E va bene, non che da una Silvana Sciarra, presidente della Corte Costituzionale messa lì da Mattarella, da Marco D’Alberti lo stesso uomo che ha scritto i decreti legge per Draghi e dagli altri parrucconi della Consulta mi aspettassi un granché.
Quindici uomini sulla Cassa del Morto, come cantava la Filibusta ne “L’isola del Tesoro” di Stevenson. E qui di casse da morto ce ne sono state tante, come ci sono stati tanti poveri danneggiati da un siero genico RNA che si ostinano a chiamare “vaccino”, danneggiati resi disabili che hanno presidiato la piazza del Palazzo.
E sapete il perché questa denominazione?
Perché in caso di reazioni avverse che si manifestano a distanza di tempo, possono astutamente non addebitarlo al cosiddetto “vaccino”. Già, se fosse stato il “vaccino” a far male e a causare effetti collaterali, allora si vedrebbe subito – ti dicono. La Sciarra ha perfino negato l’evidenza: cioè il conflitto di interesse con uomini di Draghi che hanno salvato il decreto 44, quello che sanciva l’obbligo per certe categorie lavorative. Il tutto è iniziato con uno sgradevole battibecco tra l’avv. Sinagra che poneva l’accento sul conflitto di interesse di D’Alberti e la Sciarra che rispondeva stizzita e impermalita. Ma quel che faceva mal pensare, erano i “15 uomini sulla Cassa del Morto” tutti mascherinati con la FFP2.
Praticamente 15 sussiegosi becchini. Ecco qui parte della ferale Sentenza:
La Corte ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali.
Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario.
Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico.
È quanto rende noto l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze”.
https://www.byoblu.com/2022/12/01/obbligo-vaccinale-la-corte-costituzionale-si-e-espressa/
A nulla sono servite le ottime argomentazioni dell’avv. Mauro Sandri che ha ricordato che gli assegni alimentari sono stati concessi perfino ad assassini e stupratori, ma non a medici non vaccinati. Ecco un esempio di replica demenziale da parte di un membro dell’Avvocatura di stato, Federico Basilica:
“sono fattispecie diverse e inoltre le strutture devono farsi carico di un supplente per sostituire il dipendente non vaccinato”.
Palle romane, dal momento che nella maggior parte dei casi, i medici sospesi non sono stati sostituiti. Altre ottime arringhe anche da parte di Ugo Mattei e l’avv. Beatrice Spitoni che non sono state nemmeno raccolte. Ci sono state altre diatribe tra gli avvocati dei lavoratori sospesi e l’Avvocatura di stato che vi risparmio, dato che si tratta di repliche fatte a dispetto dello stato di diritto.
Ma la vera chicca è voler far passare le punture coatte, per una forma di “altruismo”.
Insomma ci si vaccina per “solidarietà sociale”. Sintetizzata nelle parole dell’avvocato di Stato De Giovanni secondo cui alla base delle sentenze della Consulta c’è il dovere di
“preservare la salute degli altri: siamo una repubblica di egoisti o una Repubblica legata a vincoli di solidarietà?”
ha arringato costui (fonte: La Verità 1 dicembre – Maddalena Loy).