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Io sono il bellicoso Acheo dall’occhio lampeggiante
E il cereo Troiano, dopo lo scempio reso al padre.
Io sono il minuto Indiano che ha liberato il continente
E il vile assassino che il sogno ha frantumato.
Io sono il Siracusano che ha sollevato il mondo
E l’oscuro miles, che il petto ne ha squarciato.

Io sono il bimbo affogato sulla spiaggia
E il torvo trafficante d’uomini sul mare.
Io sono il soldato ebbro di birra e di bandiere
E la fanciulla stuprata tra i rifiuti.
Io sono la giovane in fuga dall’oltraggio
E l’amante che ne ha spezzato il volo.

Io sono la vittima e il carnefice,
Il santo e l’assassino,
Il saggio e l’incosciente,
La preda e il predatore.

Serrati avevo i brevi pugni quando nacqui,
Socchiusi gli occhi a ricercar sembianze
D’una obliata tessitura d’anni.
Mi tradì il grido ed il singhiozzo,
L’affanno di portare sulle spalle
Grave, il fardello del ritorno.

Piero Cammerinesi
(Capena, gennaio 2016)

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