La Battaglia per l’Intelligenza umana

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di Peter Selg

“Confusione e devastazione regneranno con l’avvicinarsi dell’anno 2000”.
Rudolf Steiner

Fino alla sua morte Rudolf Steiner ha lavorato per risvegliare la consapevolezza del fatto che Ahriman può trovare il suo essere riflesso nello “specchio” del pensiero umano, che gli esseri umani possono conoscerlo e riconoscerlo e, in un certo senso, possono redimerlo. Per lui questa presa di coscienza è un compito essenziale della Libera Università di Scienza dello Spirito, che deve aiutare Michele a entrare nella civiltà – Michele, non Ahriman, anche se la prossima incarnazione di Ahriman è “programmata” per l’evoluzione terrestre.

All’inizio del periodo di degenza nel letto di malattia, nell’ottobre e nel novembre del 1924, Steiner scriveva ancora articoli di orientamento su Michele e Ahriman – sul “sentiero di Michele”, sul “compito di Michele nella sfera di Ahriman”, sulle sue “esperienze e imprese nell’adempimento della sua missione cosmica”, sul “futuro dell’umanità e l’attività di Michele”, sull’“esperienza di Michele-Cristo nell’uomo”, sulla Michele e sui “pensieri cosmici nell’operare di Michele e nell’operare di Ahriman”.

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In questi articoli Steiner delinea ancora una volta lo sviluppo spirituale dell’umanità come “incarnazione” della coscienza umana “sulla scala del pensiero in divenire”. Descrisse le esperienze originarie del pensiero, vissute nell’Io e permeate dallo spirito, dall’anima e dalla vita, e infine discese, attraverso l’anima-corpo e la vita-corpo, nel corpo fisico, la cui sfera di forze viene usata come “specchio” e quindi soccombe all’astrazione che avanza – un processo che Steiner presentò come il prezzo per rendere possibile la volontà e la libertà personali.

L’Io dell’uomo moderno è libero, o capace di libertà, perché i nostri pensieri non hanno più forza e potenza, ma sono “ombre morte”, separate dall’“essere” esistenziale del mondo spirituale da cui sono originariamente emerse.

Il “riemergere lungo le linee della volontà” di Michele si colloca esattamente nella sfera della libertà umana e potrebbe rimanere disfatto, con l’essere umano che diventa parte del mondo puramente fisico, preso e vincolato dalla sua forza d’attrazione.

Rudolf Steiner ha descritto come, fino all’inizio dell’era moderna, l’intellettualità o spiritualità ahrimanica avesse solo un parziale accesso all’essere umano e all’intelligenza umana, solo “un accenno di potere”, e come il nostro essere umano fosse trattenuto da forze spirituali divine. Ma poi, nel corso del trasferimento dell’intelligenza agli esseri umani che stavano diventando liberi, si verificò “lo scivolamento in una diversa storia del mondo” (in cui Ahriman gioca un ruolo decisivo), con grandi pericoli e “conseguenze devastanti” (Massime antroposofiche).

Tuttavia, Steiner riferisce allo stesso tempo che, a partire dal Mistero del Golgotha, gli esseri umani possono trovare l’Essere-Cristo nella sfera di Ahriman, che il Cristo, con l’assistenza di Michele, può guidare fuori da essa. Il Cristo, che Michele stesso ha servito, è disceso dal regno del Sole sulla Terra “per essere presente quando l’intelligenza umana sarà completamente presso l’individualità umana” ( ibid. ). Attraverso questo “grande sacrificio”, il Cristo vive dal Golgotha nella sfera di Ahriman e rende possibile agli esseri umani la scelta della decisione – sostenuta da Michele che, dall’ottavo secolo dopo Cristo, ha seguito il percorso di incarnazione del Cristo sulla Terra.

