I Retroscena della Guerra

UCRAINA RUSSIA

Obiettivo di Putin: fermare arma batteriologica e nucleare, ma non solo.    

Da oltre un decennio la Russia vanamente lamentava, oltre all’espansionismo NATO, il massacro della minoranza russofona in Ucraina che, sfruttando il retaggio sovietico, si era lanciata nel nucleare per fini bellici. Non bastasse, laboratori finanziati dagli USA in Ucraina, ma anche in Georgia e Kazakistan, a fari spenti avevano approntato l’arma batteriologica, come due giorni addietro lamentato anche dalla Cina, all’inizio equidistante ma poi, nelle dichiarazioni, schieratasi a sostegno della Russia.  

Pechino chiede dettagli sui laboratori biologici realizzati in Ucraina con fondi ISA. Analoghi biolab in Georgia e Kazakistan

     

Il 21 Febbraio Putin riconobbe le Repubbliche del Donbass, con Zelensky che aveva ammassato truppe al confine, nell’intento di conquistare militarmente il territorio. Anche da ciò l’invasione a sorpresa, fondamentale per cogliere impreparato l’avversario. 

Al contempo, passaggio molto importante, sfuggito (diciamo) ai Media dell’occulto regime globalista, in Germania, a Monaco, nel corso della conferenza sulla sicurezza (Munich Security Conference) il 19 Febbraio Zelensky chiese supporto per il nucleare, minacciando di uscire dal “Memorandum di Budapest” sulle garanzie di sicurezza, risalente al 1994. 

Stipulato da varie nazioni, in parallelo al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP)  per gestire lo smantellamento della tristemente nota centrale nucleare di Cernobyl, ubicata in territorio ucraino al confine con la Bielorussia, a seguito dell’esplosione, avvenuta nel 1986.     

Dallo smantellamento, gestito assieme a scienziati russi, almeno fino ad una ventina di anni addietro, proveniva anche materiale utilizzabile per produrre nucleare a fine militare.  

Zelensky il 19 Febbraio alla conferenza di Monaco sulla sicurezza (MSC). Risulta rifugiatosi presso l’ambasciata USA di Varsavia, ma divulga video fake, facilitato da indubbie capacità d’attore, asserendo di essere in Ucraina, protetto dal suo popolo.

In sostanza l’Ucraina autonomamente stava sviluppando il nucleare ad uso militare, come noto non solo a Putin, ma anche ai vertici NATO e Pentagono, che ovviamente facevano finta di nulla e che da subito dopo la dissoluzione URSS iniziarono ad aizzare l’Ucraina contro Mosca, in estensione alla guerra fredda. 

Facile ipotizzare al fine di motivare davanti all’opinione pubblica mondiale la costosissima esistenza di un istituzione militare internazionale che, con la caduta del Muro di Berlino non ha più alcun motivo per esistere, come sostenuto da più parti, incluso da un irriducibile comunista (ma sovranista) come Marco Rizzo, uno dei pochi, assieme ai fuoriusciti dai Cinque Stelle, Gianluigi Paragone in primis, contrari al fornire armi all’Ucraina, che equivale a spegnere il fuoco gettandovi benzina.  

 

 Video del discorso di Zelensky a Monaco

Poi l’arma batteriologica, da oltre un decennio portata avanti sempre in laboratori finanziati stelle e strisce, con altri biolab in Kazakistan e soprattutto Georgia, nazione che, al pari dell’Armenia, politicamente seguirono sorti identiche a Kiev.

Superfluo far presente che a tali “research center” vennero conferite denominazioni tranquillizzanti che inneggiano a salute, prosperità e sicurezza collettiva. Ennesima analogia con la narrativa mediatica a sostegno della vaccinazione.  

In sintesi NATO, Pentagono e CIA, direttamente o tramite ex gerarchi in congedo, come Joseph Cofer Black, dal 1999 al 2002 capo CIA, iniziarono a tessere legami con l’Ucraina, al pari di George Soros, che tramite le sue ONG, come dichiarò in TV, nel 2014 fece cadere il governo filorusso di Viktor Janukovich, forse perché (elementare, Sherlock) un governo filorusso certo non fomenta scontri con la Russia. Cofer Black dal 2016 è membro del CdA di Burisma Group, colosso mondiale ucraino per la produzione di petrolio e gas, a cui, ultimo dato disponibile, si attribuiva nel 2018 un volume d’affari di oltre 400 milioni di dollari.  

Hanno agito da oltreoceano, con avvallo dell’Europa, standosene comodi, lontani dai rischi, indifferenti alle ripercussioni del loro tramare sulla popolazione civile, su cui grava l’errore di  aver conferito fiducia, in cabina elettorale, ad un irresponsabile, un comico-attore trash, oltretutto accusato di usare sostanze dopanti.  


Menzogne di Zelinsky rilanciate dai Media globalisti. 

