell’Iraq e dell’Afghanistan, tra le altre aggressioni.
Probabilmente, la guerra in Ucraina è una guerra per procura condotta dagli Stati Uniti e dai loro alleati della NATO contro la Russia. La storia del conflitto indica una responsabilità occidentale e una provocazione calcolata. Definire il conflitto come dovuto esclusivamente all'”aggressione russa” è una posizione politica dubbia, promossa dall’Occidente ma non condivisa da molte altre nazioni.
È un abuso delle sue credenziali che il CIO adotti una posizione di parte sulla guerra in Ucraina.
Il doppio standard è sfacciato se si considera che Israele è libero di inviare la propria delegazione nazionale alle Olimpiadi senza alcuna riserva ufficiale. Eppure la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che la condotta di Israele nelle ostilità a Gaza costituisce un genocidio. È uno spettacolo sordido quando agli atleti israeliani viene concessa una partecipazione senza restrizioni mentre il loro Stato ha ucciso più di 40.000 palestinesi, soprattutto donne e bambini, durante gli ultimi nove mesi di violenza implacabile. Le capitali occidentali hanno dato al regime israeliano copertura diplomatica e sostegno militare vitale per condurre questo genocidio. Gli orrendi massacri a Gaza, con campi profughi fatti saltare in aria e intere famiglie massacrate a sangue freddo, continuano senza sosta, mentre i Giochi vengono trasmessi in tutto il mondo.
L’accostamento di questa barbarie, consentita dall’Occidente, a Gaza, in mezzo a Giochi che si fanno paladini della “diversità e della tolleranza”, è troppo nauseante e perverso per le parole. In effetti, si potrebbe dire senza equivoci che le Olimpiadi di Parigi sono moralmente depravate, visto l’abominio dell’omicidio di massa a Gaza.
Il fatto che gli organizzatori dell’evento parigino cerchino di coprire le loro procedure con una patina di presunta sofisticata inclusione e umanitarismo è doppiamente osceno. La decadenza morale si manifesta negli insulti blasfemi alle credenze religiose. Sembra che nulla sia sacro, tranne le nozioni occidentali di elitarismo. Le critiche non sono ammesse senza incorrere in petulanti accuse di bigottismo e “transfobia”.
Il Presidente francese Emmanuel Macron si è vantato del fatto che i Giochi di Parigi sono “un’idea folle che si sta realizzando”. Lo si può ripetere con assoluto disprezzo.
Macron e gli altri leader politici occidentali sono assillati dalla narcisistica idea di rappresentare i nobili valori della “democrazia liberale”.
Questo mentre Macron e le sue coorti occidentali hanno alimentato in modo sconsiderato il massacro in Ucraina e a Gaza. Poi hanno la faccia tosta di bandire Russia e Bielorussia dai Giochi.
L’edificante concetto di Olimpiadi è stato svilito a uno sgargiante spettacolo di propaganda volto a promuovere le pretese di virtù occidentali.
Tuttavia, la realtà è che non si tratta di una dimostrazione di presunta tolleranza e inclusione, ma piuttosto di un’imposizione della contorta ideologia dell’élite occidentale sulla maggioranza dell’umanità.
Si potrebbe discutere se l’offesa al cristianesimo e all’Islam sia stata una sfortunata interpretazione errata della licenza artistica francese.
Ma ciò che è indiscutibile è l’atroce ipocrisia dimostrata nei confronti del genocidio di Gaza, favorito dall’Occidente, e delle sanzioni alla Russia per l’Ucraina.
Non c’è da stupirsi che molte persone in tutto il mondo abbiano perso il consueto interesse per i “Jeux Olympiques”. L’evento di Parigi ha alienato gran parte del pianeta a causa della sua sporca politicizzazione a basso costo.
La puzza che emerge dalla Senna – forse la più grande fogna a cielo aperto del mondo – è la realtà che geme della doppiezza e delle pretese dell’Occidente.
Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare