Detenuti, migranti e comunità LGBT: provocare per strumentalizzare le reazioni

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Il garante dei diritti dei detenuti, avv. Mauro Palma (candidato SEL alle Europee 2009) è balzato alle cronache dopo il pestaggio attuato dai secondini del carcere di Santa Maria Capua Vetere, secondo tempo di un film, al solito narrato a metà dai Media allineati, che omisero le reiterate e pesanti provocazioni dei detenuti. Ve ne furono anche pochi giorni prima, fatte passare per fake news da alcuni debunker, tra cui spicca sempre il mentaniano David Puente, presunto cacciatore di bufale, ma spesso sterminatore della verità.

 

Sintesi: i carcerati provocarono ed i secondini caddero nel tranello. Ed ecco in prima pagina su Repubblica on line la rassicurante foto del compagno Palma, già elogiato dagli avvocati ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) potentissimo braccio giudiziario ideato da OSF (Open Society Foundation) ovvero da George Soros. 

Al contempo, quasi la metà della popolazione carceraria è costituita da stranieri, ma se il carcerato bergamasco Abdul El Maruchen ha acquisito cittadinanza italiana, non viene conteggiato tra gli stranieri.  

Azzardato ipotizzare che qualcuno abbia fomentato le proteste per far scattare le reazioni dei secondini, così da criminalizzarli tramite i Media allineati? Diverse volte, e non solo in Italia, a finire dapprima alla gogna mediatica e poi sul banco degli imputati le Forze d’Ordine, che oltretutto devono pagare di tasca propria le spese di giudizio, anche qualora imputati per decisioni incomprensibili di magistrati con la canottiera rossa o rainbow, mentre lo Stato le corrisponde ai migranti balordi, clandestini incluso. 

Detenuti e migranti possono distruggere carceri e centri d’accoglienza, tanto paghiamo noi, che già paghiamo gli avvocati che li assistono, certo non a gratis, e paghiamo anche le spese per l’accoglienza, al solito gestita da cooperative di visione globalista che si appoggiano agli avvocati ASGI, preparatissimi in materia. E così abbiamo Forze d’Ordine frustrate e depresse, accomunate agli immigrati regolari, onesti lavoratori che non vogliono essere associati ai balordi, dall’essere imbufaliti con un folle sistema che non punisce gli stranieri che sgarrano, i quali grazie alle info ottenute dalle ONG “umanitarie” quasi tutte finanziate OSF o da Bruxelles, hanno piena consapevolezza della situazione, dei loro diritti e spesso se ne approfittano.        

Ritratto di famiglia: Edi Rama, George Soros ed Alex Soros, che sta prendendo il posto del padre.

In parallelo i media ci travolgono con casi, veri e presunti, di omofobia, forse perché l’ambiente, le redazioni, sono forse un pò troppo gayfriendly, con i non gay talvolta emarginati. Comunque i soliti perfidi omofobi in Trentino hanno ribattezzato “Sodomiten” il quotidiano “Dolomiten” mentre a Malta definiscono “Malta togay” il quotidiano “Malta today”, Malta, con governo ed opposizione punciuti dai finanziamenti sorosiani, dove venne celebrata Messa con bandiera LGBT sull’altare, ed il Vescovo Mario Grech nell’ottobre 2020 nominato Cardinale, forse proprio per non essersi opposto. Doppia follia.  

I media non perdono occasione per narrare discriminazioni ed aggressioni, vere, fittizie, presunte, alla comunità LGBT, così da promuovere il DDL Zan. Ecco come funziona, perché la strategia è sempre identica: provocare per strumentalizzare le reazioni, al fine di poter starnazzare di razzismo, xenofobia, omofobia.

Milano, Giugno 2011: gay pride: non servono commenti.

