Appello agli amici per un voto inutile ma coraggioso

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Il 25 (forse) si va a votare, ma io non credo nel voto e credo che in Italia siano rimasti in pochi a crederci ancora. Giustamente. E allora cosa dovremmo fare?

Ammettiamo che le elezioni siano una commedia. Tutti i partiti di maggioranza, da Letta a Meloni, passando per Calenda, Renzi, Salvini, Bonino, Berlusconi ecc. sono l’espressione di un unico potere. Non sono buoni o cattivi, ma rappresentano il potere e in quanto rappresentanti del potere, la loro prima missione è accrescere, o perlomeno preservare, il potere che servono.

Il terrore di perdere i propri privilegi – in primis quello della beata ignoranza – impedisce a queste persone di compiere qualsiasi azione al servizio del bene comune, nel momento in cui quel tipo di azione rischia di compromettere il potere che rappresentano. Magari qualcuno di questi attori, del bene, in origine, lo voleva pure fare, ma oggi è inutile pretenderlo da loro, perché sono diventati schiavi di un potere che non possono più deludere. Quando uno diventa uno schiavo non è facile tornare libero e più uno schiavo diventa utile e importante, più è alto il prezzo della propria libertà.

Mi sembra pressoché inutile spiegare una delle premesse di questa riflessione, ovvero quella che il potere, in quanto potere, non può mai essere al servizio del bene comune, perché esso si basa sul principio dell’esclusività e si legittima attraverso una finta guerra di tutti contro tutti: la guerra per la sopravvivenza. Il potere dev’essere esclusivo poiché nel momento in cui lo condividi con qualcuno, quel qualcuno potrebbe diventare più potente di te e soppiantarti. Un chiaro esempio che spiega questo meccanismo è il gioco da tavola del Monopoli: il vincitore, per vincere, deve possedere tutto.

Il potere può servirsi di vassalli, a cui concede dei benefici, per esercitare la propria missione di dominio e di controllo, ma mai questi vassalli possono alzarsi al suo livello. Essi avranno quello che avranno, in cambio della propria libertà. Il potere deve rimanere uno.

 

 

Naturalmente questo tipo di narrazione sarebbe un po’ forte per gli elettori, che pur non credendo nel voto, devono pur assistere a una commedia. Letta e Meloni mettono allora in scena un gioco, il gioco della destra e della sinistra, dei conservatori e dei progressisti, e tutti quanti insieme partecipano allo spettacolo. Forse qualcuno di loro sa di stare recitando e qualcuno invece è talmente preso dal proprio personaggio da non rendersene nemmeno conto. Poco importa; questi partiti mostrano dei volti diversi, ma sono tutti ingranaggi della stessa macchina.

Sono loro che negli ultimi due anni hanno calpestato la Costituzione.
Sono loro che hanno strumentalizzato il Covid.
Sono loro che hanno boicottato cure domiciliari economiche e sicure, condannando migliaia di persone, e allo stesso tempo hanno costretto o cercato di costringere, attraverso minacce e ricatti, uomini liberi e sani a sottoporsi a trattamenti farmacologici sperimentali altamente rischiosi e di dubbia efficacia.
Sono loro che hanno imbavagliato un intero Paese, compresi i bambini, soffocati da una mascherina otto ore al giorno, quando gli veniva concessa la scuola “in presenza”, al posto della cosiddetta didattica a distanza.
Sono loro che hanno favorito la dispersione scolastica, il ritiro sociale e il disagio psichico di migliaia di ragazzi e ragazze.
Sono loro che in tutti i modi, hanno alimentato, attraverso scelte scellerate, la crisi economica nel nostro Paese, con l’intento di smantellare la piccola e media impresa, ultimo baluardo di libertà, autonomia e identità, a favore delle grandi multinazionali e degli investimenti stranieri.
Sono loro che, senza alcun riguardo per i popoli, hanno alimentato il fuoco della guerra in Ucraina.
Sono loro che hanno inviato e inviano armi, appellandosi alla pace.

