L’aspetto occulto del Transumanesimo

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Per la creazione dell’Uomo la Luce Increata del Logos si attivò e, con l’azione congiunta delle più alte gerarchie celesti, si dispiegò attraverso i processi cosmici dell’Antico Saturno, dell’Antico Sole e dell’Antica Luna. Solo dopo quell’ultima fase cosmica si coagulò la Terra, dove gli impulsi creativi di tutte le Entità impegnate nel progetto divino dapprima iniziarono a rallentare per poi, alla fine, terminare del tutto il loro operare. A quel punto la libertà di continuare o meno la propria creazione venne lasciata nelle mani dell’Uomo.

Quando infatti la Terra era emersa dalla notte cosmica dell’ultimo Kali Yuga si era rivelata come un pianeta soffuso di rara saggezza e di struggente bellezza. Una meraviglia del creato, permeata però dall’ottusità delle forze dell’apparire sensibile (la materia) e dalla volontà perversa delle “Entità Cadute”. Una dimensione, dunque, bella e terribile nello stesso tempo… proprio perciò l’unica in cui lo Spirito Umano avrebbe potuto fare l’esperienza del ritrovamento di sé in piena e assoluta libertà e autonomia.

Gli Dei, dunque, si ritrassero e, con apprensione, presero ad osservare le nostre gesta: saremmo mai riusciti a “ricordare” la nostra divina natura? Ci saremmo mai davvero impegnati, con costanza e determinazione, a far maturare le componenti inferiori della nostra organizzazione corporea-terrena nelle quali eravamo stati abbandonati appunto per dare prova della nostra libertà? E, attraverso tale loro maturazione, avremmo avuto accesso all’esperienza diretta dell’IO?

Il processo di emancipazione dalla caduta nella dimensione terrena si svolse per gradi e, nel punto di massimo pericolo, fu il Logos Primigenio che con un atto d’amore supremo si incarnò nella creatura che aveva lanciato nel divenire del tempo profano, sacrificò sé stesso sconfiggendo la morte e indicò la via attraverso la quale ogni uomo avrebbe potuto ritrovare la propria originaria natura. Con un evento unico, mai prima realizzatosi e mai più ripetibile nella continuità del cosmo, Dio era sceso nella corporeità umana e aveva indicato la via (la cruna dell’ago) attraverso la quale iniziare la lunga risalita ai mondi spirituali dai quali eravamo discesi.

 

 

La necessità della παρουσία, Parusia, nel corpo fisico umano si offre pertanto a illimitate considerazioni… tra le tante quella della magnificenza assoluta della corporeità fisica (perché perfezionata attraverso ben quattro incarnazioni cosmiche) ancorché costretta dalla “densità” del minerale che la riveste a rispecchiare lo spirito riflettendone la luce. Fenomeno, quest’ultimo, più intenso che mai nell’apparato neuro-sensoriale che si pone come “porta sbarrata” tra lo spirito estrinsecatosi nel mondo esteriore (che ci raggiunge da fuori come percezione) e lo spirituale per così dire interiore (che ci giunge da dentro come pensiero).

Come se non bastasse, è nel “vuoto occulto” presente all’interno del nostro sistema neuro-sensoriale (centrale e periferico) che, fin dai primi momenti dopo la nascita, si insedia il “doppio ahrimanico” che da lì agirà nell’Uomo, pur nell’ignavia del proprio ospite. Il limite del suo predominio sul mondo, tuttavia, è rappresentato dalla intensità e dalla pervicacia con la quale egli ne sostiene l’apparire sensibile. Questo perché, grazie all’opera dell’Arcangelo Michele, Ahrimane non può neanche avvicinarsi alla vita eterica del Pensare Cosmico, perciò solo incatenando l’Uomo a quel suo stesso limite il doppio può esercitare Potere sul mondo terreno.

E così, ancora oggi, nonostante l’incalzare dell’anima cosciente, l’Uomo è ancora prigioniero dell’illusorio mondo che il doppio gli consolida attraverso i sensi.

