Bianca Maria Scabelloni

Mimma Bevenuti

Dottore Lei mi deve promettere che mi aiuterà ad incontrarLo…” disse la giovane donna, tanto esile quanto decisa, guardandolo fisso negli occhi, “…d’ora in avanti la mia vita non avrà altro scopo”. Il dottor Colazza, discepolo diretto di Steiner aveva appena terminato una riunione in cui aveva parlato dell’Incontro per eccellenza, quello che Rudolf Steiner aveva annunciato per la nostra epoca, l’incontro con il Cristo eterico.

La giovane donna era Bianca Maria Scabelloni, e da allora mantenne la sua promessa, dedicando tutta la sua esistenza a quell’Incontro.

Una vita dietro le quinte quella di Mimma – come tutti la chiamavano – non propriamente invisibile ma certo mai sotto l’occhio dei riflettori. Una vita all’ombra di due giganti spirituali come Giovanni Colazza e Massimo Scaligero, che era poi suo cugino. Dietro le quinte, ma solo per via del suo modo di essere che la portava a non voler apparire; nel corso della sua vita non ha infatti pubblicato né libri né tenuto conferenze pubbliche ma solo incontri privati con i vari gruppi di ricercatori che gravitavano intorno a Massimo Scaligero.

Non che le mancassero i mezzi o il carattere, anzi.

Fu lei che all’indomani della scomparsa di Giovanni Colazza, nello smarrimento di tutti, davanti al tavolo vuoto dove lui usava tenere le riunioni, si alzò con decisione prendendo per il braccio Massimo e letteralmente trascinandolo al tavolo: “Ora vai a sederti a quel tavolo, perché il nostro lavoro deve continuare e tu sei quello che deve guidarci”.

Bianca Maria Scabelloni (1923-1990) è stata una presenza silenziosa, attenta, disponibile ad assistere chiunque avesse bisogno di un aiuto sulla Via dello Spirito. La sua dedizione – fino al sacrificio di sé – ha accompagnato centinaia di persone nella ricerca interiore, in particolare nel decennio successivo alla scomparsa di Massimo Scaligero – avvenuta nel 1980 – che produsse un incolmabile vuoto tra coloro che lo seguivano.

Minuta nel fisico ma con occhi d’insondabile profondità era una persona di grande semplicità e umiltà, qualità che apparentemente stridevano con la sua statura interiore; un contrasto del tutto speciale, in particolare per chi fosse abituato a incontrare quei sedicenti maestri che tendono ad enfatizzare vere o presunte qualità spirituali. Eppure l’impressione che lasciava su chi la incontrava era di una personalità assolutamente fuori dall’ordinario, una presenza di luce e di saggezza pronta a donare, con una naturalezza disarmante, a chiunque ne avesse bisogno, la parola giusta, un’indicazione di vita, un suggerimento interiore.

Il suo modo di vivere era quasi monacale ma la sua dimora talmente pervasa di amore per gli altri che entrare nella sua casa dava l’impressione di accedere a un tempio. Mimma aveva acquisito grandi esperienze pedagogiche già dagli anni ’40 del secolo scorso presso la scuola steineriana milanese; esperienze che le avevano permesso di concepire una “via italiana” alla pedagogia Waldorf, pur nella fedeltà alle basi della visione pedagogica e didattica elaborate da Rudolf Steiner.

Da Milano, città della sua giovinezza, Mimma si spostò a Roma, avendo sposato Romolo Benvenuti, anch’egli studioso di Antroposofia e presidente, sino alla sua scomparsa, del Gruppo antroposofico Novalis di Roma. Nella Capitale la sua ricchezza di stimoli interiori e di esperienza pedagogica fu alla base – nel 1979 – della creazione della Scuola Materna Arcobaleno nel quartiere di Monteverde Vecchio. Tutto iniziò con una prima classe di scuola materna, seguita, tra mille difficoltà e problemi, da altre due e poi da una scuola elementare.

Gli appunti di pedagogia e didattica di Mimma sono stati poi raccolti e pubblicati in un libro solo dopo la sua morte: “Il metodo dell’uomo” edito nel 1998 da Tilopa, che rappresenta un manuale prezioso per tutti gli operatori di pedagogia steineriana.

Oltre all’elemento didattico e pedagogico era particolarmente vivo in lei un particolare e originale sentimento per l’essere dell’euritmia, la nuova arte spirituale ideata da Rudolf Steiner, grazie alla quale si esprimono nello spazio i movimenti che danno forma all’essere del linguaggio. Aveva appreso quest’arte nei primi anni ’50 – sempre nel corso della sua preparazione presso la scuola antroposofica di Milano – dalla signora Vanna Rizzi-Bianchi, discepola diretta di Marie Steiner von Sivers.

Si trattava di un’euritmia in perfetta linea con le indicazioni e la direzione interiore che prese la “via italiana” alla Scienza dello Spirito grazie agli influssi di personalità d’altissimo livello interiore come Giovanni Colazza e Massimo Scaligero. Mimma non si stancò mai di trasmetterla con dedizione inesauribile a centinaia di persone nel corso della sua vita.

Le conferenze che verranno pubblicate in questo spazio provengono da incontri privati con gruppi di lavoro spirituale – soprattutto quello di Castelnuovo di Porto, ma anche altri – negli anni ’80 del secolo scorso. Sono state registrate e trascritte senza la supervisione di Mimma ma i loro contenuti rappresentano ancora oggi un dono impagabile di conoscenza e di libertà.

Piero Cammerinesi

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