Dal Myanmar con orrore

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“Chi pranza col diavolo deve usare un cucchiaio lunghissimo” (proverbio Inglese)

L’ottica su quanto è avvenuto è differente a seconda delle province etniche (dove la maggioranza non è ne Birmana, né buddista).
Questo è il caso nel Rakhine, dove sono stati accertati crimini contro l’umanità di cui sono state vittime i Rohingya mussulmani.

Sono anche documentatissimi gli stessi fatti contro l’etnia Karen, minoritaria nello stato di Mon, che è stata sostanzialmente eliminata.

I media Birmani e mondiali hanno sempre taciuto fatti come questi fatti che si sono verificati da oltre 70 anni nelle provincie ad etnia prevalentemente cristiana, del Kachin, Chin e Keyin.

Soltanto dove le armate dei volontari (chiamati terroristi e ribelli dall’etnia Birmana) sono state più forti, le popolazioni locali sono state protette dal peggio. Ovunque il Tatmadaw, l’armata Birmana e buddista al potere dal 1947, si è comportato allo stesso modo.

Il governo “democratico” di Aung San Suu Kyi non ha mai fatto niente per arginare la costante violenza contro le etnie non Birmane. Anzi, il suo comportamento è stato unicamente a favore dell’etnia Birmana, ma a sfavore di qualsiasi altra etnia.

Ha inoltre autorizzato il lancio delle campagne militari di pulizia etnica il che, pochi mesi fa, aveva fatto accusare Aung San Suu Kyi di crimini contro l’umanità. Per questo la sua fama di icona democratica è stata svalutata all’estero: nel Myanmar, solo le etnie Birmane credono ancora alla sua “santità”.

Certi si domandano se tutto è stato fatto intenzionalmente dai militari, per permettere il golpe senza temere un intervento estero.

Buddisti Birmani, tossico-dipendenti dell’oppio del popolo.

Iniziamo col fare luce sul buddismo, di cui moltissimi Occidentali hanno una visione troppo positiva, principalmente a causa della reazione storica non-violenta del Dalai Lama all’invasione del Tibet da parte dei Cinesi.

Dimentichiamo troppo facilmente che il buddismo ha origini guerriere: e che ha causato secoli di guerra in Cina, seicento anni di guerra civile in Giappone, ed è alla base delle arti marziali in Cina, in Corea e in Giappone.

In Birmania, la maggioranza dell’etnia Birmana è buddista, di una forma molto militante: nel Paese le voci principali a favore dell’eliminazione delle etnie diverse provengono da monaci buddisti, da monasteri che auspicano la morte per che la pensa diversamente.

Chi la pensa diversamente? I Karen nel Mon, i Rohingya in Rakhine, e i Cristiani nel Keyin, nel Chin, e nel Kachin.

Un particolare utilissimo per i criminali che vogliono vivere impuniti è il fatto che, come avveniva nel medioevo in Europa, basta loro prendere rifugio in uno qualsiasi delle migliaia di monasteri buddisti, farsi radere il cranio e vestirsi di rosso-arancio, in modo che nessuno possa più toccarli.

Il fatto che circa il 10% del popolo viva di elemosina in quell’arcipelago di monasteri, è qualcosa che grava pesantemente sui Birmani: questo come motivo del loro atteggiamento predatorio nei confronti delle etnie diverse.

 


 

Cui prodest?

Altro elemento importante da sapere è che tutte le ricchezze minerali del Myanmar si trovano in regioni con etnie non Birmane: es. in Rakhine ci sono importanti giacimenti di gas naturale esportato via pipeline in Cina (motivo per la pulizia etnica?).

Nel Kachin ci sono miniere d’oro e il più importante giacimento di giada il mondo: con lo sfruttamento di queste ricchezze si finanzia da anni la guerra civile: in altri stati ci sono giacimenti di zaffiri e rubini.

Sempre nel Kachin, è stata costruita una diga dal governo di Aung San Suu Kyi per generare energia idroelettrica, sfrattando la popolazione da un’area più grande della Repubblica di Singapore stessa. Questa si trova a meno di 30 chilometri dal più grande centro abitato dello stato. Questo rappresenta pertanto un serio rischio di tsunami – che si verificherebbe in meno di un minuto – se ci fossero difetti di costruzione.