Il limite del doppio è il nostro stesso limite.

 


 

D’altra parte, l’auto-realizzazione finale dell’Uomo necessitava lo scontro con un tale limite, all’apparenza invalicabile, proprio perché solo la perdita di sé nella finitezza di un mondo materiale vuoto e privo di un qualunque significato avrebbe dato garanzia che la sua ricerca non fosse scontata, bensì il frutto di conoscenza e di una volontà libera e indipendente. 

In sovrappiù, proprio tale limite era quello che gli avrebbe permesso di sperimentare prima il corretto aderire esteriore dei propri pensieri alla realtà sensibile del mondo contemplato e in seguito, proseguendo lo sforzo, di arrivare a sperimentare il proprio pensare identico al Pensare Vivente attivo nel mondo (conoscenza). Con ciò varcando la “porta sbarrata” del sistema neuro-sensoriale e muovendo i primi passi nella moralità (libertà).

Spero di non essere stato troppo sintetico né troppo ermetico e di essere riuscito a dare un quadro dell’importanza assoluta e non falsificabile dell’esperienza umana nel “qui e ora” spazio-temporale della propria corporeità fisica. Come ho già scritto, il nostro corpo fisico, per quanto ripieno di mineralità, abitato da Entità dell’ostacolo e parzialmente condizionato nell’esperienza terrena dalle caratteristiche dalla propria identità di genere (maschile o femminile), allo stato attuale dell’evoluzione rappresenta l’apice dell’opera creativa del Padre e lo strumento indispensabile e non rinunciabile per attuare l’esperienza del superamento dei limiti nei quali viviamo.

In questa fase dell’evoluzione cosmica, senza l’aiuto del nostro corpo fisico ci perderemmo in un oceano di Vita Spirituale nel quale non sapremmo distinguere il sopra dal sotto, il vero dal falso, il bello dal brutto, il bene dal male.

Allo stato attuale, il nostro corpo fisico è lo scoglio, o meglio, il porto tranquillo e protetto che ci tiene al riparo dall’infuriare dei marosi e, nello stesso tempo, lo strumento perfetto per meglio analizzare, distinguere e alla fine comprendere…

L’organismo fisico-corporeo, pur con tutti i suoi limiti, le sue patologie fisiche e psichiche, le sue disarmonie o le sue solo apparenti contraddizioni è l’unico potenziale elemento di verità a cui un sano pensare può fare riferimento per districare l’essere umano dagli ingannevoli ostacoli che incontra durante il proprio cammino evolutivo.

“Il corpo non può mentire”… è sempre stato il mantra di tutte le vere scienze umanistiche. Istigato da un Io confuso o malato può recitare, questo sì, può andare contro il proprio benessere, può perfino arrivare a tradire o eliminare sé stesso… ma non può davvero mentire.

Nell’armonia del suo esistere, pur nei limiti su menzionati, esplicita la Verità!

Forse, allora, adesso si potrà meglio comprendere l’obiettivo occulto perseguito dai Poteri Demoniaci e Perversi che da due anni sono usciti allo scoperto e mirano ad ostacolare la realizzazione del progetto Uomo.

Non è a scopo di arricchimento, perché le élite di cui si servono e che ordiscono questa oscura trama possiedono in pratica tutto il denaro di cui abbisognano e in sovrappiù.

Non è a scopo di potere, perché anche di quello i loro esecutori ne hanno a dismisura.

Né è per puro sadismo di questi ultimi né tantomeno per noia… il possesso di tutte le reti di informazione e l’intelligenza perversa che li anima permetterebbe loro di mantenere soggiogata la maggior parte del genere umano attualmente presente sul pianeta. La conoscenza sofisticata dei mezzi di propaganda, la retorica, la demagogia e l’alternativa della forza bruta sarebbero loro sufficienti a tenere soggiogati miliardi di persone.