Così due gay si sbaciucchiano in pubblico, sul tram od in stazione, con un complice in disparte pronto a filmare le reazioni eccessive del primo passante che capita, dopodiché su Social e Media è un peana di accuse di omofobia, con invito a leggi speciali, vedasi il DDL Zan. Ovviamente imbarazzati i gay che vivono con discrezione, senza esibizionismi, la loro diversità. 

Le strategie alla Goebbels dell’esercito globalista

L’esercito globalista, oltre che su giuristi, ha ai vertici sociologi e psicologi, gente che conosce le reazioni della mente umana, tutti figliocci di Goebbels, il diavolo zoppo. A Bruxelles e nelle Istituzioni europee pulsa il cuore della politica globalista, con le normative promulgate, postille incluso, che passano al vaglio di organismi istituzionali zeppi di globalisti, quasi tutti con esperienza da avvocato o quantomeno con alle spalle studi giuridici, tutto nell’indifferenza, titubanza, assopimento di Lega ed altri partiti sovranisti: solo ciò spiega clamorosi errori.  

Ma in Europa la sede logistica-operativa dei globalisti è a Tirana: nel 2013 il Premier Edi Rama, pilastro nei Balcani di OSF, fu l’unico politico presente alle terze nozze di George Soros con Tamiko Bolton, nippoamericana di 42 anni più giovane. A Belgrado è attiva una succursale OSF, la Serbia ha nominato Premier Ana Brnabic, altra colonna sorosiana, lesbica dichiarata con look da sorell* di Niki Vendola. 

Fine anni ’90: Edi Rama con George Soros

Alla caduta del comunismo, primi anni novanta, la piovra Soros sbarcò in Albania, dove attuarono esperimenti sociali, sempre con un tentacolo sul business ai massimi livelli ed un altro all’ideologia,  sfruttando attitudini e predisposizione di un popolo già indottrinato da oltre 40 anni di regime. Così reclutarono i più brillanti studenti universitari, mandati a studiare all’estero, che costituiscono l’ossatura del governo socialista di Rama, al potere dal 2013, tuttora in carica grazie a brogli avvenuti nelle elezioni del 2017 (affiorati solo nel 2018) e ripetuti, in modo ancor più marcato nelle elezioni di Aprile, nell’ovvio silenzio dei media. 

La politica europea, in primis italiana, per potersi attivare a tutela del futuro della collettività deve conoscere strategie dei globalisti ed eventi di Albania e Balcani, terra di frontiera, confine con Erdogan, ma i partiti sovranisti, Lega in primis, hanno ampiamente dimostrato di non conoscere il contesto, a cui oltretutto non prestano la minima attenzione.

Edi Rama con Ana Brnabic

Dalla mediocrità di chi gravita attorno a Salvini, pesanti errori nella gestione esteri, incluso, guarda caso, dopo il caso “Diciotti”, quando nel gioco delle parti, Rama si offrì di accogliere una ventina di migranti, con Mauro Palma ed altri avvocati globalisti a chiosare: “L’Albania non fa parte della Comunità Europea, ogni trasferimento può avvenire solo su base volontaria”. Verissimo, infatti restarono tutti in Italia, con Rama che comunque fece un bel figurone, davvero generoso, davvero bravo, sia nel prendere in giro la gente, italiani ed albanesi, che nel prendere quattrini italiani ed europei.    

Lamentare omofobia per ottenere finanziamenti europei

Doppiamente significativo quanto vidi coi miei occhi a Tirana nel 2018: avevo fatto amicizia con Agron (nome di fantasia) proprietario del piccolo alberghetto in cui alloggiavo, in una viuzza chiusa e poco illuminata a 300 metri da Piazza Skanderbeu, cuore della città. Si lamentava che da qualche tempo alcuni prostituti-travestiti di notte si appartavano in auto con i clienti, ad una trentina di metri dall’entrata, talvolta gettando a terra i preservativi usati. Ero perplesso, pensavo esagerasse: << Non ho problemi con i gay: succede che arrivano coppie gay, prendono la camera e fanno quello che gli pare, ma questi lasciano a terra i preservativi usati, non va bene per l’immagine del mio albergo, oltretutto mio figlio va a giocare lì vicino>>. Chiesi perché non si recano in posti isolati, bastano pochi minuti d’auto: <<Fanno così per provocare, per far scattare l’accusa di omofobia e far ottenere finanziamenti dall’Europa alle ONG che combattono l’omofobia>> restai sbalordito, prima volta che sentii simile concetto. 