Non solo, ma chi ne trae beneficio? Non il popolo dell’area, che non vedrà neanche l’1% del profitto. L’energia prodotta sarà totalmente esportata in Cina, ignorando i bisogni locali, ed i profitti andranno a finire nelle tasche di…quei conglomerati oscuri che sono il patrimonio dei generali.

Per questo l’armata Birmana va nel Nord del paese, per arricchirsi di oro e di giada, per violentare e uccidere a piacimento, per poi tornare nelle zone Birmane per farsi trattare da eroi per aver combattuto i loro concittadini, con bombe a barile lanciate da elicotteri, e qualsiasi tattica che escluda la battaglia classica, perché oltre che criminali sono anche codardi.

La prova della corruzione integrale della giunta militare si vede dall’annuncio ufficiale di oggi che, visto che le banche di stato sono bloccate da embargo da parte del movimento di disobbedienza civile, le banche private hanno 24 ore per aprire, sotto penalità dalla banca centrale.

I militari hanno anche fatto ricorso a “prestiti” dal principale sito turistico della Pagoda di Shwedagon per finanziare le loro campagne: il movimento di disobbedienza civile non gli ha consentito di finire di pagare i soldati e gli stipendi della polizia.

Il risultato: sia i soldati che la polizia si sono rivolti al crimine. Le intrusioni sono solitamente seguite da rapine, stupri (per divertimento) e talvolta omicidi (per coprire le tracce) e, in casi estremi, distruzione di case (di cui vengono accusate le stesse persone, come in Rakhine).

L’appoggio della Cina

Chi compra dal Myanmar? La Cina. La Cina è quella che finanzia tutti crimini contro l’umanità fatti dalle forze del disordine – che non si possono chiamare altrimenti poiché non serve cercare la protezione da parte di coloro che opprimono i civili.

Poco prima del golpe centinaia di forze speciali Cinesi sono state filmate mentre attraversavano la frontiera per venire in Myanmar. Sono “sparite” poi…e chissà dove sono, il che ricorda il ruolo delle truppe Russe “volontarie” in Ucraina.

Il partito comunista Cinese appoggia i militari poiché non può fare altrimenti. Non può fare altrimenti perché da quando hanno abbandonato il comunismo, qualsiasi giustificazione per rimanere al potere come mono-partito si è dissolta.

Non possono permettere l’esistenza di una qualsiasi opposizione interna. Perché comporterebbe il rischio di perdita del potere. Da questo deriva l’oppressione delle minoranze religiose Mussulmane nel Xinjiang, come già avvenne in passato in Tibet. Per questo si oppongono alla democrazia ad Hong Kong, per questo si oppongono al governo democratico a Taiwan, e per questo appoggiano il regime tremendamente crudele in Corea del Nord.

La particolarità della versione Cinese del comunismo in Asia, è che, nonostante la posizione atea, condona la pena di morte: in questo si distingue da qualsiasi altro paese materialista, perché in tal caso la pena di morte è qualcosa di irreversibile e dunque eticamente ingiustificabile dove la nozione di giustizia ha valore.

Ma in Cina, ha valore il potere e null’altro: per questo in Cambogia, quando il regime dei Khmer Rossi fece stragi non intervenne la Cina, ma altri suoi vicini. È per questo che non vogliono che ci sia una vera democrazia in Asia: per questo possono contare sull’appoggio cinese i generali in Tailandia, e per questo minacciano le Filippine e l’Indonesia con la militarizzazione di atolli dichiarati unilateralmente suolo cinese.

Finché ci sono i cinesi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, i generali se la passano liscia, arricchendo le loro famiglie, dando partecipazioni nei loro gruppi d’imprese ai soldati che vogliono premiare, e togliendo loro ogni punizione quando vogliono. Questi gruppi rappresentano le forze economiche più potenti del Paese, e sono nelle mani delle famiglie dei generali. Questo spiega come mai il golpe sia stato fatto da un Generale (Min Aung Hlaing) che sta morendo di una malattia incurabile: tutto è già in mano alla sua famiglia.

Le ultime provocazioni

Nei primi giorni del golpe i militari hanno preso d’assalto le centrali elettriche della capitale del Kachin per mettere la città al buio. Da allora, la repressione si fa sempre più feroce.

I media sono concentrati al Sud e senza treni, corrieri ed aerei non si possono spostare per veder quello che succede.

I militari Birmani provengono principalmente da zone urbane, e non gli interessa nulla delle zone dove non hanno conoscenze: mancando di vera motivazione, è noto che vengono spesso drogati per renderli più aggressivi militarmente.

