Gli apprendisti stregoni e la creazione dell’uomo-scimmia

E Zarathustra parlò così alla folla: “Io vi insegno il superuomo”. L’uomo è qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sé e voi volete essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l’uomo? Che cos’è per l’uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l’uomo per il superuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna. Avete percorso il cammino dal verme all’uomo, e molto in voi ha ancora del verme. In passato foste scimmie, e ancor oggi l’uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia. E il più saggio tra voi non è altro che un’ibrida disarmonia di pianta e spettro. Voglio forse che diventiate uno spettro o una pianta? Ecco, io vi insegno il superuomo! Il superuomo è il senso della terra. (Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra)

Il lavoro degli apprendisti stregoni prosegue a passi da gigante.
Oggi si festeggia la creazione degli embrioni chimera uomo-scimmia.

Se Nietzsche profetizzava un “superuomo” o, meglio, un “oltre-uomo”, considerando l’uomo

“una corda tesa tra la scimmia e il superuomo”

oggi gli apprendisti stregoni si emozionano nel vagheggiare un novello Frankenstein, un ibrido uomo-scimmia.

Il progetto viene da lontano, dagli anni ‘70, e lo studio attuale – pubblicato sulla rivista scientifica Cell il 15 Aprile scorso – sugli embrioni chimera uomo-scimmia è stato redatto dall’istituto Salk con la collaborazione dell’Università Cattolica San Antonio de Murcia (Spagna), dell’University of Texas Southwestern Medical Center (Usa) e dalla Kunming University of Science and Technology (Cina).
Si tratta di una tecnica per sviluppare negli animali organi “umanizzati” da utilizzare nei trapianti e, al tempo stesso – si afferma – per evitare le sofferenze degli animali da esperimento.

In Cina erano già stati creati maiali-scimmia con la tecnica degli “embrioni chimera”, ma qui siamo di fronte a dei ricercatori che per la prima volta sono stati in grado di far crescere cellule staminali umane negli embrioni di scimmia, cellule in grado di differenziarsi in tessuti cellulari con funzioni diverse. Nelle ricerche sono stati utilizzati ben 132 embrioni di macaco di Giava per produrre la crescita sia di cellule di macachi che di staminali umane.

Juan Carlos Belmonte nel suo laboratorio all’Istituto Salk

Juan Carlos Izpisua Belmonte, del Laboratorio di Scienze biologiche dell’Istituto Salk, coordinatore della ricerca afferma:

“Poiché non siamo in grado di fare alcuni tipi di esperimenti nell’uomo, è essenziale avere modelli migliori per poter condurre studi più appropriati per comprendere la biologia umana e le malattie”.

L’obiettivo è dunque quello di usare organi di animali “umanizzati” per i trapianti – vista la penuria di organi umani – producendo in un animale organi compatibili con il trapianto degli stessi in un essere umano.

Come si vede, tutto naturalmente con fini “nobili”, sempre per il “nostro bene”.

Ma purtroppo di ricerche, scoperte ed invenzioni per il nostro “bene” ne abbiamo viste troppe che si sono trasformate ben presto in elementi distruttivi per l’umanità.

Basti pensare a quanto stiamo vivendo in questi mesi tra virus creati ad arte e vaccini in grado di alterare il DNA.

La realtà è allora, purtroppo, ben diversa da quella che ci viene raccontata, come pur nota il professore Maurizio Faggioni, bioeticista docente dell’Accademia Alfonsiana:

“Rischiamo di creare una realtà intermedia fra uomo e animale, una subumanità”

Una sub-umanità, appunto.

Chi ha dimestichezza con l’esoterismo sa che fa sicuramente parte del nostro processo evolutivo ottenere padronanza dei processi fisici e della vita compresi concezione e nascita; l’ingegneria genetica acquisirà le tecniche per alterare il corpo fisico umano e questo è uno sviluppo inevitabile.

Si tratta, tuttavia, di uno sviluppo soggetto ad abusi in grado di produrre mostruosi mutanti.

La hybris che si cela dietro alla volontà di controllare la forma fisica dell’uomo rimanda alla conoscenza occulta accennata nel Faust di Goethe, con la creazione dell’Homunculus.


Rudolf Steiner chiamava occultismo eugenetico il controllo del concepimento e della nascita con la finalità di consentire l’incarnazione solo di alcuni tipi di esseri umani, l’abilità di determinare con sempre maggior precisione la natura dei nascituri.

Non possiamo non renderci conto che è questo che si sta preparando; qualcosa di cui le ricerche di oggi sono i primi timidi passi.

La manipolazione genetica avanzata, utilizzata con tecniche sempre più sofisticate modificherà radicalmente la vita sociale dell’umanità.

“Saremo in grado di controllare un processo di questo tipo? Siamo certi che le cellule umane introdotte non possano procurare sollecitazioni al sistema nervoso della scimmia in cui vengono impiantate? Che rapporto c’è tra la realtà animale e la realtà umana?”

prosegue Maurizio Faggioni

“Se questo percorso si concretizzasse si rischierebbe fortemente di mettere in essere realtà animali che hanno delle facoltà, delle capacità, che sconfinano in quelle umane”.

Sottoporre degli esseri per metà umani a degli esperimenti biologici non può non far sorgere delle forti perplessità da un punto di vista etico.
Sostituiremmo agli animali da laboratorio i simil-uomini.
Fantascienza? Purtroppo no.

Sempre Maurizio Faggioni:

“la procedura, in astratto, lo ripeto, può essere corretta: produrre organi umani o umanizzati e utilizzarli nei trapianti. Ma noi non controlliamo questi processi. E si apre la strada a chimere uomo-scimmia, a tragiche commistioni di uomo e animale, alla creazione di creature animali con alcune capacità potenziate dalla presenza di strutture umane da adibire a lavori pesanti o rischiosi o ripetitivi. Una realtà intermedia fra uomo e animale, una subumanità”.

È questo che vogliamo?

Tra la scimmia e il superuomo – un uomo più evoluto moralmente e consapevolmente – siamo certi di voler scegliere l’uomo-scimmia?

Piero Cammerinesi

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