Questo e tanto altro hanno fatto e continueranno a fare, non perché siano cattivi, ma perché sono schiavi e l’unica cosa che possono fare è continuare la commedia.

E ora arriviamo a noi. Il potere fa il proprio mestiere ed è inutile lamentarsi. Il nostro compito, il compito di chi vuole vivere e rimanere libero, è quello di resistere, di non cadere nel gioco della dualità, nel gioco dell’ansia, della paura, del controllo. Il nostro compito è quello di non diventare pedine del Monopoli e per farlo c’è un unico modo e questo modo parte dalla propria coscienza e si esprime attraverso una scelta. È una scelta semplice e difficilissima allo stesso tempo, una scelta che un giorno un tale descrisse così:

“Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e Mammona.” 

Ancora una volta, la vera battaglia si gioca su un piano spirituale. Sarà il nostro cambiamento interiore, l’ascolto della propria anima, del proprio soffio vitale, a produrre il cambiamento esteriore e non certo la commedia delle elezioni.

Detto ciò, loro possono fare quello che vogliono, – lo sappiamo – possono ribaltare qualsiasi verdetto, invocando un governo tecnico per il primo pretesto che gli venga in mente, tuttavia… Tuttavia, proprio perché sono loro, proprio perché al loro gioco e con le loro regole, non possono che vincere, sarebbe proprio uno scempio dargli anche il nostro, seppur inutile, voto.


Lo ripeto, io non lo dico per loro. Hanno già vinto il loro gioco, ma lo dico per voi, per voi che leggete.
Il vostro voto è inutile e allora dategli almeno un valore simbolico, dategli un valore estetico, un significato spirituale.

Mentre, durante questi due anni, gli schiavi del potere recitavano il loro copione, qualcun altro si è accorto della recita e ha iniziato a denunciarla. Ci sono stati medici, imprenditori, poliziotti, panettieri, insegnanti, persino politici (piccoli si intende), uomini e donne diversi, che hanno scelto di non partecipare alla menzogna, che hanno scelto di rispettare la propria dignità e la propria coscienza, di non discriminare il prossimo, di non partecipare alla rovina del proprio Paese. Si sono compromessi, in nome di una giustizia violata, che sentivano da dentro e che non potevano ignorare. Hanno scelto tra Dio e Mammona, tra la voce della propria coscienza e la paura.
Tra questi uomini e queste donne ce ne sono alcuni che hanno poi deciso di candidarsi a queste elezioni, come Sara Cunial, come Giorgio Bianchi o come Giovanni Frajese e tanti altri, meno famosi. Queste persone non sono perfette, come tutti gli uomini hanno dei lati d’ombra e dei lati di luce, un ego e un’anima, ma chi li ha conosciuti sa che, in questo momento, stanno lottando per la verità, stanno lottando per una società più giusta e rispettosa dell’uomo, per un’Italia più libera.

Forse sono degli ingenui, forse non hanno alcuna speranza di competere con il potere, ma è proprio questo il punto: con il potere non si compete. Lui fa il suo gioco e noi, uomini liberi, ne facciamo un altro. Nel nostro gioco si coltiva la fiducia e si dona fiducia a chi si è dimostrato vero, a chi è stato coraggioso e fedele a sé stesso, anche se potrà cambiare, anche se non vincerà, anche se è inutile. Non fatelo per qualcun altro, ma fatelo per voi stessi.
La commedia diventa ogni giorno più macabra, la verità sta facendo di tutto per farsi riconoscere e quando non si potrà più ignorare, forse non avrete ottenuto nulla con il vostro voto, ma sarete felici di non aver partecipato all’inganno, di non aver ceduto alla paura. Sarete felici di non aver legittimato, anche con questa piccola azione, un potere logoro. Sarete felici di aver dato fiducia, a chi forse un giorno la tradirà, a chi forse non reggerà il peso del proprio compito, ma che oggi merita di essere sostenuto.

Giuseppe Lorenzetti

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