Purtroppo la droga non solo stimola il coraggio sul campo di battaglia, ma fa diminuire qualsiasi scrupolo, e aumenta la voglia sessuale: è probabile che questo sia un fattore fondamentale nelle atrocità documentate nelle zone etniche da decenni.

Internet lì è tagliato (quasi al 100%). Di notte le truppe e la polizia fanno razzie nelle case, derubando tutto (quando trovano oggetti di valore) o stuprando le donne davanti ai genitori o davanti ai mariti, come hanno sempre fatto nelle aree remote. Quando temono testimoni, una pallottola costa poco, e tagliar la gola ancora meno: ma che intanto soffrano il più possibile chi osa opporsi.

Il governo democratico aveva decretato l’illegalità delle esportazioni di alberi centenari abbattuti illegalmente; ebbene, dalla prima notte senza illuminazione si vedevano gli alberi caricati su camion destinati alla Cina.

La polizia deruba ovunque: ho visto video della polizia che coi militari hanno sfasciato un mercato per impedire alla gente di mangiare. Circolano voci che chiunque si faccia vedere col telefono in mano viene preso e gli si rompono le ossa delle mani in modo che non possa più fare circolare notizie. Intanto la polizia continua le razzie notturne. Quando fa buio e non c’è internet, forzano le porte delle case a arrestano chi vogliono, anche senza uniforme, e si rifiutando di dire per quali  accuse o di identificare gli agenti che intervengono.

I bimbi che tornano a casa quando c’è la polizia armata (forse si tratta di militari travestiti) e si mettono ad urlare vengono sedati con siringhe…contenenti chissà che. Certe case di attivisti della disubbidienza civile sono state incendiate intenzionalmente, anche con gli abitanti dentro e senza qualsiasi assistenza. Questo si era già visto in Rakine ed altrove, ma ora avviene ovunque. In certi casi si parla di quartieri interi (ci sono stati casi di una trentina di case incendiate in una notte).

La discriminazione religiosa

Si sa se il popolo è a maggioranza cristiana, o buddista, o altro, poiché ogni carta d’identità deve per legge dichiarare la religione del portatore: e questo è un mezzo di discriminazione usatissimo nelle zone etniche. Se uno pratica la disobbedienza civile ed è cristiano nelle zone etniche, ecco la scusante già pronta per farsi licenziare e dare il posto a una persona buddista birmana.

Inoltre, in Kachin e altrove, i militari usano droni per controllare le proteste, per poi abbattere coi cecchini con una pallottola in testa chi vogliono: questo anche nei recinti delle chiese.

A testimonianza del potere birmano sulle etnie, considerate come sub-umane dai generali e dai monaci, hanno costruito pagode buddiste all’interno dei cimiteri cristiani, spesso anche in villaggi senza neanche un solo buddista. La tattica è provocatoria al massimo: se si osasse toccare il monumento quella sarebbe una scusante per una spedizione militare punitiva, come già visto contro i Rohingya in Rakhine. Ma finora le armate volontarie ribelli negli stati etnici non ci sono cascate, anche se a Yangon ed altrove, i birmani le sbeffeggiano chiedendo come mai non intervengano .

Le speranze attuali

I civili birmani, che da decenni hanno trattato i criminali di guerra come eroi, iniziano a rendersi conto che forse le storie che avevano tanto ridicolizzato, erano vere.

Alcuni di loro chiedono agli eserciti regionali di intervenire, non solo per salvare le popolazioni etniche locali, ma anche per debellare le forze dell’oppressione. C’è persino stato un monaco buddista che ha chiesto scusa alle etnie per quanto è accaduto per oltre 70 anni nelle loro regioni.

Ma non possono intervenire loro: il Tatmadaw non aspetta altro per iniziare una repressione spietatissima, e non sono così stupidi al punto di rischiare di non più poter proteggere le proprie popolazioni in cambio di una politica suicida che non libera nessuno. Né possono realisticamente intervenire le Nazioni Unite: specie coll’appoggio Cinese ai generali (mascherato dal non voler intervenire in questioni interne).