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Secondo Steiner, lo “sguardo” cosmico di Michele è stato diretto “fin dall’inizio” verso l’umanità – e il suo obiettivo è sempre stato quello di mantenere un collegamento tra l’intelligenza che è accessibile all’umanità e prende vita in essa per gradi, e gli esseri spirituali divini.

Michele ha visto presto il pericolo che questa intelligenza si alienasse e si strumentalizzasse, che fosse occupata da esseri ahrimanici –

Esse non vogliono che le originarie potenze divino-spirituali illuminino l’universo nel suo ulteriore progresso; vogliono che tutto il nuovo cosmo sia irradiato dall’intellettualità cosmica da esse stesse assorbita, e che l’uomo continui la sua vita in questo cosmo intellettualizzato e arimanizzato (Massime antroposofiche).

Gli esseri umani del tempo presente devono incontrare gli esseri ahrimanici e, se li assecondano e si uniscono a loro, possono cadere completamente o prendere la strada opposta:

L’indagatore del mondo spirituale deve oggi richiamare l’attenzione dell’umanità sul fatto spirituale che Michele ha preso su di sé la direzione spirituale delle vicende umane.  Michele compie quel che deve compiere in modo da non influire sugli uomini; ma essi, liberamente, possono seguire lui per ritrovare, con la forza del Cristo, la via per uscire dalla sfera di Ahriman nella quale dovettero necessariamente entrare. Chi onestamente, dall’essere profondo della propria anima, può sentirsi uno con l’antroposofia, comprende nel giusto modo questo fenomeno di Michele. E l’antroposofia vorrebbe essere il messaggio di questa missione di Michele (Massime antroposofiche).

Nell’epoca della libertà, Michele non ha alcun potere coercitivo sull’umanità libera:

Ma Michele, come una maestosa azione-modello nel mondo soprasensibile adiacente al mondo visibile, può mostrare ciò che egli vuole svolgere. Qui Michele può mostrarsi con un’aura di luce, con un gesto da essere spirituale in cui si rivela tutto lo splendore e la magnificenza della passata intelligenza divina. Egli può rendere manifesto come l’azione dell’intelligenza del passato nel presente sia ancora più vera, più bella e più virtuosa di tutto ciò che vive nell’immediata intelligenza presente che fluisce da Ahriman in uno splendore ingannevole e seduttore (Massime antroposofiche).

Negli anni precedenti la fine del XX secolo, nel suo impegno con le forme di pensiero del materialismo scientifico e nella sfera dell’iniziazione, Rudolf Steiner fu anch’egli, sotto un certo aspetto, uno di coloro che “attraverso l’immagine di Michele” furono guidati “nella sfera di Ahriman… nella libertà da Ahriman a Cristo”.
A Weimar, negli anni Ottanta del XIX secolo, scrisse la sua “Filosofia della libertà”, alla quale tornò esplicitamente nel suo Pensiero guida dell’ottobre 1924:

Rendersi ben consci dell’attività di Michele nella connessione spirituale del mondo, significa sciogliere, fin dove è necessario all’uomo sulla Terra, l’enigma della libertà umana, partendo dai rapporti cosmici.Nella mia Filosofia della libertà, la “libertà” dell’essere umano nell’epoca attuale si trova dimostratacome contenuto della coscienza; nelle descrizioni della missione di Michele che sono date qui, si trova il”divenire di questa libertà” fondato cosmicamente.

 

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

 


Peter Selg, nato nel 1963, professore e e specialista in neuropsichiatria infantile e psicoterapia, docente di antropologia medica ed etica medica all’Università di Witten-Hannen e alla Alanus Hochschule für Kunst und Gesellschaft a Alfter.
Dirige l’Ita Wegman Institut per una ricerca antroposofica di base ad Arlesheim (CH) ed è membro della Goetheanum Leitung (sezione di Antroposofia generale) a Dornach (CH).
Autore di oltre 120 testi e pubblicazioni  su temi di medicina, pedagogia, biografie, antroposofia generale, sociologia e intensa attività di conferenziere in tutto il mondo.

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