Non solo i Nobel escono dal dal cilindro e si accostano alla piccola Greta lanciando il loro monito ai “governi inadeguati”, e sperando “che il Covid insegni ad agire in tempo”. Di tunnel in tunnel è il nostro viaggio, e la scienza deve fungere da faro, secondo Giorgio Parisi.  Escono documentari, uno promosso dalla casa reale britannica, escono studi e saggi, e il mainstream sposta il focus.

A poche settimane dall’avvio della COP26“l’appuntamento cruciale per il destino del pianeta”, sono stati premiati con il Nobel per la Fisica 2021 tre scienziati che hanno “dato un fondamentale contributo alla comprensione di sistemi complessi, come il clima terrestre”. Quindi,  Il Nobel per la Fisica 2021 ha messo al centro “la crisi climatica”.

Syukuro Manabe – premiato con il Nobel per la Fisica 2021 – avrebbe mostrato come l’aumento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera porti all’aumento delle temperature sulla superficie terrestre.

Il neopremiato Klaus Hasselmann ha creato un modello che collega il tempo e il clima.

L’italiano Giorgio Parisi è stato onorato per la sua “scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”.

”La correttezza dei modelli del clima è stata verificata confrontando le previsioni con il passato”, ha detto il neo premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi  alla riunione di preparazione dei parlamentari alla Cop26 . La scienza, ha specificato, da decenni

“ci ha avvertito che i comportamenti umani stavano mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta”, ma, “sfortunatamente”, le azioni messe in campo dai governi, hanno avuto finora “risultati estremamente modesti”. 

Applausi dei parlamentari. Gli effetti del cambiamento climatico, ha ricordato,

“sono sotto gli occhi di tutti”: “Le inondazioni, gli uragani, le ondate di calore e gli incendi devastanti di cui siamo stati spettatori attoniti sono un timidissimo assaggio di quello che avverrà nel futuro su una scala enormemente più grande”. Le misure da mettere in campo, quindi, “devono essere decisamente più incisive” e non devono limitarsi “a salvare la nostra coscienza“.

No, non è Greta che parla, non confondetevi.

Non solo gli accuratamente selezionati premio Nobel per la protezione del clima sono stati messi sul podio, contemporaneamente viene diffuso in tutto il mondo un saggio che spiega il suo lungimirante punto di vista: Per capire, pianificare e comunicare l’intera portata spaziale e temporale degli impatti climatici sotto qualsiasi scenario, anche quelli che soddisfano l’Accordo di Parigi, i ricercatori e i responsabili politici devono guardare ben oltre l’orizzonte del 2100. E sintetizzano le prospettive: A meno che le emissioni di gas serra non diminuiscano significativamente, il riscaldamento entro il 2500 renderà l’Amazzonia sterile, lo Iowa tropicale e l’India troppo calda per viverci.

La Terra potrebbe essere aliena per gli esseri umani entro il 2500 è il titolo del saggio di : Christopher Lyon, Alex Dunhill, Andrew P. Beckerman, Ariane Burke, Bethany Allen, Chris Smith, Daniel J. Hill, Erin Saupe, James McKay, Julien Riel-Salvatore, Lindsay C. Stringer, Rob Marchant, Tracy Aze, The Conversation US pubblicato il 28 settembre 2021

Chi sono gli autori?

Abbiamo ancora una volta a che fare con una narrazione fantascientifica, anzi distopica, e non possiamo non ricordare la pubblicazione del saggio del 2003 che prevedeva l’anno 2020.  In quel caso, gli autori coinvolti nella previsione avevano un curriculum molto interessante.

VEGGENTI DEL PENTAGONO NEL 2003: SARA’ CATASTROFE CLIMATICA ENTRO IL 2020

Nell’ottobre del 2003, negli Stati Uniti, fece clamore la pubblicazione di un rap­porto di due ricer­ca­tori, Peter Sch­wartz e Doug Ran­dall, dal titolo «Uno sce­na­rio di bru­schi cam­bia­menti cli­ma­tici e le sue impli­ca­zioni per la sicu­rezza degli Stati Uniti — Imma­gi­nando l’impensabile». 