Fondamentale il ruolo dell’informazione, perché partendo da presupposti errati non si può arrivare a conclusione corrette, ergo anche le azioni, le risposte, tanto politiche quanto militari non possono essere adeguate. All’inverso, divulgando falsità si può indirizzare l’avversario su strade impervie od in un vicolo cieco e si può screditarlo per calamitargli addosso terze parti. Il concetto “tra i due litiganti il terzo se la gode” vige dagli albori dell’umanità, applicabile nei più svariati contesti sociali, a qualsiasi livello, a maggior ragione nel corso di un conflitto o per fomentarlo.  

Il governo Ucraino dichiarò che i russi avevano distrutto il memoriale per le vittime dell’olocausto, ma un giornalista israeliano lo visitò, trovandolo intatto.

Sempre il medesimo schema: menzogne su menzogne divulgate da Media e Social per ingannare l’opinione pubblica, già narcotizzata ed acchetata da analoghe menzogne su covid e vaccini. Tutto facente parte dello stesso piano, ideato dalle stesse menti, con i burattinai a stelle e strisce che manovrano da dietro le quinte, assieme all’Unione Europea dello ieratico Klaus Schwab e degli adepti che gestiscono le ONG sorosiane che gravitano attorno ad OSF (Open Society Foundation) cervello e braccia della piovra Soros. 

Ed ora gli euroinomani allergici alla verità prospettano di censurare chi contraddice la narrativa allineata, azzardandosi a divulgare gli eventi reali.  

Ucraina: Ue lavora a sistema per sanzionare disinformazione (msn.com) 

Per amor di verità anche la Russia ha agito in modo analogo coi Media, incarcerando i leader delle ONG sorosiane, la cui visione ideologica globalista con estrema attenzione a diritti LGBT e divulgazione teorie “no gender” è opposta alla visione sociale di Putin 

Premesso che i sorosiani agiscono legittimamente, perché è legittimo (quasi sempre) manovrare Media e politica, nonché rimbecillire l’opinione pubblica per ottenere il voto, ergo il potere politico, proprio come accaduto in Ucraina con la “rivoluzione arancione” del 2014.  

Media e Social costituiscono il pilastro dell’entità astratta definibile “globalismo” che vuole annichilire la Russia, passaggio fondamentale per imporre all’umanità una folle visione sociale, il “Grande Reset” che stiamo vivendo, prodomo al “New World Order” prospettato da Schwab e narrato ai partecipanti al World Economic Forum (WEF) di Davos, incluso a Zelensky ed al premier canadese Justin Trudeau, oltre a molti altri giovani leader politici mondiali.  

Mentre la guerra ha intrapreso percorsi inimmaginabili, la comunità internazionale, avvelenata dall’informazione ha già condannato Putin, etichettato come pazzo sanguinario, ma nessuno approfondisce sui motivi per cui ha invaso l’Ucraina.  

Tucker Carlson conduttore televisivo americano, mattatore serale col Tucker Carlson Tonight  su Fox News osserva che dall’elezione di Trump (sarà un caso?) i Media USA dipingono Putin come un feroce dittatore. Mentre Giulietto Chiesa, spirito libero con oltre quarant’anni di esperienza nell’ex Unione Sovietica, sin dal 2015 preconizzava che la terza guerra mondiale sarebbe sorta dal conflitto in Ucraina.  

I globalisti, dopo Ucraina, Georgia ed Armenia, ambiscono a conquistare anche il Cremlino, previa destituzione dello Zar Vladimir: a troppi sfugge che l’aggressione russa è una sostanziale legittima difesa, azione preventiva finalizzata a cogliere di sorpresa l’Ucraina, prima che fosse tardi, prima che usasse l’arma batteriologica.  

 

L’uccisione del giornalista italiano che nel Donbass indagava sui massacri di russofoni. 

I Media del regime globalista denunciano solo quanto accade a Mosca, infatti nessuna attenzione all’assassinio del giornalista italiano Andrea Rocchelli, che nel Donbass, assieme all’attivista diritti umani Andrei Mironov, indagava sui massacri di russofoni compiuti dalle milizie filonaziste.  

Entrambi rapiti ed uccisi, fu arrestato Vitaly Markiv, ultranazionalista e vice comandante Guardia Nazionale Ucraina, in primo grado condannato a 24 anni, prosciolto in appello dopo roboante campagna mediatica a suo favore, supportata da ambasciata USA. Tutto, ovvio, nell’indifferenza dei Media della gauche, che invece prestarono piena attenzione al caso dello sventurato Giulio Regeni ed a Patrick Zaki, che in Italia studiava il “no gender”, in Egitto sbattuto in galera dal Presidente El Sisi, amato dalla minoranza cristiana ma inviso ai Media globalisti che lo definiscono feroce dittatore, come Putin. Non a caso si è schierato con Zio Vladimir.  

                     

Immagine ripresa dalla pagina Facebook di Roberto Vallepiano: un terrorizzato Andrea Rocchelli nelle mani dei suoi assassini prima dell’esecuzione. Foto trovata insieme a foto di stupri e torture, sul telefonino di Vitaly Markiv, ultranazionalista, Vice Comandante della Guardia Nazionale Ucraina. Persino alcuni suoi subordinati testimoniarono, inorriditi dalle brutalità. Markiv Venne condannato a 24 anni in primo grado ma prosciolto in appello dopo la campagna mediatica a suo favore, sostenuta anche dall’ambasciata USA. Vallepiano sostiene che i media divulgano “retorica disneyana” riferendosi anche al video della giovane pianista Ucraina che suona, indomita, sotto le bombe russe.

