Cure, vaccini, sgambetti ed altre storie

Ho passato 4 giorni in ospedale, quando sono andato non mi sentivo molto in forma, e in pochissimo tempo mi hanno dato il Regeneron, e anche altre cose, ma penso che la chiave è stata proprio questa. Ho preso il Regeneron ed è stato incredibile, mi sono sentito bene immediatamente. Mi sono sentito bene già 3 giorni fa, come mi sento bene adesso. Quindi, voglio solo dire che abbiamo il Regeneron, abbiamo un medicinale simile da Eli Lilly, uscirà a breve e stiamo cercando di renderli disponibili come base per le emergenze.

Così aveva esordito Donald Trump il 7 Ottobre scorso, una volta uscito dal Walter Reed Medical Center dove aveva trascorso appena tre giorni prima di rientrare alla Casa Bianca.

Aveva da subito fatto capire che il prodotto che aveva assunto – il Regeneron – in realtà il suo vero nome è REGN-COV2 – un trattamento ancora privo di studi clinici ufficiali – era stato a dir poco miracoloso nel fermare da subito il procedere dell’infezione.

Si tratta di un prodotto di biotecnologie, che mostra ottimi risultati nella cura del Covid-19 unitamente ad un nuovo trattamento con anticorpi della Casa farmaceutica Eli Lilly.

Nello studio clinico in fase 1 su 275 pazienti contagiati con il Covid-19, chi era stato trattato con il REGN-COV2 nella fase iniziale mostrava più bassi livelli virali nel sangue rispetto ai pazienti che avevano ricevuto un placebo. I sintomi dei pazienti trattati duravano dai 6 agli 8 giorni, contro i 13 giorni di chi aveva ricevuto un placebo.

Si tratta di un farmaco che viene utilizzato per prevenire e curare le infezioni.

I farmaci di cui il presidente ha parlato sono chiamati anticorpi monoclonali. Sono progettati per bloccare il virus come fanno gli anticorpi di una persona in risposta a un’infezione o ad un vaccino.

I dati finora raccolti suggeriscono che gli anticorpi sintetici, se somministrati precocemente, possono evitare il ricovero ospedaliero essendo probabilmente più efficaci nelle prime fasi del decorso della malattia.

Il REGN-COV2 non ha però ancora l’autorizzazione della FDA (Food and Drug Administration), e per questo è considerato un trattamento sperimentale per “uso compassionevole” il cui uso, cioè, può essere consentito solo laddove altri trattamenti non funzionino. Per quanto riguarda l’utilizzo da parte del presidente Trump, scrive il New York Times che l’amministratore delegato della Regeneron, Leonard S. Schleifer ha detto di essere stato contattato dallo staff medico del presidente per ottenere il permesso di usare il farmaco.

.E, con grande sorpresa di tutti – e malcelata insoddisfazione di alcuniThe Donald con la sua età, le sue patologie ed obesità ha superato brillantemente il Covid-19 in tre giorni.

Come? In tre giorni? Chi è, Gesù Cristo? Ma allora vuoi vedere che questa non è la peste nera come stanno raccontando?

E lui, raggiante di soddisfazione ha festeggiato a modo suo, raccontando:

Avevo sentito parlare di questo farmaco, e ho pensato ‘proviamolo. Sono stato io stesso a suggerirlo e il modo in cui ha funzionato è stato incredibile. Sono arrivato in ospedale senza sentirmi molto bene e 24 ore dopo stavo benissimo e volevo già essere dimesso. Ed è quello che voglio per tutti, voglio che tutti ricevano lo stesso trattamento del presidente.

Ma le cose non sono così semplici neppure per il presidente degli Stati Uniti.

Tanto che oggi è stata ufficialmente dichiarata la sospensione della sperimentazione del farmaco antibiotico su cui sta lavorando proprio la Casa farmaceutica Eli Lilly.

Non era bastata l’interruzione della sperimentazione del vaccino per il Covid-19 prima da parte della AstraZeneca, l’8 Settembre, e, solo ieri della Johnson & Johnson. In entrambi i casi a causa di malattie inspiegabili insorte in alcuni volontari cui era stato somministrato il farmaco.

E oggi è la volta del trattamento sviluppato dalla Eli Lilly.

Guarda caso appena qualche giorno dopo la promessa di Trump di renderlo disponibile gratuitamente a tutti.