I birmani ancora chiedono ossessivamente di liberare Aung San Suu Kyi: ma le etnie non lo vogliono, perché lei non fa altro gioco che quello dei militari, difendendo sempre “l’armata di suo padre”, e dimentica che furono proprio loro ad assassinarlo! Lei non serve ad altro che a legittimare un sistema di egemonia birmana che non è mai stata giustificato, e che è tempo che cessi, onorando l’accordo federale che era alla base dell’indipendenza iniziale dagli Inglesi, e che fu il più grande successo di suo padre.

Dai video di proteste lontane dal territorio centrale birmano si può notare che non ci sono ritratti di lei in mostra, e nessuna richiesta che venga liberata: laggiù il suo culto della sua personalità è considerato senza valore. Al contrario, le richieste di democrazia e di parità di trattamento di tutti i cittadini incontrano il fuoco dei cecchini, anche in edifici della chiesa cattolica.

Se si potesse rispettare la Federazione iniziale, se si potesse togliere la voce “religione” dai documenti, si potrebbe immaginare uno sviluppo davvero democratico del Paese, con un vero governo ed una autentica opposizione.

Ciò porterebbe ad uno sviluppo economico e culturale come quello che, all’epoca dell’indipendenza, aveva posto il Myanmar al primo posto delle nazioni del Sud-Est Asiatico, anziché all’ultimo posto come è ora, dopo oltre 70 anni di abusi militari.

Myanmar 13 Marzo 2021

AGGIORNAMENTO DEL 15 MARZO 

Ieri è stato il giorno più sanguinario dall’inizio del colpo di Stato.

Ciò è in linea con una dichiarazione del Min Aung Hlaing per conto della giunta, che ordinava ai militari di usare qualsiasi forza necessaria per sopprimere la resistenza prima della giornata del Tatmadaw, alla fine di questo mese.

Internet adesso è stato tagliato su base semi-permanente in tutto il Paese, presumibilmente per impedire che emergano le prove delle atrocità genocide per cui l’esercito birmano è ben noto.

Immaginate ciò che è accaduto durante l’anno in cui Internet è stato tagliato nello stato di Rakhine, e avrete davanti il modello: quello che ha portato Aung San Suu Kyi a trovarsi imputata davanti alla Corte internazionale di giustizia per rispondere di crimini contro l’umanità.

Molti birmani si stanno rendendo conto della difficilissima situazione delle popolazioni etniche che soffrono in questo modo da oltre 70 anni, ma purtroppo sono ancora legati all’immagine di Aung San Suu Kyi come eroina.

Non si preoccupano dei crimini contro l’umanità, ma solo della presa di potere dell’esercito.

La difesa di Aung San Suu Kyi dell'”esercito del padre” l’ha resa complice, agli occhi del mondo.

Finché sarà presentata come volto della resistenza, nessuno interverrà mai per aiutare il popolo del Myanmar.

Le persone in tutto il Myanmar devono svegliarsi e resistere insieme e chiedere aiuto ad una sola voce, dove sia credibile che i diritti umani saranno rispettati.

Invece, a Yangon, una donna indù è stata uccisa ieri l’altro dall’esercito. Nonostante abbia lasciato 4 bambini, il suo corpo è stato ignorato e lasciato per strada, appena coperto da un panno per giorni.

Se fosse stata buddista, ci sarebbero state processioni, proteste e grandi funerali: ma lei (e altri) oggi ancora sono cittadini di seconda classe. Se questo non cambia, non ha senso che qualcuno intervenga.

Sempre ieri, alcune aziende cinesi nella periferia di Yangon sono state attaccate. Ciò ha portato lo stato cinese a chiedere all’esercito di intervenire per proteggere gli interessi cinesi, e i generali responsabili hanno dichiarato che se ne occuperanno.

Di conseguenza ci sono ora soldati completamente armati in quasi tutti gli angoli di strada in tutta la nazione, chiaramente preparandosi ad attaccare.

Sfortunatamente per loro, dei poliziotti sono stati filmati in uniforme, lanciando Molotov contro le imprese cinesi per giustificare l'”intervento” militare. La verità dietro questi attacchi è questa: fa parte di “disinformazione sul campo di battaglia”, usata contro il proprio popolo.

Se il popolo non si sveglia e non si unisce per affrontare l’esercito, il popolo può aspettarsi molti anni di tale oppressioni.

I generali del Myanmar non hanno riflettuto sino in fondo, se vogliono fare i re – su un mucchio di ceneri funerarie?

Aristarco Scannabue II *

* Nome di Guerra (civile), usato per proteggere la famiglia in Myanmar

 

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