Interessi economici famiglia Biden in Ucraina, ruolo NATO e CIA. 

A margine i legami tra famiglia Biden, America del Partito Democratico ed Ucraina.  

Burisma Group, colosso mondiale nella produzione di petrolio e gas, nel 2014 nominò nel  CdA Robert Hunter Biden, figlio di Joe, allora vice presidente di Obama, inquilino della Casa Bianca. Il mensile da 83.333 dollari di Biden junior, un passato da tossicodipendente, venne dimezzato in seguito all’elezione di Trump, 1996, che sorprese tutti.  

Nel 2016 la nomina nel CdA di Joseph Cofer Black, capo CIA dal 1999 al 2002, a suggellare l’asse tra Ucraina ed America legata ad industria bellica. Il patto occulto include, nei biolaboratori creati con fondi USA, a margine l’arma batteriologica, follie indicibili su fecondazione artificiale e riproduzione assistita, nonché sperimentazione con vaccini e casi di pedofilia che tanto echeggiano.   

Ma la guerra mediatica, virtuale si è trasformata in guerra tradizionale, come da sempre intesa, sul terreno, con soldati, schieramenti, strategie, carri armati, morti, dolore e distruzione.  

Non casuali la patetica elevazione di Zelensky a statista e la contestuale “reductio ad Hitlerum” di Putin, come osserva anche Tucker Carslon, noto anchor man televisivo americano, il quale si è chiesto a voce alta perché dal 2016, da subito dopo l’elezione di Trump, i Media iniziarono a dipingere il leader russo come un dittatore. Dietro a ciò uno degli strateghi, il Generale Joel Harding, un genio con l’uniforme.  

Nessuno meglio di un militare può capire ciò che è motivante e quanto demoralizza un soldato, in questa proxy war combattuta sul suolo ucraino dai globalisti contro la Russia di Putin.  

Meet ‘Brig. Gen. Joel Harding’ – NATO’s Online Troll Extraodinaire – Part I (russia-insider.com) 

 

Una delle rare immagini del Generale Joel Harding definito “Uomo dotato della capacità sovrumana di trollare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno”

 

Chiaro che è impossibile ottenere prove od ammissioni, ma diverse fonti sostengono sia il responsabile di operazioni di informazione (IO) nonché consigliere senior della NATO e che coordini un team di troll che, on line, tra le varie attaccano in svariate modalità i giornalisti non allineati, anche diffamandoli, arrivando ad etichettarli come “agente del Cremlino”. Questo in tempo di pace, immaginiamo in tempo di guerra.  ​ 

Cina irritata per l’arma batteriologica, creata con fondi USA 

Kiev mai ammetterà che possedeva od era in procinto di completare l’arma batteriologica, prodotta in laboratori realizzati con fondi USA, in cui dichiaravano di studiare come combattere epidemie. Wuhan dice qualcosa? Ciò avvenne anche in Georgia e Kazakistan.   

Nuovo laboratorio high-tech in Kazakistan per combattere le epidemie di peste (nationalgeographic.com) 

Nel 2015 in Kazakistan venne aperto il Central Reference Laboratory (CRL) 102 milioni di dollari messi a disposizione dal Governo Obama, laboratorio facente parte di una rete che include il “Richard G. Lugar Center for Public Health Research” inaugurato nel 2011 a Tbilisi, Georgia, sempre per debellare malattie patogene.  

  

Plausibile che gli americani, o meglio settori legati a NATO, CIA, Pentagono e Democratici, in sostanza si fossero, seppur indirettamente, tramite altre nazioni, dotati di arma batteriologica, sfruttando le realtà sociali di paesi caratterizzati da pesantissima corruzione e governi alleati, con leader subordinati a loro volontà e soprattutto quattrini.   

Alla Russia si può imputare di aver portato alla luce una realtà occulta, di voler tutelare a tutti i costi il proprio popolo e le proprie tradizioni e di contrastare la contestuale avanzata della propaganda “No gender” che sta diffondendosi in America ed Europa, grazie a Klaus Schwab ed alle ONG di  Soros 

Da ciò, per volontà di Biden, il transessuale Rachel Levin, elevato-a al ruolo di Ammiraglio e la drag queer Samuel Brinton, fresco-a di nomina nel direttivo che gestisce l’energia nucleare.  

                      

Rachel Levine, neo ammiraglio nominato da Biden, prima e dopo la transizione (ecologica)

 

Un giovane Samuel Brinton, poi in versione baffetto e rossetto, poi con divisa spaziale.

Curioso sapere cosa diranno Putin, El Sisi o i cinesi, ma anche Draghi e Bergoglio o loro emissari, se in futuro li ritroveranno sul tavolo dei negoziati in qualità di funzionari del Governo USA.  

Mauro Mauri

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