Così aveva proseguito, infatti, Trump nel discorso del 7 Ottobre:

Lo abbiamo autorizzato, io l’ho autorizzato. Se siete in ospedale e vi sentite molto male stiamo lavorando per farvelo avere gratis, specialmente se siete persone anziane, stiamo cercando di renderlo disponibile in maniera veloce. Abbiamo centinaia di migliaia di dosi che sono quasi pronte. Ho dato l’autorizzazione per l’uso di emergenza deve solo essere firmata ora, e starete meglio, starete meglio molto velocemente.

Ma così non è stato perché l’FDA si è messa di traverso.

Anche se, mentre nei casi della AstraZeneca si erano avute delle reazioni avverse molto serie tra i volontari, in questo caso non vi sono state reazioni avverse.

Ora però, qui noni si tratta di un vaccino.

Ecco cosa afferma The Donald sempre nello stesso discorso:

Per di più ci sono anche altri farmaci che aiutano molto ma questa, per la mia esperienza, questa che chiamano ‘terapeutica’, che per me non è stata terapeutica, mi ha fatto semplicemente sentire meglio, io la chiamo cura. Io voglio che queste cose vengano fatte, quindi dobbiamo farle, e voglio che vengano approvate, voglio renderle disponibili negli ospedali dove le persone si sentono male e questo per me è molto più importante del vaccino.

Dice proprio: “questo per me è molto più importante del vaccino”.

Molto, molto pericolosa una affermazione del genere. Non pensiate che Trump parli a casaccio. Se dice qualcosa tra le righe sono messaggi trasversali da recapitare a chi di dovere.

E non era stato, a dire il vero, solo Trump ad esaltare l’efficacia del REGN-COV2; alcuni esperti nutrono infatti grandi speranze che il tipo di trattamento ricevuto da Trump possa diventare un elemento importante nella lotta contro la pandemia. Il dottor Francis Collins, direttore del National Institute of Health, ha recentemente dichiarato al Washington Post che questi farmaci a base di anticorpi sono forniscono “una ottima possibilità di cambiare realmente le regole del gioco”.

Afferma la Reuters, che lo stop sia stato provocato da alcuni ispettori che avrebbero scoperto gravi problemi di controllo della qualità in uno stabilimento farmaceutico della società che si sta ampliando proprio per produrre uno dei due farmaci definiti dal presidente Trump una “cura incredibile” per la malattia, citando dei documenti governativi e tre fonti che bene informate.

Come si è detto, infatti, è necessaria l’autorizzazione d’emergenza per l’uso (EUA, Emergency Use Authorization) da parte dell’agenzia federale, questo perché la legge degli Stati Uniti richiede generalmente la conformità agli standard di produzione per l’autorizzazione di un farmaco.

Che straordinaria coincidenza, però.

Il presidente – sotto elezioni – promette di rendere disponibile gratuitamente il farmaco che l’ha fatto guarire dal Covid-19 a tutti e la sperimentazione viene fermata pochi giorni dopo…

E il bello è che i rilievi che sono stati fatti dalla FDA si basavano su ispezioni fatte precedentemente – addirittura nel Novembre scorso – ma che non erano state rese note.

In seguito a tali ispezioni, la FDA ha classificato i problemi con il livello di violazione più grave, con un avviso di “Official Action Indicated” (OAI).

Guarda guarda, avevano già la pistola pronta col colpo in canna e aspettavano solo il momento giusto per sparare…mostrando alla gente una immagine di Trump che non solo reclamizza un trattamento ancora non approvato ma anche prodotto da un’azienda sotto indagine.

Questo significa che le violazioni sono abbastanza gravi e hanno un impatto significativo sulla salute pubblica da richiedere una soluzione

ha detto Patricia Zettler, un ex consulente legale ora nella dirigenza della FDA e professore di diritto alla Ohio State University.

Dalla Eli Lilly hanno dichiarato ieri di aver interrotto la loro sperimentazione clinica per il farmaco su pazienti ospedalizzati “per un eccesso di cautela” relativamente un potenziale problema di sicurezza. La società non ha rilasciato informazioni su quale fosse il problema e si è rifiutata di dire come la notizia avrebbe potuto influenzare la loro richiesta di EUA.

Naturalmente le tre fonti che hanno parlato con la Reuters hanno chiesto che i loro nomi non vengano divulgati, in modo da poter parlare liberamente senza timore di ritorsioni.

Tutto architettato ad arte?

Mah, a pensar male si fa peccato, come diceva il Divo…

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