Questo rapporto che doveva restare segreto (davvero?), commissionato da Andrew Marshall, un dirigente del Pentagono, era finito nelle mani dell’Observer.

La diffusione delle profezie apocalittiche fu rapida e globale. Schwartz, consulente della Cia, già capo della pianificazione del gruppo petrolifero Royal Dutch/Shell, era un futurologo tra i più quotati, collaboratore di Steven Spielberg per ‘Minority Report’ e autore di ‘Inevitable Surprises: Thinking Ahead in a Time of Turbulence’.

L’altro nome dietro l’incarico era Andrew Marshall – 82 anni, soprannominato Yoda, come il maestro Jedi di Guerre stellari -, capo dell’Office of Net Assessment. Marshall è uno di quegli esperti i cui pronunciamenti hanno sempre grande influenza sulle strategie di difesa americane: sua è l’idea dello scudo stellare, sue le ricerche sulle armi cosiddette intelligenti.

Il rapporto avvia una estensione accentuata del manifesto del Project for a New American Century (istituto di ricerca, tra i suoi fondatori spiccano Dick Cheney e Donald Rumsfeld) anche alle questioni ambientali e con indirizzo verso una Full Spectrum Dominance .

A leggere le pagine del rapporto (che non hanno la struttura di un lavoro scientifico, manca perfino una bibliografia) si rimane colpiti dalle previsioni azzardate dal Pentagono.  Pare che i due esperti di scenari futuri abbiano avuto davvero la sfera di cristallo. Il futuro pros­simo dell’Europa di allora pare oggi sotto i nostri occhi: «L’Europa affron­terà enormi con­flitti interni a causa del gran numero di pro­fu­ghi che sbar­che­ranno sulle sue coste, pro­ve­nienti dalle zone più col­pite dell’Africa. Nel 2025 la UE sarà prossima al collasso». 

Un documento da rileggere.

Documento ‘top secret’ del Pentagono : “Sarà catastrofe climatica entro il 2020” 

I cambiamenti climatici ci distruggeranno

di Mark Townsend e Paul Harris, The Observer
Tradotto da NuoviMondiMedia

Fonte: http://observer.guardian.co.uk/international/story/0,6903,1153513,00.html

Un rapporto segreto censurato dai responsabili della Difesa in Usa e ottenuto dall’Observer mette in guardia: i cambiamenti climatici dei prossimi 20 anni potrebbero portare a una catastrofe mondiale, con milioni di vittime, guerre e disastri. Ci saranno sollevamenti popolari e guerre nucleari; la Gran Bretagna avrà un clima “siberiano” in meno di 20 anni; la minaccia per il mondo è maggiore rispetto al terrorismo.

Un rapporto segreto, censurato dai responsabili della Difesa, negli Stati Uniti, e ottenuto dall’Observer, mette in guardia le città europee avvertendole che presto affonderanno nei mari mentre la Gran Bretagna piomberà in un clima “siberiano” entro il 2020. Conflitti nucleari, siccità di dimensioni spaventose, carestie e sollevamenti popolari si avranno in tutto il mondo.

Il documento prevede che il brusco cambiamento climatico potrebbe portare il pianeta sull’orlo dell’anarchia, mentre i paesi ricorreranno alla minaccia nucleare per difendere e garantirsi i rifornimenti di cibo, acqua, energia. Il pericolo per la stabilità mondiale eclisserà il terrorismo, hanno dichiarato i pochi esperti informati sul contenuto del documento.

“Conflitti e distruzioni diventeranno caratteristiche endemiche della vita” concludono gli analisti del Pentagono. “Ancora una volta il warfare contraddistinguerà l’esistenza degli esseri umani”. 

I fatti umilieranno la politica dell’Amministrazione Bush, che ha ripetutamente negato che anche solo esista un cambiamento climatico. Gli esperti affermano che in questo contesto è sconvolgente che vi sia un Presidente che mette la difesa nazionale come priorità.