L’indomani sono in camera, verso mezzanotte Agron mi telefona: <<Sei sveglio? Scendi a vedere>>. A trenta metri dall’ingresso, in un angolo poco illuminato, a fari spenti, una macchina ferma che sballottola leggermente, seppur con fatica si intravvede che c’è dentro qualcuno. <<Vedi? È la macchina del cliente con il travestito. Io ed altre persone che abitano qui accanto qualche mese fa siamo andati dalla polizia, furono vaghi e generici, ci dissero che era difficile intervenire. Qualche settimana dopo in un bar incontrai un poliziotto che mi disse la verità: non intervenivano per indicazione Ministeriale, a voce, di non infastidire la comunità LGBT>>. Difficile crederci per chi non conosce strategie dei globalisti e realtà albanese.    

Passa qualche minuto, sentiamo il rumore della macchina che parte, usciamo, sull’asfalto un preservativo gocciolante. Sono sbalordito, Agron, sconsolato, mi dice che non sa cosa fare. Dopo un mese torno e gli chiedo se ci sono novità. Sorride: <<Tutto a posto, risolto all’albanese: ho chiamato un mio amico, un tipo bel grosso, una sera è stato qui da me, appena sentito un auto parcheggiare al solito posto, siamo usciti, ha aperto la portiera ed ha tirato due sberloni al cliente>> e conclude ironico: <<Non ha detto nulla, anzi, si è scusato, ha acceso l’auto ed è partito. Credo che poi il travestito ha fatto circolare la voce che qui non va bene, infatti non sono più tornati>>.      

Delina Fico, ex docente universitaria a Tirana e New York, definita (sigh!) attivista della “Società Civile” fa parte del direttivo OSF che gestisce i Balcani nonché di altre ONG impegnate nella tutela di diritti femminili e comunità LGBT, come GADC (Gender Alliance for Development Center) attive grazie a finanziamenti esteri. 

Tirana: Delina Fico, promotrice diritti LGBT, moglie di Bledi Cuci, Ministro degli Interni

Sempre nel torpore degli europarlamentari sovranisti, Bruxelles innaffia di danaro l’Albania, finanziando sia piccoli progetti delle singole ONG che sontuosi progetti governativi, a margine quanto prosciugato dall’incredibile corruzione delle idrovore istituzionali. E con la scusante di tutelare i diritti femminili vengono divulgate teorie “no gender”. 

In parallelo il capitolo immigrazione: da pochissimi anni Edi Rama, sempre grazie a fondi europei sta preparando il terreno per accogliere migranti, soprattutto bangladeshi e pakistani, previ accordi intergovernativi, tutte persone che inesorabilmente, prima o poi si riverseranno in Italia ed Europa, essendo l’Albania terra di emigrazione, stante una realtà economica disastrosa, con stipendio medio di circa 250€ mensile.

Nel 2017 Madam Fico promosse una manifestazione LGBT in centro Tirana, esaltando con l’altoparlante una ventina di partecipanti: <<Voi siete la parte migliore della comunità albanese>> in parallelo, in un contesto di educazione ai diritti LGBT, alcuni licei invitarono in classe travestiti a raccontare la normalità della loro vita. Delina Fico, vent’anni addietro donna di Edi Rama, ora è moglie di Bledi Cuci, Ministro degli Interni: a confermare le silenziose accuse dell’anonimo poliziotto.

Mauro Mauri 

 

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