Tuttavia, il pericolo sarebbe sempre in agguato… negli anni, o magari nei decenni, prima o poi un manipolo di uomini potrebbe sempre risvegliarsi e ordire piani di rivolta contro il Potere Oscuro che sta dominando il mondo. La salute e il benessere del proprio corpo naturale, così come la fame, la sete, il desiderio sessuale, l’istinto di difesa della propria vita… lo stupore di fronte alla meraviglia della natura, l’empatia nei confronti dei propri simili, la pietà e infine l’amore potrebbero sempre risorgere… ovunque, in maniera inaspettata, quando meno sarebbe da aspettarselo.

Hollywood l’ha pensato. 

 

Troppo pericoloso!

Così non va… se ci si vuole impadronire per sempre del mondo, se si vuole distruggere l’Io spirituale dell’Uomo… allora, forse… l’unica sarebbe quella di riuscire ad annichilire il corpo fisico sul quale egli poggia per sapere di sé.

Da un certo punto di vista, infatti, l’Io è invulnerabile… è una scintilla di Dio… la sua natura sacra è intoccabile. Ma così non è per lo strumento fisico che gli è stato donato. Il corpo, pur se Tempio del divino, può essere depotenziato, disabilitato dalle sue funzioni, fiaccato nelle sue risorse, dirottato verso mete illusorie, privato in tutto e per tutto delle sue eccelse, straordinarie prerogative.

Il corpo fisico umano va distrutto… va cancellato e solo allora l’Io, senza più una base vivente su cui poggiare… solo allora sarà davvero perduto!

Ecco: al mio immaginare sono apparse queste come alcune delle occulte motivazioni che hanno istituito il Racconto Unico e distopico che – letteralmente – sta devastando la nostra civiltà.

Perché se il piano che lo sottende dovesse giungere a buon fine allora davvero per Ahriman non ci sarà più alcun pericolo di un qualche sovvertimento futuro. L’Io umano non avrà più corpi sani nei quali incarnarsi e il pianeta Terra si avvierà verso un ben altro destino.

Proviamo ad osservare insieme, oltre gli “effetti speciali” dei sommovimenti in atto, in quale direzione essi davvero spingono.

Le emergenze sanitarie (pur nella loro concreta pericolosità) sono lucciole per lanterne: l’umanità è sopravvissuta alle peggiori pandemie (la Morte nera del XIV secolo, ad esempio), alle infezioni storiche più contagiose (vaiolo, peste, malaria, febbre gialla, tifo) così come a quelle nuove (AIDS, Dengue, Ebola).

Cosa c’era, dunque, di così nuovo e terribile nel Covid 19 ?

Presto detto: il suo uso strumentale per generare paura, terrore, panico e angoscia in una umanità già priva di risorse interiori con le quali confrontarsi con il male. Da qui a proporre un vaccino che tale non è il passo fu semplice… il siero iniettato era necrofilo e, in misura maggiore o minore, ha ucciso e ancora ucciderà migliaia di persone, mentre altre ne lascerà (in maniera irreversibile e per sempre) sprovviste delle naturali difese immunologiche. Ma al di là dei concreti effetti eugenetici, quello che più importa è la disponibilità delle masse a non fidarsi più delle proprie risorse e ad accettare qualunque folle profilassi verrà loro suggerita.

E quali sono i suggerimenti che neanche troppo timidamente stanno facendo capolino? Be’… mi sembra evidente: il ricorso alla medicina d’avanguardia con futuri organi OGM, componenti corporee clonate, arti cibernetici e, per finire, l’innesto della propria coscienza nei circuiti dei futuribili computer. E se qualcuno, ora, si stesse chiedendo che ne sarà delle componenti eteriche di quei tessuti o di quelle membra… sta perdendo il proprio tempo.