Il rapporto è stato commissionato dall’influente consigliere per la Difesa Usa, Andrew Marshall, che ha sempre mantenuto un’enorme influenza sulle scelte militari Usa, per tutte le tre decadi passate. E’ stato l’uomo che ha diretto il totale cambiamento mirato a trasformare completamente, sotto la direzione del Segretario della Difesa Donald Rumsfeld, l’esercito statunitense.

Il cambiamento climatico “dovrebbe andare oltre il dibattito scientifico interno alle preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale Usa”, hanno dichiarato gli autori, tra i quali Peter Schwartz, consulente Cia ed ex responsabile delle pianificazioni al Royal Dutch/Shell Group, e Doug Randall, di Global Business Network con sede in California.

Uno scenario catastrofico imminente, collegato al cambiamento climatico “è plausibile e modificherebbe gli obbiettivi della sicurezza nazionale statunitense in modi che dovrebbero essere considerati immediatamente”. Fin dall’anno prossimo inondazioni diffuse causate dall’innalzamento del livello dei mari produrranno cambiamenti radicali per milioni di persone.

La scorsa settimana l’Amministrazione Bush è stata messa sotto attacco da un gran numero di rispettati scienziati e ricercatori, che hanno dichiarato che la scienza addomesticata deve seguire l’agenda politica e che l’Amministrazione Bush ha censurato tutti gli studi non allineati. Jeremy Symons, un ex funzionario dell’EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale) ha affermato che censurare il documento per 4 mesi è stato un ulteriore esempio del tentativo, da parte della Casa Bianca, di seppellire agli occhi dell’opinione pubblica la minaccia proveniente dal cambiamento climatico.

I principali climatologi, comunque, ritengono che il loro verdetto potrebbe dimostrarsi un catalizzatore che potrebbe indurre Bush ad accettare il fatto che il cambiamento climatico sia un fenomeno reale e in corso. Sperano anche che convincerà gli Stati Uniti a firmare trattati per ridurre la mutazione del clima.

Un gruppo di eminenti scienziati britannici si è recentemente recato alla Casa Bianca per esprimere il proprio timore sul riscaldamento globale. Questa visita è parte di un tentativo che si sta intensificando di condurre gli Usa a considerare la minaccia più seriamente. Alcune fonti hanno dichiarato all’Observer che i funzionari americani sono apparsi estremamente sensibili sul tema quando hanno riscontrato che la protesta del popolo statunitense sta uscendo sempre più dal controllo.

Uno di loro ha persino dichiarato che la Casa Bianca aveva scritto una lettera di protesta riguardo ai commenti attribuiti al Professor Sir David King, il preminente consigliere scientifico del governo Blair, dopo che aveva definito la posizione del Presidente Bush sull’argomento come indifendibile.

Tra gli scienziati presenti ai colloqui alla Casa Bianca vi era: il Professor John Schellnhuber, l’ex principale consigliere per l’ambiente per il governo tedesco e dirigente del principale gruppo di ricercatori britannici sul clima, appartenenti al Tyndall Centre per la Ricerca sui Cambiamenti Climatici. Egli ha affermato che i timori interni al Pentagono dimostrerebbero il “capovolgimento” della linea di condotta del Pentagono, con la persuasione di dover convincere Bush ad accettare la realtà del cambiamento climatico.

Sir John Houghton, ex direttore esecutivo dell’ufficio meteorologico – e la principale figura che ha paragonato il rischio climatico alla minaccia terroristica, ha dichiarato: “se il Pentagono sta inviando questo tipo di messaggio, è perché questo documento è effettivamente d’importanza cruciale”.

Bob Watson, dirigente del gruppo di ricercatori della Banca Mondiale ed ex responsabile di “Intergovernmental Panel on Climate Change”, ha aggiunto che l’avvertimento proveniente dalla ricerca del Pentagono non può essere più ignorato.