D’altra parte, la commistione uomo e macchina era stata prevista e, almeno in parte, approvata dalle sagge guide dell’umanità. Ma non nelle forme intossicanti e ipnotiche con le quali stanno invadendo il mondo, soprattutto quello delle giovani generazioni. Affascinati e inebetiti dal continuum virtuale nel quale si muovono, sradicati del tutto dal rapporto con il mondo della natura (e degli esseri elementari che la animano), prima ancora della loro coscienza sarà il loro proprio corpo fisico a subire mutazioni irreversibili: perdita di una sana percettività del mondo, alterazione dei ritmi metabolici, relativizzazione del tempo e dello spazio e, dulcis in fundo, perdita del pensare dialettico (tripartito) a favore esclusivo di quello binario.

All’ottimizzazione di questo obiettivo si sta provvedendo a distruggere buona parte della millenaria cultura dell’Uomo attraverso la retorica condanna da parte del “politicamente corretto” che, dopo aver abolito alcuni tra i più grandi autori di tutti i tempi, è arrivata a screditare addirittura “La bella addormentata nel bosco” per motivi che mi vergogno anche solo di riportare.

Ma lo scopo è sempre lo stesso: demistificare il corpo, negare valore ai suoi impeti, ai suoi dubbi, ai suoi slanci, alle sue passioni…

Per farlo, occorreva distorcere quelli che fino a pochi anni fa erano considerati i due istinti fondamentali: quello della fame e quello del sesso (riproduzione) che, anche se con alterne fortune, gradualmente stavamo redimendo.

Perciò, sarà forse un caso che a discapito della più che rigogliosa produzione agricola (che solo egoistici interessi commerciali obbligano, a volte, a distruggere anziché convogliare verso i paesi più poveri), oggi si insista così tanto sulla commestibilità degli insetti? Davvero l’entomofagia salverà il mondo? O non più tosto è una spinta regressiva agli albori della civiltà, quando ancora non si erano andate radicando tradizioni alimentari come quelle attuali? Ognuno risponda come può e come vuole, ma anche a prescindere dal mutato e irreversibile equilibrio digestivo degli uomini occidentali, resta il fatto che gli insetti (bruchi, larve, locuste, cavallette, cicale, grilli, formiche e tarantole) vivono in ambienti che poco o nulla hanno di igienico-sanitario: vivono in terra, tra la polvere, l’immondizia, gli escrementi e spesso si nutrono dei cadaveri di altre specie animali. Sarà difficile allevarli, a scopi nutrizionali, in condizioni igieniche garantite.

Ma perché farlo? È davvero così indispensabile?

Non ci saranno ben altre sordide ragioni?

 Di fatto, nell’immaginario simbolico, questi animali sono sempre stati legati ad atmosfere diaboliche. Non credo sia stato un caso se Dante, così come tanti grandi pittori (Schongauer, Dürer, Bosch, Bruegel) li usarono per caratterizzare l’inferno, perché la grande arte quasi sempre ha usufruito di capacità penetrative e conoscitive addirittura superiori a quelle di molte scienze.

Se così è, dunque, se siamo in grado di riconoscere alle immagini archetipiche la capacità di rappresentare gli aspetti più nascosti della realtà, allora non è solo un fatto culturale… bensì un fatto evolutivo dell’anima che l’attuale umanità occidentale dimostri un istintivo disgusto nei confronti degli insetti o un ribrezzo che spesso confina con la paura.

E anche se oggi attrici e attori famosi, star musicali e influencer dall’irresistibile fascino già reclamizzano questi “succulenti e raffinati” nuovi alimenti, se il desiderio di eccentricità e di notorietà sta convincendo già molti a cambiare dieta, resta il sospetto che dietro le quinte si voglia imbarbarire e degradare l’essere dell’Uomo sospingendolo non solo a regredire lungo la scala evolutiva alimentare, bensì ad abituarlo progressivamente all’orrore delle orge diaboliche.

 E in questa medesima direzione si sta imponendo la così detta teoria del GENDER, che di fondatezza scientifica non ha assolutamente nulla, ma che per diffondersi si avvale della legittimazione dei più egoistici, bassi e perversi desideri dell’uomo.

Quello che contrabbanda è la cancellazione di qualsivoglia limite etico e, anche qui, l’abolizione del corpo a favore di una fluidità priva di un qualunque punto di riferimento biologico.

L’apice del delirio, solo apparentemente tale perché già in vista della sua realizzazione, sarà quello di permettere le gravidanze degli uomini e la consequenziale perdita degli antichi riferimenti genitoriali.

Due osservazioni su quest’ultimo “traguardo” sono d’obbligo: primo, il discutibile superamento della divisione dei generi nella palude della materia anziché nella dimensione dello Spirito, prevista sulla futura epoca cosmica di Giove.

Secondo, forse ancora più grave, la criminale relativizzazione del corpo e della missione della donna che, in questa epoca terrestre, pur senza esserne del tutto cosciente, aveva mantenuto un filo diretto con i mondi spirituali in quanto grembo capace di accogliere le forze cosmiche attive nella formazione dell’embrione.

Capacità di accoglienza che la sua unica e sola sensibilità di donna ha sempre avuto il potere di completare e arricchire con una qualità d’amore sconosciuta al genere maschile.

 

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Che ne sarà, o meglio, “chi o cosa” saranno i bambini nati da “genitore due” con la barba e senza seno?

D’altronde un’attenzione non secondaria da parte delle élite al potere è diretta proprio all’attuale generazione di bambini, perché dietro le quinte della retorica buonista e del politicamente corretto già si intravede la pretesa legittimazione del desiderio pedofilo.

E così tra corpi sradicati dalla natura e lanciati nell’iperuranio dei mondi virtuali (sub-natura), tra corpi geneticamente modificati e supporti computerizzati per accogliere quel poco che resta dell’intelligenza dell’Uomo, tra bambini violati (che riporteranno danni irreversibili) se non quando ritualmente sacrificati sugli altari dei demoni… che ne sarà dell’Io umano?

Corpi chirurgicamente modificati (labbra, nasi, seni, glutei), muscoli gonfiati con steroidi, corpi depilati e debitamente tatuati, corpi de-generizzati e poi ri-assemblati secondo un arbitrio mutevole e fluidifico, corpi esaltati o annichiliti da sostanze stupefacenti, corpi violati e abusati, corpi resi a-tonici e apatici dalla continuativa permanenza di fronte agli schermi, corpi isolati in sé stessi perché occupati in surrettizie relazioni virtuali… che ne sarà dell’Io umano?

Il transumanesimo si diffonderà solo tra le popolazioni occidentali o – magari nei secoli – tracimerà fra tutte le popolazioni della Terra rendendo arduo anche agli Io più evoluti trovare corpi fisici sani nei quali incarnarsi?

Il famoso psicanalista Alexander Lowen scrisse più volte:

“L’Io è prima di tutto un Io corporeo”.

Aveva ragione… si può entrare nella pienezza dell’esperienza terrena solo grazie ad un preciso aderire alla corporeità fisica che ci è stata donata. E solo dopo esservi entrati, nella seconda metà della vita, si può tentare di trascenderla grazie al fatto di averla posseduta fino in fondo.

Si può entrare nella pienezza dell’esperienza spirituale solo facendo leva sulle risorse del proprio corpo fisico. La “prova” dell’immersione in una sana organizzazione corporea che, proprio in quanto tale, garantisce l’equilibrio delle funzioni animiche e la centralità della coscienza, dovrebbe essere avvertita come irrinunciabile… perché – come dovrebbe ricordarci la triste figura archetipica di Klingsor – una “prova evitata” non è una “prova superata” bensì una “prova fallita”.

Il nostro corpo fisico, nell’assoluta perfezione delle sue leggi, è l’aiuto più grande che avremmo mai potuto ricevere dagli Dei affinché riuscissimo a portare a termine la nostra evoluzione.

Non dovremmo straziarlo.

Non dovremmo dimenticare che oltre la mineralità che oggi l’addensa e l’opacizza, negli abissi della sua origine cosmica si cela il mistero del fantòma, così come nelle voragini del suo futuro cosmico si cela il Corpo di Resurrezione.

Piero Priorini

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