“Bush può ignorare il Pentagono? E’ difficile far sparire un documento come questo. L’imbarazzo sarebbe enorme. Dopotutto Bush ha una singola priorità ed è la difesa nazionale. Il Pentagono non è wacko, un gruppo di liberali, generalmente è conservatore. Se il cambiamento climatico viene percepito come minaccia alla sicurezza nazionale e all’economia, Bush dovrà agire. Ci sono due gruppi che l’Amministrazione Bush tende ad ascoltare: la lobby del petrolio e il Pentagono”,

ha aggiunto Watson.

“Abbiamo un Presidente che ritiene che il riscaldamento globale sia una menzogna, e al di là del fiume Potomac abbiamo il Penagono che si sta preparando alle guerre causate dalla modifica del clima. E’ piuttosto spaventoso che l’Amministrazione Bush inizi ad ignorare il suo stesso governo, riguardo a questo argomento”,

ha affermato Rob Gueterbock, di Greenpeace.

Già ora, secondo Randall e Schwartz, il pianeta ha una popolazione più alta di quanta potrebbe sostenerne. Entro il 2020 la scarsità di acqua e di energia sarà “catastrofica” e quasi impossibile da rimediare. Il risultato sarà di far piombare il mondo nella guerra. Avvertono che 8.200 anni fa le condizioni climatiche portarono alla distruzione dei raccolti, alla carestia, a tragedie per i popoli e migrazioni di massa. Avvenimenti che si ripeteranno molto presto.

Randall ha riportato all’Observer che le conseguenze a valanga di un rapido cambiamento climatico potrebbero creare un caos planetario. “E’ un argomento deprimente” ha detto. “E’ una minaccia unica alla sicurezza nazionale perché non ci sono nemici che puntino le armi contro di noi e non abbiamo alcun controllo sul pericolo”. 

Randall ha aggiunto che potrebbe già essere troppo tardi per evitare il disastro. “Non sappiamo esattamente a che punto del processo ci troviamo. Potrebbe iniziare domani e non lo sapremo per i prossimi 5 anni”.

“Per alcune nazioni le conseguenze delle modifiche climatiche sono già inevitabili. E’ ovvio che interrompere immediatamente l’utilizzo di combustibili di origine fossile sarebbe utile”.

Gli scenari riportati nel documento sono così drammatici, ha dichiarato Watson, che potrebbero dimostrarsi vitali per gli esiti delle elezioni. Il democratico John Kerry ritiene che il cambiamento climatico sia un problema reale. Gli scienziati, disillusi dalla posizione tenuta da Bush, stanno minacciando di mettere a disposizione di Kerry il documento del Pentagono, per la sua campagna.

Il fatto che Marshall sia così caustico e critico aiuterà la causa di Kerry. Marshall, 82 anni, è una leggenda all’interno del Penagono, che guida una think-tank che si occupa di soppesare i rischi per la sicurezza nazionale, denominato Office of Net Assessment. Chiamato ‘Yoda’ dai membri del Pentagono, che rispettano la sua vasta esperienza, è ritenuto essere il fautore della linea tenuta dal Dipartimento della Difesa sui missili balistici.

Symons, che ha lasciato l’EPA in segno di protesta per le continue interferenze politiche, ha sostenuto che il censurare il documento è un ulteriore esempio dei tentativi della Casa Bianca di insabbiare la questione climatica:

“E’ l’ennesimo esempio del perché questo governo dovrebbe finirla di nascondere la testa sotto alla sabbia relativamente a questo argomento”.

Symons ritiene che gli stretti collegamenti dell’Amministrazione Bush con le più potenti compagnie petrolifere siano di vitale importanza nel comprendere perché le questioni relative al cambiamento climatico siano state accolte sempre con scetticismo dall’Ufficio Ovale. “Questa Amministrazione sta ignorando l’evidenza solo per favorire un pugno di grandi aziende nel settore dell’energia e del petrolio”, ha aggiuntoFONTE

IL RAPPORTO: IMMAGINARE L’IMPENSABILE

La realtà dell’ingegneria meteorologica è un fattore costantemente assente nel ricordare, prevedere e documentare la questione degli eventi estremi e le correlazioni con il tempo e il clima.

MODIFICAZIONE METEOROLOGICA, 100 ANNI DI STORIA

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